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Richieste di autorizzazione alla costituzione di gruppi parlamentari ed invito alla loro costituzione.
PRESIDENTE. Comunico che l'Ufficio di Presidenza, nella riunione del 17 maggio 2006, a norma dell'articolo 14, comma 2, del regolamento, ha deliberato di autorizzare la costituzione dei seguenti gruppi parlamentari: La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi, Popolari-Udeur e Democrazia Cristiana-Partito Socialista.
Tali gruppi parlamentari sono convocati oggi, alle 16, per procedere alla elezione del presidente e degli altri organi direttivi.
Invito inoltre il gruppo Misto, la cui composizione si è conseguentemente modificata, a procedere nuovamente alla propria costituzione.
Comunico, altresì, che nella medesima riunione del 17 maggio 2006, l'Ufficio di Presidenza ha deliberato di non accogliere la richiesta di autorizzazione alla costituzione del gruppo parlamentare Movimento per l'Autonomia.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà, deputato Leone.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, intervengo per un richiamo al regolamento in ordine alle comunicazioni da lei testé rese, che riguardano la costituzione di nuovi gruppi (ben cinque gruppi rispetto a quelli già costituiti).
Abbiamo avuto modo di interessarci della vicenda sia nella Giunta per il regolamento sia nell'Ufficio di Presidenza, manifestando con forza e con veemenza la nostra posizione e la nostra opposizione all'idea di creare nuovi gruppi - cinque gruppi, come lei ha comunicato prima -, sulla base di una serie di considerazioni e motivazioni validissime, che sono state disattese, tra l'altro, nell'Ufficio di Presidenza con un voto proprio in limine, grazie anche al suo stesso voto espresso in quell'occasione. Tengo a rimarcare che ciò mi sembra non sia mai avvenuto, se non molto, molto, ma molto sporadicamente.
Intervengo per rimarcare quelle che saranno le conseguenze di questa decisione dell'Ufficio di Presidenza, da lei avvalorata. Mi riferisco ad una serie di «ricadute» che riguardano l'organizzazione, i lavori, la logistica in sé della Camera. Quando parlo di logistica, mi riferisco proprio ad aspetti materiali, oltre che, naturalmente, all'aspetto economico, visto che ci troviamo in una epoca in cui si tende - così come è stato fatto dallo scorso Governo - a limitare le spese della politica (e questa è politica!).
Si giunge invece a decisioni che porteranno sicuramente ad un aumento consistente delle spese per la politica, quando poi, all'interno dello stesso regolamento e al di fuori del comma 2 dell'articolo 14, si sarebbe potuta tranquillamente prevedere la costituzione di componenti politiche, che possono avere le stesse caratteristiche e le stesse prerogative dei gruppi costituiti come tali, soltanto riferendosi al comma 5 dello stesso articolo 14 del regolamento.
Nonostante la nostra opposizione, nonostante la volontà di una metà precisa del Parlamento, che rispecchia la metà precisa della volontà degli italiani, si è ritenuto di andare avanti tranquillamente, in barba a qualsiasi presa di posizione adeguatamente motivata, per giungere a questa soluzione.Pag. 6
Voglio collegare a questa protesta del gruppo di Forza Italia anche altre considerazioni, che sono del tutto politiche. Infatti, non ci si può venire a dire che si sarebbe dovuto procedere tout court, sic et simpliciter, all'adozione di una simile decisione, sostenendo che si trattava solo di una interpretazione del regolamento, perché lo stesso regolamento attribuisce poteri all'Ufficio di Presidenza, non doveri (l'articolo 14 stabilisce, infatti, che l'Ufficio di Presidenza «può» e non «deve»). Quindi, questa presa di posizione si intreccia con alcune valutazioni di natura politica, che noi vogliamo sottoporre all'attenzione di questa Assemblea - e non soltanto - proprio per fare intendere in quale situazione politica ci siamo venuti a trovare.
