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Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 27 settembre 2006, n. 260, recante misure urgenti per la funzionalità dell'Amministrazione della pubblica sicurezza (A.C. 1704) (ore 15,06).
(Discussione sulle linee generali - A.C. 1704)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che i presidenti dei gruppi parlamentari di Forza Italia e dell'Ulivo ne hanno chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del regolamento.
Avverto, altresì, che la I Commissione (Affari costituzionali) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Il relatore, deputato Adenti, ha facoltà di svolgere la relazione.
FRANCESCO ADENTI, Relatore. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, colleghi deputati, è sempre più evidente - e non solo negli ultimi tempi - che il tema dell'ordine e della sicurezza pubblica costituisce una delle problematiche del nostro paese più sentite dai cittadini e che, per tale motivo, deve essere affrontata dal Governo con un impegno assolutamente straordinario.
Credo che ciascuno di noi, in prima persona, abbia potuto sperimentare un senso di insicurezza determinato dalla paura di fenomeni non solo relativi a furti nelle abitazioni, scippi e violenze, ma anche di più larga portata, come il terrorismo anche di matrice internazionale, che ha diffuso timori e preoccupazioni, in alcuni casi togliendo serenità alla nostra vita quotidiana.
Tuttavia, ciò che deve fare riflettere è che tali timori generano gravi conseguenze sociali e psicologiche, come la limitazione dei comportamenti e dei movimenti delle persone. I dati derivanti da una recente indagine condotta dall'ISTAT evidenziano in modo incontrovertibile che anche in Italia il senso di insicurezza per i fatti di criminalità, sia interna sia internazionale, non solo esiste fra la popolazione, ma è divenuto un fenomeno sociale che non si può né si deve sottovalutare.
Di fronte a questa situazione, lo Stato deve riconoscere la sicurezza come bene sociale e, per tale motivo, deve assumere un ruolo responsabile per sostanziare una risposta convincente, consapevole ed efficace a fronte di una crescente domanda di sicurezza da parte delle nostre comunità.
In questa direzione è indirizzato il provvedimento oggi al nostro esame. Certamente, esso non ha carattere strutturale e, tuttavia, all'interno di un quadro generale di carenza di risorse finanziarie, ha il pregio di assicurare il mantenimento delle attuali risorse per il più efficace contrasto del terrorismo, dell'eversione e della criminalità organizzata. Il disegno di legge di conversione in esame prevede il prolungamento fino al 31 dicembre 2006 del trattenimento in servizio di 1.316 agenti ausiliari della Polizia di Stato che hanno frequentato il sessantatreesimo e sessantaquattresimo corso di agente ausiliario. Essi sono gli ultimi poliziotti entrati nella Polizia di Stato dopo la cessazione della leva obbligatoria (ne sono stati incorporati 566 il 1o aprile del 2004 e 750 il 25 ottobre 2004) e, quindi, con un'anzianità almeno biennale nel corso della quale hanno potuto acquisire conoscenze, esperienze e professionalità che non possono essere sottovalutate e che non devono, soprattutto, essere disperse. Il provvedimento in esame consente così di mantenere in servizio questo nucleo consistente di agenti che sarebbe stato congedato entro il corrente mese di ottobre.
Tale provvedimento assume maggiore importanza in quanto gli agenti interessati a tale proroga sono impegnati in compiti operativi sul territorio, fra la gente, per garantire una visibile presenza dello Stato secondo l'obiettivo del Governo di mettere in atto azioni incisive per contrastare il terrorismo e la criminalità organizzata, anche attraverso il potenziamento della polizia di prossimità che, laddove è organizzata, determina una sostanziale diminuzionePag. 3della criminalità e una percezione di maggiore sicurezza da parte dei cittadini.
