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Sul cinquantennale dell'insurrezione d'Ungheria.
PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea ed i membri del Governo). Rilevato che si celebrano i cinquanta anni dalla rivolta del popolo ungherese del 1956, osserva che, al di là delle divisioni politiche, l'acquisizione di una memoria storica condivisa su quei drammatici avvenimenti può costituire un patrimonio comune idoneo a consolidare le istituzioni democratiche; ritiene pertanto di dover rendere omaggio, a nome della Camera dei deputati, agli insorti di Budapest, che condussero una rivoluzione nazionale e democratica e furono vittime di una ingiustificabile e brutale repressione da parte dell'Unione Sovietica. Osservato quindi che i vinti di ieri sono i vincitori di oggi, rileva che i tragici eventi del 1956 dimostrano in modo inequivocabile che il potere non può in alcun modo essere affermato senza o contro la volontà popolare; auspica infine un comune impegno per la costruzione di un'Europa nella quale prevalgano il protagonismo dei popoli ed i valori della partecipazione e della democrazia (Applausi).
STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI (FI). Chiede di parlare sull'ordine dei lavori per sottolineare il ruolo svolto da Bettino Craxi e Pietro Nenni per la riabilitazione di Imre Nagy.
Pag. IVPRESIDENTE. Rileva che le osservazioni del deputato Craxi non attengono propriamente all'ordine dei lavori.
UMBERTO RANIERI (Ulivo). Osservato che alla repressione contro gli insorti ungheresi si è proceduto per impedire il ripristino di un regime democratico fondato sul pluralismo politico, sottolinea l'inscindibilità dei principi di libertà e giustizia sociale e l'importanza dell'orizzonte ideale rappresentato dall'Europa unita in un contesto democratico e di pace.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (FI). Nel ritenere che sarebbe stato più opportuno prevedere una maggiore solennità e dedicare più tempo per una discussione che, a suo avviso, riveste anche un carattere politico oltre che storico, evidenzia la necessità di guardare agli eventi ricordati con lo stesso senso della memoria riservato ad altri avvenimenti che hanno insanguinato l'Europa. Auspica quindi che, ai fini di una coesione e di una pacificazione nazionale, coloro che all'epoca sostennero l'invasione sovietica ed ancora oggi rivendicano la loro storia comunista pronuncino le loro scuse.
IGNAZIO LA RUSSA (AN). Nel rivolgere un ringraziamento al Presidente della Camera per aver ricordato il cinquantesimo anniversario dei fatti di Ungheria, che hanno segnato per molti la fine dell'illusione creata dal comunismo reale, sottolinea che l'evento storico richiamato ha un significato profondo, perché rafforza la consapevolezza che anche nelle condizioni più difficili un popolo può ribellarsi in difesa della libertà. Nell'esprimere rispetto per coloro che hanno formulato una sincera autocritica per aver sostenuto l'oppressione sovietica, ritiene di dover rendere onore al coraggio di quanti già all'epoca alzarono la loro voce in difesa del legittimo diritto del popolo ungherese alla sua libertà.
FRANCESCO GIORDANO (RC-SE). Nel criticare le forme di oppressione prive di vitalità democratica, che hanno caratterizzato i paesi dell'Est europeo, evidenzia l'errore in cui incorsero tutti coloro che, anche in Italia, approvarono o giustificarono la repressione in Ungheria. Nel sottolineare l'impossibilità in ogni caso di esportare con le armi un modello di società, non essendovi alternativa alla partecipazione e alla democrazia, osserva che quei tragici eventi confermano l'inscindibilità del nesso tra uguaglianza e libertà.
ALESSANDRO FORLANI (UDC). Nell'associarsi all'apprezzamento dei deputati intervenuti per le parole pronunciate dal Presidente della Camera, sottolinea l'attualità del significato di una delle più grandi tragedie europee del novecento, attesa la sfida oggi presente in tutto il mondo rappresentata dalle tante forme di intolleranza e di oppressione dei popoli.
FEDERICO BRICOLO (LNP). Ricordato che la rivolta d'Ungheria trasse origine dall'illusione dei paesi dell'Est europeo di godere di maggiore libertà, sottolinea che la repressione sovietica registrò l'inerzia dell'Europa e la connivenza del partito comunista italiano dell'epoca, ispirato dalla nefasta ideologia marxista, che fu il pretesto per seminare morte nel mondo.
LEOLUCA ORLANDO (IdV). Sottolineata la necessità di evitare oggi sterili contrapposizioni ideologiche nel ricordare i tragici eventi di Budapest, ritiene invece indispensabile coglierne il significato profondo al fine di ribadire la ferma condanna di ogni tipo di repressione delle legittime aspirazioni democratiche dei popoli.
ROBERTO VILLETTI (RosanelPugno). Giudica importante che il Parlamento italiano si ritrovi unito nelle parole del Presidente e tutte le forze politiche in esso presenti si riconoscano nei valori della libertà, diversamente da quanto avvenne all'epoca dell'invasione dell'Ungheria.
COSIMO GIUSEPPE SGOBIO (Com.It). Nel giudicare inopportuno richiamare i drammatici fatti di Ungheria in un consesso politico, nel quale peraltro sono ancora rappresentate posizioni che si ispirano al fascismo, un'ideologia funesta per la democrazia e la libertà, ritiene che debba essere la storia a formulare un giudizio.
Pag. VMARCO BOATO (Verdi). Esprime la piena adesione del suo gruppo alla positiva iniziativa assunta dal Presidente della Camera, in nome dei valori di libertà e democrazia e del diritto a ribellarsi contro ogni totalitarismo.
ANTONIO SATTA (Pop-Udeur). Ribadisce le ferma condanna della sua parte politica nei confronti dei sistemi totalitari di qualunque colore politico, che impongono con la forza il proprio modello di società in spregio del valore della libertà dei popoli.
MAURO DEL BUE (DC-PS). Sottolineato il valore della storia del socialismo democratico, ritiene politicamente inaccettabile il giustificazionismo storico di una forza politica, componente della maggioranza di Governo, che non condanna la brutale invasione dell'Ungheria da parte dell'Unione sovietica.
GIUSEPPE MARIA REINA (Misto-MpA). Ritiene che i tragici eventi di Budapest del 1956 rendano di assoluta evidenza il fatto che la libertà è un valore più importante di qualunque bene materiale.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Rileva che il Governo condivide ed apprezza l'iniziativa assunta dal Presidente della Camera e le sue valutazioni sui tragici eventi di Budapest del 1956, sottolineando, in particolare, che la Repubblica italiana e l'Europa si fondano sugli stessi valori che hanno ispirato la rivolta del popolo ungherese.
GIORGIO LA MALFA (Misto). Parlando sull'ordine dei lavori, giudica anomalo che gli interventi a titolo personale siano svolti dopo quello del rappresentante del Governo.
PRESIDENTE. Rileva che il previsto ordine degli interventi è ispirato ad un criterio di razionalità.
Intervengono a titolo personale i deputati ELISABETTA GARDINI (FI), RICCARDO PEDRIZZI (AN), GIORGIO LA MALFA (Misto), VALDO SPINI (Ulivo), RENZO TONDO (FI), FABIO GARAGNANI (FI) e SIMONE BALDELLI (FI).