Tra l'altro, con riferimento al numero dei gruppi, voglio ricordare che il Parlamento raggiungerà il picco più alto - forse con una sola eccezione - di tutta l'era repubblicana della nostra Italia. Ciò fa intendere ed ha il sapore di un ritorno - perché quel picco risale a moltissimi anni addietro -, di una retrocessione temporale della politica e del modo di fare politica. Non si può non sottolineare che sicuramente tale decisione è stata presa perché connessa con quello che oggi è avvenuto con la presentazione della lista dei ministri e dei sottosegretari.
Tutto ciò, quindi, ci consente di evidenziare che si tratta, anche all'interno di questo Palazzo, di una spartizione cencelliana di quelli che sono, lo dico tra virgolette, gli «appetiti», legittimi o non legittimi a seconda del punto di vista, delle componenti di questa maggioranza.
Si altereranno - e ciò rappresenta l'elemento e la conseguenza più importante di questa decisione - i rapporti tra maggioranza e minoranza; ad esempio, all'interno dell'Ufficio di Presidenza, tanto per dirne una, saranno aumentati a dismisura, in concomitanza con la costituzione dei gruppi parlamentari, anche i componenti di detto Ufficio di Presidenza a seguito della richiesta legittima, perché così deve essere, della elezione di nuovi segretari di Presidenza. Si altererà, pertanto, a dismisura all'interno della Conferenza dei presidenti di gruppo il rapporto tra maggioranza ed opposizione. Si altereranno, quindi, tutta una serie di rapporti tra maggioranza ed opposizione che, in conseguenza di ciò, non saranno più lo specchio del risultato elettorale, cioè un 50 per cento da una parte e un 50 per cento dall'altra.
Era questo che, a nome del gruppo di Forza Italia, volevo rimarcare, non omettendo di evidenziare che, ove mai potesse esserci un ripensamento o la possibilità di procedere ad una rivisitazione della decisione assunta - a questo riguardo mi è giunta voce di alcuni cambiamenti dell'ultima ora -, ciò rappresenterebbe un bene non solo per gli italiani, ma principalmente per il funzionamento e la credibilità di questo Palazzo (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale).
MARCO BOATO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Intende intervenire sullo stesso argomento?
MARCO BOATO. Sì, Presidente.
PRESIDENTE. Prego, ha facoltà di parlare.
MARCO BOATO. Signor Presidente, ritengo doveroso intervenire brevemente in modo che rimanga «traccia» nel resoconto stenografico della seduta odierna della questione posta dal collega Antonio Leone. Desidero prima di tutto darle atto - visto che lei è stato sottoposto poco fa ad un attacco anche di carattere personale inconsueto, per quanto a mia memoria, da sei legislature, anche se legittimo ma, ripeto, del tutto inconsueto -, dell'assoluta correttezza con cui lei si è comportato in questa circostanza e come sicuramente farà sempre in relazione al nostro regolamento che è poi, oltre alla Costituzione, la carta fondamentale a cui noi dobbiamo fare riferimento in questa sede.
Signor Presidente, anche se non era tenuto a farlo, lei ha convocato la neocostituita Pag. 7Giunta per il regolamento per rendere partecipe tale organo consultivo delle proposte che lei avanzava e che poi avrebbe sottoposto all'Ufficio di Presidenza; e ciò è avvenuto non in base ad una sua iniziativa autonoma, ma a seguito di una richiesta formale fatta da quattro componenti politiche del gruppo Misto appartenenti al centrosinistra e da una componente politica, sempre del gruppo Misto, appartenente al centrodestra. Il fatto che io abbia indicato le appartenenze fa capire forse perché vi sia stata una così feroce opposizione da parte del centrodestra; un'opposizione legittima che l'intervento svolto poc'anzi dal collega Antonio Leone ha esplicitato.
