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Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 18,47).
(Compatibilità ambientale di un progetto edilizio nel territorio della Val d'Orcia - n. 2-00145)
PRESIDENTE. Il deputato Locatelli ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00145 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 7), di cui è cofirmatario.
EZIO LOCATELLI. Grazie signor Presidente. Il caso che ho sollevato con questa interpellanza, unitamente ai deputati Cacciari e Migliore, è ampiamente risaputo ed è diventato, a ragion veduta, caso nazionale ed internazionale, per l'assurdità dell'interventoPag. 94e soprattutto delle scelte che lo hanno reso possibile. Parliamo del megainsediamento edilizio in corso di realizzazione a Monticchiello di Pienza, nel cuore della Val d'Orcia: si tratta dei territori più pregiati del nostro paese e del mondo intero. Molte sono state le critiche e le espressioni di contrarietà e d'indignazione. Ci chiediamo come sia possibile che in una zona che per la sua unicità ed il valore inestimabile è stata dichiarata patrimonio mondiale dell'umanità dall'Unesco, si sia autorizzata la realizzazione di un megacomplesso di seconde case. Si tratta di una sorta di villaggio turistico, per di più contro qualsiasi logica anche soltanto di buonsenso, a ridosso di un borgo storico antichissimo.
Non è un caso che la regione Toscana e la provincia di Siena intervennero a suo tempo per tentare di dissuadere il comune di Pienza dal realizzare questa lottizzazione. Era infatti evidentissimo, o perlomeno lo doveva essere, che la volumetria prevista per il progetto fosse del tutto sovradimensionata rispetto a quello che si diceva essere il fabbisogno abitativo della comunità locale; così com'era chiarissimo che si trattava di un intervento che non avrebbe prodotto, contrariamente a quanto asserito, alcuna ricucitura e alcuna riqualificazione dell'abitato. Tanto più che le modifiche assurde apportate alle norme tecniche di attuazione hanno dato fiato ulteriore ai progetti di espansione della società immobiliare.
Debbo aggiungere che la stessa convenzione, intervenuta nel 2001 fra gli organi del comune e la società immobiliare, con la quale sarebbe stato possibile in qualche modo recuperare e imporre delle prescrizioni, è una convenzione che - a nostro avviso - si è risolta in un atto sostanzialmente privo di significative contropartite per la comunità di Monticchiello. Il risultato finale è che le prescrizioni iniziali sono state clamorosamente smentite e disattese: nessuna abitazione per Monticchiello, nessun intervento di riqualificazione. Siamo soltanto in presenza di un danno ambientale, economico e di immagine che è sotto gli occhi di tutti.
Valgono fra tutte le parole del direttore del centro per il patrimonio culturale dell'Unesco: «L'insediamento urbanistico di Monticchiello è un errore e per noi fonte di preoccupazione; ci preoccupa come sia potuto accadere e ci preoccupa che possa succedere di nuovo una cosa simile». Concludo: sappiamo che il Governo ha avuto diversi incontri con le autorità locali e ha già espresso un suo primo orientamento che noi abbiamo letto a mezzo stampa. Vorremmo però capire e confrontarci più in dettaglio e in profondità, posto che a noi sembra che qualsiasi intervento di mitigazione, di correzione e di recupero, per essere davvero efficace, non può che passare attraverso un congelamento ed una rinegoziazione degli interventi in corso d'opera. In assenza di questi ultimi, non potrà esserci alcun intervento di recupero e di correzione. Quello che finora è accaduto è esattamente il contrario, almeno fino ad un giorno fa, vale a dire l'accelerazione dei lavori da parte della società costruttrice, con l'intento evidente di rendere impraticabile qualsiasi intervento di recupero degno di questo nome. La domanda molto semplice è come il Governo intenda agire al riguardo.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali, Danielle Mazzonis, ha facoltà di rispondere.
