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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro della pubblica istruzione, il Ministro del lavoro e della previdenza sociale e il Ministro per l'attuazione del programma di Governo.
(Ipotesi di cessione parziale del pacchetto azionario della società Oto Melara e iniziative per la salvaguardia del patrimonio tecnologico e dell'occupazione - n. 3-01500)
PRESIDENTE. Il deputato Olivieri ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01500, concernente ipotesi di cessione parziale del pacchetto azionario della società Oto Melara e iniziative per la salvaguardia del patrimonio tecnologico e dell'occupazione (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1).
SERGIO OLIVIERI. Signor Presidente, le notizie secondo le quali Finmeccanica vorrebbe cedere alla tedesca Rhein metall parte delle azioni di Oto Melara suscitano preoccupazione, anche perché Finmeccanica si è rifiutata di incontrare gli enti locali ed i sindacati di La Spezia.
Chiedo, quindi, al Governo se conferma le notizie sull'intenzione di Finmeccanica di vendere parti delle azioni di Oto Melara e, in tal caso, se e come intende operare per impedire una svendita finalizzata a fare cassa per salvaguardare il know how e il patrimonio tecnologico dell'azienda e per difendere l'occupazione.
PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, ha facoltà di rispondere.
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PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, a proposito dei processi di internazionalizzazione dello stabilimento Oto Melara, per i quali sarebbero in corso delle trattative con dei partner esteri, si è svolto in prefettura a La Spezia il 17 dicembre, un incontro con il sottosegretario di Stato, senatore Forcieri, le istituzioni locali e le organizzazioni sindacali. In quella sede, sono emerse vive preoccupazioni per il futuro dell'azienda, che, come diceva l'interrogante, onorevole Olivieri, è un fondamentale patrimonio, sia per il territorio locale, che sotto il profilo delle competenze industriali assolutamente strategiche, anche in vista della nascita del polo delle tecnologie marine.
Quindi, in quella sede è emersa la necessità di affrontare tale tema in un tavolo congiunto con il coinvolgimento delle istituzioni locali e delle parti sociali. Finmeccanica, con lettera inviata alle istituzioni locali, ha dichiarato di voler salvaguardare il patrimonio della Oto Melara e ha ribadito di voler seguire un necessario processo di internazionalizzazione della società utile non a svendere, ma a rafforzarla, come peraltro è successo con altre realtà industriali del gruppo.
In questo momento, a noi risulta che non vi siano avanzamenti significativi nei colloqui internazionali e abbiamo raccolto la disponibilità e l'assicurazione di Finmeccanica ad incontrare le istituzioni locali nel momento in cui si presentasse una qualsiasi evoluzione della ricognizione tale da giustificare questo incontro, andando oltre le dichiarazioni di principio. Il Governo, naturalmente, è interessato a garantire che a tali dichiarazioni seguano fatti coerenti e che, quindi, ad ogni eventuale concretizzazione di ipotesi vi sia un coinvolgimento ed un'interlocuzione sia con le istituzioni locali che con le organizzazioni sindacali.
PRESIDENTE. Il deputato Olivieri ha facoltà di replicare per due minuti.
SERGIO OLIVIERI. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per la risposta della quale, tuttavia, non posso dichiararmi soddisfatto. Infatti, il rifiuto di Finmeccanica di incontrare i sindacati e le istituzioni locali è molto grave e non è accettabile che Finmeccanica si dichiari disposta a rapportarsi con la comunità locale, di fronte a significativi passi in avanti, come lei ha detto. Non vorrei che tali passi in avanti, ai quali fa cenno Finmeccanica, siano dei fatti compiuti, che metterebbero la comunità davanti a scelte già compiute.
Mi sarei aspettato dal Governo impegni più precisi e maggiori garanzie e certezze in materia di know how, di difesa dell'occupazione per il futuro di un'azienda così importante per il nostro territorio. Spero che queste garanzie verranno assicurate nel corso del confronto al quale il Governo e Finmeccanica non potranno sottrarsi, perché sollecitato dalla comunità locale e dalle organizzazioni sindacali. Mi auguro che in quell'occasione il Governo voglia assumersi le proprie responsabilità e dare certezze sul futuro produttivo e occupazionale di questa azienda.
(Aumento dei prezzi dei beni di consumo - n. 3-01501)
PRESIDENTE. Il deputato Catone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01501, concernente l'aumento dei prezzi dei beni di consumo (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2).
GIAMPIERO CATONE. Signor Presidente, signor Ministro, il confronto tra i prezzi al consumo del carburante, del gas metano e dell'elettricità in Italia e quelli del resto dell'Europa ci vede ai vertici della classifica e l'aumento dei costi energetici, dovuto per i due terzi ad imposte e tasse, colpisce notevolmente oltre l'industria anche l'agricoltura. Infatti, i generi alimentari (pane, pasta, verdura e frutta), soprattutto in questo periodo, sono arrivati a far registrare aumenti fino al 30 per cento, con difficoltà facilmente intuibili per i cittadini delle fasce più deboli.Pag. 43
Vorremmo sapere se è intenzione del Governo intervenire con azioni immediate volte a controllare questi considerevoli aumenti che stanno provocando enormi difficoltà economiche alle già provate famiglie italiane.
PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Pierluigi Bersani, ha facoltà di rispondere.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, per quanto riguarda il prezzo della benzina vi è un differenziale rispetto all'Europa che, come è noto, stiamo tenendo d'occhio, anche perché lo stesso aveva raggiunto nel corso dell'estate il livello di cinque centesimi. A quel punto, a Ferragosto, vi fu un'azione piuttosto marcata di cosiddetta persuasione ed il differenziale si è progressivamente ridotto fino a 2 centesimi. Negli ultimi giorni questo differenziale si è incrementato ed è tornata di nuovo ad allargarsi la forbice. Abbiamo avvisato le società petrolifere che, in presenza di un andamento di questo genere, noi siamo intenzionati a convocarle. Stiamo pertanto osservando se questo andamento si confermerà o meno nel corso della prossima settimana. Lo stesso discorso vale per il gasolio.
Questo divario con l'Europa da cosa è motivato? È motivato dalla rete distributiva e dal numero dei punti vendita esistenti, dalla scarsa presenza di distributori di carburante nel circuito della grande distribuzione e dal fatto che il sistema di distribuzione diffuso non ha arricchito le merceologie. Su questi elementi stiamo intervenendo con la cosiddetta terza «lenzuolata», all'esame del Senato, per introdurre una riforma. Questo differenziale non è dovuto alla fiscalità, perché, a paragone con l'Europa, si riscontra una fiscalità media uguale o lievemente inferiore. Tuttavia, nella legge finanziaria abbiamo inserito una norma che non consente di ricaricare l'IVA sull'accisa in presenza di aumenti della benzina, perché vogliamo che sia chiaro che il Governo non è interessato o cointeressato agli aumenti.
Per quanto riguarda i generi alimentari, abbiamo registrato tassi di variazione impressionanti, non il 30 per cento, ma secondo l'ISTAT il 12, il 10, il 5 sui vari generi alimentari. Vi è una filiera cerealicola in tensione a causa di dinamiche internazionali: da anni gli approvvigionamenti mondiali di cereali si riducono con un incremento dei prezzi. Ma su questi meccanismi può innestarsi, e ciò presumibilmente avviene, anche un elemento speculativo. Le azioni che possiamo fare e che stiamo facendo sono: tavoli aperti, in particolare con la grande distribuzione, per garantire - come facemmo un mese e mezzo fa - da qui alla fine dell'anno di mantenere l'insieme dei prodotti sotto l'andamento dell'inflazione; intensificazione dei dati dell'osservazione dei prezzi.
Su Internet è rilevabile ormai, dal sito sull'Osservatorio prezzi del Ministero, il livello dei prezzi medi, minimi e massimi in trentotto capoluoghi di provincia su 66 beni; ciò consente di far emergere picchi eventualmente anomali sui quali intervenire con meccanismi anti-speculazione. Abbiamo stipulato recentemente una convenzione con la Guardia di finanza; stiamo attivando i Carabinieri e l'Agenzia delle dogane: da novembre ad oggi si sono espletati 3.500 controlli che si stanno intensificando per cercare di battere gli elementi speculativi. Ne daremo conto nelle prossime settimane.
PRESIDENTE. Il deputato Catone ha facoltà di replicare per due minuti.
GIAMPIERO CATONE. Signor Presidente, signor Ministro, mi dispiace contraddirla, ma il mancato controllo delle filiere dei generi alimentari di prima necessità vi è stato e continua a perdurare e, quindi, si registrano aumenti spropositati del prezzo di pane, pasta, generi ortofrutticoli e vari.
I costi energetici nel nostro Paese sono insostenibili per i cittadini e mi spiace rilevare che quanto è stato affermato non è vero, perché - vi ricordo - che l'aumento di un centesimo di euro del costo del petrolio dà luogo ad un aumento di tre Pag. 44centesimi a causa delle tasse. Tutto ciò si traduce nella penalizzazione delle famiglie a reddito fisso, anche perché, signor Ministro, dobbiamo sapere che una famiglia che ha un reddito ipotetico pari a mille euro al mese paga lo stesso identico prezzo per il metano per riscaldarsi di una famiglia che ha un reddito di 5 mila euro.
Al di là di tutte le chiacchiere e i dati per cui i cittadini non capiscono nulla, ritengo che tutto ciò vada sostanzialmente controllato e rivisto, anche perché, in base all'articolo 53 della Costituzione, ogni italiano dovrebbe concorrere, proporzionalmente al proprio reddito, al sostentamento della nazione.
