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Allegato B
Seduta n. 135 del 27/3/2007
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SALUTE
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
nella circolare del 13 febbraio 2007, intitolata «Assistenza sanitaria ai cittadini provenienti dalla Romania e dalla Bulgaria privi di assistenza sanitaria», il Ministero della salute ha ricordato che la posizione nei confronti del Servizio Sanitario Nazionale dei cittadini rumeni e bulgari a seguito del passaggio al regime comunitario, è disciplinata dai Regolamenti comunitari n. 1408/71 e n. 574/72;
partendo da questa premessa il Ministero della salute informa «che i cittadini rumeni e bulgari che sono già iscritti al Servizio Sanitario Nazionale mantengono il diritto acquisito mentre coloro i quali regolarizzeranno la loro posizione attraverso la richiesta della carta di soggiorno, potranno iscriversi al Servizio Sanitario Nazionale, mentre altri potranno accedere al Servizio Sanitario Nazionale a carico del Paese di origine»;
il Ministero della salute specifica inoltre che sul territorio italiano rimangono tuttavia cittadini rumeni e bulgari (non si conoscono i numeri ma non è azzardato ipotizzare che siano migliaia) i quali momentaneamente, per svariate ragioni,
non sono in grado di regolarizzare la propria posizione assistenziale in Italia o nel Paese di origine e che fino al 31 dicembre 2006 avevano comunque usufruito delle prestazioni urgenti o essenziali così come previsto dall'articolo 35 del decreto legislativo n. 286 del 1998 (testo unico concernente la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero), grazie al rilascio del cosiddetto codice STP (Straniero Temporaneamente Presente). Si tratta di quelle persone che prima dell'entrata nell'Unione Europea di Romania e Bulgaria erano cittadini extracomunitari che si trovavano in una condizione di clandestinità nel territorio italiano;
queste persone, in virtù delle disposizioni del testo unico sull'immigrazione, potevano accedere alle cure di base facendosi rilasciare dalle ASL un tesserino sanitario provvisorio con validità di sei mesi e rinnovabile;
il Ministero della salute - d'accordo con il Ministero dell'interno -, per rispondere alle ASL che chiedevano chiarimenti sui comportamenti da adottare di fronte alle inderogabili domande di assistenza di questi cittadini che avendo acquisito la cittadinanza comunitaria rischiano paradossalmente di perdere la copertura sanitaria, ha stabilito (secondo gli interpellanti in maniera molto opportuna), nella circolare del 13 febbraio 2007, di prorogare l'uso del codice STP per cure urgenti ed essenziali, ancorché continuative, per l'anno in corso, ai cittadini rumeni e bulgari che ne erano in possesso al 31 dicembre 2006 e che attualmente sono ancora privi di altro titolo di accesso al servizio sanitario;
questa opportuna soluzione trova fondamento nell'articolo 1, comma 2, del testo unico sull'immigrazione che assicura l'applicazione delle norme in esso contenute (in questo caso la concessione del codice STP) anche ai cittadini comunitari nel caso in cui tali norme siano ad essi più favorevoli;
purtroppo però la circolare del Ministero della salute omette di considerare, in ordine all'assistenza sanitaria, la posizione di quei cittadini rumeni e bulgari i quali erano clandestini al 31 dicembre 2006, non erano in possesso del codice STP, sono diventati ora cittadini comunitari e quindi non più potenzialmente aventi diritto a tale codice, e non in grado di regolarizzare i loro diritti assistenziali in Italia (i motivi di questa incapacità possono essere svariati: impossibilità di chiedere la carta di soggiorno in Italia, mancata iscrizione al servizio sanitario rumeno, impossibilità di documentare un reddito sufficiente al proprio sostentamento);
il rischio che migliaia di persone, cittadini comunitari, rimangano senza copertura sanitaria in Italia è palese -:
quali urgenti misure si intendano adottare:
a) per garantire che anche ai cittadini comunitari di nazionalità rumena e bulgara che non sono attualmente in grado di regolarizzare la loro posizione nei rapporti con il Servizio Sanitario Nazionale, sia concessa l'assistenza sanitaria per cure urgenti od essenziali;
b) per evitare discriminazioni in ordine alla concessione dell'assistenza sanitaria tra cittadini extracomunitari e cittadini comunitari adottando perciò il principio dell'applicabilità della norma più favorevole previsto dall'articolo 35 del decreto legislativo n. 286 del 1998, testo unico concernente la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, anche ai cittadini comunitari privi al 31 dicembre 2006 del codice STP;
c) per evitare soprattutto discriminazioni tra cittadini comunitari originari dello stesso Paese, cittadini rumeni o bulgari, evitando di adottare nella sfera dei diritti sanitari una logica burocratica che contrasta con lo spirito umanitario della nostra costituzione, dei regolamenti comunitari
di sicurezza sociale e della normativa comunitaria sulla libera circolazione.
(2-00439) «Bucchino, Frias, Gianni Farina, Narducci, Bafile, Fedi, Cinzia Maria Fontana, Razzi, Sperandio, Locatelli, Iacomino, Dioguardi, Guadagno detto Vladimir Luxuria, Caruso, Mungo, Olivieri, Deiana, De Cristofaro, Provera, Smeriglio, Mantovani, Siniscalchi, Franco Russo, Rocchi, Licandro, Ferdinando Benito Pignataro, Sgobio, Soffritti, Cesini, Galante, Pagliarini, Bellillo, Gambescia, Zanotti, Poretti, Buglio, Mellano, Beltrandi, D'Elia, Turco, Lucà, Di Girolamo, De Zulueta, Sanna, Rampi, Pettinari, Lionello Cosentino, Trupia, Aurisicchio, Bellanova, Colasio, Ventura».
