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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Iniziative per contrastare il fenomeno della diffusione dei contenuti di intercettazioni telefoniche - n. 3-00138)
PRESIDENTE. L'onorevole Santelli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Elio Vito n. 3-00138 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 11), di cui è cofirmataria.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, prendo atto della risposta che il Vicepresidente del Consiglio dei ministri ha dato all'interrogazione del collega Barani. Aggiungo, tuttavia, alcune considerazioni.
In primo luogo, nonostante l'estrema gravità e l'eccezionalità dello strumento delle « investigazioni telefoniche» in Italia siamo passati dai 15 mila decreti del 1992 ai 178.154 del 2005. Tale strumento è, quindi, importante.Pag. 87
Teniamo conto che negli Stati Uniti d'America sono 1.190. Quindi, forse, c'è un uso ulteriore rispetto all'eccezionalità che la legge riserva.
Per quanto riguarda le fughe di notizie, lo strumento sostanziale delle intercettazioni telefoniche è utilizzato come nuova gogna mediatica su cui far finire non solo l'indagato, ma anche terze persone estranee ai fatti. Purtroppo, le indagini della magistratura spesso prontamente aperte sono finite quasi sempre nel nulla.
Io chiederei al Vicepresidente del Consiglio, oltre agli impegni sul disegno di legge, se è previsto o s'intende prevedere qualche norma sulla limitazione dell'uso - o perlomeno sul suo controllo - e, in secondo luogo, se sono state previste ispezioni ministeriali per accertare cosa accada in relazione ai cosiddetti rapporti impropri tra procura e giornalisti, denunciati dal Ministero dell'interno.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Massimo D'Alema, ha facoltà di rispondere.
MASSIMO D'ALEMA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Ribadendo che l'intera materia sarà oggetto di un disegno di legge - e quindi ci sarà su questo un ampio confronto parlamentare - volto a precisare e limitare la possibilità di ricorso a questo delicato strumento d'indagine e, nello stesso tempo, anche a rafforzare il sistema sanzionatorio nei casi di divulgazione e di diffusione indebita di questi materiali, con danno per la dignità delle persone, ritengo che si debba sottolineare che già oggi la pubblicazione di atti segreti è un reato, ai sensi dell'articolo 684 del codice penale. Oltretutto, questo è un reato ancora più grave in caso di violazione del segreto delle indagini, punito dall'articolo 326 del codice penale.
Non c'è dubbio che bisogna lamentare che il perseguimento di tali violazioni da parte della magistratura non sempre avviene in modo efficace e puntuale. Bisogna evidenziare che, allorché è stato ritenuto necessario, il ministro della giustizia si è avvalso dei poteri ispettivi che gli competono, delegando all'ispettorato generale indagini conoscitive finalizzate a verificare la regolarità delle procedure con le quali sono state effettuate intercettazioni telefoniche successivamente divulgate alla stampa.
Credo che, tuttavia, una discussione più approfondita sull'uso anche dello strumento ispettivo meriterà di essere condotta con il ministro della giustizia e non quindi con il Vicepresidente del Consiglio, che non ha poteri in materia.
Non posso che ribadire l'auspicio che su tale delicata questione si possa trovare un'intesa ampia in Parlamento per una normativa più efficace e che garantisca un grado maggiore di civiltà e di rispetto delle persone nel nostro paese.
PRESIDENTE. Il deputato Pecorella, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
GAETANO PECORELLA. Signor Vicepresidente del Consiglio, non possiamo non prendere atto delle buone intenzioni che ella ha espresso, ma non possiamo essere soddisfatti di ciò che è accaduto fino ad oggi, perché i dati che ci ha fornito sono assolutamente carenti. Non siamo assolutamente in grado di sapere se vi sono procedimenti in corso e quali essi siano.
Ci pare che questa materia venga trattata come se fosse una delle molte questioni di cui si deve occupare il Governo, che ha ritenuto di intervenire con decreti-legge in materie che avevano certamente ragioni di urgenza assai minori. Noi crediamo che qui si tratti, viceversa, di mettere in discussione l'essenza stessa della democrazia. Lei sa bene, onorevole D'Alema, che la democrazia non consiste nei numeri che prevalgono, ma nel sapere garantire i diritti fondamentali delle persone che vivono in una società. Ebbene, in una società nella quale non è consentito parlare con amici se non anche con amanti, con il rischio di vedersi pubblicati sui giornali, credo che i diritti fondamentali, cioè il diritto ad essere lasciati soli, come dicono gli anglosassoni, il diritto allaPag. 88riservatezza e alla propria onorabilità, non siano in alcun modo garantiti. Soprattutto, questo fenomeno del «grande orecchio» e della violazione della privacy si è allargato progressivamente giorno per giorno. Credo che lei conoscerà il pensiero di un grande studioso americano il quale afferma che è più probabile che il popolo sia privato della propria libertà da graduali e silenziosi abusi di chi detiene il potere piuttosto che da una repentina e violenta usurpazione. Ebbene, ciò che Madison ha pensato noi lo vediamo realizzarsi progressivamente, oggi, nel nostro paese. Noi chiederemmo a questo Governo un intervento rapido ed efficace, per constatare chi possa essere l'autore di queste violazioni.
PRESIDENTE. Onorevole Pecorella...
GAETANO PECORELLA. A noi pare che un provvedimento immediato, anche nella forma del decreto-legge, sarebbe estremamente opportuno (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).