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DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO SALVATORE CANNAVÒ SUL SUO EMENDAMENTO 2.20 RIFERITO AL DISEGNO DI LEGGE N. 1288
SALVATORE CANNAVÒ. L'emendamento soppressivo della partecipazione italiana alle missioni Enduring freedom costituirebbe un'ottima occasione, per il Governo, di dare un segnale forte in direzione di una reale discontinuità senza implicare la fuoriuscita dall'Afghanistan.
L'emendamento soppressivo costituirebbe un abbozzo di exit strategy, mettendo fine alla partecipazione italiana a quella missione che ha dato vita alla guerra in Afghanistan perché in Afghanistan con buona pace dell'onorevole Giovanardi, è in corso una guerra che non ha migliorato le condizioni di vita delle donne e degli uomini di quel paese, come confermano le Organizzazioni non governative.
Si tratta di una missione decisa sulla base della presunta correità del regime di Kabul con gli attentati alle torri gemelle, correità mai dimostrata sul piano del diritto internazionale e che quindi rende quella guerra, non solo inaccettabile come tutte le guerre, ma anche illegittima.
Confermando la partecipazione a quella missione internazionale, a totale guida statunitense, l'Italia non solo viola la propria vocazione di pace ma non spezza la propria internità al meccanismo della guerra unilaterale, cioè la guerra voluta prepotentemente dagli USA e imposta ai propri alleati; guerra che pure viene interrotta, con il ritiro dall'Iraq, frutto - va ricordato - di una grande mobilitazione del movimento pacifista.
Va detto, in secondo luogo, che le dichiarazioni del Governo sulla missione la rendono sempre più indefinita e indecifrabile. Il Governo, infatti, nega che l'Italia sia coinvolta in una missione (Enduring freedom), che non riguarda il territorio afgano. Ma allora non si capisce più a cosa partecipiamo, sulla base di quale discussione e di quale decisione. Il pattugliamento avviene nel Mar Arabico, al largo dell'Afghanistan - e quindi in una posizione di supporto logistico all'intervento USA che sembra difficile da negare - ma potrebbe riguardare anche altre aree geografiche e altre direttrici strategiche. Sarebbe opportuno discutere a fondo di questa situazione così come sarebbe bene che il Parlamento italiano discutesse di cosa significhi, e cosa comporti per il nostro paese, partecipare a operazioni di contenimento della pirateria internazionale e di prevenzione del terrorismo. Le modalità che qui vengono proposte non ci convincono non solo per il modo in cui sono state ideate ma anche per le finalità che si intendono perseguire.
Va detto che il finanziamento di una missione di questo tipo vanifica, ai fini degli impegni internazionali che l'Italia sta per assumere, il dettato della mozione che la maggioranza ha approvato laddove viene indicato il superamento di Enduring freedom per quanto riguarda l'Afghanistan. Certo, si lavora ad un superamento in Afghanistan ma il resto, se questo emendamento non viene approvato, rimane in piedi nelle forme imprecise e ambigue sopra ricordate.
È chiaro che questo emendamento allude a una visione più generale, allude in particolare alla necessità di operare una discontinuità che a parole lo stesso Governo dice di voler praticare ma che sarebbe realizzata solo in presenza di atti concreti capaci di renderla davvero operativa. Il punto resta sempre lo stesso: in Afghanistan c'è una guerra e l'Italia partecipa a una missione di guerra.
Non siamo solo noi ad affermarlo ma gli stessi analisti militari e financo la stessa NATO quando si appresta a portare i suoi uomini da nove a diciottomila con l'apporto di aerei ed elicotteri che, se non provengono dal contributo italiano, verrannoPag. 144dalle disponibilità di altri paesi alleati. È chiaro quindi che se si vuole operare una discontinuità bisogna partire dall'impostazione di una reale exit strategy come quella suggerita dal nostro emendamento che intacca solo una parte residuale delle energie impiegate dall'Italia in quella zona e che costituirebbe un gesto di disponibilità che il Governo potrebbe mostrare non solo a qualche parlamentare «dissidente» ma a tutto il movimento pacifista.