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Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Problemi occupazionali presso le società Datamat ed Elsag - n. 2-00236)
PRESIDENTE. Il deputato Zipponi ha facoltà di illustrare l'interpellanza Giordano n. 2-00236 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 7), di cui è cofirmatario.
MAURIZIO ZIPPONI. Signor Presidente, con questa interpellanza parliamo di aziende che fanno parte del patrimonio industriale italiano. La Datamat e la Elsag sono società nel panorama italiano dell'information tecnology che operano nel settore da molti anni.
La Datamat, in particolare, da oltre trenta anni opera nella progettazione e realizzazione di soluzioni in diversi segmenti di mercato: difesa, spazio, pubblica amministrazione, banche, finanza, assicurazioni, telecomunicazioni, media e utility.
La diversificazione del business ha permesso nel corso della sua storia di superare brillantemente le diverse congiunture negative che hanno interessato la vita economica del nostro paese. Queste scelte hanno determinato in passato la difesa dei livelli occupazionali della società stessa.
A luglio 2005, il gruppo Datamat viene acquistato da Finmeccanica Spa, azienda a partecipazione statale, di cui lo Stato italiano mantiene la golden share.
Il 9 marzo 2006, Finmeccanica ha ufficializzato l'avvio della fusione per incorporazione della Datamat nell'Elsag, nominando un unico amministratore delegato che, a pochi giorni dalla sua nomina, dichiarò che, sia per il gruppo Elsag, sia per la Datamat (aziende delle quali, peraltro, era già stata decisa la vendita) non vi sarebbero stati investimenti nel settore civile.
Il 4 aprile 2006, i lavoratori di Datamat hanno scioperato, dando corpo ad un presidio di fronte alla sede della Finmeccanica, a cui hanno preso parte anche alcuni lavoratori della Elsag di Genova.
Dopo lo sciopero, Finmeccanica ha proposto ai lavoratori della Datamat e della Elsag un incontro con i sindacati. In quella sede, ha presentato dei dati relativi all'integrazione nei quali mancavano all'appello più di mille lavoratori; nel frattempo, circolavano insistenti voci, secondo cui Alberto Tripi, proprietario dei call center, sarebbe stato interessato, attraverso il Pag. 104gruppo Cos, all'acquisto. Il signor Tripi è anche proprietario dell'azienda Atesina, nella quale, come era già stato precisato in una precedente interrogazione del 15 giugno 2006 dei sottoscritti interpellanti, fa uso ricattatorio di tutte le forme di flessibilità, di bassi salari, di licenziamenti discriminatori e di amicizie politiche.
Nell'epoca dell'informatica e delle telecomunicazioni la Datamat e la Elsag potrebbero costituire davvero un importante polo informatico italiano, operante, a giusto titolo, a livello internazionale; in nessun settore produttivo, ma tanto meno in quello dell'ICT, si può accettare un altro «spezzatino» industriale, con annesse operazioni finanziarie.
Chiediamo dunque quali iniziative intenda adottare il Governo, in qualità di azionista di riferimento della Finmeccanica Spa, affinché vengano date reali garanzie per il mantenimento dei livelli occupazionali e per impedire che politiche di speculazione finanziaria nel migliore dei casi indeboliscano la struttura industriale delle società citate e come il Governo intenda intervenire nel settore informatico e dei servizi sia per il ruolo che dovrebbe avere Finmeccanica che per vicende, come Elsag Gest o Getronics, che sono il segno dell'interesse nazionale in un settore delicatissimo come l'informatica.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Alfonso Gianni, ha facoltà di rispondere.
ALFONSO GIANNI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, la Datamat è un'azienda attiva nella fornitura di sistemi e soluzioni informatiche per specifici segmenti di mercato.
Il gruppo è costituito da una capogruppo organizzata in tre divisioni che, insieme a consorzi specializzati ed a società controllate e collegate, operano nei seguenti mercati: difesa, spazio, pubblica amministrazione, banche e assicurazioni, telecomunicazioni, media e utility.
