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Allegato B
Seduta n. 133 del 23/3/2007
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ECONOMIA E FINANZE
Interrogazioni a risposta scritta:
MURA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'organizzazione periferica della Banca d'Italia è formata da 97 filiali presenti presso 95 città capoluoghi di Provincia;
le filiali dell'istituto svolgono una pluralità di funzioni connesse con il servizio di tesoreria dello Stato, l'andamento della circolazione monetaria, l'analisi dei fenomeni economici e finanziari locali, l'assolvimento dei compiti in materia di vigilanza finanziaria e creditizia e la supervisione sul sistema dei pagamenti. Funzioni che si traducono in un servizio di estrema utilità per i cittadini;
le filiali della Banca d'Italia svolgono il servizio di tesoreria provinciale dello Stato e a tal fine presso tali sedi sono costituite le sezioni di tesoreria provinciale dello Stato che curano le operazioni di incasso e pagamento disposte dalle Amministrazioni dello Stato;
le filiali dell'istituto garantiscono la regolarità della circolazione monetaria provvedendo alla distribuzione ed immissione nel sistema delle banconote e delle monete, nonché al ritiro e alla distruzione delle banconote deteriorate;
il Direttorio della Banca d'Italia sta valutando l'ipotesi di procedere ad una
riorganizzazione della struttura periferica dell'Istituto, che comporterebbe la chiusura di 59 filiali ubicate in altrettante città capoluoghi di Provincia ed il mantenimento delle sole filiali presenti nei capoluoghi di regione, oltre a quello di alcune filiali deputate ad assolvere compiti specialistici;
nei confronti di tale progetto di riorganizzazione ha espresso perplessità e preoccupazione l'Unione delle Province Italiane (UPI), sostenendo in una lettera inviata al Governatore Mario Draghi il 5 marzo 2007, che la chiusura delle filiali provinciali avrà pesanti ripercussioni sul sistema delle imprese, e comporterà una ulteriore complicazione alla vita delle imprese stesse e, quindi, un ulteriore ostacolo allo sviluppo economico. Senza considerare i problemi che deriveranno dalla necessaria riallocazione del personale delle filiali nelle nuove sedi;
la considerevole riduzione delle filiali periferie della Banca d'Italia produrrà un aggravio di costi e disagi per l'utenza che verrebbe privata dei servizi erogati prontamente ed in forma gratuita dalle stesse filiali;
simili preoccupazioni sono state espresse dalle maggiori organizzazioni sindacali del settore bancario come la FISAC CGIL, UILCA UIL, FIBA CISL e FALBI -:
se il Ministro non reputi opportuno, nell'ambito delle proprie competenze e nel rispetto dell'autonomia decisionale della Banca d'Italia, intervenire, anche favorendo il dialogo con le rappresentanze sindacali, per evitare che la riorganizzazione della struttura periferica della Banca d'Italia abbia ripercussioni negative sull'economia dei territori provinciali interessati e sugli utenti.
(4-03055)
ROTONDO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
è in discussione una riforma dell'organizzazione interna della Banca d'Italia;
in particolare per quanto riguarda le filiali, tale riorganizzazione prevede il superamento dell'attuale assetto uniforme su tutto il territorio nazionale e la sua sostituzione con un modello regionale, caratterizzato da filiali differenziate nella struttura e nella operatività;
nel caso della Sicilia, questo rischia di tradursi nella chiusura di sette delle nove filiali oggi operanti, con la concentrazione a Palermo e a Catania di tutte le attività;
contrariamente a quanto si sostiene nel piano di riorganizzazione, un tale assetto non sembra tradursi in «una valorizzazione della presenza nel territorio», né tanto meno «nello sviluppo e arricchimento dei compiti svolti»;
in una realtà complessa come quella siciliana, il rafforzamento dell'attività di vigilanza sugli intermediari finanziari vecchi e nuovi è cruciale non solo per irrobustire i mercati, ma anche per contrastare i tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata;
analoga esigenza si pone per l'attività di ricerca economica, considerata la cronica debolezza delle altre strutture che operano in Sicilia in questo campo;
senza una presenza diffusa sul territorio, la Banca d'Italia difficilmente potrà assolvere ai nuovi compiti che la legge n. 262 del 2005 le attribuisce in materia di trasparenza dei prodotti finanziari e assicurativi (articolo 21) e di risoluzione extragiudiziale delle controversie fra intermediari finanziari e loro clienti (articolo 29);
più in generale la Sicilia (ma il discorso vale anche per le altre regioni meridionali) non può fare a meno, date le sue caratteristiche socio-economiche, della presenza autorevole, capillare e impegnata di un'istituzione come la Banca d'Italia -:
se il Ministro non reputi opportuno, nell'ambito delle proprie competenze e nel rispetto dell'autonomia decisionale della Banca d'Italia, intervenire, anche favorendo
il dialogo con le rappresentanze sindacali, per evitare che la riorganizzazione delle struttura periferica della Banca d'Italia abbia ripercussioni negative sull'economia dei territori provinciali interessati e sugli utenti.
(4-03064)