Trovo paradossale l'ultima trovata di questo Governo per far quadrare i conti, da lei citata: si tratta della convenzione tra Equitalia e la Guardia di finanza, in base alla quale d'ora in poi i pignoramenti per tasse e multe non pagate, sulle quali molti comuni quadrano o basano i loro bilanci, saranno effettuati da un corpo armato che materialmente si recherà presso le casse degli italiani ad espropriarne coattivamente i beni. Questo è il risultato!
(Iniziative per il pluralismo educativo, con particolare riferimento alle misure di sostegno per le famiglie che scelgono le scuole non statali - n. 3-01502)
PRESIDENTE. La deputata Capitanio Santolini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Volontè n. 3-01502, concernente iniziative per il pluralismo educativo, con particolare riferimento alle misure di sostegno per le famiglie che scelgono le scuole non statali (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3), di cui è cofirmataria.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, Ministro Fioroni, secondo il rapporto OCSE-Pisa i quindicenni italiani sono al trentaseiesimo posto su cinquantasette Paesi analizzati; siamo, dunque, al di sotto della metà. Lei ha affermato che solo 250 mila studenti, su un totale di 1 milione e 50 mila, in qualche modo saldano i loro debiti educativi, quindi meno di un quarto.
Signor Ministro, lei, da un lato continua a sostenere che bisogna premiare giustamente l'eccellenza e il merito nella scuola, perché è l'unico modo per rialzare le sorti del sistema scolastico italiano, ma, dall'altro lato, pur in presenza di un'emergenza educativa di cui parlano tutti i giornali, viene ignorata una parte fondamentale della scuola, rappresentata dalla scuola non statale. Ricordo - anche se lei lo sa, Ministro - che in media...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. ...uno studente costa allo Stato 7 mila euro, mentre in media uno studente delle scuole non statali...
PRESIDENTE. Deputata Capitanio Santolini, deve concludere.
LUISA CAPITANIO SANTOLINI. ...concludo, Presidente, costa 400 euro. Si può fare qualcosa per dare la libertà di scelta educativa alle famiglie e per aumentare il livello...
PRESIDENTE. Grazie. Il Ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, come l'onorevole interrogante sa, per quanto riguarda le scuole paritarie questo Governo ha dovuto colmare una situazione di crisi lasciata in eredità dal precedente Esecutivo, che aveva tagliato circa un terzo dei finanziamenti previsti dal Governo D'Alema nel 1999, pari a 157 milioni di euro, per le scuole paritarie (materne, elementari e di ogni ordine e grado). Questo taglio era riportato per gli anni 2007, 2008 e 2009. Abbiamo dovuto ripristinare 100 milioni di euro nella scorsa legge finanziaria, i rimanenti nell'assestamento di bilancio, nonché ripristinarli a regime per i prossimi tre anni.Pag. 45
Abbiamo dovuto superare anche un altro gap creato dal precedente Governo, quello di trattare, ad esempio, le scuole materne ed elementari, che ricevono contributi per qualche migliaia di euro quanto al loro finanziamento come le grandi imprese del Paese che, per quanto riguarda i contributi loro destinati, sono sottoposte al passaggio presso le Commissioni parlamentari, con tutto ciò che questo ha comportato in termini di richiesta di documentazione e di master plan; ciò è ovvio per le grandi aziende, ma è difficile, invece, per una scuola materna gestita da una struttura paritaria, magari a Cirò Marittima, con il rischio che pochi soldi per molti diventassero molti soldi per pochi.
Tuttavia, abbiamo effettuato un ulteriore passaggio in avanti, in quanto finalmente abbiamo approvato i regolamenti che definiscono i criteri per assegnare la parità e i fondi. Finalmente non vi è più un criterio discrezionale, ma una distribuzione che, in base alle risorse, interessa scuole materne, elementari, medie inferiori e medie superiori per combattere la dispersione scolastica e l'obbligo di istruzione.
Abbiamo mantenuto, inoltre, lo stesso finanziamento per i progetti a favore dei diversamente abili e degli svantaggiati, così come abbiamo adottato misure a favore dell'obbligo di istruzione anche all'interno delle scuole paritarie, soprattutto per il sostegno alle famiglie. Nel frattempo vi ricordo che è stata approvata dal Parlamento la detrazione fiscale per le donazioni alle scuole di ogni ordine e grado (ivi comprese quelle paritarie) e sono state anche finanziate le sezioni primavera, ivi compreso il sistema della parità.
In ordine al contributo alle famiglie a me preme ricordare che il precedente Governo aveva stabilito un bonus scuola per un triennio. Ai fini di quella sperimentazione il bonus scuola è stato non rifinanziato dal precedente Governo...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. ...o perché ritenuto non una misura da portare avanti (perché divideva in parti uguali tra soggetti diversi), oppure (come io credo) perché la Corte costituzionale ritiene che l'intervento e il diritto allo studio siano competenze delle regioni che noi finanziamo.
Abbiamo avviato sia un percorso che ha recuperato ciò che il precedente Governo aveva tagliato, sia un percorso in cui la parità diventa nel nostro Paese qualcosa di sempre più...
PRESIDENTE. Grazie. Il deputato Barbieri, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare per due minuti.
EMERENZIO BARBIERI. Signor Presidente, ascoltando il ministro Fioroni (che proviene dalla mia stessa scuola) mi sono convinto che le elezioni politiche sono molto vicine. Il ministro Fioroni, infatti, non ha risposto alla nostra interrogazione, ma ha fatto gratis et amore Dei in Parlamento la pubblicità al Governo. A quest'ultimo, poiché ne ha combinate una più di Bertoldo, è ovvio che non gli sia riuscito nulla, nel senso che ha tentato di dire a noi che tutto ciò che non è stato realizzato (e non tutto ciò che è stato realizzato) è colpa del precedente Governo. È una cosa francamente kafkiana.
Questo Governo, Ministro Fioroni, non ha dovuto rimediare a nulla di sbagliato realizzato dal precedente Governo; premesso che tutti i Governi possono sbagliare e voi siete l'esempio vivente di quanti errori possa commettere un Governo. Mi domando se lei si rende conto di come non sia possibile affermare che, poiché il precedente Governo ci ha lasciato dei disastri, noi abbiamo rimediato, non facendo nulla. Intanto, sottolineo che lei è uno dei pochi convinti del fatto che voi siete riusciti a rimediare, in quanto non mi pare che il popolo italiano abbia questa convinzione relativamente al vostro operato.
Inoltre, Ministro, ho l'impressione che lei abbia un po' dimenticato la scuola da cui proviene, cui facevo riferimento precedentemente. È possibile che lei, con il suo collega Mussi, venga in aula a dirci: in base alle risorse?Pag. 46
Ministro, ma se il disegno di legge finanziaria che avete testè approvato - e che fa schifo! - non è riuscito a portare soldi alla scuola, la colpa non è di Gesù Bambino, ma del peso politico che lei ha all'interno del Governo!
PRESIDENTE. La invito a concludere.
EMERENZIO BARBIERI. Concludo, signor Presidente. Devo dire che la sua risposta lascia assolutamente insoddisfatti i Democratici Cristiani che siamo noi.
(Interventi per garantire la sicurezza degli edifici scolastici - n. 3-01503)
PRESIDENTE. Il deputato Porfidia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01503, concernente interventi per garantire la sicurezza degli edifici scolastici (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4).
AMERICO PORFIDIA. Signor Presidente, onorevole Ministro, premesso che già nel disegno di legge finanziaria è presente un segno della sensibilità del Governo sul problema della sicurezza nelle scuole, la questione comunque deve essere affrontata, a mio avviso, con continuità.
Emerge dall'ultimo rapporto di Cittadinanzattiva, infatti, una situazione poco incoraggiante. Più di una scuola su dieci è poco sicura e più di un quarto degli edifici non raggiunge un livello di sicurezza complessivamente sufficiente.
Una situazione altrettanto preoccupante emerge dal rapporto del 2005 di Legambiente sull'edilizia scolastica, che denuncia una flessione degli interventi di manutenzione degli stessi, molti dei quali hanno più di quarant'anni. Molti edifici sono nati con altre destinazioni e con pochi sistemi di sicurezza e alcuni sono molto vicini a zone industriali e a molte altre fonti di inquinamento.
PRESIDENTE. Deputato Porfidia, concluda.
AMERICO PORFIDIA. Concludo, Presidente. Per evitare che anche il mondo della scuola possa essere interessato da tragedie come quelle che sta vivendo il mondo del lavoro, chiedo di sapere come il Governo intenda fronteggiare tale emergenza, che non può essere posta solo a carico degli enti locali.
PRESIDENTE. Il Ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, l'onorevole interrogante sa che, all'interno della legge finanziaria, invertendo una rotta di tendenza degli anni precedenti, abbiamo inserito il cosiddetto patto per la sicurezza nelle scuole, che domani sarà firmato presso il Ministero insieme da tutti gli assessori responsabili dell'edilizia scolastica: in tal modo, si avvia un piano di interventi - come previsto nella legge finanziaria dello scorso anno - che in un triennio produrrà investimenti per circa 940 milioni di euro, 184 dei quali già a partire da quest'anno. Poco meno di un miliardo di euro è finalizzato esclusivamente alla messa in sicurezza degli edifici scolastici; le regioni, infatti, convengono che tale intervento sia prioritario.
Abbiamo avviato il secondo stralcio degli interventi per l'edilizia scolastica nelle zone sismiche e abbiamo predisposto il bando per ulteriori investimenti triennali (pari a 100 milioni di euro) per l'abbattimento delle barriere architettoniche e la messa in sicurezza degli edifici scolastici, in collaborazione con l'INAIL. La legge finanziaria che sta completando il proprio iter al Senato prevede un'ulteriore dotazione di 20 milioni di euro annui - sottratti al finanziamento pubblico ai partiti - ancora una volta da investire nell'edilizia scolastica. Con il disegno di legge - già approvato dalla Camera e in fase di approvazione al Senato - abbiamo recuperato tutte le risorse, che non erano state utilizzate o che rischiano di andare perente, per circa 300 milioni di euro. Esse daranno luogo a un ulteriore piano straordinario,Pag. 47 da inserire all'interno del patto per la sicurezza, con il meccanismo della compartecipazione di finanziamento; le risorse dello Stato - aggiuntive rispetto alla responsabilità delle regioni, dei comuni e delle province - si sommano con l'attivazione di un effetto moltiplicatore.
