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Allegato B
Seduta n. 132 del 22/3/2007
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ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanze urgenti (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, il
Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
con delibera 20 dicembre 2004, n. 84 (Gazzetta Ufficiale n. 86/2005), il ministero delle attività produttive oggi Ministero dello sviluppo economico è stato autorizzato alla stipula del contratto di programma con le società: Sviluppo Italia Turismo S.p.A., Terme di Santa Cesarea S.p.A., Torre d'Otranto S.p.A., S.A.P.O. S.p.A. e Costa di Sibari S.p.A., per la realizzazione di poli turistici integrati in Sicilia (Sciacca-Agrigento), Calabria (Simeri Crichi-Catanzaro, Gizzeria-Catanzaro e Sibari-Catanzaro) e Puglia (Otranto-Lecce), aree ricadenti nell'Obiettivo 1, coperte da deroga dell'articolo 87.3.a) del Trattato C.E.;
il piano di investimenti originario prevedeva investimenti per 319.266.000 euro, agevolazioni finanziarie pari a 141.151.470 euro (di cui 74.534.500 euro a carico dello Stato, 7.507.630 euro carico della regione Siciliana, 40.000.000 euro a carico della regione Calabria e 19.109.340 euro a carico della regione Puglia) e nuova occupazione diretta pari a 1.449 U.L.A.;
con nota del 23 gennaio 2006, il ministero delle attività produttive ha sottoposto al CIPE la proposta di rettifica dei dati occupazionali e dell'ubicazione di alcune delle iniziative indicata nella citata delibera n. 84/2004;
in data 22 marzo 2006 il ministero delle attività produttive, oggi ministero per lo sviluppo economico, veniva autorizzato dal CIPE a accettare le modifiche proposte da Sviluppo Italia Turismo per la riduzione del piano di investimenti originario, la redistribuzione geografica delle risorse pubbliche impegnate e dell'occupazione totale prevista limitata a 1.203 U.L.A. (unità lavorative annue);
secondo quanto affermato da Sviluppo Italia Turismo e dalla sua controllante Sviluppo Italia la riduzione richiesta e poi concessa si rendeva necessaria sia per il rapido avvio degli investimenti proposti, rimuovendo quelle parti di programma previste lì dove maggiori erano le difficoltà di ordine amministrativo ed imprenditoriale, sia per riadeguare il volume degli investimenti alle prospettive di crescita del mercato nelle aree interessate dichiarate sempre da Sviluppo Italia Turismo e dai suoi Soci Privati;
ad oggi, ad ormai quattro anni di distanza dalla prima proposta, Sviluppo Italia Turismo non ha ancora avviato il programma di investimenti sul quale lo Stato ha impegnato e mantiene immobilizzate cospicue risorse;
nonostante i radicali cambiamenti imposti per legge dal Governo al vertice della Capogruppo per effetto - secondo quanto affermato dallo stesso Presidente del Consiglio dei ministri - dell'inefficacia dell'azione di Sviluppo Italia, nulla risulta essere ancora efficacemente disposto per i vertici delle partecipate con particolare riferimento a Società come Sviluppo Italia Turismo o Italia Navigando dove più di altre sono immobilizzati importanti progetti di sviluppo e cospicue risorse finanziarle pubbliche;
si ha ragione di dubitare, in forza di alcuni elementi che scaturirebbero da elaborazioni diffuse sul territorio, che vi sia una nuova progettazione di Sviluppo Italia Turismo;
di dette finalità il vertice di Sviluppo Italia Turismo e la direzione operativa di Sviluppo Italia che coordina il programma sembrerebbero essere consapevoli e non si sarebbe attivata nessuna verifica della coerenza tra le nuove ipotesi progettuali e a specificità del Contratto di Programma oggetto delle diverse delibere CIPE;
la diretta conseguenza di tali atteggiamenti è l'immobilizzo delle risorse finanziarie stanziate dal CIPE a danno delle aree interessate e dei programmi di sviluppo già deliberati;
la strategia attuata da Sviluppo Italia Turismo, alla luce dei continui rinvii nei programmi e della progressiva riduzione degli interventi nelle aree che più di tutte
