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Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 18,47).
(Iniziative per la revisione del bando di concorso per dirigenti scolastici bandito con determinazione dirigenziale del 22 novembre 2004 - n. 2-00133)
PRESIDENTE. Il deputato Di Gioia ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00133 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 2).
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, rinuncio ad illustrarla.
PRESIDENTE. Il viceministro della pubblica istruzione, Mariangela Bastico, ha facoltà di rispondere.
MARIANGELA BASTICO. Viceministro della pubblica istruzione. Grazie, Presidente.
Devo dire all'onorevole Di Gioia che l'oggetto della sua interpellanza è un tema che stiamo seguendo con grandissima attenzione e preoccupazione. Infatti, sappiamo che coinvolge migliaia di persone che stanno svolgendo concorsi e che vivono condizioni di incertezza e di ansia particolarmente preoccupanti. Dunque, le assicuro, a nome del Ministero dell'istruzione, che il tema da noi è seguito con grandissima attenzione, pur nel grande lavoro che, come l'onorevole Aprea ricordava, abbiamo svolto rispetto a tanti atti amministrativi: questo tema ci sta particolarmente a cuore.
Lei ha ricostruito le vicende che hanno portato a questa situazione molto complessa. Anch'io le farò una breve ricostruzione, sottolineando il fatto che ci troviamo di fronte a vincoli strettissimi condizionati dalle leggi vigenti.
Questa procedura concorsuale è l'applicazione puntuale, come doverosamente dobbiamo fare, delle leggi in vigore. In particolare, vi è il riferimento all'articolo 29 del regolamento di cui al decreto legislativo n. 165 del 2001, il quale prevede che «(...) il reclutamento stesso dei dirigenti si realizzi mediante un corso-concorso selettivo di formazione, indetto con decreto del ministro della pubblica istruzione svolto in sede regionale, con cadenza periodica, che si articoli in una selezione per titoli, in un concorso di ammissione, in un periodo di formazione e in un esame finale. Al corso di formazione accedono i candidati donne nel numero di posti messi a concorso maggiorati del 10 per cento(...)». Come si vede, la procedura è dettagliatamente normata.
Io qui svolgo una prima osservazione che sottopongo all'onorevole Di Gioia ma, in generale, alla competente Commissione parlamentare. Riflettiamo se è opportuna una normativa così di dettaglio, che può poi costituire elemento di vincolo nel momento in cui si attivano processi che, a differenza di altri concorsi per dirigenti, non riguardano dieci o venti, ma migliaia e migliaia di persone. Questa è la differenza e la specificità di un concorso di reclutamento del sistema dell'istruzione. Io proporrò per una discussione norme che abbiano delle specificità per questo tipo di reclutamento.
Il medesimo articolo 29 prevede che nel primo corso-concorso il 50 per cento dei posti sia riservato a coloro che abbiano effettivamente ricoperto per almeno un triennio le funzioni di preside incaricato, previo superamento di un esame di ammissione a loro riservato, ferme restando le successive fasi della procedura concorsuale. Successivamente, è intervenuta la norma contenuta nel comma 9 dell'articolo 22 della legge n. 448 del 2001, la legge finanziaria per il 2002.
Detta norma prevedeva espressamente che il reclutamento dei presidi incaricati nel primo corso-concorso, di cui al citato decreto legislativo n. 165, si svolge sulla base di una indizione separata effettuata con un bando del competente direttore generale del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e finalizzato alla copertura del 50 per centro dei posti disponibili. Ancora, in quest'ambito siamo nelle norme legislative.Pag. 80
Con la nota n. 593 del 7 febbraio 2002, in attuazione di quanto disposto dal citato decreto legislativo n. 165 e dall'articolo 22 della legge n. 448 del 2001, il ministero aveva richiesto alla Presidenza del Consiglio del ministri, dipartimento della funzione pubblica, l'autorizzazione all'avvio delle procedure concorsuali per complessivi 3.500 posti di dirigente scolastico, ritenuti necessari per sopperire al fabbisogno di personale per il triennio 2002-2004. La predetta autorizzazione, prevista all'articolo 39 della legge n. 449 del 1997, la legge finanziaria per il 1998, e successive modificazioni, veniva negata.