Per i primi mesi del 2008 - mi auguro entro il mese di marzo - dovremmo aver completato la lenta acquisizione all'anagrafe degli ultimi 42 mila edifici scolastici del nostro territorio, per avere una previsione corretta di tutti gli interventi per la messa in sicurezza ed anche per una valutazione delle risorse e dei luoghi ove non occorra più investire per mettere in sicurezza, ma sia necessario attivare procedure diverse (valorizzando le strutture ma anche realizzando, per i nostri figli, scuole e istituzioni scolastiche diverse da quelle oggi utilizzate).
Faccio presente che nell'anagrafe dell'edilizia scolastica risultava la sola regione Molise: nessun'altra regione aveva completato l'iter. Adesso, invece, mi auguro che, con l'impulso dato in questi mesi, si giunga, a marzo dell'anno prossimo, a conoscere, per ogni edificio scolastico, lo stato della sicurezza dei luoghi dove i nostri figli studiano.
PRESIDENTE. Il deputato Porfidia ha facoltà di replicare per due minuti.
AMERICO PORFIDIA. Signor Ministro, la ringrazio per la risposta. Anzitutto spero che il mio intervento possa contribuire, anche se in minima parte, alla risoluzione di questo annoso problema. Ho appreso con piacere - l'ho evidenziato anche durante l'esame della legge finanziaria - dell'esistenza di un programma che prevede dapprima l'istituzione di un'anagrafe e poi una risoluzione della problematica, affinché i luoghi frequentati dai nostri figli siano sicuri e non avvengano più quelle tragedie che, ad esempio, hanno colpito il Molise (dove, per problematiche di questo tipo, ben ventisette bambini e una maestra sono purtroppo morti).
Signor Ministro, dopo quanto lei ha riferito, le comunico che agli atti della VII Commissione (Cultura) vi è una proposta di legge relativa proprio a tale argomento.
Spero che la Commissione e il Governo procedano parallelamente, affinché vi possano essere, da parte del Governo, tutti gli aiuti economici e tecnici idonei a far sì che questo problema possa essere condiviso da tutte le forze politiche e si possano aiutare soprattutto gli enti locali, che, signor Ministro, sono già in notevoli difficoltà economiche, per risolvere alla base queste problematiche (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
(Iniziative per una nuova disciplina dell'orario di lavoro - n. 3-01504)
PRESIDENTE. Il deputato Attili ha facoltà di illustrare l'interrogazione Di Salvo n. 3-01504, concernente iniziative per una nuova disciplina dell'orario di lavoro (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5), di cui è cofirmatario.
ANTONIO ATTILI. Signor Presidente, signor Ministro, nella scorsa legislatura, con una decisione grave e improvvida, il Governo cancellò i limiti di durata massima giornaliera dell'orario di lavoro. Riteniamo che questo elemento di regolamentazione vada recuperato e che il contenuto della direttiva europea 2003/88/CE, che individua in otto ore la durata massima della prestazione lavorativa giornaliera, in quarantotto ore la durata massima settimanale e in due ore la durata massima del lavoro straordinario giornaliero, debba essere, anche per il nostro Paese, il punto di partenza in questa delicatissima questione. Vorrei conoscere quali siano le concrete iniziative che il Governo intenda assumere, per stabilire una nuova disciplina legale dell'orario di lavoro nel nostro Paese.
PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, Cesare Damiano, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
CESARE DAMIANO, Ministro del lavoro e della previdenza sociale. Signor Pag. 48Presidente, l'onorevole Attili richiama l'attenzione su un aspetto sostanziale del rapporto di lavoro, ovvero la disciplina relativa all'orario di lavoro, ponendo l'accento soprattutto sulle peculiari attività lavorative connotate da un più elevato livello di rischio, in ragione del protrarsi della prestazione lavorativa.
Vorrei premettere che cercherò il più possibile di fornire una risposta non burocratica, proprio per il rispetto che si deve a vicende tragiche, come quella di Torino, che fornisce, purtroppo, l'occasione per confrontarsi su questo tema.
Mi sembra importante ricordare, per dar conto dell'impianto giuridico in materia, che la normativa vigente in tema di orario di lavoro, ovvero il decreto legislativo n. 66 del 2003, è di derivazione comunitaria, costituendo attuazione della direttiva 2003/88/CE, la quale nei «considerando» iniziali esplicita come finalità il miglioramento della sicurezza, igiene e salute dei lavoratori, posto come obiettivo superiore, non barattabile con logiche di carattere esclusivamente economico.
Con l'entrata in vigore del predetto decreto legislativo, si è dato, quindi, un assetto organico e completo all'intera materia dell'orario di lavoro, prevedendo l'applicabilità a tutti i settori di attività, pubblici e privati, con poche eccezioni, esplicitate all'articolo 2.
Nel contempo, il decreto legislativo in argomento garantisce un ampio margine di intervento all'autonomia collettiva relativamente alla modulazione dei tempi di lavoro, in considerazione delle diverse esigenze aziendali, nel rispetto del limite massimo delle quarantotto ore medie per ogni periodo di sette giorni. Non è previsto in modo esplicito un orario massimo giornaliero, che può, però, essere desunto dalla lettura combinata delle diverse disposizioni.
In circostanze particolari, riferite al contesto ambientale e produttivo, non può certamente escludersi che l'orario di lavoro possa effettivamente diventare eccessivamente gravoso e collidere, quindi, in concorso con altri fattori, con le ricordate finalità di sicurezza. È perciò indubbia l'opportunità di procedere a una verifica dell'attualità del descritto quadro ordinamentale, nel rispetto della normativa comunitaria e delle prerogative delle organizzazioni sindacali in materia.
In conclusione, vorrei agganciarmi proprio a quest'ultimo punto, ribadendo che la sicurezza del lavoratore è una priorità assoluta del Governo, che persegue un obiettivo che è nel contempo etico e di civiltà sociale e che, come ho ricordato all'inizio, costituisce un obiettivo condiviso da tutti i Paesi membri dell'Unione europea.
Vorrei concludere, quindi, rassicurando l'onorevole Attili in ordine all'attenzione su questa fondamentale problematica, che potrà essere affrontata, tenendo conto delle necessarie coordinate comunitarie, nell'ambito del già avviato confronto per l'attuazione delle deleghe in materia di sicurezza, recate dalla legge n. 123 del 2007.
PRESIDENTE. Il deputato Attili ha facoltà di replicare.
ANTONIO ATTILI. Signor Presidente, ringrazio il Ministro, perché mi pare che con la sua risposta valuti con grande attenzione e con sensibilità il problema che poniamo e che - lo voglio sottolineare - costituisce uno degli aspetti fondamentali della sicurezza; questo è cruciale.
Se lo si vuole affrontare sul serio, il problema della sicurezza nei luoghi di lavoro va «aggredito» da tanti punti di vista.
Bisogna fare presto e bene, signor Ministro.
Noi crediamo, ad esempio, che la sua battaglia per utilizzare parte dei fondi INAIL vada sostenuta, per impostare un grande piano di prevenzione e sicurezza.
Tuttavia, la sua risposta rimane un può vaga quando afferma: «faremo..., vedremo..., monitoreremo...». I tempi sono stretti; dal Governo mi aspetto un impegno anche rispetto ai tempi per intervenire su questo problema, posto che la direttiva europea - che è stata citata sia nella nostra interrogazione sia nella risposta del Pag. 49Governo - mi pare chiara ed esplicita e posto che, purtroppo, vi è stato un atto del Governo precedente che, invece, ha ignorato il punto fondamentale di tale direttiva.
Pertanto mi auguro che, oltre alle verifiche e ai monitoraggi, il Governo stia preparando concretamente un'iniziativa in questo senso, che riporti la situazione almeno ai livelli minimi accettabili previsti dalla normativa europea.
Poi, so perfettamente che vi possono essere deroghe legate ai contratti di lavoro, ma credo che almeno sussista quel punto di partenza condiviso e, in tal senso, penso che il Governo debba agire presto e bene, se vogliamo dare una risposta concreta e cercare di ridurre la scia di queste tragedie, che anche oggi si è ripetuta, signor Ministro - non vi sono solo i morti di Torino - e di cui i giornali forniscono una tristissima cronaca.
(Misure per contrastare il lavoro nero, con particolare riferimento all'introduzione di un patto di servizio nell'ambito di un'organica riforma del sistema degli ammortizzatori sociali - n. 3-01505)
PRESIDENTE. Il deputato Mellano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01505, concernente misure per contrastare il lavoro nero, con particolare riferimento all'introduzione di un patto di servizio nell'ambito di un'organica riforma del sistema degli ammortizzatori sociali (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6), per un minuto.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente e signor Ministro, l'interrogazione da me presentata è parte di un pacchetto di iniziative dei Radicali Italiani che, nell'agosto scorso, hanno lavorato con un gruppo di lavoro dei Radicali di Welfare to work (un'associazione radicale che si occupa di tale materia), per proporre una serie di atti parlamentari (interrogazioni, interpellanze, mozioni, ordini del giorno) per porre all'attenzione del nostro Governo una serie di problemi legati al mercato del lavoro e al welfare in Italia.
I dati Istat 2004, gli ultimi disponibili, e i dati del Ministero del lavoro sulle attività di ispezione nelle ditte, relativamente al lavoro nero, segnalano un preoccupante quadro, anche in peggioramento rispetto al passato.
