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Allegato B
Seduta n. 118 del 2/3/2007
ECONOMIA E FINANZE
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
la legge n. 296 del 27 dicembre 2006 (Finanziaria 2007) nell'ambito delle disposizioni di cui all'articolo 1, comma 404, lettera d), ha sancito l'esigenza di riorganizzare gli uffici con funzioni ispettive e di controllo della pubblica amministrazione;
nelle more di quanto sopra, il Servizio Ispettivo, allocato logisticamente presso la DCLUST (Direzione Centrale Uffici locali e dei Servizi del Tesoro - Dipartimento dell'Amministrazione Generale e del Personale), con sede in Roma, via Casilina 3, svolge attualmente funzioni ispettive e di controllo sugli Uffici Periferici del Ministero dell'Economia e delle Finanze, nella fattispecie le DPSV (Direzioni Provinciali e dei Servizi Vari);
in esso operano al momento 12 unità, dirigenti di II fascia con funzioni ispettive i quali, in ottemperanza alla missione ed ai compiti direzionali assegnati alla Direzione Centrale, di cui preme sottolineare il punto 8) che riguarda il coordinamento del Servizio Ispettivo di cui trattasi, sono sottoposti a livello gerarchico e funzionale al Direttore Generale che ne deve valutare l'operato in modo esclusivo;
di fatto, in seno al Servizio Ispettivo, si è da tempo consolidata una prassi anomala sul piano strettamente operativo, concernente il conferimento di un incarico da parte del Direttore Generale ad una figura così definita di «Coordinatore del Servizio Ispettivo». Questi riveste il medesimo grado dei dirigenti ispettori, non distinguendosi che per l'attribuzione di una fascia economica superiore che in alcuni casi è derivata anche dal cumulo di altri precedenti incarichi, nonché dall'aver ricoperto, fino al giorno prima, quasi senza soluzione di continuità, l'incarico di Direttore di una delle sedi provinciali verso cui, di conseguenza, non risulta opportuno, almeno per un congruo periodo di tempo, predisporre le normali attività ispettive, al fine di evitare indebita commistione di ruoli;
appare evidente, a giudizio dell'interpellante, il contrasto con il punto 8) di cui sopra, che non pare consentire l'esercizio della predetta funzione di coordinamento del Servizio Ispettivo a soggetto diverso dal Direttore Generale, a meno di una sorta di sub-delega da parte dello stesso, non facilmente riconoscibile come atto legittimo rispetto alle disposizioni generali del nostro ordinamento giuridico;
tale incarico di «Coordinatore» è attribuito dal Direttore Generale con decreto direttoriale, suscettibile di registrazione, peraltro da intendersi come tentativo di «istituzionalizzarne» in qualche modo la presenza;
in alcuni documentabili casi tale figura di «Coordinatore» ha esulato dalla mera ricognizione tecnico-organizzativa di predisposizione degli atti necessari al concreto svolgimento della funzione ispettiva, per ingerirsi nella fase direzionale spettante, come già evidenziato, solo al Direttore Generale;
così come sopra rappresentata, tale situazione non può che determinare, in ultima analisi, il continuo ed effettivo sovraordinarsi di un soggetto ricoprente medesime posizioni gerarchiche e professionali rispetto ai suddetti Dirigenti Ispettori, che viene a interporsi tra gli stessi ed il Direttore Generale il quale, necessariamente e si sottolinea, detiene la completa responsabilità gerarchica, funzionale-operativa nonché tecnica dell'intera attività della Direzione a Lui affidata;
non può considerarsi ammissibile demandare, su basi giuridiche incerte, in tutto o in parte, un settore come nel caso di specie quello inerente al Servizio Ispettivo, anch'esso espressamente incardinato
fra gli altri che compongono la Missione ed i compiti della Direzione Centrale degli Uffici Locali -:
se, nell'ambito della riorganizzazione dei Servizi ispettivi e di controllo sopra rammentata, si intenda procedere al più presto anche nei confronti del succitato Servizio ispettivo della Direzione centrale uffici locali del Ministero dell'economia, con il preciso intento di eliminare la frapposta anomalia che limita, in tutta certezza, la piena autonomia del dirigente di II fascia, sia nel raggiungimento degli obiettivi sia nei rapporti con lo stesso Dirigente Generale, a onor del vero già di per sé circoscritti alla sola firma della lettera di incarico ispettivo da parte di quest'ultimo.
(2-00393) «Barani».
