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Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Progetto di realizzazione di insediamenti abitativi nell'area del Chianti in Toscana - n. 2-00240)
PRESIDENTE. Il deputato Barani ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00240 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 6).
LUCIO BARANI. Signor Presidente, questa interpellanza, che riguarda problemi urbanistici territoriali, è poca cosa rispetto al tema affrontato poc'anzi dal collega Burgio, che, non le sarà sfuggito - e credo che dovrà comunicarlo al Presidente della Camera - ha, di fatto, aperto una crisi parlamentare di non mantenimento di fiducia a questo Governo, con riferimento all'articolo 11 della Costituzione.
La mia interpellanza richiama l'articolo 9 della Carta costituzionale, che si riferisce alla tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della nazione e ha ad oggetto quella bellissima zona del Chianti, nel territorio del comune di Greve in Chianti, che ha dato i natali anche a Verrazzano, esploratore e navigatore, cui gli americani hanno intitolato un ponte, quello da cui parte la famosa maratona di New York.
Ebbene, l'amministrazione comunale ha deciso, in queste terre famosissime in Italia e nel mondo, insediamenti abitativi per oltre 50 mila metri cubi, con un giro di affari di quasi 100 milioni di euro. La lottizzazione più importante di questo scempio è quella di Palaia nella frazione Chiocchio: una previsione del piano di fabbricazione del 1971 che il comune di Greve in Chianti ha tenuto in serbo per quasi quarant'anni e che ora consente di costruire una spianata di cemento di oltre 29-30 mila metri cubi. Sono circa 250, in totale, i nuovi appartamenti che vengono costruiti in un contesto ambientale e culturale che crediamo vada rispettato.
Si chiede, quindi, al Governo come mai tutto questo cemento in uno dei luoghi più belli della campagna toscana e come mai proprio ora. Inoltre, chiediamo quali sono le iniziative da avviare per scongiurare lo scempio urbanistico e territoriale prospettato. Fra l'altro, ricordo che, oltre a questi argomenti che riguardano la Toscana e la zona dei Liguri apuani, dove abito, ho presentato un'interrogazione che riguarda le Cinque Terre, anch'esso uno dei luoghiPag. 62più belli d'Italia, reso famoso da Lord Byron, come da poeti e pittori, cui il Governo non dà risposta.
Ritengo che l'attuale Governo stia estremizzando questi problemi urbanistici e territoriali e che, in tali casi, si possa parlare di violazione dell'articolo 9 della Costituzione. Non concordo, invece, con il collega che mi ha preceduto in relazione alla violazione dell'articolo 11, cui il Governo sicuramente ottempera. Mi trovo, quindi, in tal caso, dalla parte del Governo e non dalla parte di chi, prima di me, ha voluto addirittura aprire una crisi.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali, Danielle Mazzonis, ha facoltà di rispondere.
DANIELLE MAZZONIS, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, vorrei anzitutto premettere che l'area in oggetto non è attualmente sottoposta a tutela paesaggistica seppure, già nel 2002, la sovrintendenza territoriale ha pensato di proporla alla regione Toscana. La procedura era in corso, quando è subentrato il codice dei beni culturali e paesaggistici nel 2004, rimettendo in causa alcune procedure che riguardavano le tutele.
Il problema è perdurato. È stato affrontato in varie sedi e riunioni collettive, però soltanto qualche mese fa la direzione regionale Toscana per i beni culturali e paesaggistici, proprio per le difficoltà di collegamento ed il numero degli attori coinvolti (è noto che si sta studiando come modificare il codice su alcuni aspetti, per trovare soluzioni più congrue e più rapide, dato che la natura delle norme genera difficoltà sugli accordi in merito alle questioni paesaggistiche) ha proposto una riunione con i soprintendenti, l'amministrazione comunale di Greve, la regione Toscana e la provincia di Firenze per trovare una soluzione a questa situazione, che anche la nostra soprintendenza considera un problema.