Chiediamo al Governo una valutazione sulle nostre proposte e una valutazione sul quadro che emerge dai dati e sulle attività che, insieme, possiamo realizzare per il futuro.
PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, Cesare Damiano, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
CESARE DAMIANO, Ministro del lavoro e della previdenza sociale. Signor Presidente, l'onorevole Mellano evidenzia, nell'atto che mi accingo ad affrontare, i risultati positivi raggiunti relativamente alla piaga del lavoro nero, pur in una situazione complessiva di difficoltà, fornendo dati che mettono bene in luce il lavoro fin qui svolto dagli ispettori del lavoro e da tutte le forze coinvolte nell'azione di contrasto al sommerso.
I dati relativi agli accertamenti effettuati nel primo semestre dell'anno 2007, confrontati con i risultati dell'attività ispettiva svolta nel corrispondente semestre dell'anno precedente, danno inoltre conto dell'efficacia deterrente dell'azione svolta dal Governo, sia sul piano normativo sia su quello dell'attività amministrativa, sin dalla data del suo insediamento, coerentemente con l'obiettivo strategico di eliminazione della piaga del lavoro irregolare.
Ricordo, inoltre, che l'azione di vigilanza si è rivelata ultimamente più incisiva in virtù del notevole incremento delle unità ispettive, a partire dal periodo di maggio-luglio 2006, con l'immissione in servizio di 795 ispettori del lavoro e di ulteriori 241 funzionari ispettivi nel 2007, nonché con l'assunzione di 75 ispettori tecnici.
A seguito della prevista immissione in servizio di altri 281 ispettori del lavoro, Pag. 50dal prossimo mese di gennaio 2008, nonché di 60 unità di carabinieri da inserire nei nuclei esistenti presso le direzioni provinciali del lavoro, si avrà un ulteriore incremento complessivo del personale ispettivo pari al 58,75 per cento in più rispetto alla corrispondente situazione esistente alla data del 30 aprile del 2006.
Relativamente al peculiare quesito posto dall'onorevole Mellano, vorrei rammentare preliminarmente che, a legislazione vigente, il lavoratore destinatario del trattamento di mobilità la cui iscrizione nelle liste sia finalizzata al reimpiego, del trattamento di disoccupazione, inoccupazione o di altre forme di sussidio, decade dai trattamenti medesimi se rifiuti di essere avviato a un progetto individuale di inserimento nel mercato del lavoro ovvero a un corso di formazione, riqualificazione, o non lo frequenti regolarmente o non accetti l'offerta di un lavoro inquadrato in un livello retributivo non inferiore del 20 per cento rispetto a quello delle mansioni di provenienza. Per quanto concerne, in particolare, la possibilità di prevedere...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
CESARE DAMIANO, Ministro del lavoro e della previdenza sociale. ...un patto di servizio tra i lavoratori e i competenti centri per l'impiego, vi è da dire che si tratta di un'ipotesi già prefigurata nell'ambito della più ampia riforma del mercato del lavoro degli ammortizzatori sociali previsti dalla legge attuativa del Protocollo del 23 luglio 2007. Le finalità cui tendono tali disposizioni sono assolutamente in linea con le indicazioni fornite dall'onorevole interrogante e potranno dunque in tale sede trovare opportuno accoglimento.
PRESIDENTE. Il deputato Mellano ha facoltà di replicare.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, ringrazio sinceramente il Ministro. Ovviamente, in un'interrogazione a risposta immediata è difficile fornire una risposta a problemi così complessi e vasti. Per questo motivo noi abbiamo depositato oltre venti atti di sindacato ispettivo e di orientamento al Governo e speriamo che anche nei canali normali si possa avere una adeguata risposta. Prendo atto e ringrazio - lo ripeto - il Ministro per la sua risposta, essendo convinto che accanto alle politiche passive del lavoro, agli interventi degli ammortizzatori sociali e di intervento straordinario, occorra mettere in campo tutte le strutture e le competenze specifiche per le politiche attive del lavoro, per il welfare to work, per un modo innovativo di ideare e pensare i servizi per l'impiego. In questi anni, in quest'Aula e nelle regioni, abbiamo affermato con grande convinzione tali opinioni; occorre ora trasformare tali convinzioni in pratica. Sappiamo bene che i centri per l'impiego, nonostante la buona qualità degli operatori, riescono a intermediare solo il 4 per cento di chi trova lavoro nel nostro Paese. Occorre avere la forza di fornire gambe e braccia a chi vuole davvero trovare lavoro ed è in difficoltà in una fase di transizione. I dati che emergono dalle attività ispettive del suo Ministero sono certamente inquietanti rispetto alla dimensione del lavoro nero e di quello sommerso. Sono inquietanti i 62 mila lavoratori totalmente impiegati in nero denunciati dall'attività ispettive del suo Ministero. Occorre davvero prendere atto di tali dati per mettere in campo, ideare e costruire politiche attive del lavoro che abbiano la forza di incidere su una realtà che - lo sappiamo bene, perché il dibattito di questi giorni lo dimostra - è di assoluta centralità anche per il nostro Paese avanzato e libero. Noi da liberali, da liberisti, da radicali del gruppo dei Socialisti e Radicali della Rosa nel Pugno siamo convinti che queste siano misure di civiltà.
PRESIDENTE. Deve concludere.
BRUNO MELLANO. Il liberismo è di sinistra, noi ne siamo convinti perché i diritti sono conquistati tutti i giorni.
Pag. 51(Iniziative del Governo in vista dell'ondata di scioperi dei prossimi giorni - n. 3-01506)
PRESIDENTE. Il deputato Lisi ha facoltà di illustrare l'interrogazione La Russa n. 3-01506, concernente iniziative del Governo in vista dell'ondata di scioperi dei prossimi giorni (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7), di cui è cofirmatario.
UGO LISI. Signor Presidente, Alleanza Nazionale è seriamente preoccupata perché siamo di fronte ad un vero e proprio corto circuito, a un Natale che sarà per tutti gli italiani ad alta tensione. Dopo il blocco dei TIR, le prossime festività vedranno incrociare le braccia i lavoratori del settore del trasporto locale e nazionale, del commercio, i dipendenti delle farmacie, del settore elettrico, i lavoratori delle centrali di produzione elettrica e i metalmeccanici. Siamo preoccupati soprattutto per il settore del commercio.
Alleanza Nazionale, avendo osservato gli scarsi risultati fino a questo momento raggiunti dal Governo - si susseguono infatti i lanci di agenzia nelle quali si riporta esclusivamente che si verificheranno ulteriori scioperi in tutti i settori e in tutti i comparti della vita sociale - intende sapere quali concrete iniziative l'Esecutivo stia assumendo per impedire che in Italia i cittadini siano ulteriormente penalizzati, non solo in questo periodo, ma anche nel futuro, in particolare nel 2008.
PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, Cesare Damiano, ha facoltà di rispondere.
CESARE DAMIANO, Ministro del lavoro e della previdenza sociale. Signor Presidente, relativamente all'atto presentato dall'onorevole La Russa vorrei sottolineare, con particolare riferimento al settore dei trasporti, la rilevanza costituzionale del diritto di sciopero, ribadendo nel contempo che soprattutto in questi settori strategici il mancato rispetto delle norme della legge n. 146 del 1990 e dei codici di autoregolamentazione finisce, alla lunga, per avere un impatto dirompente sulle esigenze dei cittadini. La legge n. 146 del 1990, al fine di tutelare i diritti della persona anch'essi costituzionalmente garantiti, ha infatti posto molta attenzione al ruolo degli utenti, in una sorta di sensibilizzazione sociale finalizzata alla valorizzazione del cittadino e delle sue esigenze. La legge citata demanda alle proposte della Commissione di garanzia per l'attuazione della legge sullo sciopero i codici di autoregolamentazione sindacale e ad accordi tra le parti sociali, sottoposti alla valutazione della Commissione medesima, l'individuazione delle prestazioni indispensabili, che devono essere sempre assicurate in caso di sciopero e che hanno lo scopo di indicare i minimi di servizio da garantire.
In prossimità delle festività natalizie è stato predisposto dalla Commissione di garanzia un quadro riepilogativo delle franchigie, periodi cioè nei quali la normativa esclude il ricorso allo sciopero, garantendo regolare svolgimento dei servizi pubblici essenziali nei vari settori regolamentati dalla legge n. 146 del 1990. Le franchigie hanno la funzione di evitare il grave danno all'utenza che deriverebbe dal ricorso allo sciopero in coincidenza con i grandi esodi collegati alle festività natalizie. Si pensi, ad esempio, ancora una volta al settore dei trasporti. Indubbiamente il Governo seguirà con estrema attenzione l'evoluzione della vicenda in argomento, al fine di concorrere, nell'ambito delle proprie attribuzioni e nel rispetto delle competenze della citata Commissione, a garantire l'erogazione di fondamentali servizi per l'intera collettività.
PRESIDENTE. Il deputato Lisi ha facoltà di replicare.
UGO LISI. Signor Presidente, il rappresentante del Governo ha fatto bene a ricordare e a illustrare gli articoli della legge n. 146 del 1990, che conoscevo bene, perché il professor Ghezzi, deputato del Pag. 52PCI, è stato mio relatore nella tesi di laurea che ho sostenuto all'università di Bologna...
PRESIDENTE. È stato fortunato.