Interrogazione a risposta orale:
DRAGO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la filiale della Banca d'Italia di Ragusa, secondo il piano di riforma organizzativa presentato dal Governatore Draghi, rischia di essere soppressa;
la chiusura della sede iblea della Banca d'Italia è destinata ad avere un forte impatto negativo sull'utenza sia istituzionale (banche, poste, pubbliche amministrazioni) sia privata, interessata alle attività di circolazione del contante, ai servizi della Tesoreria provinciale, ai servizi di informazione e consulenza per l'accesso agli archivi della Centrale Rischi e della Centrale di Allarme interbancaria, con inevitabili ricadute negative sul piano della qualità e della onerosità dei servizi;
il rilancio e la riqualificazione dell'Istituto non possono avvenire attraverso lo smantellamento della rete periferica e la conseguente perdita del patrimonio costituito proprio dalla sua articolazione sul territorio -:
se, ferma restando l'autonomia organizzativa della Banca d'Italia, ritenga compatibile con i rilevanti compiti di servizio della pubblica amministrazione enunciati in premessa il progetto di smantellamento della rete periferica della Banca d'Italia;
se non ritenga altresì che la chiusura della sede di Ragusa, al pari di quella di altre sedi periferiche, non costituisca un preoccupante segnale di arretramento della presenza delle istituzioni in un'area già fortemente penalizzata da una marginalità geografica e da pesanti carenze infrastrutturali.
(3-00681)
Interrogazioni a risposta scritta:
EVANGELISTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
alla fine dell'anno 2006 il Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi ha presentato ai sindacati un documento di lavoro sulla ristrutturazione dell'Istituto che prevede, tra l'altro, la chiusura in 10 anni di una quarantina di filiali delle attuali 95;
nonostante la contrarietà delle organizzazioni sindacali alla riduzione delle sedi locali sia in relazione alla funzionalità territoriale dell'Organo Centrale, sia per le gravi conseguenze sui dipendenti, è giunta notizia della chiusura, nel 2008, della sede provinciale di Massa Carrara;
in un comunicato la rappresentanza locale del sindacato che rappresenta i dipendenti della Banca d'Italia afferma che la Banca Centrale è un bene della collettività e deve operare capillarmente al servizio della stessa;
il ridimensionamento degli assetti territoriali farebbe venir meno il ruolo formale e sostanziale di assistenza ai cittadini, con particolare riferimento al servizio di Tesoreria provinciale dello Stato, e la reale tutela dei risparmiatori che costituisce un qualificato compito di rilevanza costituzionale riconosciuto anche dalla recente legge sul risparmio che conferisce alla Banca d'Italia funzioni pubbliche relative
all'istituzione e al funzionamento degli organismi di giustizia alternativa;
inoltre alla luce dell'ultima finanziaria che affida alla Banca d'Italia competenze anche nel ramo assicurativo, si verrà a creare una maggior massa di lavoro che, di conseguenza, dovrebbe comportare il bisogno di tutto il personale in forza all'Istituto;
i dipendenti della filiale di Massa e quelli di altre filiali la cui chiusura si dovesse decidere in un prossimo futuro, sono giustamente molto preoccupati e temono la mobilità forzata da una filiale all'altra -:
se il Governo non ritenga necessario, nell'ambito delle proprie competenze e, ferma restando l'autonomia organizzativa della Banca d'Italia, adoperarsi per evitare la chiusura delle sedi periferiche provinciali della Banca d'Italia;
se non reputi opportuno adoperarsi per favorire il dialogo tra le rappresentanze sindacali dei bancari ed il Governatore della Banca d'Italia, per analizzare un percorso alternativo a quello indicato nel documento presentato il 31 ottobre 2006 al fine di raggiungere un accordo che, pur nel rispetto di un ragionevole processo di riorganizzazione volto a contenere i costi sociali, non determini riflessi e conseguenze inevitabili e gravi sia sul territorio che sui lavoratori.
(4-02773)
MINARDO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il nuovo piano di riforma organizzativa della Banca d'Italia, presentato ad ottobre dal Governatore Mario Draghi, prevede un'ampia riforma che comporta la soppressione di circa il 70 per cento delle filiali provinciali ed il loro mantenimento solo nei capoluoghi di Regione;
ciò ha creato uno stato di apprensione ed agitazione del personale della Banca d'Italia, in particolare di Ragusa, che ha ragione di ritenere a rischio chiusura la propria filiale;
l'interrogante ritiene condivisibile l'esigenza di riforma organizzativa, ma non condivisibili i termini della stessa, in quanto si prevede appunto lo smantellamento di tutta la rete periferica delle filiali, le quali svolgono rilevanti compiti di servizio della pubblica amministrazione, in specie con riferimento al servizio di Tesoreria provinciale -:
se il Governo, ferma restando l'autonomia organizzativa della Banca d'Italia, intenda intervenire, rappresentando alla Banca medesima le criticità di una scelta che non rilancia l'Istituto ma, come nel caso della provincia di Ragusa, si traduce in un arretramento della presenza delle istituzioni nel territorio in un'area già fortemente penalizzata da marginalità geografica e da pesanti carenze infrastrutturali, e produce un impatto negativo sull'utenza sia pubblica che privata che a vario titolo è interessata ai servizi della Banca d'Italia.
