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Allegato B
Seduta n. 155 del 10/5/2007
AFFARI ESTERI
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro degli affari esteri, il Ministro delle comunicazioni, per sapere - premesso che:
l'Austria ha emesso un francobollo commemorativo, in corso legale, con il valore facciale di 0,55 euro, valido per l'interno e per tutti i Paesi europei;
tale francobollo reca la scritta «dem landem Tirol» con la dicitura «da Kufstein fino a Salorno 1809-2009», la descrizione della carta geografica del Tirolo austriaco prima del trattato di Pace successivo alla Prima guerra mondiale ed il disegno di Castel Tirolo che si trova vicino a Merano, cioè in territorio della Repubblica Italiana -:
quali iniziative intenda assumere perché a questa emissione non corrisponde una ripresa di quello spirito revanscista che spesso anima le frange più estremiste della popolazione di lingua tedesca, innescando richieste di autodeterminazione;
se viceversa, ove valuti che non sussista alcun problema nell'emissione di questo francobollo, il Governo italiano non intenda emetterne uno analogo celebrativo della regione Venezia Giulia 1947-2007 con i confini da Trieste a Fiume e con l'immagine dell'Arena di Pola.
(2-00525) «Giovanardi».
Interrogazioni a risposta scritta:
BURGIO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
da diversi anni il Centro di Documentazione di Pistoia, associazione sorta alla fine degli anni Sessanta come centro di raccolta di documentazione sulla storia del movimento progressista italiano, sviluppa contatti e scambi diretti con associazioni culturali e personalità del mondo intellettuale latino-americano;
tra il luglio e l'agosto 2006 il Centro di Documentazione di Pistoia ha invitato la scrittrice e poetessa cubana Liudmila Quincoses Clavelo e lo scultore e pittore Julio Neira Miliàn, anch'egli cubano, a partecipare ad una serie di iniziative, in programma tra l'11 ottobre e il 9 novembre 2006 in diverse città toscane, di promozione della cultura popolare cubana (nello specifico della sua poesia e delle sue arti plastiche);
il CDP organizzava dunque, con un numero significativo di realtà sociali e culturali, appuntamenti nelle città di Pistoia, Lucca, Firenze, Campi (FI), Siena e Livorno;
in seguito a ciò il CDP inviava, negli ultimi giorni di agosto, tutta la documentazione concernente la richiesta dei visti per i due artisti e per la loro piccola figlia, Martha Inés;
a questo primo invio, l'Ambasciata rispondeva con la richiesta di nuovi documenti che, una volta prodotti, dichiarava esaustivi;
contrariamente a quanto in precedenza asserito, l'Ambasciata richiedeva, nei primi giorni di ottobre, che la firma dell'Assessore alla Cultura del Comune di Pistoia, Tommaso Braccesi (il quale il 19 settembre aveva fatto pervenire all'Ambasciata una lettera con cui dichiarava il patrocinio della sua amministrazione alle iniziative promosse con i due artisti) fosse autenticata, pena il mancato rilascio dei visti;
il 4 ottobre l'Assessore alla Cultura di Pistoia rispediva la lettera integrata dall'autentica;
il 5 ottobre l'Ambasciata richiedeva che l'assessore integrasse in una nuova dichiarazione, sempre autenticata, di essere a conoscenza della venuta in Italia della figlia dei due artisti; oltre a ciò l'Assessore avrebbe dovuto fornire copia di
un suo documento d'identità: l'intera documentazione sarebbe dovuta pervenire entro e non oltre la mattinata di venerdì 6 ottobre, pena la mancata concessione dei visti;
per una pura coincidenza venerdì 6 ottobre alle ore 8.00 due membri del CDP riuscivano ad intercettare l'Assessore Braccesi il quale, per sua personale disponibilità e dopo aver redatto per la terza volta la lettera, autorizzava con procedura d'urgenza la realizzazione delle ultime richieste, rendendo possibile il rilascio dei visti;
nelle settimane precedenti il Ministero della Cultura di Cuba aveva inviato al Consolato italiano una lettera spiegando come il viaggio di Liudmila Quincoses fosse da intendersi precisamente come un'occasione di diffusione e promozione della cultura cubana in Italia -:
quale sia il giudizio del ministro in indirizzo sulla vicenda in parola;
quali iniziative il ministro in indirizzo intenda attivare per evitare che, in futuro, si ripetano circostanze nelle quali il diniego al rilascio dei visti da parte dell'Ambasciata viene scongiurato soltanto grazie alla casualità di circostanze favorevoli.