UGO LISI. Sono stato fortunato, ma lo sono stati soprattutto i telespettatori, i colleghi d'Assemblea e i cittadini, considerato appunto che io già conoscevo tale normativa. Tuttavia ciò non toglie che vi siete assunti, caro Ministro, una grande responsabilità. Infatti, considerata la vicenda del blocco dei TIR ed il fatto che non siete stati in grado di gestirla, come per una sorta di effetto domino, si stanno verificando in Italia numerosissime difficoltà vissute dai cittadini. Ascoltare, mediare, concertare, «trattare fino a trattare», sono parole, vocaboli che forse voi avete nel programma elettorale, ma che non state dimostrando di avere nel vostro DNA. Noi di Alleanza nazionale, riscontrando tale situazione nella realtà quotidiana, siamo in quest'Aula proprio a interrogarvi perché fortemente preoccupati. Siamo preoccupati perché noi non ci chiediamo se il Governo arriverà o no a mangiare il panettone. Alleanza Nazionale è preoccupata del fatto che gli italiani abbiano o no la possibilità di acquistare un panettone, non solo per i disagi nel settore dei trasporti, o di alcune categorie di lavoratori, ma anche e sicuramente per i disagi economici che il Paese sta vivendo, sopratutto in questo scorcio di vita, grazie al vostro Governo.
(Attuazione del programma di Governo in relazione alle misure in favore del Mezzogiorno - n. 3-01507)
PRESIDENTE. Il deputato Rao ha facoltà di illustrare l'interrogazione Oliva n. 3-01507, concernente l'attuazione del programma di Governo in relazione alle misure in favore del Mezzogiorno (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8), di cui è cofirmatario.
PIETRO RAO. Signor Presidente, onorevole Ministro, l'attuale maggioranza ha vinto le elezioni con un programma in cui si dedicava al Mezzogiorno un intero capitolo, che era intitolato enfaticamente: «Il Mezzogiorno: una grande opportunità tra l'Europa e il Mediterraneo». Lì si diceva di volere intervenire sulle infrastrutture, sull'inclusione sociale, sulla fiscalità di vantaggio, ma in questi due anni di Governo Prodi tutte le statistiche (ISTAT, Svimez e, in ultimo, la classifica stilata annualmente da Il Sole 24 Ore) segnalano un peggioramento della situazione generale del Mezzogiorno, un aumento della disoccupazione e dell'emigrazione, la diminuzione della natalità e del reddito pro capite. Desideriamo sapere dal Governo e segnatamente da lei, quale Ministro per l'attuazione del programma di Governo, quando l'Esecutivo ha intenzione di dare attuazione almeno ad alcune delle misure che aveva previsto in favore delle aree deboli del Paese.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, la necessità di ridurre il divario in termini di sviluppo tra le regioni meridionali e il resto del Paese è stata e rimane una delle principali priorità del Governo. Le dimensioni delle differenze di reddito, occupazione, produttività e sicurezza sono del resto ben note, così com'è noto a tutti quanto antiche e profonde siano le radici del nostro dualismo territoriale e, quindi, quanto siano impegnative le sfide della politica nel promuovere una crescita più forte nel nostro Mezzogiorno.
In questo contesto, peraltro, va ricordato - non condivido pienamente i dati illustrati precedentemente - che negli ultimi anni l'occupazione meridionale è comunque aumentata: 100 mila persone occupate in più negli ultimi tre anni. Le persone in cerca di lavoro sono diminuite da oltre 1 milione e 100 mila unità a meno di 800 mila e il PIL pro capite del sud nel 2006 è aumentato dell'1,5 per cento, il valore più alto dal 2001. Le esportazioni in Pag. 53quest'ultimo periodo sono aumentate di circa l'11 per cento.
Cito questi dati non con lo spirito di offrire un quadro meno problematico di quanto esso indubbiamente sia, ma semplicemente per ricordare a tutti noi la presenza e il graduale affermarsi nelle regioni del sud di un'attiva e nuova classe di imprenditori e lavoratori che produce, crea ricchezza ed esporta.
L'azione del Governo anzitutto è volta al sostegno di queste tendenze, che emergono in modo sempre più visibile nel sistema economico meridionale.
Ricordo, ad esempio, che con la legge finanziaria dello scorso anno la riduzione del cuneo fiscale consente per le imprese del sud una riduzione della base imponibile IRAP pari a 10 mila euro per ogni addetto a tempo indeterminato e che l'attivazione del credito di imposta per i nuovi investimenti, dopo la procedura attivata nel corso del 2007 con l'Unione europea, consentirà comunque nel prossimo anno alle imprese meridionali di fruire di ampie agevolazioni per l'acquisto di macchinari, impianti, attrezzature, programmi informatici, brevetti su nuove tecnologie e processi produttivi. Inoltre, il periodo in cui il credito di imposta potrà essere utilizzato si estende ora sino al termine del 2013.
Interventi ugualmente incisivi sono previsti nel disegno di legge finanziaria per il 2008 in corso di approvazione al Senato. Il Governo ritiene di particolare importanza l'attivazione di un credito di imposta di oltre 300 euro mensili per ogni lavoratore assunto nelle imprese meridionali; tale ammontare supera i 400 euro nel caso di impiego di donne.
Analogamente a quanto accaduto in passato, il credito di imposta sui nuovi assunti determinerà...
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Santagata.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. ...aumento dell'occupazione, minore precariato, emersione dal lavoro sommerso.
Voglio inoltre, concludendo, ribadire che il Governo si sente fortemente impegnato a sostenere i segnali di contrasto alla criminalità che vengono dagli imprenditori e dalla società meridionale. I recenti successi nella lotta alla mafia sono anche frutto di questo nuovo clima sociale.
PRESIDENTE. Il deputato Rao ha facoltà di replicare.
PIETRO RAO. Onorevole Ministro, certamente non possiamo dirci soddisfatti della sua risposta, in quanto ancora una volta il Governo si limita in quest'Assemblea ad annunciare e promettere: proclami, impegni e promesse che abbiamo già ascoltato decine di volte ma che non trovano alcun riscontro nella realtà.
La realtà, infatti, è che le zone franche urbane, annunciate con enfasi lo scorso anno, non sono mai decollate.
La realtà è che, dei promessi fondi per la viabilità secondaria in Sicilia e in Calabria, nonostante una grande mobilitazione dei cittadini, non si è ancora visto un centesimo. Stiamo parlando di norme che il Governo ha dovuto interamente riscrivere in quest'ultima finanziaria e che non si sa se e quando avranno attuazione.
Inoltre, cosa dire alle imprese del sud, cui avete prima promesso e poi abilmente «sfilato» il credito di imposta? Abbiamo chiesto più volte - anche con un'apposita proposta di legge - una fiscalità di vantaggio in grado di compensare il grave deficit infrastrutturale del sud. Come si può chiedere ad un'impresa che si confronta con infrastrutture come la Salerno-Reggio Calabria di pagare le stesse tasse di un'impresa del nord, che usufruisce di autostrade a quattro corsie?
Pertanto, signor Ministro, certo non chiedevamo a questo Governo di risolvere magicamente i gravi problemi che affliggono il sud, ma non è accettabile che il Governo Prodi, in due anni, non sia riuscito a dare avvio neanche ad una sola significativa misura per il Mezzogiorno e che, in questo lasso di tempo, il divario esistente tra il sud e il resto d'Italia si sia addirittura aggravato.Pag. 54
Visto e considerato che i tanti incontri ufficiali con il Presidente del Consiglio dei ministri e con esponenti di questo Governo non hanno sortito alcun effetto, chiederemo al Presidente della Repubblica Napolitano, quale garante dell'unità nazionale, di farsi carico della drammatica condizione in cui versano le nostre regioni meridionali.
(Attuazione degli impegni programmatici relativi al sistema dei trasporti ferroviari per i pendolari - n. 3-01508)
PRESIDENTE. Il deputato Meta ha facoltà di illustrare l'interrogazione Quartiani n. 3-01508, concernente l'attuazione degli impegni programmatici relativi al sistema dei trasporti ferroviari per i pendolari (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9), di cui è cofirmatario, per un minuto.
MICHELE POMPEO META. Signor Presidente, nella manovra finanziaria recentemente approvata dalla Camera dei deputati vi sono importanti provvedimenti e notevoli risorse per quanto concerne lo sviluppo delle ferrovie. Anche nel piano di impresa delle Ferrovie dello Stato - su cui questo Parlamento ha discusso - sono previste importanti risposte: mi riferisco allo sviluppo della rete e al materiale rotabile. Milioni di pendolari chiedono certezze e miglioramento del servizio.
Nel suo programma elettorale, l'Unione aveva fatto della questione del diritto alla mobilità dei pendolari uno degli elementi portanti del programma. Mi sembra che, sia nella finanziaria dell'anno scorso, ma soprattutto in quella di quest'anno, il Governo e la maggioranza abbiano messo al centro tale questione. Mi rivolgo, pertanto, al rappresentante del Governo per chiedere, per quanto concerne i piani e programmi previsti, quali siano gli obiettivi e le risposte che sono state programmate.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, il programma prevedeva - come uno dei suoi punti più qualificanti - il potenziamento dei servizi pubblici di trasporto, in particolare del servizio per i pendolari.
Ricordo anzitutto che il piano industriale delle Ferrovie dello Stato per il periodo 2007-2011 prevede ingenti finanziamenti volti a garantire il servizio pubblico di trasporto ferroviario, con un notevole incremento annuo rispetto agli stanziamenti già previsti per il corrente anno 2007. Gli investimenti previsti in questo contratto di programma (2007-2011) sono pari a 189 miliardi di euro.
Venendo più specificamente agli interventi per i pendolari, segnalo anzitutto che il disegno di legge finanziaria per il 2008 prevede uno stanziamento aggiuntivo ai 200 milioni di euro del Fondo per il miglioramento della mobilità dei pendolari e che tali risorse ammonteranno, pertanto, nel 2008, a oltre 350 milioni di euro, il 50 per cento dei quali è riservato all'acquisto di veicoli ferroviari da destinare a servizi di competenza regionale e di veicoli destinati ai servizi su linee metropolitane, tranviarie e filoviarie.