sono interessate da fenomeni di deficit di crescita come quelle Calabresi, sembrerebbe secondo gli interpellanti configurarsi come specificamente pensata per spostare risorse pubbliche verso attività di per sé già pienamente redditizie e quindi prive dei requisiti per essere ammesse a beneficiare del sostegno pubblico;
il suo Management e la Controllante Sviluppo Italia sarebbero pienamente consapevoli del metodo e delle finalità che realmente intendono raggiungere proponendo programmi di sviluppo che di volta in volta vengono non avviati e poi puntualmente ridimensionati;
in base all'importanza che anche il Governo attribuisce allo sviluppo del settore turistico ed ai dati noti sulle positive ed esponenziali tendenze di crescita del settore sembrano essere completamente destituite di ogni fondamento le proiezioni economiche presentate dal vertice della Società di Stato per giustificare i continui rinvii e le revisioni del piano di sviluppo;
sembrerebbero esserci inadempimenti immotivati da parte dello stesso management, tali da rendere impossibile agli Organismi Amministrativi Territoriali preposti il rilascio delle necessarie autorizzazioni amministrative, ancorché conclamate dagli stessi vertici al momento della presentazione delle domande di contributo -:
quali urgenti provvedimenti il Governo intenda assumere per verificare se il Governo sia pienamente informato delle attività svolte dai suoi Uffici periferici locali e se abbia fornito in tal senso le necessarie informazioni agli Uffici Regionali competenti in materia per l'avvio del piano di investimenti di cui alle agevolazioni concesse, valutando se non si ravvisino all'interno dei fatti descritti elementi che giustifichino l'apertura nelle sedi opportune di approfondite verifiche sull'attività di Sviluppo Italia Turismo e degli altri soggetti responsabili dei ritardi e delle possibili incoerenze tra revisione dei piano di investimenti ed il mantenimento della contribuzione pubblica.
(2-00433)
«Galati, Adolfo, Ciro Alfano, Barbieri, Bosi, Capitanio Santolini, Compagnon, D'Agrò, D'Alia, De Laurentiis, Delfino, Drago, Forlani, Formisano, Galletti, Greco, Lucchese, Marcazzan, Martinello, Mazzoni, Mele, Mereu, Peretti, Romano, Ronconi, Ruvolo, Tassone, Tucci, Zinzi, Volontè, Giovanardi, Oppi, Tabacci, Vietti, Osvaldo Napoli, Paolo Russo».
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
in data 16-17 marzo i media hanno diffuso l'appello delle gerarchie ecclesiastiche contenuto nella dichiarazione conclusiva dell'assemblea generale della Pontificia accademia per la vita (PAV), reso pubblico dal relativo presidente Elio Sgreccia. In tali dichiarazioni si invita al «doveroso esercizio» di una «coraggiosa obiezione di coscienza i medici, infermieri, farmacisti e personale amministrativo, giudici e parlamentari, ed altre figure professionali direttamente coinvolte nella tutela della vita umana individuale, laddove le norme legislative prevedessero azione che la mettono in pericolo». Tale doverosa mobilitazione si renderebbe necessaria perché, ad avviso della Santa Sede, «la coordinata che mette alla prova la coscienza cristiana è costituita, oltre a quella culturale, dalle norme giuridiche vigenti, sia quelle codificate sia quelle definite dai tribunali e dalle sentenze dei tribunali, che in misura crescente e sotto una forte pressione di gruppi coalizzati e influenti, stanno aprendo la breccia rovinosa delle depenalizzazioni: si prevedono eccezioni al diritto individuale alla vita...»;
tali pubbliche dichiarazioni potrebbero integrare il reato previsto e punito dal codice penale all'articolo 414 in quanto istigazione alla commissione di