Signor Presidente, lei, a mio avviso, aveva non il diritto ma l'obbligo di sottoporre all'Ufficio di Presidenza - ma innanzi tutto lei ha ritenuto di investire la Giunta per il regolamento - la possibile applicazione del comma 2 dell'articolo 14 del regolamento della Camera dei deputati; norma regolamentare che non è mai stata soppressa e che è in vigore dall'anno di grazia 1971 e che - gli esperti di regolamento lo ricordano - era in vigore, in una formulazione pressoché analoga, fin dal 1949.
Il collega Leone avrebbe preferito che ci si richiamasse al comma 5 dell'articolo 14 del regolamento, ma ad esso si è già fatto ricorso. In ogni caso, il comma 5 attiene all'articolazione interna del gruppo Misto - da me presieduto nella scorsa legislatura e all'inizio di quella attuale -, mentre il comma 2 prevede la possibilità di autorizzare la costituzione di un gruppo anche con meno di venti deputati.
Gli uffici della Camera dei deputati, tutti i membri della Giunta per il regolamento - penso anche a quelli che compongono l'Ufficio di Presidenza -, come sempre accade, hanno avuto la cortesia, anche su nostra sollecitazione, di fornirci i precedenti. Vi sono non uno, ma decine di precedenti che riguardano l'autorizzazione da parte dell'Ufficio di Presidenza a costituire gruppi con meno di venti deputati. In questo senso, uno dei primissimi casi, risalente al 1976, fu la costituzione, insieme a gruppi di consistenza superiore, del gruppo radicale - il primo gruppo radicale in quest'aula -, costituito da quattro deputati; vi erano poi il gruppo DP costituito da sei deputati - se non ricordo male -, e vari altri gruppi di consistenza maggiore, ma comunque inferiore ai venti deputati: penso ai liberali, ai repubblicani in altre circostanze, e così via.
ELIO VITO. Di opposizione!
MARCO BOATO. Forse è bene che resti traccia di tutto ciò, perché poi queste cose si studiano, si scrivono libri sui gruppi parlamentari. Vi è anche un libro di un funzionario della Camera dei deputati, di grande interesse, sulla storia e sulla funzione dei gruppi parlamentari.
Bisogna ricordare come è cambiata la funzione del gruppo Misto - che storicamente è sempre stato un gruppo «residuale» (lo dico tra virgolette), essendo composto da cinque, sei, sette o dieci deputati - con l'avvento del sistema maggioritario, introdotto dopo il referendum del 18 aprile 1993 attraverso la cosiddetta legge Mattarella, approvata dal Parlamento della XI legislatura.
Il collega Leone - con il quale dialogo un po' polemicamente, ma con assoluto rispetto ed amicizia (come lui sa) - afferma che vi è un antico precedente; esso però riguarda l'XI legislatura, l'ultima nella quale vi è stato il sistema proporzionale prima dell'introduzione del sistema prevalentemente maggioritario.
Nell'XI legislatura vi erano tredici gruppi, quanti ve ne saranno in questa legislatura; quindi, non si tratta di una cosa antichissima: stiamo esattamente parlando dell'ultima legislatura prima dell'avvento del nuovo sistema elettorale.
Il nuovo sistema elettorale, prevalentemente maggioritario, prevedeva la quota proporzionale soltanto per la Camera dei deputati: non a caso, l'unica autorizzazione ai sensi dell'articolo 14, comma 2, è stata concessa nella scorsa legislatura, quando Presidente della Camera dei deputati era Pier Ferdinando Casini, a cui noi abbiamo portato rispetto dal primo Pag. 8all'ultimo giorno, e ciò a prescindere che convenissimo o dissentissimo dalle sue decisioni. Si tratta forse di un vecchio, antico stile, a cui però mi richiamo poiché ho rispetto verso le istituzioni e verso chiunque venga chiamato pro tempore a rappresentarle.