Per l'adeguamento dei trasferimenti statali alle regioni, al fine di garantire il livello dei servizi di trasporto, la predetta manovra finanziaria prevede uno stanziamento di 220 milioni di euro. Ricordo, inoltre, che il costo degli abbonamenti dei servizi di trasporto pendolare - autobus, treni e metropolitane - potrà essere detratto dalle tasse nella misura del 19 per cento della spesa.
Il disegno di legge finanziaria prevede, inoltre, l'istituzione del Fondo per la promozione e il sostegno dello sviluppo del trasporto pubblico locale, con una dotazione di 113 milioni di euro, 130 milioni di euro e 110 milioni di euro, rispettivamente, per il 2008, 2009 e 2010.
Voglio inoltre ricordare che il decreto fiscale, convertito nel novembre 2007 con Pag. 55la legge n. 222, mette a disposizione, per la prosecuzione delle opere in corso relative alle infrastrutture ferroviarie e per la manutenzione straordinaria della rete, un ulteriore miliardo e 35 milioni di euro.
Da ultimo, sempre con la predetta legge di conversione, abbiamo stanziato 800 milioni per le metropolitane di Roma, Napoli e Milano, cui vanno aggiunti oltre 200 milioni previsti in finanziaria per l'avvio delle metropolitane di Bologna, Torino e Firenze e per il potenziamento dei sistemi ferroviari del Veneto e della direttrice Pescara-Roma.
In totale, si tratta di uno sforzo aggiuntivo di oltre 3 miliardi di euro.
PRESIDENTE. Il deputato Meta ha facoltà di replicare.
MICHELE POMPEO META. Ministro Santagata, lei ha riferito puntualmente sulle azioni adottate da parte del Governo.
Sono soddisfatto della sua risposta e sollecito da parte sua e del Governo la sottoscrizione del piano di impresa delle FS, perché in quello strumento ci sono, probabilmente, le risorse per comprare i mille treni per i pendolari e anche quelle per un ulteriore sviluppo della rete.
Mi pare che abbiate puntato al rilancio della strategia del ferro, sia per quanto concerne le grandi opere a medio e lungo raggio, sia per l'alta velocità. Dobbiamo, però, rimettere al centro quella che in questi anni è stata la «cenerentola» dei trasporti, ossia il trasporto pubblico locale, puntando soprattutto sul ferro, perché, così facendo, diamo un contributo all'ambiente, onoriamo gli impegni internazionali, siamo coerenti rispetto a Kyoto e mettiamo davvero in campo una politica di sviluppo sostenibile che risponde ad uno dei temi e diritti fondamentali: il diritto alla mobilità di milioni di persone nei nodi urbani (ma anche nei trasporti interregionali).
La centralità dei pendolari deve essere un obiettivo che testardamente dovete perseguire e noi vigileremo affinché ciò avvenga (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-L'Ulivo).
(Iniziative in materia di gestioni commissariali, alla luce dell'esperienza dei commissariamenti in Campania n. 3-01509)
PRESIDENTE. Il deputato Giuditta ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01509, concernente iniziative in materia di gestioni commissariali, alla luce dell'esperienza dei commissariamenti in Campania (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10).
PASQUALINO GIUDITTA. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, nella regione Campania sono stati istituiti numerosi commissariati di Governo per fronteggiare situazioni di grave crisi, come nel settore dei rifiuti, delle acque, delle bonifiche, del disinquinamento, del dissesto idrogeologico e della sicurezza del territorio.
Questi commissariati, istituiti da molti anni, hanno perso la loro funzione, che era quella di individuare e risolvere, in maniera tempestiva, le fasi di emergenza. Invece, si sono rivelate strutture inefficaci, costose e di ostacolo alla gestione ordinaria, creando duplicazioni e sovrapposizioni politico-amministrative.
La loro eccessiva durata contraddice la funzione straordinaria che avrebbero dovuto svolgere. Il caso più eclatante è il settore dei rifiuti, che ancora dopo quattordici anni di gestione commissariale si trova in una gravissima emergenza ambientale non più sopportabile, anche per il pericolo per la salute dei cittadini. Sarebbe un errore continuare con le gestioni commissariali! Vanno abolite! Bisogna restituire al governo regionale ed alle istituzioni locali tutte le funzioni assegnate dall'investitura popolare. Si chiede, pertanto, quali iniziative il Governo intenda assumere per superare questa fase.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Pag. 56Signor Presidente, la legge istitutiva del Servizio nazionale della protezione civile prevede la delibera dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei Ministri al verificarsi di calamità naturali, catastrofi o altri eventi che, per intensità ed estensione, debbano essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari. Altresì, come noto, la protezione civile è materia di natura concorrente e pertanto la delibera dello stato emergenziale avviene a seguito della richiesta della regione interessata.
Ciò premesso, nel far presente che la vigenza delle situazioni emergenziali che interessano la regione Campania cessa al 31 dicembre di quest'anno, si ritiene comunque doveroso sottolineare l'importanza del ricorso ai mezzi e ai poteri straordinari previsti dalla vigente normativa in materia di protezione civile per fronteggiare tempestivamente taluni rischi e fornire soccorso alle popolazioni.
Ciò, tuttavia, impone un'attenta riflessione sulla necessità di porre in essere tutte le iniziative finalizzate al definitivo e celere superamento delle criticità, e il conseguente rientro alla gestione ordinaria.
Tale considerazione appare quanto mai attuale, anche tenuto conto che il Presidente del Consiglio ha recentemente rappresentato alle regioni la necessità, in prossimità della scadenza dei numerosi stati di emergenza in corso, di sensibilizzare i relativi presidenti, che operano in qualità di commissari delegati, per implementare ogni utile iniziativa finalizzata al definitivo superamento dell'emergenza.
Diversamente, per le azioni volte esclusivamente al completamento degli interventi di salvaguardia del patrimonio umano ed ambientale, infatti, si potrà continuare ad operare, sebbene in regime ordinario e dunque non derogatorio, oltre il termine di scadenza delle situazioni emergenziali, previa ovviamente valutazione della sussistenza degli occorrenti presupposti giustificativi.
Il Presidente del Consiglio ha, altresì, fatto presente che, laddove i commissari delegati stiano operando in regime derogatorio all'ordinamento giuridico vigente, si dovrà provvedere ad una concreta e rapida accelerazione delle iniziative emergenziali in corso.
Inoltre, per favorire il delicato compito di attivare ogni misura occorrente al tempestivo rientro nell'ordinario, è stata segnalata la possibilità di avvalersi del supporto dei comitati di rientro nell'ordinario, istituiti per l'occorrenza, che possono fornire utili indicazioni di carattere metodologico in relazione alle attività da compiersi.
Infine, il Presidente del Consiglio dei Ministri ha fatto presente che, in caso di impossibilità di ritornare ad una gestione ordinaria delle attività da porre in essere, le eventuali richieste di proroga vengono sottoposte alla preventiva valutazione degli uffici del dipartimento della protezione civile e alla relativa istruttoria tecnica ed amministrativa.
PRESIDENTE. Il deputato Giuditta ha facoltà di replicare.
PASQUALINO GIUDITTA. Ringrazio il Ministro per aver condiviso in parte le mie preoccupazioni. Ritengo, tuttavia, opportuno che il Governo compia ulteriori approfondimenti, per individuare al più presto misure concrete ed efficaci che rendano finalmente possibile il definitivo superamento delle emergenze nella regione Campania.
L'avere affidato ormai da anni ai commissariati di Governo la gestione di settori delicati e strategici colpiti da grave crisi con la condivisione del governo regionale ha fatto in modo che le istituzioni locali sfuggissero alle proprie responsabilità, accentuando inefficienze e confusione nella predisposizione di interventi e aumentando la sfiducia della collettività verso le istituzioni locali.
Sono venuti meno sino ad oggi gli ordinari circuiti decisionali, e spesso si sono creati degli ingorghi istituzionali proprio per l'incertezza sulla titolarità e sull'utilizzo delle competenze, nonché per la mancanza delle necessarie sinergie tra le varie strutture.
C'è assolutamente bisogno di una nuova strategia istituzionale, che miri a ripristinarePag. 57 le condizioni minime per il rientro alla gestione ordinaria e, qualora sia necessario, affidare l'utilizzo dei poteri straordinari esclusivamente alle stesse istituzioni locali.
La gestione ordinaria significa anche un incisivo snellimento dell'apparato burocratico, maggiore razionalizzazione, trasparenza e riduzione di costi; il rispetto di regole certe permette anche di abbassare il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata.
Queste gestioni hanno comunque radicato nei cittadini campani una percezione di sostanziale inaffidabilità nei confronti della pubblica amministrazione.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
PASQUALINO GIUDITTA. Se non superiamo questa fase, è a rischio la crescita del nostro territorio. Una regione che vuole porre al centro della propria vita politica lo sviluppo...
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
PASQUALINO GIUDITTA. ...deve assolutamente - e concludo, signor Presidente - cambiare percorso: non può tenere il proprio territorio commissariato (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Diversamente dalla prassi in genere seguita per il question time, approfittando della condizione prenatalizia, salutiamo gli alunni e i docenti delle classi V dell'ISIS di Bojano, provincia di Campobasso, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
(Misure a favore degli studenti che hanno presentato ricorso contro i test di ammissione alle facoltà di medicina e chirurgia in Campania - n. 3-01510)
PRESIDENTE. Il deputato Pellegrino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01510, concernente misure a favore degli studenti che hanno presentato ricorso contro i test di ammissione alle facoltà di medicina e chirurgia in Campania (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 11).
