Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 10,08).
(Trasferimento del pubblico ministero delegato al procedimento riguardante l'assassinio di Francesco Fortugno - n. 2-00159)
PRESIDENTE. L'onorevole Tassone ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00159 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 3).
MARIO TASSONE. Signor Presidente, il nostro gruppo parlamentare aveva intenzione di discutere questo argomento attraverso un'interrogazione urgente; purtroppo la prassi stabilita dalla Presidenza della Camera riguardo alle fasce orarie dei ministri competenti disponibili a rispondere ci ha imposto questa strada alternativa. Dico ciò perché ritengo che il tema sia di particolare delicatezza e meriti attenzione, come sembra esserci, da parte del Parlamento, del Governo e, quindi, dell'opinione pubblica.
È ormai passato un anno dall'assassinio del compianto Fortugno. Il 14 ottobre 2005 egli veniva ucciso proprio nel seggio elettorale predisposto per le primarie, per la scelta, cioè, del candidato a Presidente del Consiglio dei ministri per lo schieramento di centrosinistra dell'Unione. L'assassinio fu subito interpretato e letto da parte di alcuni come un assassinio politico, perché compiuto in quel momento, nel seggio elettorale dell'Unione, in un clima di confronto elettorale. Fu subito detto chiaramente che vi erano alcune forzePag. 11interessate a bloccare i processi evolutivi dello schieramento del centrosinistra all'interno del nostro paese.
Da questo nacque successivamente, anche a Locri, un grande movimento: voglio ricordare, a tale riguardo, i giovani di Locri, che sono stati più volte richiamati. Tale movimento è sicuramente nato sulla base di una grande spontaneità, nonché di una notevole genuinità e generosità; esso deve essere accompagnato con grande attenzione, ma bisogna altresì evitare che vi siano condizionamenti o strumentalizzazioni.
Voglio ricordare, inoltre, che si svolse una grande manifestazione, che risultò chiaramente essere una forte contestazione nei confronti dell'allora Governo di centrodestra; tanto è vero, signor Presidente e signor sottosegretario - rammento che il sottoscritto era presente a tale grande manifestazione -, che parlarono tutti, ma non fu previsto alcun intervento da parte del rappresentante dell'Esecutivo.
Si trattava, chiaramente, di una manifestazione che aveva una sua ragion d'essere, poiché era caratterizzata dalla genuinità, dalla generosità e dalla autenticità dimostrata dai partecipanti. Ricordo anche che parlarono il vescovo di Locri (il vescovo di tale città, ovviamente, non manca mai di intervenire in queste occasioni) e don Ciotti, che fece il suo solito «fervorino». Rammento, dunque, che parlarono tutti, ma sicuramente non intervenne il Governo.
Fu successivamente individuata la responsabilità ed all'indagine sul delitto si mise a lavorare un magistrato, coadiuvato dalle Forze dell'ordine (che compiono sempre il loro dovere). Furono anche raggiunti alcuni risultati, poiché i presunti killer o esecutori sono stati assicurati alla giustizia: uno di questi è un dipendente dell'ospedale di Locri, il quale aveva amicizie all'interno del consiglio regionale. È emerso chiaramente, quindi, uno scenario del tutto diverso da quello che era stato dipinto lo stesso giorno o all'indomani dell'assassinio dello stesso Fortugno.
Bisogna comprendere, allora - ed è questo il senso dell'interpellanza urgente da me presentata - il motivo per cui il magistrato in questione sia stato trasferito. Non lo chiedo soltanto io con la mia interpellanza, ma se lo domanda anche una nostra collega, l'onorevole Maria Grazia Laganà Fortugno (la vedova di Fortugno), la quale, qualche giorno fa, ha rilasciato - lei l'avrà sicuramente letta, signor Presidente - un'interessantissima intervista a la Repubblica. Ricordo infatti che, in tale intervista, l'onorevole Laganà Fortugno ha affermato chiaramente che sono stati assicurati alla giustizia solamente alcuni, ma non i mandanti, che la verità non c'è e che è caduta un'ombra!