La Finmeccanica, come noto, è leader in Italia nel campo delle costruzioni aeronautiche, satellitari ed elettroniche per la difesa. Attraverso le controllate Elsag e Selex Sistemi integrati, la stessa collaborava già da tempo con la società Datamat su importanti progetti. La Finmeccanica ha acquistato ulteriori azioni ordinarie della Datamat Spa e avendo superato la soglia del 90 per cento di partecipazione ha promosso un'offerta pubblica di acquisto residuale ai sensi dell'articolo 108 del Testo unico della finanza.
In riferimento alle richieste sollevate nell'interpellanza di cui all'oggetto, risulta a questa amministrazione che, nel luglio 2006, è stato presentato dall'azienda un piano industriale che non prevede disinvestimenti nel settore civile.
Il piano, infatti, prevede oltre 100 miliardi di investimenti nei settori definiti di core business dell'azienda: automazione, sicurezza e trasporti; logistica civile, informatica, difesa e spazio.
Non risulta a quest'amministrazione l'esubero indicato nell'interpellanza. Risulta, al contrario, che è stato ribadito nel recente incontro, tenutosi presso l'Unione industriali di Roma tra azienda e sindacati, che la società non presenta esuberi strutturali.
Quanto alle affermazioni riguardanti l'ipotesi di una vendita di settori di attività della Elsag Datamat si fa presente quanto segue.
Nel piano industriale presentato dalle aziende si fa riferimento alla possibilità di partnership nei settori definiti di non core business dell'azienda: servizi per banche, finanza e assicurazioni. In questo quadro, l'azienda ha avviato indagini per la ricerca di eventuali partner e ha evidenziato l'interesse di diverse società.
Tali società hanno svolto una management presentation e ad esse è stata richiesta un'offerta vincolante, ma tale fase non è ancora conclusa. Le condizioni per l'eventuale trattativa di cessione sono quelle del protocollo IRI, che prevedono, tra l'altro, il mantenimento dei livelli occupazionali per tre anni.
Risulta che, nel frattempo, è intervenuta solo la cessione alla Data Management delle attività della Elsag Gest che eroga servizi per paghe e stipendi.Pag. 105
La situazione del mercato dell'ICT è oggetto di costante monitoraggio da parte del Ministero dello sviluppo economico, sia in considerazione della evidente valenza del settore nel panorama economico nazionale, sia per le vicissitudini che l'hanno caratterizzata in questi ultimi anni; vicissitudini segnate da una negativa evoluzione del mercato, che hanno portato alla crisi e alla fuoriuscita di molte imprese del settore. In tale contesto, il ministero cerca di favorire l'integrazione tra più operatori, al fine di far emergere una struttura nazionale solida e qualificata.
Al momento non è dato sapere se tra i possibili acquirenti va annoverato anche il gruppo Cos/Finsiel, che negli ultimi anni ha ampliato la sua presenza sul mercato informatico.
PRESIDENTE. L'onorevole Zipponi, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
MAURIZIO ZIPPONI. Signor Presidente, non sono soddisfatto della risposta e, soprattutto, non possono ritenersi soddisfatti i lavoratori di questa azienda.
Nei giorni scorsi, i dirigenti della Datamat e dell'Elsag hanno confermato la volontà di cedere il settore banche e finanza entro l'anno. Tale decisione non va bene alla Finmeccanica in quanto, pur apprezzando ciò che anche il suo massimo rappresentante, Guarguaglini, ha affermato in Commissione attività produttive - cioè che si tratta di una azienda che investe in ricerca, di una azienda in grado di farsi largo nel mercato mondiale sui prodotti che costruisce -, effettivamente un'azienda che basa le sue attività nel settore difesa risentirà del fatto che rischia di essere legata ad un'attività particolare. Invece, il carattere duale delle attività con Finmeccanica - sia il settore militare sia quello civile - sarebbe una garanzia rispetto ad un andamento e ad uno sviluppo equilibrato della stessa azienda, anche per fornire le garanzie occupazionali oltre i tre anni previsti dall'accordo IRI nel caso di cessioni di rami d'azienda o di aziende specifiche.