Diversi altri sono i motivi per i quali tale provvedimento risulta essere, a mio avviso, non solo necessario ma doveroso. Questo disegno di legge di conversione, infatti, se pur non strutturale, garantirà per i prossimi mesi i mezzi, soprattutto gli uomini, necessari alla Polizia di Stato per continuare la propria efficace azione di controllo del territorio, e contribuirà alla graduale immissione di giovani agenti a fronte del progressivo innalzamento dell'età media del personale in servizio - anche questo un problema non indifferente da affrontare - garantendo così un miglioramento generale della condizione lavorativa e del livello qualitativo dell'operato delle Forze di polizia.
Non possiamo omettere, poi, di considerare che predetto personale è stato reclutato in parziale sostituzione di quello annualmente cessato dal servizio per cui la loro eventuale mancata immissione in ruolo avrebbe come grave conseguenza la perdita di un'importante risorsa per l'amministrazione della pubblica sicurezza, che causerebbe l'inevitabile riduzione della forza effettiva della Polizia di Stato con incidenza negativa sulle esigenze di servizio e sulla funzionalità dei servizi stessi.
Infine, è necessario sottolineare come il mancato trattenimento in servizio di questo personale configurerebbe una scelta inopportuna anche sotto il profilo di una corretta gestione delle risorse umane, perché determinerebbe altrimenti un'indiretta perdita sull'investimento già sostenuto per la formazione di questi agenti che hanno sulle spalle, come già ricordato, almeno due anni di servizi operativi.
Il provvedimento ripropone nella sostanza il contenuto del decreto-legge n. 135 del 2006, convertito in legge nella fase iniziale della presente legislatura, nel quale si prevedeva il trattenimento in servizio fino al 31 ottobre 2006 degli agenti ausiliari frequentatori del sessantatreesimo corso. Il provvedimento risponde, altresì, all'impegno formulato in un ordine del giorno, riferito agli agenti ausiliari frequentatori del sessantunesimo, sessantaduesimo, sessantatreesimo e sessantaquattresimo corso, presentato nel corso dell'esame alla Camera del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 45 del 2005, ed accettato dal Governo.
Il disegno di legge che ci accingiamo a convertire consta di due articoli. Nel primo, per i motivi sopraesposti, si concede facoltà al ministro dell'interno di autorizzare il trattenimento in servizio degli agenti ausiliari frequentatori del sessantatreesimo e sessantaquattresimo corso che ne facciano domanda, entro il limite di spesa di 8.650 mila euro. Nello stesso articolo si indica che alla copertura dell'onere si provvede attraverso la riduzione del fondo per le esigenze correnti del Ministero dell'interno, di cui all'articolo 1, comma 27, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria per il 2006). Si ricorda che il citato comma 27 ha istituito, nello stato di previsione del Ministero dell'interno, un fondo, da ripartire per le esigenze correnti, pari per il 2006 a 100 milioni di euro. La quantificazione del limite massimo di spesa è stato calcolato in base al trattamento previsto per gli agenti in servizio. I costi relativi all'accasermamento, all'equipaggiamento, alla motorizzazione e i trattamenti accessori sono già coperti dagli ordinari stanziamenti di bilancio in quanto personale già in servizio.
Ben venga, quindi, questo ulteriore prolungamento in servizio. La speranza è che esso sia l'ultimo della serie, e che questi agenti possano essere definitivamente assunti stabilmente in organico dalla Polizia di Stato, così com'è accaduto in passato per gli agenti ausiliari del sessantesimo, sessantunesimo e sessantaduesimo corso.
In tale prospettiva e nell'apprezzare i contenuti di questo provvedimento, chiedo che il Governo dia concrete garanzie perché nel corso del 2007 vi sia un impegno speciale a trovare adeguati finanziamenti per risolvere definitivamente questa situazione di precarietà, rassicurando questi giovani lavoratori e soprattutto la Polizia di Stato, che altrimenti siPag. 4troverebbe in grave difficoltà nell'assolvere i normali servizi di ordine e sicurezza pubblica. Per raggiungere questo obiettivo è indispensabile un chiaro impegno, non solo del Governo, ma anche di questa Assemblea, nel destinare maggiori risorse finanziarie alle forze dell'ordine, che si traducano in maggiori risorse umane, in mezzi, attrezzature e tecnologie all'avanguardia. Per questo, vorrei richiamare la vostra attenzione sulla prossima legge finanziaria, su cui sta per iniziare la discussione, per valutare le possibilità di correggere la previsione dell'articolo 57, primo comma, che riguarda le assunzioni per i corpi di polizia di non oltre mille unità (contingente assolutamente non adeguato allo svolgimento di importanti, strategici e delicati compiti che sono loro attribuiti per mantenere l'ordine e la sicurezza nel nostro paese).