Nella scorsa legislatura, è stata concessa l'autorizzazione in deroga ad un solo gruppo poiché era l'unico che aveva superato la soglia del 4 per cento nella parte proporzionale per la Camera dei deputati: se non ricordo male, tale gruppo era costituito da 11 deputati. I gruppi da lei citati sono composti, ad esempio, da 17 deputati - la Rosa nel Pugno ne avrà 18 fra pochi giorni -, 16 ne hanno i comunisti, 16 i Verdi, 14 l'UDEUR e, se non ricordo male, proprio un gruppo appartenente al centrodestra (DC-PS) ha un numero inferiore di deputati; in ogni caso, tale gruppo, del tutto legittimamente, ha avanzato una sua richiesta che, del tutto legittimamente, è stata autorizzata.
Con uno spirito di garanzia per tutti, a cui ho sempre ispirato la mia modesta funzione istituzionale, prendo atto con soddisfazione della perfetta equanimità a cui lei, Presidente, si è richiamato.
Ora, non lei, signor Presidente, e non chi parla, né lo schieramento politico a cui appartengo, cioè quello dell'Unione, ha modificato la legge elettorale. Il centrodestra negli ultimi mesi della scorsa legislatura, con un vero colpo di mano istituzionale - come io l'ho chiamato più volte - e a stretta maggioranza, ha imposto il ritorno al sistema proporzionale (Commenti dei deputati del gruppo di Forza Italia).
Quindi, il ritorno alla piena attualità dell'applicazione dell'articolo 14, comma 2 - che è sempre stato in vigore, ma che era stato, per così dire, congelato, dopo un parere della Giunta per il regolamento, a seguito dell'entrata in vigore del nuovo sistema elettorale -, è stato determinato dalla scelta, effettuata dallo schieramento a cui appartiene legittimamente il collega Leone, di avere imposto, ovviamente con i numeri, legalmente, il nuovo sistema elettorale, un sistema elettorale proporzionale che ha riportato in vita la possibilità di applicare l'articolo 14, comma 2.
ELIO VITO. Però, ne hai beneficiato!
MARCO BOATO. Cosa che lei, signor Presidente, in Ufficio di Presidenza, ha fatto con assoluta correttezza.
ANTONIO LEONE. C'è conflitto di interessi ...
MARCO BOATO. Di ciò vorrei darle atto pubblicamente, signor Presidente, e concludo, perché non vorrei che rimanesse traccia soltanto di una polemica che ritengo un po' pretestuosa e strumentale (Applausi dei deputati dei gruppi de L'Ulivo e dell'Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, immagino sullo stesso argomento, il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. La ringrazio, signor Presidente.
Onorevole Leone, non parli lei di conflitto di interessi perché (Commenti del deputato Leone)...
ELIO VITO. Come no?
ROBERTO GIACHETTI. In questa legislatura, vedremo, ma nella precedente ne abbiamo parlato più volte - ahimé! - e raramente abbiamo ottenuto risultati adeguati.
Signor Presidente, anche alla luce delle considerazioni svolte dal collega Boato, impiegherò pochi minuti soltanto per esprimerle la nostra gratitudine per la correttezza con la quale ha operato, convocando dapprima la Giunta per il regolamento e, in seguito, l'Ufficio di Presidenza per assumere decisioni che, come ha ricordato il collega Boato, si sono rese necessarie per la semplice ragione che, essendo stata modificata la legge elettorale, l'applicazione (Commenti del deputato Leone). .. Il collega Leone è «frizzante»...!
MARCO BOATO. Un po' di intolleranza ...!
PRESIDENTE. Invito tutti i deputati ad ascoltare, per favore, gli interventi che si succedono. Grazie.
Prosegua pure, onorevole Giachetti.
MARCO BOATO. Abbiamo ascoltato il collega Leone in religioso silenzio!
ROBERTO GIACHETTI. Ma non vi preoccupate! Sono in perfetta continuità: tanto stavano zitti prima, tanto parleranno adesso ...! Noi non abbiamo alcun problema; anzi, siamo felici - prima o poi - di poterli ascoltare ...