Eppure, questo assassinio aveva avuto echi tremendi anche all'interno del nostro paese. Voglio ricordare, a tale riguardo, non soltanto la visita del Presidente della Repubblica, ma anche quelle compiute dall'onorevole Rutelli e dall'allora candidato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Prodi. Ebbene, tutti questi torneranno in Calabria tra qualche giorno, in occasione della ricorrenza dell'assassinio di questa brava persona, per partecipare ad una commemorazione che si svolgerà presso sia il consiglio regionale, sia la stessa città di Locri.
Verranno tutti di nuovo, però i risultati sono pari a zero! I mandanti non si conoscono ancora, e sappiamo che la Calabria è occupata, in gran parte, dalla 'ndrangheta. Esiste una connessione tra 'ndrangheta, potere massonico e potere politico. Ma quale politica? Ma quali formazioni politiche? Il magistrato in questione è stato forse «licenziato» perché, in fondo, si stava andando in una direzione non prevista e non voluta sul piano politico?
Certamente il sottosegretario alla giustizia con riferimento all'avvicendamento, si trincererà dietro il Consiglio superiore della magistratura, che tutela una corporazione e l'impunità degli atti e delle scelte dei magistrati (ma non voglio entrare nel merito rispetto ad un organo autonomo garantito dalla Costituzione). Ci sono degli interrogativi inquietanti e voglio chiedere al sottosegretario una risposta in termini seri e non burocratici. Se la sua rispostaPag. 12è burocratica può anche leggermela, ma preferirei un eventuale aggiornamento.
Il Parlamento non può essere destinatario di verità confezionate. Vi è stato nei giorni scorsi l'arresto del capogruppo dei DS, una persona che apprezzo, sulla quale ho evitato di fare commenti; mi conosce ormai da tempo, Presidente (per me è una brava persona). I DS hanno organizzato, insieme alla Margherita, un sit-in contro i magistrati. Se avessimo organizzato noi un sit-in contro i magistrati, non so cosa sarebbe successo! I magistrati vanno apprezzati e incoraggiati nel loro lavoro e tutto ciò ha creato un conflitto tra la procura della Repubblica di Cosenza ed il tribunale del riesame, che ha scagionato Pacenza, anche entrando nel merito, e lo ha fatto rilasciare, sostenendo che mancavano i presupposti per le misure cautelari.
Cosa fa la magistratura? Che succederebbe se anche la politica facesse sit-in, perché una certa politica e certi schieramenti hanno particolari interessi? Signor Presidente, che farebbe se sapesse che c'è un consiglio regionale su cui si concentra una certa attenzione e forse una certa maldicenza, per evitare la quale non si fa nulla? Perché la magistratura non fa chiarezza su alcuni settori del consiglio regionale della Calabria? La risposta l'ha data il presidente della giunta regionale nei giorni scorsi, che nel corso di una lunga riunione, dopo una lunga verifica, ha mortificato i partiti, la politica, la libertà. La mafia, la criminalità e la 'ndrangheta si combattono esaltando la politica con momenti di grande convergenza e di grandi idealità.
Invece, si è verificata una situazione che mortifica soltanto i partiti della maggioranza, la Calabria con le sue attese e con le sue ansie.
Per concludere questa mia illustrazione, signor Presidente, attendo con ansia la risposta del sottosegretario. Lo ripeto per l'ultima volta e lo dico tranquillamente: se la sua risposta sarà burocratica, preferisco non averla. Ci possiamo aggiornare. Lei potrebbe anche darmi una risposta parziale, con una mia piccola replica, rispettando il regolamento e la «liturgia» dell'aula di Montecitorio, rinviando poi ad un secondo momento l'approfondimento sulle questioni da me poste in ordine al delitto Fortugno, sulle questioni che riguardano quella regione e il nostro paese, considerando l'attenzione da parte di tutta l'Italia e dell'Europa.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Luigi Li Gotti, ha facoltà di rispondere.
LUIGI LI GOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Io darò, onorevole Tassone, una risposta burocratica, nel senso che risponderò all'interpellanza da lei presentata, che è diversa da quella che lei invece ha illustrato in quest'aula. Sulle altre questioni, da lei poste ora, esistono altri documenti di sindacato ispettivo ai quali verrà data risposta nei giorni in cui saranno calendarizzati.