Per quanto riguarda il provvedimento in esame, la previsione della legge finanziaria non è in grado di garantire la definitiva immissione in ruolo di tutti gli agenti ausiliari.
In conclusione, anche alla luce delle premesse contenute nella relazione, desidero comunicare all'Assemblea che si appresta ad iniziare la discussione generale su questo provvedimento che la I Commissione ha espresso parere favorevole alla conversione in legge di questo decreto-legge presentato dal Governo.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, non ho molto da aggiungere a quello che il relatore ha già ricordato. Il provvedimento è necessario per prolungare la permanenza in servizio dei 1.316 agenti ausiliari interessati fino al 31 dicembre 2006. Gli altri temi, a cui ha fatto riferimento il relatore, con le relative conseguenze presenti nella legge finanziaria, per una soluzione a regime di tali questioni, potranno essere naturalmente affrontati nel corso della discussione della stessa.
Il viceministro Minniti, oggi impegnato con il Presidente del Consiglio in Calabria, potrà intervenire nel prosieguo del dibattito, laddove lo ritenesse necessario.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Allam. Ne ha facoltà.
KHALED FOUAD ALLAM. Signor Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghi, la questione della sicurezza ovviamente da alcuni anni è al centro dell'attenzione delle grandi questioni politiche. L'attentato dell'11 settembre ha segnato in un certo senso l'entrata nell'era della sicurezza e la questione del potere politico fa da simmetria alle grandi questioni della sicurezza, che non hanno soltanto una portata teorica, ma che devono essere verificate sul piano concreto e sul piano delle forze dell'ordine.
È evidente che oggi siamo chiamati maggiormente a rispondere a questo bisogno di sicurezza dell'opinione pubblica. Il numero crescente di questioni relative alla sicurezza ci obbliga in un certo senso a razionalizzare tutto ciò che ha a che vedere con le forze dell'ordine su tutto il territorio nazionale. È evidente che anche in questi ultimi anni si è fatto fronte a questa esigenza soltanto con il ricorso a palliativi, come la proroga di questo decreto, ma occorrono altre misure. Prima o poi - credo comunque che sia l'ultima volta che si farà ricorso a questo tipo di strumento legislativo - una maggiore pianificazione generale delle forze dell'ordine si renderà necessaria.
Suggerirei soltanto al Governo di utilizzare i concorsi riservati per evitare di ricorrere ad altri palliativi, posto che la sicurezza è tema all'ordine del giorno.
In conclusione, mi dichiaro favorevole alla conversione in legge di questo decreto-legge.
PRESIDENTE. È iscritta parlare la deputata Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, il gruppo di Forza Italia è favorevole al provvedimento in oggetto. Tuttavia - senzaPag. 5nulla togliere al sottosegretario D'Andrea - avremmo preferito la presenza in questa sede del ministro dell'interno, vista la concomitanza del provvedimento medesimo con la legge finanziaria, in modo che il Parlamento potesse ascoltare la premessa con cui la discussione è iniziata.
Esiste un problema sicurezza e le forze di polizia devono essere blindate ed aiutate. Il provvedimento in oggetto costituisce un piccolo passo in questa direzione, anche se sarebbe meglio dire che esso non toglie ciò che già le forze di polizia hanno. Purtroppo, il decreto-legge in oggetto e le sue buone intenzioni sono totalmente disattesi dalla legge finanziaria che tra poco andremo a discutere.