Signor Presidente, per evitare di perdere ulteriore tempo, dico semplicemente che siamo assolutamente d'accordo con le decisioni assunte da lei e dall'Ufficio di Presidenza e, anzi, la ringraziamo per la correttezza della procedura con la quale ha voluto risolvere anche la questione alla nostra attenzione.
PRESIDENTE. Le ho dato la parola, signor deputato Leone, pur non potendo il suo intervento - lo riconoscerà - essere tecnicamente definito come richiamo al regolamento, poiché la decisione che lei ha sottoposto alla sua valutazione costituisce prerogativa dell'Ufficio di Presidenza; tuttavia, considerato il rilievo politico della questione, le ho dato senz'altro la parola; e così ho fatto, poi, con i deputati Boato e Giachetti, che ringrazio per i loro interventi.
Come loro sanno, la competenza all'autorizzazione della costituzione di gruppi in deroga è dell'Ufficio di Presidenza ed esclusivamente di tale organo. Come è stato ricordato anche in questa occasione, tale prerogativa è stata esercitata in numerosissimi casi nelle legislature precedenti.
Per scrupolo, il Presidente della Camera ha fatto ricorso ad una richiesta di parere alla Giunta per il regolamento: per scrupolo, non essendo tale parere strettamente richiesto. Trattandosi di materia delicata, ho preferito attingere ad una discussione e ad un parere della Giunta per il regolamento, la quale, sul terreno tecnico-scientifico ed interpretativo, ha fornito un orientamento prevalente nella sua discussione - insisto - come parere rivolto al Presidente.
L'esigenza di ricorrere ad un elemento di orientamento interpretativo è stata resa necessaria dal fatto che - come, del resto, in precedenti occasioni - il regolamento si trovava ad interagire in una condizione nuova, determinata dall'innovazione prodotta dalla legge elettorale. Questo elemento richiedeva necessariamente, per procedere all'applicazione, un'interpretazione.
Questa interpretazione, sul terreno giuridico, è stata fornita - insisto - in base ad una opinione prevalente, di cui il Presidente si è avvalso; ma la facoltà di decidere era diritto, dovere e prerogativa assoluta dell'Ufficio di Presidenza, il quale, essendo titolare di questa decisione politica, l'ha assunta, con piena libertà.
Le assicuro - del resto, lei lo sa, signor deputato Leone - che le argomentazioni che lei ha qui illustrato sono state diffusamente svolte, diffusamente ascoltate, si è interloquito e le stesse sono state ponderate, prima di decidere. La decisione è stata assunta - e con questo concludo la mia breve replica - perché c'è un «prevalente». Così ha ritenuto l'Ufficio di Presidenza, ed io con esso. Il «prevalente» è che la domanda di rappresentanza delle soggettività politiche che, secondo il regolamento, hanno diritto a manifestarsi in gruppi organizzati nel Parlamento, ha una priorità. Gli stessi temi che lei ha sollevato, di funzionalità dell'Assemblea e persino di costi, devono essere resi compatibili con questa esigenza primaria, che attiene alla democrazia e, dunque, alla rappresentanza - naturalmente, quando è resa possibile dal regolamento il quale, in questo caso, la rende possibile - delle soggettività politiche che si sono presentate alle elezioni. Io penso che sarà compito dell'Ufficio di Presidenza, anche ricorrendo al contributo assai prezioso dei deputati questori - i quali, sempre all'unanimità, hanno deciso in termini di Pag. 10bilancio della Camera -, realizzare una politica di contenimento delle spese, la quale è negli auspici e nei programmi di questa Presidenza come, penso, di tutta l'Assemblea. Per questo, così abbiamo deciso, così ha deciso l'Ufficio di Presidenza, e penso che sia stata una decisione saggia.
ELIO VITO. A meno che non si esageri!