Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 100 del 30/1/2007
...
DIFESA
Interrogazioni a risposta immediata:
OLIVA, LO MONTE, NERI, RAO e REINA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
l'esercito italiano è formato nella stragrande maggioranza dei quadri da personale proveniente dalle regioni meridionali;
la Sicilia è, tra le regioni, quella che più contribuisce a garantire il gettito di risorse umane necessarie al funzionamento di un'organizzazione strutturata esclusivamente su base volontaria;
dal punto di vista dello sviluppo territoriale, l'attuale dislocazione delle forze armate penalizza la Sicilia, allontanando sistematicamente i giovani dalle comunità locali e determinando una produzione di ricchezza in favore di altre realtà nazionali, a volte già molto sviluppate;
un diverso approccio, invece, comporterebbe indubbiamente risveglio economico per l'afflusso di denaro contante proveniente dagli emolumenti delle reclute e dei quadri permanenti, incremento turistico della zona per la presenza di amici e parenti dei militari in occasione della manifestazione del giuramento delle reclute, possibilità di impiegare il personale militare in attività di controllo del territorio e delle coste, con evidenti economie di spesa ed efficienza nei servizi, data la presenza in loco dei reparti;
insediare o meglio riattivare una delle tante strutture presenti nel territorio ed idonee ad ospitare un reparto addestramento volontari creerebbe indubbiamente sviluppo in un territorio già più volte penalizzato;
dal punto di vista squisitamente militare non dovrebbero sorgere veti, in quanto si tratta di caserme scuola e non di reparti prettamente operativi;
l'incremento di reparti scuola dislocati sull'isola diventerebbe - esso stesso - strumento significativamente efficace di una moderna «strategia della comunicazione», in quanto idoneo a lanciare un messaggio più convincente rispetto all'approccio tradizionale;
non è da sottovalutare l'indiscussa valenza etica di una previsione che, a giudizio degli interroganti, sembra ampiamente meritato, quando si considera che la Sicilia, nell'anno 2005, si colloca a livello nazionale al secondo posto (dopo la Campania) per il suo contributo in «volontari in ferma prefissata di un anno» (vfp 1), con ben 17.389 arruolati. Mantiene una posizione di rilievo, quando si passa alla categoria «volontari in servizio permanente» (vsp), terzo posto dopo la Campania e la Puglia, con ben 2.863 volontari. Tale posizione si conserva quando si passa alla categoria di «volontari in ferma breve» (vfb), con ben 3.757 volontari dopo la Campania e la Puglia;
non si può sottacere che, a fronte di un così cospicuo contributo, la ricaduta in termini di presenza nell'isola delle sopra menzionate categorie di militari si riduce a poche centinaia di unità. Una discrepanza - questa - che non sembra trovare giustificazione di sorta in motivazioni di ordine geopolitico e, conseguentemente, di orientamento di prevedibile impiego, quando si passano in rassegna i nuovi rischi e le nuove minacce. Sembra logico pensare, infatti, che il centro di gravitazione dell'interesse strategico, per fini di stabilità e di pace, debba essere orientato diversamente rispetto al passato, con un deciso spostamento verso Sud. Da qui l'importanza indiscutibile della Sicilia e la conseguente positiva incidenza di una più rispondente dislocazione delle forze;
né è potuto avvenire un confronto con i quadri della difesa, in quanto il Ministro interrogato non ha mai, sino ad oggi, riferito sull'argomento nelle competenti commissioni parlamentari, così come previsto dall'articolo 3, comma 3, del decreto legislativo n. 464 del 1997 -:
quale sia lo stato di attuazione della riforma strutturale delle forze armate, prevista dal decreto legislativo n. 464 del 1997, e quali provvedimenti il Ministro interrogato abbia intenzione di assumere al fine di una possibile riapertura di reparti di addestramento reclute in strutture già presenti nel territorio siciliano.
(3-00571)
ZANELLA e DE ZULUETA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il Ministro interrogato, durante l'informativa urgente alla Camera dei deputati
del 30 gennaio 2007 sull'allargamento della base Usa di Vicenza, ha affermato che l'amministrazione americana aveva «aspettative consolidate», basate sulla «disponibilità manifestata dal precedente Governo», anche se «in assenza di impegni concretamente formalizzati»;
il precedente Ministro della difesa, onorevole Antonio Martino, all'agenzia il Velino del 24 gennaio 2007 delle ore 12,20, ha dichiarato che: «Tutto quello che noi avevamo fatto alla fine del 2005 era di autorizzare lo studio di fattibilità, cosa che è stata fatta. Alla fine dello studio, costato 10 milioni di dollari, gli americani hanno chiesto al Governo, che nel frattempo era diventato il Governo Prodi, se potevano andare avanti»;
sempre secondo quanto riferito dal Ministro interrogato, durante l'informativa urgente alla Camera dei deputati, il sì del Governo della base Usa di Vicenza è «in coerenza con la linea di politica estera e di difesa» circa la presenza americana nell'area ed «ha tenuto conto dei deliberati degli enti locali»;
nel programma dell'Unione si fa riferimento alla necessità di una ridefinizione delle servitù militari, coinvolgendo le popolazioni locali;
appena appreso delle intenzioni di ampliare la base militare, i cittadini di Vicenza si sono subito mobilitati, creando 6 comitati, scendendo più volte in piazza e raccogliendo oltre 10.000 firme contro la nuova base; in un recente sondaggio risulta che tra gli abitanti di Vicenza il 61 per cento è contrario al nuovo insediamento, mentre la percentuale sale al 65 per cento tra gli abitanti del comune di Coldogno; sempre secondo lo stesso sondaggio l'84 per cento sarebbe favorevole ad un referendum;
le maggiori preoccupazioni della cittadinanza sono legate:
a) all'impatto urbano ed ambientale: infatti saranno costruiti 600.000 metri cubi edificati in diverse zone di verde e sopra importanti falde acquifere, che sono utilizzate da diverse città della zona;
b) all'impatto sociale, con ulteriori 2000 soldati e le loro rispettive famiglie;
c) al rischio sicurezza, in quanto la città diventerebbe un possibile bersaglio terroristico;
d) alla militarizzazione della città;
sono 1.300 i metri che separano l'area dell'aeroporto Dal Molin da Piazza dei Signori e dalla Basilica Palladiana, che insieme al centro storico e alle ville palladiane sono tutelate dall'Unesco come patrimonio dell'umanità -:
con quale strumento il Governo abbia dato la disponibilità agli Stati Uniti d'America per l'ampliamento della base militare di Vicenza e se non ritenga opportuno sospendere tale decisione in attesa della realizzazione della conferenza nazionale sulle servitù militari, prevista nel programma dell'Unione, che chiarisca gli obiettivi della nostra politica estera e, di conseguenza, la presenza delle servitù militari nel nostro Paese, coinvolgendo anche le popolazioni locali.
(3-00572)