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Allegato B
Seduta n. 118 del 2/3/2007
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PUBBLICA ISTRUZIONE
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della pubblica istruzione, il Ministro dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
la facoltà di medicina e chirurgia di Bologna da diversi mesi è al centro di un'inchiesta aperta dalla Procura che vede indagati tra gli altri il capo del dipartimento di medicina interna e gastroenterologia del Policlinico Sant'Orsola di Bologna, la preside di facoltà nonché il Rettore stesso sentito come persona informata dei fatti;
l'inchiesta ha per oggetto la sperimentazione di farmaci, i rapporti tra medici e industria farmaceutica, le donazioni fatte da quest'ultime ed associazioni di ricerca, la distrazione di danaro pubblico da parte di medici per esigenze personali, nonché il filone dei concorsi;
in merito a quest'ultimo aspetto, sono emerse sulla stampa dichiarazioni relative
al fatto che i concorsi della facoltà di medicina di Bologna e di altre Università italiane sarebbero condizionati da logiche anomale senza tenere conto dei criteri stabiliti dalla legge, talché in una recente riunione del consiglio di facoltà è stato fatto esplicito riferimento alla normale «anomalia» dei concorsi irregolari per tutelare amici e collaboratori di questo o quel docente segnalati da alcuni vertici istituzionali locali; in particolare rilevano che due docenti bolognesi sono stati coinvolti in gravissimi fatti con risvolti penali per essere l'uno l'autore di minacce concernenti la vita dei familiari dei tre commissari di un concorso allo scopo di fare pressione su un posto di associato e che la querelle che li riguarda si trascina quotidianamente sui media con evidenti ripercussioni sul prestigio dell'Ateneo;
di fronte al precedente atteggiamento del Governo di inspiegabile silenzio, gli interpellanti ribadiscono la necessità dell'intervento da parte del Ministro competente per fare luce e chiarire una situazione che sta minando la serietà e la notorietà del nosocomio bolognese, fiore all'occhiello dell'Università italiana dove anomale pressioni politiche (in riferimento ai dipartimenti misti, Università - realtà ospedaliere previsti dalla Legge Bindi) si aggiungono a fatti malavitosi che disonorano il policlinico e determinano situazioni di estremo disagio per i molti onesti operatori medici e paramedici che prestano servizio all'interno dello stesso;
risulta peraltro incomprensibile l'atteggiamento dimostrato finora dagli organi preposti al controllo (Rettore compreso) che non hanno voluto attivare una serie di indagini interne al fine di verificare la reale situazione dell'Università di Bologna ed in particolare la facoltà di medicina e chirurgia; si fa presente che il responsabile di medicina interna e gastroenterologia nonostante precise responsabilità pregresse ammesse è ancora al suo posto ed è stato nominato dal Rettore responsabile della facoltà per i rapporti con l'Università e la Preside mantiene la propria responsabilità di coordinamento nonostante i gravi fatti che coinvolgono la sua facoltà e la palese sfiducia di gran parte del corpo docente (l'ultimo consiglio di facoltà è stato sospeso per mancanza del numero legale); risulta inoltre agli interpellanti che altri concorsi siano stati «pilotati» e che i relativi verbali siano in possesso dell'autorità giudiziaria;
rilevano infine i sottoscritti interpellanti che sulla base di quanto sopra ci sono gli estremi per la costituzione di parte civile nei confronti dell'Università di Bologna da parte del ministero competente, cosa già accaduta per l'Università di Bari e dichiarata possibile dal Ministro Mussi nell'audizione presso la commissione cultura il 4 luglio 2006 in risposta ad una esplicita richiesta dell'on. Garagnani -:
se in virtù dei poteri tuttora riconosciuti al Ministero dell'Università da ultimo in virtù del decreto legislativo n. 300 del 1999 non intenda procedere velocemente ad un'ispezione che faccia luce su quanto sopra descritto anche in previsione dell'eventuale applicazione dell'articolo 88 del regio decreto 31 agosto 1933 n. 1592 anziché valutare il «da farsi solo una volta noti i capi di imputazione» come è stato ribadito in aula dal rappresentante del Governo il 13 febbraio 2007 in risposta all'interpellanza n. 2/00076.
(2-00394)«Garagnani, Raisi».