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Discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 8 del 2008: Disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo, nonché relative alla partecipazione a missioni internazionali (A.C. 3395-A).
PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.
UMBERTO RANIERI (PD-U), Relatore per la III Commissione. Sottolinea che negli ultimi due anni l'Italia ha assolto con efficacia ai compiti derivanti dalla partecipazione alle missioni internazionali a sostegno dei processi di pacificazione e stabilizzazione, osservando che la predetta partecipazione è legittimata dal rispetto integrale dell'articolo 11 della Costituzione. Riconosciuto, quindi, che in ognuno dei contesti di impegno sono presenti elementi di rischio e di tensione, evidenzia, in particolare, i motivi di preoccupazione che riguardano la missione in Afghanistan. Rilevata, infine, la necessità di un impegno della Comunità internazionale non limitato ai Paesi della NATO, auspica un'ampia assunzione di responsabilità da parte delle forze politiche presenti in Parlamento per il sostegno alla presenza militare italiana all'estero.
ROBERTA PINOTTI (PD-U), Relatore per la IV Commissione. Nell'illustrare il contenuto del disegno di legge di conversione in discussione, richiama le diversePag. XXIVmissioni internazionali in cui sono impegnate le Forze armate e di polizia, finalizzate nel loro complesso a garantire la sicurezza, la tutela dei diritti umani e il consolidamento della democrazia in aree connotate da grande instabilità. Ricordato inoltre il proficuo impegno profuso dall'Italia nella gestione della crisi libanese, si associa alle considerazioni svolte dal relatore per la III Commissione in merito alla necessità di un mutamento della strategia politico-diplomatica in Afghanistan, sottolineando altresì la meritoria attività svolta dai militari italiani in tale area, in linea con il mandato parlamentare e nel rigoroso rispetto della Costituzione. Sottolinea quindi la criticità, sul piano degli equilibri geopolitici dell'area e del diritto internazionale, della situazione determinatasi con l'autoproclamata indipendenza del Kosovo. Esprime infine rammarico per il mancato completamento dell'iter legislativo della proposta di legge recante una disciplina quadro sulla partecipazione italiana alle missioni internazionali e della proposta di legge di riforma del codice penale militare di pace.
PRESIDENTE. Prende atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire in replica.
PIETRO MARCENARO (PD-U). Rileva che la politica estera dell'attuale Esecutivo è stata caratterizzata da profonde assunzioni di responsabilità ed ha seguito linee guida chiare, segnatamente quelle del multilateralismo. Ritiene, quindi, che le coraggiose scelte compiute sui temi di politica estera, come il ritiro del contingente italiano dall'Iraq e la partecipazione alla missione in Libano, abbiano costituito un elemento di unità della coalizione. Nel sottolineare, infine, la necessità che il Parlamento solleciti il Governo ad assumere un ruolo attivo nel contesto internazionale, in coerenza con l'azione condotta negli ultimi anni, preannunzia il voto favorevole del suo gruppo sul disegno di legge di conversione in discussione.
ELETTRA DEIANA (RC-SE). Esprime rammarico, anche a nome del suo gruppo, per la decisione della Conferenza dei capigruppo di non prevedere una informativa urgente del Governo in Assemblea sugli sviluppi della crisi in Kosovo, criticando il metodo seguito dall'Esecutivo nella gestione della crisi nell'area e sottolineando come l'eventuale riconoscimento di un nuovo Stato kosovaro debba essere operato dal prossimo Esecutivo, una volta acquisito l'orientamento del Parlamento. Rilevato inoltre che l'autoproclamazione secessionista dell'indipendenza del Kosovo si pone al di fuori della legittimità internazionale, stigmatizza il fallimento dell'Unione europea nell'adottare una posizione unitaria e denuncia una indebita ingerenza degli Stati Uniti nella rideterminazione dei delicati equilibri geopolitici nell'area.
Lamenta infine la prassi volta all'accorpamento in un unico provvedimento di molteplici missioni internazionali diverse fra loro, che impedisce al Parlamento di esprimere posizioni differenziate sulle stesse. Nel manifestare rammarico per il fatto che non è stata ancora organizzata una Conferenza internazionale per la pacificazione dell'Afghanistan, ritiene che in tale area sia stata adottata una strategia volta sostanzialmente a determinare zone di controllo e di influenza ricorrendo pressoché esclusivamente all'uso della forza. Rilevato che ciò imprime un carattere bellico alle missioni internazionali ivi operanti, auspica per il futuro una diversa connotazione dell'impegno dell'Italia in Afghanistan.
PRESIDENTE. Precisa che, in ragione di scioglimento delle Camere, lo svolgimento di informative urgenti del Governo in Assemblea è subordinato al consenso unanime di tutti i gruppi parlamentari, requisito che, per quanto attiene all'intervento del Governo in ordine alla questione del Kosovo, non si è verificato in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo a tal fine convocata, ma si è invece verificato per lo svolgimento delle relative comunicazioni in Commissione.
Pag. XXVIACOPO VENIER (Com.It). Nel condividere gran parte delle considerazioni svolte dal deputato Deiana, preannuncia il voto contrario del suo gruppo sul provvedimento d'urgenza in discussione. Stigmatizza, inoltre, il carattere fallimentare dell'intervento militare in Afghanistan, al quale è conseguito un rafforzamento delle forze talebane, nonché uno sviluppo economico basato quasi esclusivamente su traffici illeciti, a scapito della realizzazione di un vero Stato di diritto. Rileva, quindi, come l'unilaterale riconoscimento dell'indipendenza del Kosovo non rientri nei parametri di fondamentale rispetto del diritto internazionale e della legalità nel quadro delle Nazioni Unite, ribadendo l'auspicio di una valutazione separata delle diverse missioni internazionali.
PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e prende atto che i relatori rinunziano alla replica.
UGO INTINI, Viceministro degli affari esteri. Nel ringraziare i deputati intervenuti nel dibattito, prende atto delle considerazioni critiche espresse in merito alla situazione in Kosovo, in Libano e in Afghanistan. In riferimento a quest'ultima area, ribadisce la necessità della prosecuzione della presenza italiana improntata al multilateralismo, malgrado i controversi risultati conseguiti dalle strategie politiche e militari in atto. Esprime preoccupazione per l'imponente produzione di oppio afghano e per la perdurante assenza in quel Paese di un tessuto istituzionale e dello Stato di diritto. In tal senso, auspica un proficuo impegno da parte del prossimo Governo, volto a promuovere un positivo coinvolgimento nella gestione della crisi in Afghanistan dei Paesi con esso confinanti ed altresì volto ad indire al più presto una Conferenza internazionale di pace alla stregua di quanto già avvenuto per l'Iraq.
PRESIDENTE. Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.