Si è cercato di capire se fosse possibile intervenire con un vincolo sostitutivo ministeriale o, in applicazione del codice, se bisognasse aspettare le commissioni regionali, in fase di nomina. In un modo o nell'altro si sta pensando di intervenire.
Vorrei dettagliare l'incontro per far capire che la questione non è sorta poco tempo fa, ma che si tratta di una storia (riassunta in una riunione di cui esiste un verbale dettagliato dallo stesso architetto del comune di Greve, a cui è stata richiesto non solo di riassumere la riunione ma anche di fornire la documentazione in suo possesso) che vale la pena riprendere.
La storia ha inizio nel 1974, quando è presentata la richiesta di un programma di fabbricazione. In risposta alla richiesta, sono emessi tre decreti di tutela. Votano a favore tutti, tranne il sindaco di Greve. Nel 1991, è presentato un progetto di lottizzazione, seppure nel rispetto paesaggistico, con un programma di fabbricazione. Il comune non approva il progetto in commissione urbanistica. La proprietà ricorre al TAR della Toscana contro il rifiuto e vince il ricorso.
Nel 1994, il comune di Greve approva una variante al piano regolatore per mettere in salvaguardia l'area. Nel 1999, rivede il piano strutturale approfittando del fatto che era stato autorizzato con legge regionale un processo di stralcio sulle previsioni urbanistiche non attuate. Pertanto, si riduce la capacità di costruzione nell'area di Palaia da 39 mila metri quadri a 29 mila. La proprietà presenta un nuovo ricorso e, per la seconda volta, nel 1999, vince.
L'amministrazione comunale, a questo punto, ha due possibilità: presentare ricorso al Consiglio di Stato (fatto che, in genere, avendo due sentenze contrarie, non porta a grandi risultati) o cercare di trovare un accordo per porre fine al contenzioso. Il 14 aprile 2001 si arriva ad una soluzione e nell'atto si decide che, invece dei 70 mila metri cubi previsti, se ne possano costruire 29 mila, e che la superficie su cui si può insistere passi da 140 mila a 70 mila, con una forte riduzione rispetto alla proposta. Oltre alla riduzione delle volumetrie, il lottizzante doveva garantire tutte le opere pubbliche collegate, il depuratore per la frazione diPag. 63Palaia, il passaggio pedonale lungo la strada regionale e l'ampliamento del deposito dell'acquedotto.
A seguito di tale accordo, il comune ha corretto il piano strutturale e si è impegnato a pubblicare nuovamente lo strumento urbanistico. Si possono ancora formulare osservazioni a questo piano urbanistico fino alla fine del gennaio 2007.
A questo punto, nel corso della recente riunione di cui ho parlato prima di cominciare questa lunga storia, si è comunque deciso che il valore paesaggistico dell'area deve essere riconosciuto in ogni caso, che bisogna proteggere le visuali panoramiche e che occorre favorire soluzioni architettoniche che corrispondano al carattere ambientale dell'area. Tutto ciò sarà contenuto nelle osservazioni al piano di lottizzazione.
La lottizzazione, inoltre, dovrà tener conto della vulnerabilità del luogo e, pertanto, dovrà rispettare le curve di livello dell'area, nonché le visuali dei crinali dei versanti degradanti della strada. Come alcuni di voi ricorderanno, si tratta di un punto (la questione delle curve e della visione paesaggistica) che non fu tenuto presente nella famosa lottizzazione di Monticchiello. In questo caso, invece, verrà inserito proprio nei termini delle osservazioni.
L'architetto Capelli del comune attende tali osservazioni, che comunque introdurrà anch'egli nella questione. La sovrintendenza, da parte sua, si incaricherà comunque di avanzarle, in modo formale, nel suo parere.
