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Allegato B
Seduta n. 133 del 23/3/2007
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PUBBLICA ISTRUZIONE
Interrogazione a risposta scritta:
RAITI e EVANGELISTI. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
agli interroganti è stata fatta pervenire chiara documentazione dalla quale si evince una ferma e decisa contrarietà da parte dell'intero corpo docenti, del dirigente scolastico, degli studenti e dei sindacati al processo di statalizzazione della scuola ITI-ITIPA «L. da Vinci» Firenze che l'Amministrazione Comunale intende avviare;
dalla documentazione si evince come le giustificazioni addotte in sede consiliare non tengano conto della realtà storica e di fatto dell'Istituto, che nacque nei primi anni del novecento dall'iniziativa del Comune di Firenze e di alcuni illuminati fiorentini quando ancora non esistevano Istituti Tecnici statali in Italia e che attualmente è indissolubilmente legato al tessuto connettivo della città;
si rileva come l'Istituto abbia sempre intrattenuto stretti rapporti con le aziende del territorio e come i suoi studenti abbiano, nonostante il periodo di crisi, sempre trovato occupazione nella regione Toscana. I programmi scolastici dell'ITI hanno sempre tenuto conto e valorizzato tale legame con le realtà industriali presenti nel circondario comunale e questa è ulteriore prova di come il passaggio sotto lo Stato farebbe perdere irrimediabilmente alla scuola tale peculiarità, con un costo sicuramente maggiore per il Comune e per Firenze, in termini di futuro sviluppo occupazionale e di formazione professionale;
il Comune ha quindi il dovere di preservare la propria funzione formativa specialistica in favore dei giovani di Firenze e delle aree industriali limitrofe;
gli interroganti esprimono grande preoccupazione per la perdita della qualificazione professionale dell'attuale corpo docente, in considerazione del fatto che il processo di statalizzazione dell'Istituto comporterebbe la perdita della funzione docente per tutti gli insegnanti in servizio;
è evidente che, in forza della necessaria applicazione della legge sulla mobilità, gli insegnanti, in quanto assunti come dipendenti comunali, verrebbero ricollocati all'interno dell'amministrazione di appartenenza, che, non avendo altre scuole superiori in cui far loro espletare mansioni di docenza, non avrebbe altra possibilità che adibirli a funzioni diverse e comunque inferiori a quelle attualmente svolte con conseguente necessaria applicazione del contratto degli altri dipendenti comunali e la relativa perdita della qualifica di insegnanti;
il corpo docente si troverebbe a rivestire mansioni non consone al loro livello di specializzazione professionale e non correlate alle competenze maturate in tanti anni di servizio in veste di insegnanti;
il valore dell'ITI, quale patrimonio storicamente consolidato, è attualmente in condizioni di notevole efficienza;
si aggiunge anche come gli eccessi di spesa non possano essere risolti in assoluto con il trasferimento allo Stato, considerando che su 18 milioni di stanziamenti previsti il 90 per cento sono costituiti dalle spese per il personale. Risulta invece possibile, far sì che le spese e gli oneri di gestione della scuola siano migliorati attraverso una più attenta gestione delle risorse umane e delle esternalizzazioni delle attività;
infine, si evidenzia come sia possibile che la Provincia possa essere chiamata a farsi carico delle esigenze proprie del fabbricato ospitante la scuola, evitandone la statalizzazione e riducendo le spese comunali in tale ambito -:
se il Ministro sia a conoscenza di quanto esposto e, nel rispetto delle diverse competenze, non ritenga di dover intraprendere le opportune iniziative affinché vengano ascoltate le volontà e le esigenze della cittadinanza, anche aprendo un tavolo interistituzionale con Comune, Provincia e Regione, al fine di mantenere la proprietà comunale dell'Istituto.
(4-03059)