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CONSIDERAZIONI INTEGRATIVE DEGLI INTERVENTI DEI DEPUTATI KHALED FOUAD ALLAM, NICOLA TRANFAGLIA E GABRIELLA CARLUCCI
KHALED FOUAD ALLAM. La quarta questione investe il Mediterraneo. Anche qui le contraddizioni sono numerose; ma proprio perché viviamo nel ciclo della mondializzazione, è necessario per il nostro paese e per il centrosinistra definire politicamente ciò che il Mediterraneo può essere: poiché esso rappresenta il tassello mancante nel quadro della mondializzazione, di fronte a Stati Uniti, subcontinente indiano e Cina. Operare per il Mediterraneo significa molte cose: rilanciare processi economici, favorire l'emergere di una classe dirigente democratica, ma anche risolvere la complessa questione del radicalismo islamico e dell'integrazione delle popolazioni musulmane della diaspora europea. E questo lo abbiamo già iniziato indirettamente: chi vi parla proviene da un altro orizzonte culturale e Pag. 106antropopologico, ma nel corso degli anni ha costruito la sua italianità; perché integrare significa anche far sentire l'altro coinvolto in uno stesso destino. E mi rendo perfettamente conto che oggi è un momento storico per il nostro paese: perché è la prima volta che l'eterogeneità si fa italiana, e che il nostro Parlamento riflette una società che è cambiata e sta cambiando. Il centrosinistra ha avuto il coraggio di comporre un nuovo tassello per aiutare la trasformazione in atto.
Ultima questione: rivolgo una particolare attenzione alla cultura italiana, perché l'Italia ha storicamente anticipato ciò che può essere definito una mondializzazione dei significati: la sua arte è partita da piccole città per raggiungere il mondo intero. Ciò che ci manca non è certo la cultura, ma la costruzione di politiche, strategie, metodologie per essa: perché oggi le politiche culturali definiscono anche beni economici immateriali. Dobbiamo metterci all'opera per rilanciare tutto ciò.
Concludo con la questione etica, che si pone oggi alla base del governare e del significato di governabilità. Mi è piaciuto, Presidente del Consiglio, quando lei ha affermato che «non ci sono più nemici» e ha fatto della questione etica il paradigma del suo Governo. Quando lei ha più volte insistito sulla nozione di Repubblica, mi è tornato alla mente un pensiero che Michel Foucault formulò nel suo «Corso di biopolitica» al Collège de France: «Che cos'è un pastore? Colui la cui potenza esplode agli occhi degli uomini, come i sovrani, o come gli dèi. Ma gli dèi greci appaiono essenzialmente dall'esplosione? No, affatto. Il pastore vigila, vigila nel senso che sorveglia da tutto ciò che di male può accadere, da tutto ciò che può succedere. Egli dovrà vigilare affinché le cose vadano per il meglio per ciascuno dei capi del suo bestiame. Tutta la preoccupazione del pastore è rivolta verso gli altri, e mai verso se stesso».
NICOLA TRANFAGLIA. Il mondo della cultura e dell'istruzione si attende da lei, signor Presidente del Consiglio, segni chiari e costanti di un'inversione della politica compiuta in questi cinque anni, che punti alla valorizzazione dei giovani talenti di cui l'Italia è ricca, che investa nelle nuove tecnologie, che favorisca lo sviluppo della nostra industria culturale (a cominciare da quella cinematografica).
Ma anche che riporti il mondo dei musei e delle biblioteche ai suoi giorni migliori apprezzando gli sforzi che tanti fanno, all'interno di questi settori pubblici e privati, per porre l'Italia all'attenzione dell'Europa e del mondo per la straordinaria ricchezza costituita dal nostro immenso patrimonio culturale.
Ed è anche sulla base di queste indicazioni che si accompagnano a quelle date nel campo della politica economica e del lavoro, come della politica estera di pace tesa all'unificazione politica dell'Europa e di attenzione verso il Sud dell'Italia e del mondo, della risoluzione dei conflitti di interesse, che noi ci prepariamo a promettere il nostro impegno costante e a sostenere il governo che lei presiede.
GABRIELLA CARLUCCI. Ma la cosa più grave signor presidente, mi permetta l'ardire, sono state le sue scellerate parole sull'Iraq. Lei ha mistificato la realtà. È cosa ben diversa stabilire un piano concordato e condiviso di rientro delle truppe, come proposto dal ministro Martino; altro è, in un discorso d'investitura di un nuovo Governo, parlare di guerra sbagliata (perché, ci sono guerre giuste?) e di un paese occupato.
Come può il capo del Governo di un paese che partecipa all'opera di pacificazione di uno Stato parlare di truppe d'occupazione? Si rende conto che lei invita al «tiro al piccione» sui nostri soldati!
In conclusione, adottando lo schema che ella ha seguito nel destinare loro responsabilità di governo, parlerò di donne. Insomma, faccio un po' come ha fatto lei: tra le «varie ed eventuali»...
Due o sei: non è quella la differenza! Cambia la qualità e, se permette, Letizia Pag. 107Moratti è stata un grande ministro e ha fatto la più importante riforma della scuola dai tempi di Gentile.
«Si possono cogliere tre messaggi chiari nel modo in cui è stato formato il Governo. Primo le donne non contanto nulla come opinione pubblica e come possibili portatrici di competenza. Escluse da tutte le cariche istituzionali, alle donne sono andati sei ministeri, di cui quattro leggerissimi, senza portafoglio, fatti di avanzi e ritagli. È quasi offensivo! Quasi al punto che sarebbe preferibile che rifiutassero di essere prese in giro e di essere utilizzate per una presa in giro collettiva di milioni di elettrici (...)». Parole come pietre, signor Presidente! E non sono mie! Ma di Chiara Saraceno su la Stampa di venerdì scorso!
Chi vi ha dato il voto comincia a rendersi conto della grande presa in giro. Il Governo dei sindacalisti e dei comunisti è una presa in giro per l'Italia. E se non fosse il mio paese, il paese che amo, il paese per cui ho deciso di impegnarmi in politica, il paese per cui bisogna comunque e sempre combattere la buona battaglia per l'interesse comune, se non fosse per tutto questo, per i valori che mi ha insegnato la mia famiglia e cioè, lo dico in tono volutamente polemico, mio padre e mia madre, se non fosse per tutto questo, vi direi: arrangiatevi!
Ma non posso! E vi garantisco che la nostra opposizione sarà senza quartiere, fino a quando non vi manderemo a casa!