L'interpellanza Angela Napoli 2-00125 affronta proprio i temi da lei posti oggi: su questo atto di sindacato ispettivo si sta lavorando, si stanno raccogliendo i dati e verrà fornita la più esauriente delle risposte. Quella che darò in questa sede, ovviamente, sarà limitata alla questione da lei posta. Nella sua interpellanza urgente, infatti, si parla di un gravissimo episodio criminoso, che ha rappresentato uno spartiacque per la Calabria, come è stato già detto. Indubbiamente, tale fatto ha costituito un terreno di analisi e di scontro violentissimo, così come mai si era verificato in Calabria, quanto meno a livello della rappresentanza politica.
Tutti noi attendiamo con ansia la spiegazione di tale omicidio, anche a livello giudiziario, per capire quali intrecci vi siano dietro questo gravissimo fatto. Allo stato, come lei stesso ha scritto nella sua interpellanza, nulla è emerso circa i mandanti ed il movente dell'omicidio. E la mia risposta non può che aderire a ciò che lei stesso ha affermato: non sappiamo nulla né sui mandanti né sul movente, sebbene esistano ipotesi di lavoro investigativo. Questa è la situazione giudiziaria relativaPag. 13all'inchiesta sul delitto di Francesco Fortugno.
Ritengo improprio attribuire un significato anomalo all'assunzione di nuove funzioni da parte del dottor Giuseppe Creazzo, sostituto procuratore che si occupava dell'indagine sul delitto. Il dottor Giuseppe Creazzo, su richiesta del Ministero della giustizia, con il consenso dello stesso dottor Creazzo, con il consenso del capo dell'ufficio e con il consenso del consiglio giudiziario, nonché con l'approvazione conclusiva del Consiglio superiore della magistratura - come è fisiologico possa capitare in moltissimi altri casi e come frequentemente accade - ha assunto funzioni delicatissime. Mi riferisco a quelle attualmente ricoperte di vicecapo dell'ufficio legislativo del Ministero della giustizia. Vedere in questa assunzione di nuove responsabilità qualcosa di anomalo - così come si legge nella sua interpellanza - a mio avviso, appartiene al settore imperscrutabile, indefinibile e senza confini della cosiddetta dietrologia.
Ritengo, invece, che il fatto debba essere ricondotto nella sua dimensione fisiologica, come accade per qualsiasi avvicendamento di magistrati. Né è pensabile che il nostro sistema giudiziario possa basarsi sul lavoro della singola persona: sarebbe la fine del sistema stesso. Se dovessimo giungere alla conclusione per cui, se muta il titolare, crolla l'inchiesta e della stessa non si sa più nulla, finendo tutto in un cassetto, sarebbe la fine del nostro sistema giudiziario. Negli uffici esiste una continuità fatta dai collaboratori, dalla polizia giudiziaria, dagli altri magistrati che compongono l'ufficio e che meritano l'identico rispetto che si deve a qualunque organo impegnato nel rapporto quotidiano con la legalità, anche nelle zone particolarmente calde del nostro paese.
Se noi interpretassimo l'assunzione di nuove funzioni da parte di un sostituto procuratore nel senso che quella procura è stata privata dell'unico magistrato idoneo a risolvere le vicende ancora oscure del delitto Fortugno, compiremmo un atto di sfiducia gravissimo nei confronti dell'intera magistratura e di una intera procura impegnata in un settore caldissimo di contrasto alla illegalità. Questo messaggio non può e non deve passare perché è esattamente contrario allo spirito che, invece, dovrebbe animare nel chiedere le ragioni per cui questo trasferimento è avvenuto. I trasferimenti si verificano frequentemente e ciò accade senza che questo significhi togliere valore al lavoro dei magistrati impegnati, anche a Reggio Calabria, nella lotta alla criminalità o di quelli che continuano il lavoro che il dottor Giuseppe Creazzo stava svolgendo.