(4-03593)
CARDANO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
la «Proposta di legge di modifica e integrazione della Legge sulla giurisdizione e le sedi dei Tribunali» nella Repubblica di Croazia, prevede la chiusura del Tribunale di Rovigno, accorpandolo con quello di Parenzo (Il Piccolo del 25 aprile 2007);
questa decisione va a colpire il più antico Tribunale istriano (istituito nel 1811) abolendone l'autonomia; nel contempo lede profondamente i diritti della minoranza italiana autoctona dell'Istria, essendo l'unico tribunale, assieme a quello di Buie, in cui le cause vengono discusse, oltre che in croato, anche in italiano;
tutto ciò avviene - a giudizio dell'interrogante - in contrasto con quanto stabilito nel recente Trattato italo-croato del 1996 che prevede l'ampliamento dei diritti di tutela della minoranza italiana, già riconosciuti al territorio del buiese dal Memorandum del 1954, con l'estensione di tali diritti a tutto il «territorio d'insediamento storico» della comunità nazionale italiana in Istria, di cui fa parte la città di Rovino;
l'onorevole Furio Radin, parlamentare della minoranza italiana al Parlamento croato, Presidente dell'Unione Italiana, ha fermamente protestato contro tale proposta in quanto lesiva di un diritto acquisito dagli italiani, sulla base dell'accordo italo-croato sulle minoranze, visto l'importante ruolo del Tribunale di Rovigno nell'attuazione della legge costituzionale sui diritti delle minoranze nazionali, della legge sull'uso delle lingue minoritarie in Croazia e dei documenti internazionali che garantiscono l'uso delle lingue minoritarie nel sistema giudiziario. In questo senso ha inoltre proposto un emendamento per salvaguardare l'autonomia di tale tribunale, in quanto il rispetto degli standard europei non può andare a scapito dei diritti delle minoranze (come risulta anche dalla Dichiarazione europea sulle lingue minoritarie);
anche la Giunta esecutiva dell'Unione Italiana e il Sindaco di Rovigno, Giovanni Sponza, hanno preso posizione contro la proposta governativa croata sostenendo la richiesta di autonomia;
come noto sono in corso con la Croazia i negoziati d'adesione per il suo ingresso nell'Unione Europea -:
se sia a conoscenza della suddetta situazione;
se intenda intervenire con determinazione per scongiurare la chiusura del tribunale di Rovigno e ribadire quanto stabilito nel trattato bilaterale già citato, ristabilendo per questa via i diritti della minoranza italiana in Istria.
(4-03599)
BAFILE, FEDI, BUCCHINO, GIANNI FARINA e NARDUCCI. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge 15 febbraio 2007, n. 10 convertito in legge 6 aprile 2007, n. 46 «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 febbraio 2007, n. 10, recante disposizioni volte a dare attuazione ad obblighi comunitari ed internazionali», pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 84 dell'11 aprile 2007, ha modificato la disciplina dei soggiorni di breve durata degli stranieri per visite, turismo, affari e studio, abolendo l'obbligo di richiedere il permesso di soggiorno entro 8 giorni dall'ingresso in Italia;
tale normativa è stata varata nell'ottica di una semplificazione delle procedure in consonanza con il diritto comunitario, in materia di soggiorno di breve durata dei cittadini dei Paesi terzi;
la Commissione europea, il 5 luglio 2006, ha avviato nei confronti del nostro Paese la procedura d'infrazione n. 2006/2126, in quanto la normativa italiana non era conforme al Trattato CE;
la modifica normativa sopra indicata rende impossibile richiedere il riconoscimento della cittadinanza direttamente ai comuni, come previsto dalla Circolare n. 28/2002 del Ministro dell'interno che dava a questi ultimi la facoltà di iscrivere nell'anagrafe della popolazione residente anche chi, avendone i requisiti, era in Italia per turismo ed era contemporaneamente in possesso di un valido permesso di soggiorno;
la procedura consentiva di presentare la richiesta di riconoscimento della cittadinanza italiana ai comuni, esibendo la necessaria documentazione legalizzata dai Consolati competenti, evitando, in tal modo, le lunghissime file d'attesa presso i Consolati;
in seguito all'approvazione del decreto-legge 15 febbraio 2007, n. 10 ed in attesa dell'approvazione del disegno di legge n. 1375 recante «Disciplina dei soggiorni di breve durata degli stranieri per visite, affari, turismo e studio» (approvato dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato in sede deliberante il 20 marzo 2007, trasmesso il 21 marzo 2007 alla Camera dei deputati (A.C. 2427), approvato in Commissione Affari Costituzionali il 18 aprile 2007, in sede referente ed ora in procinto di discussione in Assemblea), le Questure hanno sospeso il rilascio dei permessi per soggiorni di breve durata ed i Consolati la legalizzazione dei documenti da presentare ai comuni per il rilascio della cittadinanza -:
se il Ministro degli affari esteri non intenda disporre - in questa fase di transizione delle norme - la riattivazione delle procedure di legalizzazione dei documenti presso i Consolati, tenendo conto che la decisione dei Consolati di sospendere le procedure non è, per quanto consta agli interroganti, supportata dalla normativa in vigore;
se il Ministro dell'interno non intenda autorizzare le Questure a rilasciare il permesso di soggiorno in quei casi specifici in cui esso è legato alla richiesta di ottenimento della cittadinanza.
(4-03602)