A fronte di tale circostanza, furono rappresentate le ragioni di pubblico interesse che avrebbero dovuto giustificare un riesame positivo del provvedimento di diniego. In particolare, fu sottolineato che la grave situazione di vacanza dei posti dirigenziali si sarebbe riflessa negativamente sul regolare funzionamento delle istituzioni scolastiche, in considerazione del fatto che oltre un terzo delle presidenze era coperto con incarichi conferiti limitatamente all'anno, quindi precari e che non garantivano la necessaria stabilità sotto il profilo sia del governo delle medesime istituzioni, sia della programmazione delle attività didattiche.
Per soddisfare, dunque, le esigenze minime di copertura delle vacanze in organico sopra ricordate, nel rispetto dei vincoli della legge finanziaria, fu formulata la proposta di scaglionare nel tempo le due procedure concorsuali disciplinate dall'articolo 29 del decreto n. 165 del 2001, dando priorità al concorso riservato per non mortificare le aspettative di chi da anni svolgeva un incarico direttivo e per consolidare le professionalità acquisite sul campo, in una logica di sviluppo delle risorse umane e di garanzia della qualità della scuola.
Ciò permise di ottenere l'autorizzazione a bandire un corso riservato per 1.500 posti; traccio la ricostruzione perché l'onorevole interpellante ha giustamente ricordato anche il tema relativo alla consistenza numerica.
Ben si comprende quindi che le scelte adottate dal ministero in ordine alle modalità di attuazione delle procedure di reclutamento in parola sono state, da un lato, quelle oggettivamente compatibili con la normativa vigente e con l'esigenza di assicurare gli interessi pubblici ad essa sottesi; dall'altro, hanno rappresentato l'unica soluzione percorribile data la non autorizzazione opposta dal Ministero dell'economia e delle finanze relativamente al numero che il Ministero della pubblica istruzione aveva richiesto.
Con riguardo alle richieste formulate nell'interpellanza, volte alla rideterminazione del numero dei posti già previsti dal bando di concorso ordinario e all'ammissione agli appositi corsi di formazione di tutti i candidati idonei, va ricordato che è intervenuto l'articolo 1 della legge 31 marzo 2005 n. 43, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 7 del 31 gennaio 2005. Tale disposizione ha il seguente tenore: «A decorrere dall'anno scolastico 2006-2007 non sono più conferiti nuovi incarichi di presidenza, fatta salva la conferma degli incarichi già conferiti. I posti vacanti di dirigente scolastico sono conferiti con incarico di reggenza. I posti vacanti all'inizio del predetto anno scolastico, ferma restando la disciplina autorizzatoria in vigore in materia di programmazione del fabbisogno di personale (...), nonchè i vincoli di assunzione del personale delle pubbliche amministrazioni previsti dalla normativa vigente, sono riservati in via prioritaria ad un apposito corso-concorso per coloro che abbiano maturato, entro l'anno scolastico 2005-2006, almeno un anno di incarico di presidenza». Non è dunque possibile alcun ampliamento del numero né tantomeno lo scorrimento di un'eventuale graduatoria relativamente ai posti che si venissero a rendere liberi, proprio perché la legge determina già un'ulteriore modalità, rappresentata da un altro corso-concorso.
Considerato quindi che tutti i posti vacanti all'inizio dell'anno scolastico 2006-2007 sono riservati in via prioritaria ad un apposito corso-concorso per coloro che abbiano maturato, entro l'anno scolasticoPag. 812005-2006, almeno un anno di incarico di presidenza, le richieste medesime, come prospettate dall'interpellanza, non sono praticabili in via amministrativa in quanto non compatibili con il dato normativo appena citato. Ciò che appare, nella sostanza, molto di buon senso, tale da farci anche risparmiare tempi e risorse per l'espletamento dei concorsi, non è compatibile con la normativa vigente e nessuna azione di carattere amministrativo può superare tale difficoltà, soprattutto alla luce del fatto che comunque il concorso è anche in via di svolgimento. Ma in ogni caso è la fonte primaria della legge che deve essere modificata.