Colleghi deputati, ho ascoltato la relazione dell'onorevole Adenti e l'intervento dell'onorevole Allam. Nelle nostre intenzioni è chiaramente presente una forte motivazione ad aiutare il più possibile le forze di polizia, che costituiscono oggi la prima frontiera per il mantenimento della sicurezza e dell'ordine pubblico in questo paese. Tuttavia, contemporaneamente, il Governo Prodi, per la prima volta ed in controtendenza con il Governo Amato e con quelli Berlusconi, sottrae alle forze di polizia l'indennità di sicurezza. Si tratta di una misura di gravità straordinaria; l'aver riconosciuto alle forze di polizia un'indennità peculiare che distinguesse gli operatori di pubblica sicurezza da quelli del pubblico impiego è stata una grande conquista. Quindi, il riappiattimento delle forze di polizia rispetto al pubblico impiego segna un'inversione di tendenza tanto pericolosa quanto politicamente inaccettabile. Inoltre, i tagli relativi alle forze di polizia e soprattutto quelli in capo alla Polizia di Stato sono terribili, come vedremo sicuramente nel prosieguo del discussione sulla legge finanziaria; tuttavia credo che già il dibattito in oggetto possa essere un momento opportuno per mettere sull'avviso noi parlamentari proprio sul tema dei tagli, già da domani mattina. Si finirà con il sopprimere una serie di presìdi territoriali dello Stato.
Poco fa, con il collega Fedele stavo discutendo sul fatto che in una regione come la Calabria, in cui si è appena recato il Presidente del Consiglio, accompagnato dal viceministro dell'interno (si è recato in due province delicatissime come Vibo Valentia e Crotone), in base alla finanziaria attuale saranno soppresse prefetture, questure e quegli organi dello Stato che costituiscono un presidio imprescindibile per il mantenimento non solo della sicurezza, ma del simbolo stesso dello Stato. Si tratta di una mossa non spiegabile con alcun taglio economico e politicamente suicida, non per l'attuale Governo o per la maggioranza, bensì per il sistema paese. Vengono soppresse le direzioni interregionali della Polizia di Stato che erano state ammesse nel nostro ordinamento dal Governo Amato. Per quale motivo questi ulteriori strumenti di presidio devono essere soppressi? Non abbiamo in proposito alcuna spiegazione; forse essa sarà data in seguito.
Alla Polizia di Stato viene chiesta una revisione totale dei servizi speciali e degli organici in senso restrittivo con l'obiettivo del contenimento di spesa pubblica, in controtendenza con altri corpi di polizia, che invece vengono beneficiati da altri articoli della legge finanziaria. A mio avviso, in materia di sicurezza del paese le differenze tra maggioranza ed opposizione dovrebbero per quanto possibile ridursi, sulla base di un interesse comune, come il mantenimento dello Stato.
Chiedo al sottosegretario D'Andrea di riferire questo aspetto nel corso dell'attuale dibattito sulla legge finanziaria, in particolare per quanto riguarda il Ministero dell'interno.
I colpi finora sono stati duri. Già con lo «spacchettamento» si è dato un duro colpo al «sistema Viminale» - e voi lo sapete - in termini istituzionali. Già stiamo discutendo in I Commissione di una fantomatica commissione G8 che dovrebbe portare alla sbarra la Polizia di Stato. Oggi, con la finanziaria, questo è un colpo in più. Ma non è un colpo alla credibilità del Governo; purtroppo è un colpo alla credibilità della sicurezza nazionalePag. 6e di quelle politiche di sicurezza integrate, a cui proprio poco fa si stava facendo riferimento.
Se questa discussione può essere un primo campanello di allarme per il Governo, anche per l'unitarietà di intenzioni che dimostra il Parlamento, forse questo campanello di allarme dovrebbe essere ascoltato con attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Constato l'assenza della deputata Nicchi, iscritta a parlare; si intende che vi abbia rinunziato.
Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.