Interrogazioni a risposta scritta:
CONTENTO. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
da vario tempo nel Nord Est si registrerebbero casi di aborti clandestini, provocati, a quanto pare, da un farmaco comunemente venduto quale antiulcerante;
il continuo ricorso di queste giovani donne, per lo più straniere, alle strutture ospedaliere per i gravi postumi legati all'errata assunzione di tale farmaco hanno allarmato le categorie di rappresentanza dei farmacisti, i quali sulla stampa locale non hanno esitato a parlare di «canali alternativi e clandestini di approvvigionamento» del principio attivo in questione;
sempre secondo quanto riferito dalla stampa locale, sarebbe addirittura attivo un sito internet dal quale si potrebbe liberamente acquistare il farmaco antiulcerante, poi utilizzato per praticare aborti ben oltre il terzo mese di gravidanza;
alcune inchieste della magistratura del Nord Est relative alla tratta e allo sfruttamento della prostituzione avrebbero dimostrato l'esistenza di un fenomeno sommerso per praticare aborti farmacologici anche a pochi giorni dal parto, facendo così emergere il sospetto che dietro a simili episodi esista una fitta rete di connivenze e di medici compiacenti -:
se siano a conoscenza dei fatti di cui in narrativa e, in caso di una risposta affermativa, se siano in grado di quantificare la reale entità e diffusione del fenomeno in questione;
se non intendano attivarsi quanto prima per reprimere il fenomeno in parola e mediante quali interventi concreti, soprattutto alla luce delle gravissime conseguenze fisiche a cui potrebbero andare incontro le donne che assumerebbero tale farmaco;
se non intendano attivarsi anche con i singoli Ordini dei medici e con le associazioni di rappresentanza dei farmacisti per concordare delle azioni volte a individuare eventuali professionisti compiacenti che partecipino alla distribuzione non autorizzata del principio attivo abortivo;
se non intendano attivare anche il Corpo di Polizia Postale per acclarare l'effettiva esistenza di canali internet in grado di garantire l'approvvigionamento on line del principio attivo, poi abusato quale farmaco di interruzione della gravidanza.
(4-03083)
RAITI. - Al Ministro della salute, al Ministro della pubblica istruzione, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
all'interrogante è stata fatta pervenire chiara documentazione dalla quale si evince la dannosa presenza di amianto in ambiente scolastico; è il caso di due scuole
fiorentine balzate in questi mesi agli oneri della cronaca. Si tratta del Professionale «Sassetti-Peruzzi», statale, e dell'ITI «Da Vinci», comunale;
si evidenzia come nel primo caso tuttavia, dopo una serie di scioperi e manifestazioni da parte degli studenti, sembra che la Provincia sia intervenuta per normalizzare la situazione;
nella seconda scuola citata, in situazione analoga rispetto alla prima, purtroppo la vicenda è ancora molto lontana dall'essere risolta;
si evidenzia come l'ITI «Da Vinci», a differenza dell'Istituto Professionale «Sassetti-Peruzzi», sia una scuola comunale e non statale e l'amministrazione di riferimento per ora non sia riuscita a dare risposte concrete, nonostante ci siano state anche in questo caso manifestazioni di protesta e scioperi;
dalla documentazione si evince che, nel Professionale «Sassetti-Peruzzi» alcuni degli ambienti scolastici sono foderati di eternit (o fibrocemento);
la scoperta della cancerogenicità dell'eternit risale agli anni '80 e non è accettabile che non tutti gli edifici sul suolo nazionale siano stati messi in stato di sicurezza;
l'esposizione a fibre di amianto è associata a malattie dell'apparato respiratorio (asbestosi, carcinoma polmonare) e delle membrane sierose, principalmente la pleura (mesoteliomi);
le esposizioni negli ambienti di vita, come una scuola, sono, in generale, di molto inferiori a quelle professionali, pur tuttavia non sono assolutamente da sottovalutare perché l'effetto neoplastico non ha in assoluto valori di soglia. Si deve dunque intervenire sulla possibilità di considerare l'amianto un contaminante ambientale normalmente presente nelle aree antropizzate;
sulla base di queste considerazioni, sono stati emanati, oltre alla legge n. 257 del 1992, alcuni decreti applicativi che hanno l'obiettivo di gestire il potenziale rischio derivato dalla presenza di amianto in edifici, manufatti e coperture;
lo stato di pericolo per gli studenti e per il personale scolastico è elevatissimo ed inaccettabile;
dalla documentazione si evince che il Comune risulta essere inadempiente nel risolvere tale stato di cose, soprattutto in ragione del fatto che mancano le risorse in seguito ai tagli alla Finanziaria nei confronti degli Enti Locali -:
se i Ministri siano a conoscenza di questi fatti;
se i Ministri vogliano adottare provvedimenti nell'ambito delle proprie competenze, affinché vengano ascoltate tali richieste per garantire il ripristino di uno stato di dovuta sicurezza negli ambienti scolastici di cui sopra e per dare la giusta tutela a situazioni di indubbia priorità.
(4-03088)