DANIELLE MAZZONIS, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, effettivamente si tratta di una località straordinaria, universalmente riconosciuta come tale, un'esempio di unicità di integrazione tra paesaggio ed insediamento urbano; dunque, a tale riguardo non sono possibili dubbi. D'altronde, ciò era stato già riconosciuto fin dal 1973, in applicazione addirittura della famosa legge n. 1497 del 1939; è stato ribadito l'interesse per questa area nel 2004, quando la Val d'Orcia è stata inserita nel patrimonio mondiale dell'umanità dell'Unesco. Pertanto, la descrizione che lei mi ha fatto è assolutamente quella che noi condividiamo e conosciamo.Pag. 95
Nell'aprile del 1996, però, il comune di Pienza ha presentato un piano di lottizzazione, che corrispondeva alla terza variante del suo piano regolatore, con il quale chiedeva per l'appunto l'espansione del comune di Monticchiello; parere negativo fu dato dalle autorità competenti in quel caso, vale a dire dalla regione Toscana e dalla provincia di Siena.
Ciò nonostante, il comune di Pienza, ai sensi dell'articolo 40 della legge regionale n. 5 del 1995, ha approvato il progetto e ha trasformato l'area in una zona residenziale di espansione. La variante, lo ribadisco, è stata approvata malgrado il parere negativo espresso dalle due giunte, provinciale e regionale.
La regione Toscana non ha ritenuto necessario - o ha deciso comunque di non agire - intervenire con i poteri di salvaguardia che avrebbe potuto esercitare secondo la detta legge n. 5 del 1995, invitando il comune in questione ad adeguare gli strumenti urbanistici al parere negativo espresso dagli enti territoriali sopra citati. È andata pertanto avanti l'operazione e nel maggio del 2002 lo stesso comune, attraverso una convenzione, affida alla società Iniziative toscane srl la realizzazione degli edifici e delle opere di urbanizzazione.
Nel 2003, lo stesso comune di Pienza invia i progetti definitivi dei lotti e degli edifici alla soprintendenza per i beni architettonici e del paesaggio della provincia di Siena e Grosseto ai fini dell'autorizzazione. Però, le competenze attribuite agli uffici periferici del nostro ministero, il Ministero per i beni e le attività culturali, sulle questioni delle scelte di pianificazione prevedono che noi possiamo intervenire su alcuni aspetti e non su altri. In particolare, la soprintendenza è immediatamente intervenuta sul linguaggio architettonico e sui materiali adoperati, invitando ad apportare modifiche sostanziali, mentre non ha esercitato il vincolo sul territorio.
Non appena, nel mese di agosto - con la pubblicazione sui giornali di un articolo stampa - il Vicepresidente del Consiglio, nonché ministro per i beni e le attività culturali, è venuto a conoscenza di tutta la questione, è intervenuto immediatamente; ha avuto ampi colloqui con il presidente della regione toscana, Claudio Martini, con il sindaco, Del Ciondolo e, naturalmente, ritenendo che tale confronto fosse opportuno, con il direttore dell'unità World Heritage Centre dell'Unesco, l'architetto Francesco Bandarin, che segue esattamente questo tipo di problemi presso l'Unesco, essendo direttore del settore relativo al controllo architettonico. In quei colloqui, lo stesso Bandarin, come lei osservava, si è molto preoccupato ed ha evidenziato la necessità di mettere in atto le misure necessarie per dissipare i timori, rafforzare il sistema attuale di tutela e prevenire ulteriori danni all'integrità della Val d'Orcia, che è appunto il sito riconosciuto dall'Unesco come patrimonio universale.
Effettivamente, i lavori sono andati avanti. Come lei stesso, onorevole Locatelli, ha sottolineato, in data 20 settembre 2006, il ministro ha avuto un incontro con l'amministrazione di Pienza, per chiedere la correzione della progetto di Monticchiello. Ho ben detto «per chiedere». Ha riscontrato la disponibilità del sindaco e si è convenuto di incaricare due architetti paesaggistici, ambedue di chiara fama, che dovrebbero cercare di mitigare «appunto» l'effetto di questo insediamento. Il comune ha scelto la professoressa Paola Falini, che era la stessa incaricata dell'istruttoria della Val d'Orcia per il patrimonio mondiale dell'Unesco, ed il ministero si è assunto un impegno diretto, affidando ad Amerigo Restucci, professore all'università di Venezia, paesaggista riconosciuto mondialmente, un intervento per assistere il comune in tale operazione di correzione.