Quindi, sottolineo quanto riferivo all'inizio, cioè che questa modalità di reclutamento dei dirigenti presenta aspetti di criticità molto rilevanti, che mi auguro si possano affrontare in futuro; stando all'oggi, noi stiamo valutando come affrontare tale situazione di emergenza soprattutto per le persone che comunque hanno espletato una parte importante del concorso. Vengono definiti idonei, ma devo precisare che idonei non sono perché in effetti mancano i posti disponibili; tuttavia, hanno comunque espletato una parte importante della procedura. Stiamo valutando se siano ricercabili e compatibili delle soluzioni, che possono essere attivate esclusivamente per via legislativa.
Quanto all'intervento in sede giurisdizionale dei tribunali amministrativi, naturalmente vengono fatte le ammissioni stabilite da sentenze dei TAR perché la fonte giuridica, in tali casi, è appunto la sentenza del TAR che impone la partecipazione di queste persone al corso di formazione. Per quanto riguarda, invece, un provvedimento di ordine generale, l'unico processo possibile è la predisposizione di una norma, cui io guardo con preoccupazione, rispetto all'espletamento del concorso in atto. Essa potrebbe però intervenire dopo la chiusura del concorso in atto e potrebbe apprestare soluzioni congrue e compatibili per coloro che hanno espletato una parte significativa di questa procedura.
Quindi, rispondo ai parlamentari interpellanti con l'indicazione di tali prospettive circa le intenzioni del ministero e del Governo per il futuro, sottolineando ancora una volta che qualsiasi soluzione tesa ad affrontare questa tematica di grande delicatezza potrà essere individuata anche congiuntamente con il Parlamento, nelle sedi delle Commissioni parlamentari competenti e in Assemblea.
Quindi, vi è, da parte nostra, la disponibilità piena ad un ragionamento che costruisca il futuro, ma non l'interruzione dei concorsi in atto perché si determinerebbero a catena ripercussioni molto negative. Infatti, stiamo per bandire un nuovo concorso riservato, successivo al concorso ordinario e, quindi, il blocco del primo comporterebbe ricadute molto negative sul secondo. Peraltro, in una situazione in cui non sono possibili incarichi, ma solo reggenze, quindi prolungando una situazione di grande disagio, voglio assicurare che da parte nostra vi è piena disponibilità ad affrontare con i parlamentari un ragionamento sul piano legislativo.
PRESIDENTE. L'onorevole Di Gioia ha facoltà di replicare.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, nel sottolineare che questa interpellanza urgente è stata sottoscritta da altri parlamentari, quali l'onorevole Sasso e l'onorevole Vico, ribadisco, come giustamente ha rilevato il viceministro, che vi sono state incongruenze e, soprattutto, ingiustificate discriminazioni. Infatti, è vero che da parte del Ministero dell'economia e delle finanze non è stata concessa l'autorizzazione a procedere anche alla possibile utilizzazione di posti ulteriori, per ciò che riguarda il primo bando di concorso del 2002. Infatti, quest'ultimo era un bando di concorso riservato per l'utilizzo di 3 mila posti disponibili, ma ne sono stati utilizzati solo 1.500.
Vorrei sottolineare, in buona sostanza, le gravi difficoltà che il Governo di centrodestra ha determinato nella scorsa legislatura su questo problema, anche perché poco fa abbiamo ascoltato unaPag. 82serie di dichiarazioni da parte dell'ex sottosegretario di Stato per la pubblica istruzione, che prendeva in considerazione atti amministrativi e, quindi, chiedeva di non modificare atti legislativi. Il dato vero è che in questa vicenda, a mio parere, il Governo di centrodestra, nella scorsa legislatura, non ha tenuto in considerazione affatto le leggi del nostro ordinamento e le applicazioni delle stesse. Infatti, come lei sicuramente sa, signor viceministro, l'articolo 29, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2001 prevede le modalità di definizione degli organici e, in virtù di tale definizione, anche i posti che devono essere messi a bando in quanto tali. Già vi è stato, all'inizio dell'emanazione del primo bando di concorso per i posti riservati, una riduzione dell'effettivo numero di posti messi a disposizione; infatti, ne sono stati banditi solo 1.500.