TOMMASO PELLEGRINO. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, dopo i ricorsi sostenuti da alcuni studenti che hanno partecipato ai test di accesso alle facoltà di medicina e chirurgia e dopo le irregolarità che si sono verificate, il TAR Campania di Napoli ha deciso di accogliere tali ricorsi, ritenendo fondate le motivazioni dei ricorrenti.
Successivamente, il Ministro dell'università e della ricerca è intervenuto cercando di sanare, sia pur parzialmente, una delle irregolarità evidenziate dal TAR Campania, emanando un decreto ministeriale. Tuttavia, il TAR Campania è intervenuto fondando la propria decisione su aspetti diversi da quelli evidenziati dal decreto, quali la violazione della segretezza e la conseguente situazione di disparità determinatasi per la conoscenza anticipata delle prove di gara in talune sedi di concorso.
Chiedo, pertanto, al Ministro dell'università e della ricerca, al fine di scongiurare più che probabili domande risarcitorie, se egli intenda concertare con gli atenei interessati l'allargamento dei corsi di studio anche ai soggetti beneficiari delle sospensive emesse dal TAR.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, il TAR Campania - prendendo atto delle determinazioni assunte dal Ministero dell'università e della ricerca con il decreto del 21 novembre 2007 e dei seguenti decreti rettorali di conferma delle graduatorie - ha ritenuto superate tutte le censure sull'irregolarità dell'iter procedurale espresse nelle precedenti ordinanze di sospensione dei decreti rettorali di approvazione delle graduatorie degli ammessi ai corsi di laurea in medicina e chirurgia.Pag. 58
L'emanazione del provvedimento ha, pertanto, superato le censure espresse dal TAR sull'inesistenza di un provvedimento formale del Ministero che confermasse la validità delle prove e le relative modalità di svolgimento. Com'è noto, infatti, con il decreto citato, il Ministero ha preso atto dello svolgimento del procedimento volto all'ammissione ai corsi di laurea in medicina e chirurgia e dei relativi atti compiuti, e in particolare dell'effettuata correzione degli elaborati, avvenuta considerando 78 domande sulle 80 proposte; inoltre, esso ha confermato gli atti, e tra questi le disposizioni in via breve impartite e le operazioni materiali svolte finalizzate alla correzione delle prove attraverso le modalità sopra menzionate.
In particolare, poi, per quel che concerne l'ipotesi di una violazione della segretezza delle operazioni che potrebbe avere inficiato la regolarità delle prove, il TAR, con ordinanza n. 3606 del 2007, ha respinto le domande incidentali di sospensione presentate da taluni studenti. Il predetto tribunale ha, infatti, ritenuto che «sulla scorta degli sviluppi della vicenda e anche sulla base degli atti delle amministrazioni interessate sopra citati, l'originaria ipotesi di una violazione della segretezza delle operazioni non è stata confermata da alcun riscontro fattuale».
In relazione a tale fattispecie, alla luce della recente summenzionata giurisprudenza, in linea generale il Ministero ritiene non fondate le eventuali domande di risarcimento ventilate dall'interrogante; né tanto meno, in base alle considerazioni espresse dal TAR, sembrerebbe ipotizzabile una concertazione con gli atenei interessati per l'ampliamento dei posti già a suo tempo determinati per il corso di laurea magistrale in medicina e chirurgia a beneficio degli studenti destinatari delle sospensive precedentemente concesse dal medesimo TAR Campania.
PRESIDENTE. Il deputato Pellegrino ha facoltà di replicare.
TOMMASO PELLEGRINO. Signor Presidente, mi ritengo solo parzialmente soddisfatto. Noi dobbiamo, infatti, riconoscere gli errori, soprattutto quando vengono commessi dalle istituzioni: ed errori e responsabilità non possono assolutamente ricadere sugli studenti che hanno partecipato alla prova. Sono assolutamente convinto che bisogna tutelare coloro che oggi sono iscritti alla facoltà di medicina e che hanno superato il concorso, ma dobbiamo anche preoccuparci, perché è doveroso farlo, di coloro che hanno fatto ricorso al TAR: dobbiamo, infatti, evitare di mettere in piedi un meccanismo pericolosissimo, quello cioè di aggirare le decisioni dei giudici, che costituirebbe un errore gravissimo.
In proposito, mi farebbe piacere cogliere l'occasione di questo errore per rilanciare in modo propositivo soprattutto una riforma vera e forte rispetto alle modalità di accesso alle facoltà di medicina e chirurgia. Sono convinto che il Ministro dell'università e della ricerca sta portando avanti con determinazione questa decisione (il mio ottimismo nasce anche dal fatto che, conoscendo l'azione di questo Governo e del Ministro Mussi rispetto al principio di meritocrazia nell'università, si può avere un risultato concreto). Ma il principio meritocratico deve essere attuato anche nelle modalità di accesso, per le quali non è possibile che sia adottato un criterio assolutamente non qualitativo. Basta ricordare talune domande che erano presenti nei test di accesso di quest'anno: «A quale personaggio rimanda il concetto di neo-guelfismo?», «Indicare l'ordine decrescente delle superfici di taluni Paesi europei», «Il contesto geografico del partito indipendentista e repubblicano Sinn Féin». Si tratta di domande che non avevano nulla a che fare con l'attitudine degli studenti ad iscriversi alla facoltà di medicina.
Quindi, il principio meritocratico deve essere alla base anche delle modalità di selezione delle facoltà mediche, e non possiamo certamente negare a tanti giovani il sogno di una vita, cioè quello di potersi iscrivere e poter fare un giorno il medico, Pag. 59magari partecipando, appunto, ad una selezione estremamente qualitativa (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).
(Orientamenti del Governo sull'eventualità di ulteriori decreti sui flussi o di altri provvedimenti di sanatoria per i clandestini presenti in Italia - n. 3-01511)
PRESIDENTE. Il deputato Gibelli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Maroni n. 3-01511, concernente orientamenti del Governo sull'eventualità di ulteriori decreti sui flussi o di altri provvedimenti di sanatoria per i clandestini presenti in Italia (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 12), di cui è cofirmatario.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, è imbarazzante avere un Governo che non riesce ad espellere nessuno, un Governo che non è in grado nemmeno di cacciare dai confini nazionali nessun clandestino delinquente e si preoccupa di avviare dibattiti al proprio interno sulle quote, sulle sanatorie e sui decreti flussi che stanno diventando un vero tormentone per i nostri cittadini in termini di sicurezza.
I numeri parlano chiaro: ad oggi vi sono circa 352.995 domande a fronte di 47 mila posti, e già si preannuncia il superamento delle 170 mila quote che il decreto prevedeva. Oggi si annuncia - lo sta facendo il Ministro Ferrero - la richiesta di una sanatoria che porterebbe il Paese nell'illegalità più completa.
Oggi vogliamo sapere dal Governo se intende procedere con sanatorie indiscriminate o garantire la legalità e la sicurezza ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, in merito alla determinazione annuale delle quote massime di stranieri da ammettere nel territorio dello Stato con visto di ingresso, si precisa che la stessa avviene sulla base dei criteri generali per la definizione dei flussi di ingresso, individuati nel documento programmatico triennale relativo alla politica dell'immigrazione e degli stranieri nel territorio dello Stato, e che, in caso di mancata pubblicazione del decreto di programmazione annuale, il Presidente del Consiglio dei Ministri può provvedere in via transitoria con proprio decreto, nel limite delle quote stabilite per l'anno precedente.
Tenuto presente che il documento programmatico per il triennio 2007-2009 - ancorché in fase di avanzata predisposizione - non è stato ancora emanato, e stante tuttavia l'urgenza di definire la quota di lavoratori extracomunitari non stagionali da ammettere nel territorio dello Stato per l'anno 2007, è stato adottato da parte del Presidente del Consiglio un decreto recante la programmazione transitoria dei flussi di lavoratori extracomunitari. Il predetto decreto flussi ha fissato in 170 mila la quota di ingresso per l'anno in corso di lavoratori extracomunitari non stagionali.
In occasione del decreto flussi 2007, si è avuta una radicale trasformazione delle procedure che fanno capo agli sportelli unici per l'immigrazione, allo scopo di eliminare quelle criticità emerse nelle precedenti esperienze (ricordiamo le code alle poste), che avevano arrecato enormi disagi ai cittadini e agli uffici coinvolti nell'attività dello sportello.
Al fine, infatti, di semplificare le procedure in uso, è stata introdotta una modalità esclusivamente informatica di inoltro delle domande di competenza dello sportello unico, la modulistica è stata semplificata e il programma di gestione delle singole pratiche è stato rielaborato, rendendolo più efficiente ed adeguato alle necessità del rigoroso rispetto dei tempi del procedimento.
Per quanto concerne i dati relativi al numero delle richieste pervenute al centro di elaborazione dati del Ministero, si precisa che alle ore 16 del giorno 17 dicembre sono pervenute 383.063 istanze di rilascio Pag. 60del nulla osta per l'assunzione di cittadini extracomunitari appartenenti ai Paesi che hanno sottoscritto con l'Italia accordi di cooperazione in materia migratoria, a fronte di 47.100 quote d'ingresso previste dal decreto flussi.
Come si vede, si registrano una pressione ed una domanda decisamente superiori rispetto a quanto non siano le aperture stabilite dal Governo; in particolare, il lavoro domestico, le badanti e le assistenti domestiche presentano una quota rilevante.
In base alla nuova procedura, le istanze saranno inviate agli sportelli unici presso le prefetture (ricordo che l'altra volta circa un terzo delle domande fu rigettato).
Per quanto attiene - e concludo, signor Presidente - alle dichiarazioni del Ministro Ferrero, che si confermano, va riaffermato che le frasi suddette non indicano alcuna prospettiva di sanatoria.