Finalmente, oggi il comune di Pienza ha richiesto ai costruttori la sospensione dei lavori, almeno, quelli dei corpi di fabbrica che non si trovano in fase di realizzazione. Dunque, praticamente la sospensione dovrebbe riguardare i corpi di fabbrica che sono un ancora in ritardo di costruzione, ed invece forse non riguarderà i corpi di fabbrica che si trovano in avanzata fase di realizzazione, ossia quelliPag. 96in cui mancano effettivamente solo gli arredi e le ultime parti. Nei prossimi giorni è previsto un incontro, al quale saranno chiamati a partecipare tutti i soggetti istituzionali interessati alla vicenda, ossia anche quelli che non possono intervenire direttamente - e, pertanto, anche il nostro ministero -, accompagnati dai due professionisti incaricati, per valutare effettivamente quali misure possano essere prese.
Per rispondere alla seconda parte dell'interpellanza, vorrei dire che anche il ministero si è preoccupato molto di tale questione e pertanto ha chiesto all'assessore regionale toscano all'urbanistica di incontrare il nostro direttore generale per concordare come d'altronde previsto dal codice, con il suo collega all'urbanistica, che si chiama Riccardo Conti, un'eventuale co-pianificazione, non più solo di quell'area, ma dell'intera regione Toscana. In fondo, l'elaborazione del piano paesaggistico, in concorso con il ministero, dovrebbe permettere, in futuro, di evitare questo tipo di problemi. Alcune regioni, come è noto, hanno già avviato il disegno del piano paesaggistico.
Il presidente della regione Toscana, Martini, ha inoltre comunicato che incontrerà i dirigenti dell'Unesco e si impegnerà con i medesimi su nuove misure per la tutela e la valorizzazione del paesaggio regionale. A sua volta, il ministro è intervenuto, mandando una lettera a tutti gli amministratori regionali, provinciali e locali, così come a tutti funzionari dei ministeri competenti nei territori dei 41 siti italiani iscritti nella lista dell'Unesco. Il ministro chiede alle amministrazioni di potenziare gli strumenti di tutela, al fine di garantire nei confronti della comunità internazionale e dell'Unesco una reale conservazione dei valori dei siti iscritti nel patrimonio mondiale. Chiede, inoltre, di vigilare affinché la pianificazione paesaggistica e urbanistica sia condotta, d'ora in poi, con la massima attenzione ed in coerenza con gli obiettivi di conservazione contenuti negli accordi che l'Italia ha firmato con l'Unesco. Il ministro, inoltre, ha dichiarato la sua disponibilità a tali territori di assisterli nell'ottimale gestione dei siti Unesco, al fine di evitare che episodi di tal genere possano mai ripetersi.
PRESIDENTE. Il deputato Locatelli ha facoltà di replicare.
EZIO LOCATELLI. Signor sottosegretario, sono decisamente soddisfatto delle risposte che sono state date, perlomeno in questa sede, alla nostra interpellanza. Dico ciò perché ci troviamo di fronte a dei primi passi, a dei primi risultati importanti conseguiti dall'azione di Governo, che noi, come gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, abbiamo sollecitato su questa vicenda.
È stata colta l'importanza di una vicenda che, al di là del fatto di essere grave in sé, è emblematica di tutta una serie di interventi di tipo speculativo che vengono portati avanti e che costituiscono certamente un'aggressione al territorio, al paesaggio, alla vocazione socio-economica di aree che sono fra le più belle d'Italia e del mondo intero. Bisogna che il Governo si assuma un impegno a questo scopo. Dalle risposte che sono state date dal sottosegretario, il Governo va e intende andare in questa direzione. Occorre, quindi, una maggiore attenzione su questo tipo di problemi.