PRESIDENTE. L'onorevole Tassone ha facoltà di replicare.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, prendo atto, innanzitutto, del fatto che il signor sottosegretario non ha letto la «velina» solitamente confezionata dagli uffici dei ministeri. Egli, quindi, ha il mio stesso carattere; anch'io, infatti, mi sono sempre rifiutato di farlo.
Certamente, signor sottosegretario, può darsi che io abbia detto qualcosa di più esplicito ed esplicativo rispetto al testo della mia interpellanza. Tuttavia, quando mi sono riferito al trasferimento del sostituto procuratore della Repubblica, Creazzo, non c'è dubbio che il tutto l'ho collegato ad una realtà, ad uno scenario che è ben noto. Ritengo che lei non sia informato - per carità, non le attribuisco alcuna colpa - dei commenti che ci sono stati riguardo al trasferimento di questo sostituto procuratore della Repubblica. Sospetti ci sono stati anche all'interno di realtà impegnate nell'attività di intelligence e di security. Credevo che lei fosse consapevole di queste notizie, di questi dati, di questi aspetti. Si è creato un allarme incredibile.
Non mi sono mai impegnato, per così dire, a delegittimare la magistratura. Molte volte, la magistratura si autodelegittima, i magistrati si elidono a vicenda. Questa è una situazione della magistratura che lei conosce e credo che la Calabria non sia tranquilla. Inoltre, signor sottosegretario, lei mi dice che è fisiologico che il responsabilePag. 14assuma l'incarico di vicecapo di gabinetto del ministro della giustizia, ruolo importantissimo e fondamentale. Non si potevano attendere due o tre mesi, dinanzi ad una opinione pubblica locale che chiedeva il mantenimento del dottor Creazzo nel suo incarico proprio per assicurare la continuità delle indagini, per assicurare l'accelerazione, l'economia, l'efficienza o l'efficacia delle indagini stesse? Non si potevano attendere tre mesi? Il senatore Mastella e il suo vicecapo di gabinetto non potevano attendere tre o quattro mesi, di fronte ad una inchiesta che riguardava un delitto che ha traumatizzato il paese e l'Europa? Lei mi pone questo come un fatto fisiologico, perché la magistratura, per carità, è unica. Non è vero! Non è vero! Se vogliamo fare retorica, facciamo retorica: ma lei lo sa, sottosegretario Li Gotti, che non è assolutamente vero! Non è vero! Credo che la continuità noi l'abbiamo mantenuta, tutti d'accordo, anche quando si è trattato di «Tangentopoli».
Quando qualche magistrato del pool di «Mani pulite» chiedeva di essere trasferito, dicevamo di no, perché si doveva garantire la continuità delle indagini. Qualcuno doveva andare anche a fare il dirigente altrove, ma è stato mantenuto al suo posto, a continuare il suo lavoro, il suo impegno. Non si tratta di sfiducia nei confronti della magistratura, perché lo stesso discorso vale per l'insegnante di scuola il cui lavoro stia dando risultati; nel nostro caso, però, la situazione è molto più delicata. Il sostituto ha avviato indagini che hanno dato risultati e lo si trasferisce perché deve andare a fare il vicecapo gabinetto al Ministero della giustizia. Sottosegretario, lo può dire a qualcuno che mette piede per la prima volta in quest'aula e non conosce le cose! Ma le sembra serio dirmi che si tratta di un fatto fisiologico e che è per un motivo importante se va a fare il vicecapo gabinetto al Ministero della giustizia? Era più importante coprire questo posto o garantire l'organicità e l'univocità delle indagini che il sostituto Creazzo stava svolgendo, la continuità di un lavoro? E lei sa quanto sia delicato questo lavoro!
Signor Presidente, lei mi ha chiesto se sia o meno soddisfatto. Ho ringraziato il sottosegretario Li Gotti per il suo impegno - forse, non poteva rispondere diversamente - ma debbo precisare che non accetto lezioni, né per quanto riguarda il problema della magistratura né per quanto riguarda il modo di formulare le interpellanze. Al Governo non ho chiesto soltanto per quali motivi sia stato disposto il trasferimento in parola: credevo che il Governo avrebbe capito che l'interpellanza riguarda le indagini relative al delitto Fortugno! Non accetto lezioni come quelle che mi sono state somministrate stamani! Non le accetto nella maniera più assoluta! Un sottosegretario non può venire a dire ad un parlamentare che ha formulato male l'interpellanza, perché non ha detto alcune cose! E le dovevamo dire noi, alcune cose? Sul delitto Fortugno sono stati scritti interi libri!