(4-02774)
ADENTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'organizzazione periferica della Banca di Italia consta di 97 filiali presenti presso 95 capoluoghi di provincia;
tali filiali svolgono funzioni connesse con il servizio di tesoreria dello Stato, l'andamento della circolazione monetaria, l'analisi dei fenomeni economici e finanziari locali, l'assolvimento dei compiti in materia di vigilanza finanziaria e creditizia e supervisione sul sistema dei pagamenti;
tali filiali erogano importanti servizi agli utenti quali i servizi di cassa e deposito, la consultazione delle informazioni censite nella Centrale d'allarme interbancaria e la consultazione del catalogo della Biblioteca Paolo Baffi;
nuove attribuzioni sono previste per la Banca di Italia alla luce della riduzione delle Autorità;
il giorno 13 dicembre 2006 si è svolto un incontro tra il Direttorio della Banca d'Italia e i Sindacati aziendali sulla revisione degli assetti organizzativi dell'Istituto;
in questo incontro è stato confermato il progetto, in linea con gli indirizzi di fondo esplicitati in un documento di lavoro consegnato alle Organizzazioni Sindacali, di revisione dell'articolazione delle Filiali della Banca di Italia stessa;
risulterebbe l'intenzione della Banca di Italia di chiudere numerose delle filiali dell'Istituto;
si è manifestata una preoccupazione delle Organizzazioni Sindacali rispetto a tale ipotesi -:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza del piano di ristrutturazione della Banca d'Italia, in particolare con riferimento alle misure relative alla chiusura delle sedi periferiche e se non ritenga opportuno, ferma restando l'autonomia organizzativa della Banca d'Italia, un intervento volto alla salvaguardia delle filiali della Banca presenti sul territorio in considerazione dell'importante ruolo svolto da tali sedi nei confronti degli utenti e dei sistemi economici locali;
se non ritenga altresì necessario tale intervento anche a tutela del personale attualmente in servizio presso le filiali che ha oggettivamente investito molte delle proprie risorse materiali e personali nello stabilirsi e vivere in città spesso diverse da quelle di origine.
(4-02775)
ASCIERTO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
dal 1894 la Banca d'Italia svolge le funzioni di Tesoreria Provinciale dello Stato: esegue le disposizioni di pagamento emesse dalle Amministrazioni dello Stato; riscuote le somme dovute a qualsiasi titolo allo Stato, sia direttamente sia indirettamente attraverso le banche, le Poste e i concessionari della riscossione; riceve e custodisce depositi in buoni postali e contante. Presso la Tesoreria statale sono inoltre aperti conti per la gestione delle disponibilità liquide degli enti pubblici assoggettati al sistema di Tesoreria unica, introdotto con la legge n. 720 del 1984 (Tesoreria Unica). Dal 1999 la Banca d'Italia svolge anche il servizio di Tesoreria centrale. Con la legge n. 104/1991, la durata della convenzione per il servizio di Tesoreria è stata innalzata da dieci a venti anni ed è stato introdotto il tacito rinnovo. La Banca d'Italia, ai sensi dell'articolo 604 e seguenti del Regolamento di contabilità generale dello Stato, fornisce al Ministero dell'economia e delle finanze rendiconti giornalieri e mensili sull'attività della tesoreria statale, essenziali per l'elaborazione dei documenti fondamentali della finanza pubblica. L'Istituto rende inoltre il conto giudiziale della propria gestione alla Corte dei conti. In base alla convenzione di tesoreria, la Banca invia ogni giorno al Ministero dell'economia una situazione riassuntiva di cassa che contiene i movimenti del conto disponibilità del Tesoro del giorno precedente, aggregati per categorie significative per l'analisi del fabbisogno del settore statale;
la Banca d'Italia detiene e gestisce le riserve ufficiali del Paese e un portafoglio di altri investimenti. L'ordinamento assegna la proprietà delle riserve ufficiali del Paese alla Banca d'Italia; in base all'articolo 105.2 del Trattato sull'Unione europea, le medesime costituiscono parte integrante delle riserve dell'Eurosistema, congiuntamente alle riserve di proprietà della Banca centrale europea (BCE). La Banca d'Italia investe le proprie riserve sui mercati internazionali sia direttamente sia avvalendosi dell'Ufficio italiano dei cambi, in qualità di ente strumentale. La Banca, inoltre, gestisce una quota delle riserve conferite alla Banca centrale europea all'avvio dell'Unione monetaria. Le banche centrali dell'Eurosistema amministrano tali riserve sulla base di criteri e obiettivi