Nel caso particolare, le dichiarazioni del Ministro Ferrero si riferiscono alla soluzione del problema dei clandestini che hanno già trovato un lavoro, mentre come è noto il concetto di sanatoria si riferisce ad una regolarizzazione generalizzata dei clandestini che non è nel nostro programma.
PRESIDENTE. Il deputato Gibelli ha facoltà di replicare.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, sinceramente non ho sentito una risposta più democristiana di così nemmeno nella prima Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
Anche da padano devo affermare che per me l'italiano ha un senso, e perciò le parole del Ministro Ferrero vanno esattamente in una direzione opposta. Oggi vi sono dei clandestini e per il semplice fatto che hanno trovato un lavoro il Governo vuole garantire loro un permesso di soggiorno. Ciò significa considerare il Paese come un richiamo per la clandestinità, un Paese dove non vi sono le regole, dove si vuole demolire la legge Bossi-Fini solo per motivi ideologici, dove si afferma di varare l'indulto perché lo chiede il Papa e il giorno dopo, invece, in maniera assolutamente ideologica procediamo nella direzione opposta, in ragione dei valori.
Avete dimostrato, con la «bocciatura» del decreto-legge sulla sicurezza, che tenete di più ai matrimoni fra le coppie omosessuali rispetto alla sicurezza dei cittadini. Credete di più che valga una società costruita a tavolino, dove gli immigrati vengono da clandestini e possono anche sposarsi in spregio alle regole di questo Paese.
Saranno i sindaci a cambiare il Paese, non voi! Saranno le persone del nord elette direttamente dai cittadini che daranno le risposte, non voi!
Pertanto, mi rivolgo a voi, persone sedute su queste poltrone, che ipocritamente occupate i banchi del Governo senza avere una maggioranza: vi daremo una risposta politica perché non ci interessano le risposte burocratiche (Deputati del gruppo Lega Nord Padania esibiscono cartelli recanti la scritta «Vergogna» e indossano fasce verdi recanti la scritta «Difensore dei cittadini»)...
PRESIDENTE. Per favore deputato Gibelli, mentre lei conclude il suo intervento invito i colleghi a cessare le manifestazioni ed esibizioni e a rimuovere ciò che hanno esposto.
ANDREA GIBELLI. Non siete nemmeno capaci di espellere 408 persone. Vergogna! Vergogna! Vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Ricordo che le interrogazioni a risposta immediata richiedono una particolare sobrietà. Non costringetemi a richiamarvi all'ordine. Togliete i cartelli! Si avvicina il Natale, siate buoni come tutti gli altri. Rimuovete i cartelli!
STEFANO ALLASIA. Siate buoni voi, andatevene!
(Cause e responsabilità della vicenda del ritardo accumulato dal treno Eurostar Lecce-Roma il 15 dicembre 2007 - n. 3-01512)
PRESIDENTE. Il deputato Stradella ha facoltà di illustrare l'interrogazione Leone n. 3-01512, concernente le cause e responsabilità Pag. 61della vicenda del ritardo accumulato dal treno Eurostar Lecce-Roma il 15 dicembre 2007 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 13), di cui è cofirmatario.
Vi prego, per favore, di rimuovere le insegne altrimenti non possiamo proseguire. Vi prego, non costringetemi a sospendere la seduta. Rimuovetele, per favore. Ognuno tolga la propria insegna, per favore.
Prego, deputato Stradella.
FRANCO STRADELLA. Signor Presidente, intervengo per sapere quali siano le cause - anche se ritengo sia difficile per il Ministro rispondere - che hanno determinato un'odissea così tragica per 450 passeggeri su un treno di eccellenza chiamato Eurostar, con un secondo treno chiamato a soccorso che si è fermato dopo 12 ore e ha contribuito a proseguire il tormento dei passeggeri, con un'informativa data alla protezione civile in ritardo - tant'è che quest'ultima non è intervenuta a sostegno delle necessità dei passeggeri - e, pertanto, con un disagio che è terminato dopo ben 20 ore, alla stazione di Roma Termini e con la promessa da parte del presidente delle Ferrovie dello Stato di rimborso del biglietto pagato.
Mi sembra un fatto veramente paradossale se non si trattasse di una situazione tragica e vergognosa per un Paese civile. Basterebbe il premio che ha proposto il giornalista Feltri per l'amministratore delegato Moretti: il premio «Bamba».
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, Ferrovie dello Stato Spa riferisce che nel pomeriggio del 15 dicembre scorso, in condizioni meteorologiche particolarmente critiche, il treno Eurostar 9354, in viaggio da Lecce a Roma, si è fermato nel tratto di interconnessione tra la linea storica e la linea ad alta velocità.
In tale punto, le apparecchiature elettroniche della locomotiva devono passare dall'assetto di funzionamento con un'alimentazione a 3 kilowatt a corrente continua ad un assetto di funzionamento con un'alimentazione a 25 kilowatt a corrente alternata, propria della linea ad alta velocità. Tale passaggio, pur con i dispositivi installati di recente sugli ETR, non è avvenuto. Il personale del treno ha immediatamente richiesto soccorso e, conseguentemente, è stato inviato un mezzo di trazione diesel da Aversa, per consentire l'aggancio in coda dell'Eurostar e retrocederlo a Capua. Nel corso di tale operazione, si è verificata la rottura del meccanismo di aggancio dell'Eurostar.
Ma non è finita. Nel frattempo, infatti, era stato anche disposto l'invio da Napoli di un ETR 500 per il trasbordo dei passeggeri una volta che l'Eurostar 9354 fosse stato portato a Capua. È stato quindi disposto il recupero del treno con il mezzo di soccorso in testa all'Eurostar, ma la manovra di aggancio non è andata completamente a buon fine. L'ETR 500 di soccorso è stato inviato nel punto più vicino possibile a quello in cui era fermo l'Eurostar 9354, per il trasbordo in linea, operazione alla fine della quale il treno è ripartito in direzione di Roma. Inoltre, per il verificarsi di un ulteriore inconveniente tecnico, non risolvibile con il particolare contesto del tracciato e per le avverse condizioni climatiche, è stato necessario retrocedere l'ETR 500 fino a Capua e trasbordare i viaggiatori su un ulteriore convoglio. Come si vede, ci troviamo dinanzi ad una serie di circostanze piuttosto sfortunate.
Per quanto concerne l'assistenza ai viaggiatori, la società ferroviaria ha evidenziato che essi sono stati assistiti dal personale di bordo del treno e dagli addetti del servizio di assistenza di Trenitalia, nonché dal personale della protezione civile, del servizio sanitario e della polizia. Inoltre, nella stazione di Capua sono stati distribuiti generi di conforto (acqua, latte, bevande calde e coperte) e messi a disposizione taxi. Nella stazione di Roma Termini, in cui le strutture di assistenza sono Pag. 62rimaste aperte tutta la notte con l'impiego di personale aggiuntivo, il personale delle Ferrovie dello Stato ha assistito sia le persone in attesa dei passeggeri, sia i viaggiatori del medesimo treno all'arrivo, mettendo loro a disposizione taxi e camere d'albergo e prevedendo il rimborso o la nuova prenotazione di biglietti aerei.
PRESIDENTE. Signor Ministro, dovrebbe concludere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Per i passeggeri dell'Eurostar è stato, infine, disposto l'immediato rimborso del prezzo del biglietto ferroviario attraverso l'apertura di sportelli dedicati.
PRESIDENTE. Il deputato Leone ha facoltà di replicare.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, da quanto ci è venuto a raccontare il Ministro, questo treno, partito da Lecce con destinazione Roma, forse doveva andare a Lourdes o forse sarebbe stato meglio qualche miracolo per evitare il disastro che vi è stato. Tuttavia, evidentemente non si è pensato di ricorrere ad altri mezzi. Infatti, la sua risposta burocratica, che può anche soddisfarci dal punto di vista della sequenza dei fatti e dal punto di vista di quanto accaduto in maniera asettica, non esonera il Governo da considerazioni di altra natura, al fine di esonerare chi ha determinato una tale situazione.
Infatti, tenere prigionieri 450 passeggeri per 20 ore al freddo, al gelo e senza un bicchiere d'acqua o un tozzo di pane, mi sembra - senza offesa - che sia proprio di un Paese del terzo mondo. Tuttavia, ciò non significa che - una volta interrogato il Governo e risposto alle domande dell'onorevole Stradella - ci si possa scrollare di qualsiasi responsabilità, lo dico tra virgolette. Infatti, è di questo che si vuol parlare. Infatti, comunque vi è una responsabilità non diretta, ma indiretta.
Infatti, i cittadini non vogliono sentire una risposta di tale natura, nel momento in cui sanno che tra quei 450 passeggeri - rimasti veramente al freddo, sotto zero e senza possibilità alcuna di allontanarsi dal treno per raggiungere con altri mezzi le proprie abitazioni - addirittura vi era un neonato di cinque mesi. Quindi, non mi sembra che possano ritenere esauriente la risposta che il Ministro ha fornito.
PRESIDENTE. Deputato Leone, dovrebbe concludere.
ANTONIO LEONE. Signor Ministro, non siamo soddisfatti della risposta, non perché gli avvenimenti siano diversi da quanto da lei riferito. In effetti, i fatti sono andati così.
Oggi abbiamo appreso che il giornalista Santoro guadagna ben 700 mila euro l'anno per condurre servizi sui meno abbienti.
PRESIDENTE. Deputato Leone, deve concludere.
ANTONIO LEONE. Concludo, Presidente. Apprendiamo oggi che l'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato guadagna 900 mila euro l'anno per tenere prigionieri 450 passeggeri e il Governo non fa nulla; anzi una cosa la fanno, il Governo e Prodi: continuano a ridere. Di questo i cittadini, penso, rideranno dopo, quando sarà il momento di tornare alle elezioni.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.