Vorrei cogliere l'occasione di questo confronto per dire anche che a noi non appartiene una sorta di feticismo dei luoghi intoccabili. Il punto è un altro: bisogna che gli interventi, quando si parla di problemi di sviluppo, di occupazione, di tenuta demografica, non siano dissipativi e che vi sia, invece, la elaborazione di progetti che tengano conto della peculiarità, dei punti di forza e delle risorse che sono proprie di alcune aree. È indubbio che interventi come quelli effettuati a Monticchiello di Pienza, in tante altre realtà e in altri siti riconosciuti come patrimonio mondiale dell'umanità sono - le parole del sottosegretario a questo riguardo sono state chiare - dissipativi della ricchezza e delle potenzialità dei territori stessi. Una vera e propria follia, se dovessi utilizzare le parole di Puglisi, presidente del comitato italiano dell'Unesco.Pag. 97
Io so, signor sottosegratrio, di non doverla convincere perché le sue parole sono state, da questo punto di vista, chiare, però voglio citare ugualmente un dato eloquente, che dimostra le potenzialità di una certa idea di sviluppo quando la stessa sia correttamente interpretata: tra il 1996 e il 2001, mentre a livello nazionale il valore aggiunto è cresciuto dell'11 per cento e in Toscana del 15 per cento, nella Val d'Orcia esso è cresciuto del 28 per cento. Una percentuale, quindi, doppia rispetto alla media italiana. E ciò è potuto avvenire nella misura in cui si è puntato correttamente sulla valorizzazione del patrimonio artistico, naturale, culturale e storico locale di quella realtà. Va detto chiaro e tondo che certi interventi che sono stati portati avanti successivamente sono, come quello di cui stiamo discutendo, in rotta di collisione con queste potenzialità di crescita e di sviluppo.
Per tornare al caso specifico, penso che è stato importante che il Governo, unitamente a livello istituzionale e regionale, abbia fatto sentire la sua voce. Non è pensabile che, in nome di localismi esasperati e di una malintesa idea di sviluppo, passino progetti che sono nient'altro che delle speculazioni, oltre che degli scempi ambientali. Apprezzo, pertanto, l'intervento del Governo; apprezzo, in particolare, che si sia decisa la messa a disposizione di esperti per tentare di recuperare, a questo punto, il recuperabile. Ma soprattutto, e questa è la notizia principale che ravviso nell'intervento svolto dal sottosegretario, che si sia indotto, come noi chiedevamo, le autorità locali a chiedere una sospensione dei lavori. Io aggiungo qualcosa di più: credo che le autorità locali abbiano la potestà di congelare, almeno temporaneamente, i lavori. Hanno, lo ripeto, la potestà di congelare i lavori. Finalmente qualcosa di concreto!
Ritengo che questo sia un primo importante risultato, frutto - e ciò lo voglio dire, anche rispetto a polemiche fuorvianti - delle molte pressioni condotte a livello di carta stampata, di opinione pubblica, di singole personalità, di forze politiche, fra cui la nostra, e di organismi nazionali ed internazionali.
In questo esprimo soddisfazione anche per l'azione esercitata dal Ministero per i beni e le attività culturali.
Dopo aver ascoltato la sua risposta - e la ringrazio per questo -, le chiedo di mantenere alta l'attenzione e di continuare ad esercitare tutte le pressioni necessarie per garantire che, quanto meno, vi sia il contenimento ed il recupero di una situazione, purtroppo, già largamente compromessa.
Per fare ciò, occorre un impegno locale che non sia di facciata. Ci è sembrato che, in una certa fase, ci si sia preoccupati più di sminuire alcune responsabilità di scelte piuttosto che fornire le risposte necessarie.
Oggi, finalmente si cominciano a fornire delle risposte e bisogna partire da qui perché vi sia una svolta per quelle realtà.
Vorrei concludere dicendo che questa vicenda, al di là dei molti risvolti negativi, ha rappresentato per altri aspetti, per quanto riguarda le discussioni suscitate, un positivo scossone. Le discussioni, le denunce che si sono susseguite hanno riportato al centro della discussione la necessità di una politica di salvaguardia di beni pubblici, di beni che sono irripetibili, quali i beni ambientali, culturali, storici e paesistici, che costituiscono una delle principali ricchezze dei nostri territori.
Chiediamo che l'impegno del Governo, al di là della questione specifica, continui in questa direzione.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.