Signor sottosegretario, ritengo che quanto è avvenuto rappresenti l'ennesimo vulnus nei confronti - come dire? - della civiltà; anzi, aggiungo che, dopo la sua risposta, aumenta il sospetto che vi sia un tentativo - non da parte sua, per carità, io la stimo molto! - di omertà, di copertura. Chi non vuole la verità sul delitto Fortugno? Quali sono le forze politiche, sociali ed economiche della Calabria (e non solo della Calabria) che non vogliono la verità sul delitto Fortugno? Io ritengo che questo sia l'interrogativo da porsi.
Lei, sottosegretario, mi dice che si è trattato di un fatto occasionale. Prendo per buona l'affermazione, ma deve riconoscere che si è trattato di un trasferimento quanto meno inopportuno, non giusto, non utile. Neanche questo ha ammesso, signor sottosegretario; e questo, mi dispiace, è un fatto gravissimo! A metà del percorso, il sostituto è stato trasferito e lei non ha ammesso neanche l'inopportunità del trasferimento, signor sottosegretario, ma ha preferito farmi una lezione: la ringrazio, la imparerò rileggendo il resoconto stenografico...! Ritengo che questa sia una visione molto grave, signor Presidente. Ci rivedremo in altre occasioni,Pag. 15signor sottosegretario: in altri atti di sindacato ispettivo saremo più espliciti nei confronti del Governo.
Forse, coloro che hanno la responsabilità del ministero erano fuori, erano distratti, erano all'estero, e non hanno colto quanto sta avvenendo, in questo periodo, in Calabria. Ricordo che, proprio ieri, l'ingegner Pasquale Farfaglia, un sindaco del vibonese - dove le Forze dell'ordine stanno ottenendo risultati apprezzabili - è stato costretto a dimettersi perché, negli ultimi giorni, è stato fatto più volte oggetto di minacce e di atti intimidatori (gli hanno incendiato l'auto e sono stati minacciati anche i familiari). Quando accadono simili episodi, perde lo Stato, perdono le istituzioni. Non uno straccio di verità è venuto fuori sui responsabili degli attentati! Lascio queste considerazioni alla vostra riflessione, alla vostra meditazione (per quello che può valere).
Ringrazio vivamente il sottosegretario Li Gotti per la sua intelligenza e per la sua capacità. Egli ha tentato di dare una risposta, che, ovviamente, non ho accettato. Si potrebbe dire che ciascuno fa il suo mestiere. Tuttavia, qui non si tratta di fare i componenti del Governo o i deputati dell'opposizione: dobbiamo guardare ad una realtà che si presenta drammatica per tutti, sia per la maggioranza sia per l'opposizione!
È un consiglio che vorrei darle, signor sottosegretario: guardiamo alla verità, senza i paraocchi di un determinato colore politico, senza aggettivi e senza colori!
LUIGI LI GOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente...
PRESIDENTE. Non è possibile...
LUIGI LI GOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Non devo replicare. Vorrei solo correggere un errore tecnico.
PRESIDENTE. Signor sottosegretario, ciò non è previsto. Semmai, potrei commentare brevemente il fatto, perché ho seguito questo dibattito con molto interesse.
Onorevole Tassone, il sottosegretario Li Gotti non ha voluto darle alcuna lezione. Ha dichiarato che avrebbe risposto al quesito che era stato formulato. Per la verità, le cose si sono sviluppate in modo diverso. Ovviamente, è suo diritto, onorevole Tassone, esprimere l'insoddisfazione per la risposta fornita. Tuttavia, credo sia giusto dare atto di ciò.
LUIGI LI GOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, vorrei fare una precisazione sulle funzioni attualmente ricoperte dal dottor Creazzo...
PRESIDENTE. Non è possibile. Ci sarà un'altra occasione.