Tale decisione non va bene a Finmeccanica anche perché il ramo di attività che oggi fa capo alla Datamat e all'Elsag, è in crescita. Quindi, se la Finmeccanica è capace di realizzare elicotteri, carri armati, sistemi spaziali e quant'altro, non si capisce perché non debba essere capace di far funzionare e di rendere redditive aziende di informatica che poi servono alla stessa Finmeccanica.
Quindi, non va bene a Finmeccanica, non va bene ai lavoratori della Datamat e dell'Elsag e, se ci fosse addirittura il gruppo Cos di Alberto Tripi, saremmo alla frutta, vale a dire al punto finale per queste aziende, perché sappiamo che questo gruppo ha dato vita, quale chiave della sua capacità imprenditoriale, unicamente alla precarietà a bassi costi. E sappiamo che, in un'azienda che fa della professionalità del lavoro la propria chiave di presentazione sul mercato, la precarietà è esattamente nemica della professionalità.
Pertanto, prendiamo atto che la decisione di vendita non è vincolante per la Finmeccanica, tuttavia chiediamo che le attività di banche e finanza siano attività strategiche all'interno del perimetro della nuova azienda che nascerà dal processo di integrazione tra la Elsag di Genova e la Datamat di Roma.
Sappiamo che il Governo non può sostituirsi alle decisioni del consiglio di amministrazione, degli amministratori delegati e dei presidenti delle aziende, ma sicuramente può dire cos'è politica industriale in questo paese.
I recenti precedenti consigliano alla Finmeccanica un ripensamento, in quanto vi è stata la cessione dell'Elsag Gest di Napoli (una società della Finmeccanica) venduta alla Data Management - tutti nomi inglesi che nascondono il fatto che vi sono imprenditori che hanno acquistato senza soldi -, che attualmente è in grave difficoltà finanziaria. Ciò ha comportato una forte agitazione da parte dei lavoratori di Napoli, visto che la Finmeccanica ha ceduto ad un'azienda che non è in grado, né sul piano finanziario né su quello imprenditoriale, di fornire garanzie. Pertanto, è necessario che la decisione di Pag. 106vendita della Elsag Gest rientri e che la Elsag e la Datamat siano integrate nella nuova azienda Finmeccanica. È un errore che la Finmeccanica non provi a far funzionare tali aziende, è un errore consegnare queste aziende di informatica a imprenditori inventati e poco credibili.
Infine, credo che il Governo debba pensare ad una propria politica industriale nel settore dell'information technology, in quanto il ministro Bersani sta presentando in giro per l'Italia un documento intitolato «Industria 2015», ma se da qui al 2015 si ripetono esempi di questo tipo, avremo il problema di discutere di quali industrie si stia parlando, se proprio il settore dell'informatica viene consegnato a multinazionali o a imprenditori inventati.
Inoltre, il Governo è pienamente a conoscenza del problema riguardante 1.500 lavoratori della Getronics, azienda che si occupa dei sistemi informatici delle più importanti istituzioni, che è stata consegnata ad un imprenditore che proviene da esperienze imprenditoriali poco nobili (faceva filmini pornografici). Quindi, è necessario un nuovo assetto proprietario per questa azienda che - insisto - ha in mano i sistemi informatici di ministeri e di intere regioni. Occorre che altri imprenditori si aggiungano a chi ha acquistato Getronics per dar vita ad un nuovo piano industriale da condividere con le organizzazioni sindacali. Ciò è possibile perché queste aziende operano su licenze, operano quindi su autorizzazioni e dunque il Governo, senza invadere le prerogative di ciascuna azienda, può fornire indirizzi e chiedere riscontri e garanzie.
Pertanto, vi è la necessità di convocare le parti sociali per indicare loro quali sono le linee di politica industriale del Governo nel settore dell'information and communication technology. Serve una selezione di chi si propone per gestire settori così delicati. Tale selezione si dovrebbe basare sulla solidità finanziaria, sull'esperienza nel settore e sulla capacità di riconoscere valore alle professionalità dei lavoratori.
Dunque, progettare l'industria nel 2015 serve se, da subito, si interviene in settori fondamentali, in quanto l'Italia è un paese manifatturiero che però ha bisogno di settori importanti come quello dell'information technology.