stabiliti dal Consiglio direttivo della BCE. Dalla terza fase dell'Unione monetaria europea le riserve della BCE, responsabile dell'attuazione della politica del cambio, vengono detenute per eventuali interventi sul mercato dei cambi;
ai sensi dell'articolo 5 del Testo unico bancario e dell'articolo 5 del Testo unico sulla finanza, i poteri di vigilanza nei confronti delle banche, dei gruppi bancari e degli intermediari finanziari (società finanziarie, di gestione del risparmio e di intermediazione mobiliare) sono esercitati dalla Banca d'Italia avendo riguardo alla sana e prudente gestione dei soggetti vigilati, alla stabilità complessiva, all'efficienza e alla competitività del sistema finanziario, all'osservanza della normativa in materia creditizia e finanziaria. La legge prevede inoltre che l'attività di vigilanza si svolga in armonia con le disposizioni comunitarie. La Banca d'Italia dispone di autonoma capacità normativa, esercita i controlli sugli intermediari, dispone di poteri di intervento e sanzionatori. All'Istituto sono inoltre affidati compiti normativi e di controllo in materia di trasparenza delle operazioni bancarie. L'azione si articola in controlli di tipo documentale - basati sulla raccolta, l'elaborazione e l'analisi sistematica di un complesso di informazioni di natura statistico-contabile e amministrativa - e controlli ispettivi presso gli intermediari, diretti a verificare qualità e correttezza dei dati trasmessi e ad approfondire la conoscenza di aspetti organizzativi e gestionali. Momento centrale del processo di controllo è l'esame annuale della complessiva situazione del soggetto vigilato, al quale concorrono le verifiche e gli approfondimenti compiuti nel periodo di riferimento nell'ambito dell'analisi documentale nonché le informazioni eventualmente acquisite localmente ed in sede ispettiva;
l'articolo 146 del TUB riconosce alla Banca d'Italia un ruolo di promozione del regolare funzionamento del sistema dei pagamenti nonché il potere di emanare disposizioni per assicurare sistemi di compensazione e di pagamento efficienti e affidabili. L'ambito di applicazione riguarda i sistemi di compensazione e regolamento, le infrastrutture, gli strumenti e i servizi di pagamento;
le prerogative e il mandato della Sorveglianza trovano riconoscimento in ulteriori disposizioni normative che ne specificano e ne arricchiscono il raggio di azione;
l'articolazione territoriale della Banca d'Italia consta di 97 Filiali, di cui 14 Sedi e 83 Succursali; l'Istituto è presente con filiali in 95 dei 110 capoluoghi di provincia. Le Filiali svolgono compiti in materia di vigilanza creditizia e finanziaria, attività di gestione del Servizio di Tesoreria dello Stato, operazioni connesse con l'ordinato andamento della circolazione monetaria e analisi dei fenomeni economici e finanziari nei mercati locali e di addestramento del proprio personale;
la Banca d'Italia svolge importanti compiti di consulenza sia livello nazionale ed europea ma soprattutto in ambito locale con i diversi enti locali (Comuni, Province, Prefetture);
le Prefetture si avvalgono della consulenza della rete periferica delle Filiali sulla problematica dei tassi usurai;
alcuni Prefetti, Presidenti di Regione e Sindaci hanno scritto direttamente al Governatore Draghi esprimendo la loro preoccupazione per l'eventuale chiusura delle Filiali della Banca d'Italia nelle loro province;
l'articolo 21 della legge n. 262/2005 (cosiddetta legge sulla Riforma sul Risparmio) prevede un obbligo di reciproca collaborazione con altre Authority come la CONSOB e l'Autorità garante della concorrenza e del mercato;
la CONSOB non è dotata della medesima struttura periferica della Banca d'Italia;
all'Autorità garante della concorrenza e del mercato, la quale non è dotata di una struttura periferica, compete ora ai
sensi della legge 262/2005 la funzione della concorrenza prima svolta dalla Banca d'Italia;
il Risparmio è tutelato dalla Costituzione della Repubblica;