Vorrei, anche a tale proposito, rilevare che il reclutamento, già esaurito, è stato effettuato semplicemente per 1.300 posti, non certamente per 1.500. Oltretutto, nel 2004, nel momento in cui è stato bandito l'ulteriore concorso ordinario, mi sembra che anche in tal caso sia stata elusa la norma che prevede il numero dei posti messi a disposizione. Se si fa, infatti, riferimento alla legge, si constaterà con chiarezza che i posti messi a disposizione sono nettamente inferiori a quelli che erano oggettivamente disponibili, ossia 2.903. Il che significa, in buona sostanza, che il concorso che è stato espletato per 1.500 posti ha registrato, in sostanza, un deficit di 1.400 posti.
Ciò significa che, se la legge fosse stata applicata per il numero dei posti scoperti, tutti coloro i quali avevano partecipato e superato il concorso - i restanti 1.400 - avrebbero trovato, nel momento in cui veniva ad essere rideterminata la dotazione reale, giusta collocazione tra i 2.903 posti disponibili. Questo è un dato che riteniamo essenziale e che deve essere sottolineato. Questo dato è stato posto in rilievo anche dal consiglio regionale della regione Puglia, il quale ha evidenziato la legittima aspettativa di coloro che hanno partecipato al concorso (selezione per titoli, due prove scritte e due orali) e che oggi si trovano nella condizione non solo di non poter vedere riconosciuta la loro professionalità, quali vincitori del concorso, ma anche di non poter partecipare al corso di formazione che rappresenta la fase finale per ottenere il titolo.
Noi chiediamo, in modo estremamente chiaro e con grande fermezza, che questo problema venga risolto. Siamo, inoltre, profondamente convinti che non è possibile risolverlo in via amministrativa, ma soltanto in via legislativa. Per tale motivo, chiediamo al Governo di adoperarsi per emanare un decreto-legge che dia risposte legittime a coloro i quali hanno sostenuto un concorso, già di per sé difficile, e che si sono trovati nella condizione di non poterlo vincere perché il calcolo dei posti disponibili era sostanzialmente sbagliato.
Noi sottolineiamo questo dato per porre in evidenza tutte le incongruenze che il Governo di centrodestra ha oggettivamente ed obiettivamente posto in atto nella scorsa legislatura. Conseguentemente, non si può parlare, a mio parere, di legittimità di un Governo, quello di centrodestra, che sostanzialmente ha eluso le leggi del nostro Stato.
Noi, pertanto, chiediamo con fermezza di avviare in tempi rapidi, non soltanto un confronto parlamentare, che riteniamo giustissimo, ma anche un intervento legislativo a favore di queste persone che legittimamente hanno vinto il concorso. E ciò è tanto più vero in quanto, come il viceministro poneva in evidenza nel corso del suo intervento, sono stati presentati ricorsi in sede giurisdizionale che hanno visto soccombente il Ministero dell'istruzione, il quale, a mio parere, dovrà rivedere la posizione assunta in precedenza.
Signor viceministro, noi le chiediamo, lo ripeto, di procedere rapidamente in via legislativa per risolvere il problema, in modo da consentire a questi legittimi vincitori di concorso di partecipare al corso di formazione. Questa partecipazione è, a mio avviso, un loro diritto, che finora è stato loro negato da calcoli e da scelte politiche sbagliate, adottate nella scorsa legislatura dal centrodestra. Tutto ciò haPag. 83determinato una condizione di illegittimità sostanziale nei riguardi di coloro i quali hanno partecipato e vinto quel concorso.