uno o più reati e in particolare a quello previsto e punito dall'articolo 328 del codice penale (rifiuto e omissione d'atti d'ufficio). L'istigazione pare tanto più grave quanto è rivolta ad una categoria di pubblici ufficiali e funzionari quali i magistrati, soggetti per il dettato dell'articolo 101 della Costituzione esclusivamente alla legge. La Corte costituzionale ha chiarito in più occasioni che l'obiezione di coscienza dei giudici è in netto contrasto con la tutela dell'ordine giuridico. Pare evidente che una disobbedienza civile degli organi dello Stato deputati proprio a far rispettare quella legge a cui disobbediscono, si tradurrebbe nella morte dello Stato di diritto e della legalità;
invitare i magistrati a disapplicare la legge italiana quando in contrasto con i principi della fede cattolica così come affermata dallo Stato del Vaticano costituisce una violazione del Concordato lateranense fra la Repubblica italiana e la Chiesa cattolica (legge 20 marzo 1985, n. 121), ed in particolare del suo primo articolo: «La Repubblica italiana e la Santa Sede riaffermano che lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani, impegnandosi al pieno rispetto di tale principio nei loro rapporti ed alla reciproca collaborazione per la promozione dell'uomo e il bene del Paese». Con tali esortazioni, lo Stato del Vaticano non ha semplicemente espresso una opinione su norme che non condivide (cosa assolutamente legittima), ma si è adoperata affinché la legge - e quindi l'«ordine» - della Repubblica italiana fosse trasgredita. Tutt'altro che un esempio di quel «pieno rispetto» per l'ordine, l'indipendenza e la sovranità dell'Italia previsto dal Concordato;
tali dichiarazioni costituirebbero, anche in assenza di un patto concordatario, una grave offesa alla sovranità dello Stato italiano. Se ad invitare i magistrati a non applicare la legge fosse stato un qualsivoglia altro Paese, si sarebbe immediatamente aperta una grave e duratura crisi diplomatica -:
se, a fronte di quella che si palesa come una chiara ed evidente violazione del Concordato, il Governo italiano non ritenga di poter ravvisare in essa gli estremi per un sostanziale superamento del Concordato stesso in riaffermazione di una piena indipendenza e sovranità della Repubblica italiana.
(2-00434)
«Poretti, Villetti, Beltrandi, Capezzone, D'Elia, Mellano, Turco».
Interrogazioni a risposta scritta:
GERMANÀ. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
l'attraversamento stabile dello Stretto di Messina non viene considerato dall'attuale Governo tra le opere prioritarie;
ad oggi non conosciamo quali siano le opere prioritarie per l'attuale Governo e quali finanziamenti sono stati destinati ad esse;
la città di Messina e l'attuale Sindaco sono in attesa di poteri speciali e relativi finanziamenti a tutt'oggi solo promessi;
il Presidente della Provincia di Messina ha fatto predisporre uno studio di fattibilità per un aeroporto che possa servire circa 1.200.000 abitanti che rimangono mal collegati al resto d'Italia -:
quali risposte concrete intenda dare l'attuale Governo ed entro quali date, indicando preferibilmente le opere prioritarie e le date entro le quali saranno finanziate.
(4-03029)
AMORUSO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
nella riunione con le parti sociali convocata sui temi del welfare a Palazzo Chigi e svoltasi il 19 marzo 2007 hanno partecipato, da parte sindacale, i segretari generali di CGIL, CISL e UIL, mentre la UGL non è stata invitata;
già in gennaio l'UGL era stata esclusa, tanto da spingere i suoi vertici ad affermare che con l'attuale Governo le relazioni sindacali sono tornate al vecchio e infelice modello «Governo-triplice»;
il segretario generale della UGL, Renata Polverini, ha dichiarato: «Purtroppo siamo abituati al modo di procedere di Prodi... non possiamo non sottolineare che il Governo continua a commettere gli stessi errori escludendo dal tavolo dei sindacati una forza come la nostra, radicata nel Paese» (confronta Il Tempo, 20 marzo 2007) -:
qual è il motivo dell'esclusione della UGL, un sindacato che rappresenta in tutto due milioni di iscritti (tanti quanti la UIL), dal tavolo di concertazione sul welfare;
quale sia la sua posizione sulle specifiche dichiarazioni del segretario generale Polverini riportate in premessa.
(4-03038)