in relazione ad un disegno di legge di proposta governativa sono in via di soppressione l'ISVAP e la COVIP, le cui competenze andrebbero a ricadere sulla Banca d'Italia;
con il decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 2006 è stato approvato il nuovo Statuto della Banca d'Italia;
al 31 dicembre 2006 il personale dipendente della Banca d'Italia era di circa 7.400 addetti, contro circa 13.700 della Banque de France e i 12.700 della Bundesbank;
in certe altre Banca Centrali Nazionali (Spagna e Germania), non esiste la funzione di vigilanza sul sistema bancario e finanziario espletata dalla Banca d'Italia;
ai sensi dello Statuto della BCE, le BCN (e quindi anche la Banca d'Italia) hanno autonomia organizzativa interna;
i dipendenti della Banca d'Italia sono regolati da un rapporto di pubblico impiego e l'autonomia della Banca d'Italia è riconosciuta dalla legge in particolare dall'articolo 3, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 -:
di quali elementi disponga in ordine alla questione rappresentata in premessa e in particolare se sia a conoscenza della posizione delle parti sociali in ordine al progetto di riorganizzazione del Governatore Draghi;
se, ferma restando l'autonomia organizzativa della Banca d'Italia, il Governo non ritenga che la chiusura delle filiali sia in contrasto con l'esigenza di avere in ogni provincia un presidio economico, un controllo e monitoraggio dell'andamento della circolazione monetaria e un'efficiente ed efficace analisi dei fenomeni finanziari e locali e in particolare come il Governo intenda conciliare il servizio di Tesoreria provinciale dello Stato con la chiusura a livello periferico delle filiali della Banca d'Italia;
come il Governo ritenga si possa conciliare la collaborazione tra le varie Autorità, così come prevista dalla legge n. 262 del 2005, in particolare per quanto riguarda la «trasparenza» la quale notoriamente è da verificare sul territorio;
come il Governo valuti la riorganizzazione proposta dal Governatore Draghi con le nuove ed importantissime attribuzioni che verranno assegnate alla Banca d'Italia in caso di conversione del disegno di legge di iniziativa governativa sulla riforma delle Autorità (antiriciclaggio, vigilanza sui fondi pensione e sulle assicurazioni).
(4-02776)
SAMPERI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'Agenzia delle Entrate di Caltagirone da qualche settimana registra un notevole disservizio nei confronti degli utenti, siano essi semplici cittadini che intermediari accreditati;
il territorio di competenza dell'Agenzia è formato da 13 comuni: Caltagirone, Castel di Judica, Grammichele, Licodia Eubea, Mazzarrone, Mineo, Mirabella Imbaccari, Palagonia, Raddusa, Ramacca, San Cono, San Michele di Ganzaria e Vizzini;
l'accesso al front-office prevede una prenotazione telematica per gli intermediari che consente nell'arco di 5 o 6 giorni di poter essere ricevuti, mentre i contribuenti recandosi allo sportello negli orari di ricevimento sono costretti a sottostare ad un triplice passaggio:
1) inserimento cronologico di arrivo del proprio nominativo su una lista cartacea;
2) successiva chiamata per smistamento tramite prenotazione al checkpoint del servizio richiesto;
3) attesa con lo «smistacoda» sui singoli sportelli di riferimento e non è assolutamente inusuale che giungendo l'orario di chiusura il contribuente si veda costretto a ritornare il giorno successivo;
nella settimana tra il 12 e il 16 febbraio 2007 sono stati unilateralmente disdetti tutti gli appuntamenti prenotati e ogni intermediario accreditato e/o contribuente è stato invitato a «riprendere l'appuntamento con data successiva all'11 marzo 2007» -:
quali iniziative il Governo intenda adottare per risolvere la notevole mole di lavoro che l'Ufficio non è più in grado di affrontare, pena la sospensione del ricevimento del pubblico non previsto da alcuna normativa o regolamentazione in materia e che non semplifica alcun procedimento;
se ritenga opportuno che il contribuente che si vede notificata una cartella esattoriale o altro atto simile sia costretto a «soccombere» ed a pagare (temendo ripercussioni sulla sfera personale quale blocco patrimoniale eccetera) perché paradossalmente gli è negato anche il semplice diritto all'informazione relativa all'imposta o all'atto contestato, quel diritto al chiarimento che ogni ufficio in front office è chiamato a dare.
(4-02780)