Inoltre, si chiede alla regione Toscana di accelerare al massimo la procedura della nomina delle commissioni regionali, in modo che questi stessi uffici possano nuovamente sottoporre l'area a tutela paesaggistica (come, ormai, sembrano orientati a fare). In ogni caso, se ciò non dovesse avvenire, il nostro Ministero - ed il ministro Rutelli si è impegnato in tal senso con il sindaco di Greve in Chianti, in un incontro svolto qualche giorno fa - procederà comunque ad esercitare il ruolo sostitutivo che gli compete.
PRESIDENTE. Il deputato Barani ha facoltà di replicare.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, innanzitutto, visto che stiamo parlando di Chianti, ricordo che il vino buono sta nelle botti piccole: quindi, per quanto riguarda l'altezza, non me ne vorrà l'onorevole Verzaschi, ma in questo campo apprezziamo sicuramente di più lei, sottosegretario Mazzonis!
La fortuna (o la sfortuna, a seconda dei punti di vista) è che sono sindaco da più di un decennio, e dunque si tratta di problemi che conosco. L'amministrazione di Greve in Chianti vuole cementificare e l'amministrazione provinciale non fa nulla per impedirlo perché, comunque, qualsiasi lottizzazione deve essere accettata e deve corrispondere al piano territoriale di coordinamento (PTC) predisposto dalla stessa provincia. Se l'amministrazione provinciale non inserisce quell'area all'interno del PTC, allora non si potrà costruire! Quindi, la provincia di Firenze ha delle responsabilità in questa vicenda.
Ricordo, inoltre, che la regione attua il piano di investimenti territoriale (PIT), e tale area deve essere compresa anche in questo piano. Pertanto, se non si verifica, in sede di conferenza dei servizi prevista dalla legge regionale n. 1 del 2005, una convergenza tecnica e politica tra il comune di Greve in Chianti, l'amministrazione provinciale e la regione Toscana, non sarà possibile costruire in quella zona. Credo, quindi, che, se non vi saranno cambiamenti, vi sia la volontà di realizzare gli appartamenti, perché fino ad adesso nessuno l'ha impedito.
L'evento nuovo è rappresentato dalla visita compiuta dal ministro Rutelli in quelle zone. Io stesso ho ascoltato che gli è stato detto che si tratta di uno dei paesaggi più belli, in senso assoluto, della nostra bella Italia. Queste parole sono apparse sulla stampa ed è per tale motivo che, attraverso la presentazione della mia interpellanza, ho voluto sollecitarlo. Non può aver fatto solamente una passeggiata: le sue parole non possono restare tali, ma devono tramutarsi in fatti!Pag. 64
Il fatto che a Palaia, negli ultimi cinquant'anni, non sia stato posato un solo mattone significa che, per tutto quel periodo, le amministrazioni locali hanno voluto preservare, per la loro bellezza, quell'area da qualsiasi tipo di manipolazione urbanistica.
Mi associo alle parole del ministro Rutelli. Ancorché vi siano ricorsi, questi vengono meno quando si cambiano i piani; in qualsiasi momento, l'amministrazione comunale può modificare il sul piano, d'intesa con l'amministrazione provinciale e regionale. È questione solamente di buona volontà.
Ovviamente, prendo per positivo quello che lei è venuto a dirci, ossia che se ciò non si verificasse, il Ministero interverrebbe fortemente per impedire questo scempio. È la risposta ad una parte dell'interpellanza che mi trova abbastanza d'accordo.
Un'ultima riflessione. C'è un vecchio proverbio che dice che il diavolo si nasconde nei dettagli. In questo caso, credo che, parafrasando il titolo del famoso film Il diavolo veste Prada, il diavolo non vesta Rutelli, ma il ministro Pecoraro Scanio! Più che al ministro Rutelli, penso che quell'intervento interessi l'altro ministro, quello dell'ambiente.
Per questo motivo, non riesco a capire tutti i suoi appelli in materia ambientale, per poi «scivolare», con l'assessorato all'ambiente della regione Toscana, sulla cementificazione di un'area come questa.