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Allegato B
Seduta n. 16 del 29/6/2006
TESTO AGGIORNATO ALL'11 DICEMBRE 2006
ATTI DI INDIRIZZO
Mozioni:
La Camera,
considerato che deputati eletti nella XV legislatura, condannati per gravi reati contro la persona, ricoprono cariche di rilievo nell'ambito della Camera, il che ha suscitato forte sconcerto e una diffusa disapprovazione nell'opinione pubblica;
ricordate le vibrate proteste dei familiari delle vittime, dei sindacati di polizia e di numerosissimi cittadini per il fatto che ricopra l'incarico di segretario di Presidenza per la Rosa nel Pugno l'onorevole D'Elia, che è stato esponente di rilievo dell'organizzazione terroristica «Prima linea», nonché condannato per concorso in omicidio dell'agente di polizia Fausto Dionisi;
sottolineate altresì le polemiche suscitate dal fatto che un esponente di Rifondazione Comunista, l'onorevole Daniele Farina, leader storico del centro sociale «Leoncavallo» di Milano, condannato per una serie di reati, ricopra l'incarico di Vicepresidente della Commissione Giustizia, cioè proprio della Commissione permanente che si occupa anche di quella giustizia penale con cui ha avuto molto a che fare come imputato e condannato;
rilevato che, pur considerando la funzione riabilitativa e rieducativa della sanzione penale prevista dalla Costituzione, è necessario distinguere tra l'aver pagato i debiti con la giustizia penale e l'opportunità politica che quanti siano stati condannati per reati gravi e violenti assumano cariche istituzionali di particolare rilevanza,
impegna il Governo
ad assumere, nel doveroso ed assoluto rispetto delle prerogative del Parlamento, iniziative, anche normative, compresa la definizione di un codice di autoregolamentazione, che potrebbe essere proposto dalle forze politiche di maggioranza ed al quale l'opposizione potrebbe aderire, al fine di evitare che a cariche istituzionali di rilievo possano accedere coloro che siano stati condannati per reati gravi e violenti contro la persona e contro le istituzioni democratiche.
(1-00005) «Bondi, Elio Vito, Volontè, Giovanardi, Leone».
NUOVA FORMULAZIONE
La Camera,
premesso che:
deputati eletti nella XV legislatura, condannati per gravi reati contro la persona, ricoprono cariche di rilievo nell'ambito della Camera dei deputati, il che ha suscitato forte sconcerto e una diffusa disapprovazione nell'opinione pubblica;
si ricordano le vibrate proteste dei familiari delle vittime, dei sindacati di polizia e di numerosissimi cittadini per il fatto che ricopra l'incarico di Segretario di Presidenza della Camera dei deputati per la Rosa nel Pugno l'onorevole D'Elia, che è stato esponente di rilievo dell'organizzazione terroristica «Prima linea», nonché condannato per concorso in omicidio dell'agente di polizia Fausto Dionisi;
si sottolineano, altresì, le polemiche suscitate dal fatto che un esponente di Rifondazione comunista, l'onorevole Daniele Farina, leader storico del centro sociale «Leoncavallo» di Milano, condannato per una serie di reati, ricopra l'incarico di Vicepresidente della Commissione giustizia della Camera dei deputati, cioè proprio della Commissione permanente che si occupa anche di quella giustizia penale con cui ha avuto molto a che fare come imputato e condannato;
pur considerando la funzione riabilitativa e rieducativa della sanzione penale prevista dalla Costituzione, è necessario distinguere tra l'aver pagato i debiti con la giustizia penale e l'opportunità politica che quanti siano stati condannati per reati gravi e violenti assumano cariche istituzionali di particolare rilevanza,
impegna il Governo
ad assumere, nel doveroso ed assoluto rispetto delle prerogative del Parlamento, iniziative al fine di evitare che a cariche istituzionali di rilievo possano accedere coloro che siano stati condannati per reati gravi e violenti contro la persona e contro le istituzioni democratiche.
(1-00005) (Nuova formulazione) «Bondi, Elio Vito, Volontè, Giovanardi, Leone».
La Camera,
considerato che:
vi sono eventi nella storia di una comunità che fungono da spartiacque: l'alluvione che colpì drammaticamente la città di Firenze, il 4 novembre del 1966 è certamente uno di questi. A 40 anni di distanza è quasi irresistibile il desiderio di soffermarsi a meditare su un evento che ha indiscutibilmente rafforzato l'identità nazionale. Di fronte ad una terribile tragedia la solidarietà nazionale e internazionale rappresenta la risposta più importante a quell'evento drammatico, che rimane ancora oggi inciso nel ricordo e nell'animo dei fiorentini;
emerse in modo sempre più chiaro tra coloro che ogni giorno stavano con le mani immerse nel fango l'idea che non si stava lavorando soltanto per risolvere nell'immediato l'emergenza, ma che si mettevano anche i primi e fondamentali mattoni per costruire la Firenze del futuro, dei nostri figli e dei nostri nipoti. Molto semplicemente, quel che si stava facendo era dettato dal desiderio di riconsegnare alle generazioni future tracce della storia passata che potessero servire alla crescita spirituale di persone che forse non erano neppure nate. Una presa di coscienza collettiva sulla necessità di mettere in salvo quel patrimonio unico al mondo che il nostro Bel Paese custodisce, una responsabilità di tutela non solo verso l'Italia, ma verso il mondo intero;
fu il cosmopolitismo l'altro aspetto importante e assolutamente innovativo: in quei giorni non c'erano più italiani, francesi,
tedeschi o statunitensi, ma solo una comunità internazionale che lavorava fianco a fianco per la riconsegna di quel bene unico, proprietà del mondo, che è Firenze;
oggi, anche grazie all'opera degli «Angeli del Fango», che viene ricordata a Firenze ogni anno con celebrazioni e dibattiti pubblici, esiste in Italia una importante realtà rappresentata da uomini e donne che si impegnano giornalmente per la pace, per la solidarietà, per una migliore qualità della vita. Negli ultimi anni le associazioni di protezione civile stanno svolgendo un opera sempre più importante di controllo e manutenzione del territorio, di informazione e sensibilizzazione rivolta ai cittadini per la mitigazione dei tanti rischi cui l'Italia è sottoposta. Queste qualificate e insostituibili nuove energie messe a disposizione delle regioni, degli enti locali e del sistema nazionale di protezione civile, rappresentano un vero e proprio fiore all'occhiello del nostro Paese e nel mondo;
dall'esperienza di Firenze si è sviluppato in Italia una specializzazione nel campo della protezione civile proprio sulla salvaguardia del ricco patrimonio culturale, di quell'immenso museo diffuso che il nostro Paese custodisce. Un'eccellenza tutta italiana che ha permesso di mettere in salvo importanti pezzi della nostra storia e della nostra memoria che altrimenti sarebbero andati persi per sempre dal terremoto che nel 1997 ha colpito l'Umbria e le Marche sino al sisma che nel 2002 sconvolse il Molise;
questo impegno, che va oltre l'orizzonte del tornaconto personale, si riallaccia alla nostra migliore tradizione culturale e spirituale e, come aveva affermato Giovanni Paolo II, «...Seguendo con attenzione il cammino di questa grande Nazione, sono indotto a ritenere che, per meglio esprimere le sue doti caratteristiche, essa abbia bisogno di incrementare la sua solidarietà e coesione interna...»;
anche il Presidente emerito, Carlo Azeglio Ciampi, ebbe modo più volte di tornare sulla necessità di tutelare e incentivare, con politiche adeguate, le forme di assistenza e di tutela a favore dei cittadini «...Unità nelle comunità locali, unità nazionale, non fatta di retorica, ma di solidarietà concreta...»;
anche nella Costituzione Europea viene affermato con forza l'importante principio che «...L'Unione incoraggia la cooperazione tra gli Stati membri al fine di rafforzare l'efficacia dei sistemi di prevenzione e di protezione dalle calamità naturali o provocate dall'uomo. L'azione dell'Unione è intesa a: a) sostenere e completare l'azione degli Stati membri a livello nazionale, regionale e locale concernente la prevenzione dei rischi, la preparazione degli attori della protezione civile negli Stati membri e l'intervento in caso di calamità naturali o provocate dall'uomo all'interno dell'Unione; b) promuovere una cooperazione operativa rapida ed efficace all'interno dell'Unione tra i servizi di protezione civile nazionali; c) favorire la coerenza delle azioni intraprese a livello internazionale in materia di protezione civile...»;
l'Italia è all'avanguardia per le esperienze di servizio civile volontario e di cittadinanza attiva e che altri Paesi membri dell'Unione europea hanno sviluppato forme altrettanto ricche di volontariato. Ma ogni Paese ha la sua storia: in alcuni ci sono condizioni più favorevoli per sviluppare nuove forme di cittadinanza attiva e volontariato (laddove la leva obbligatoria non esiste più), in altri continua il servizio civile alla vecchia maniera (dove permane la leva obbligatoria), in altri ancora non è nato un equivalente del servizio civile, nonostante l'abolizione della leva. Lo sviluppo comune di strumenti di solidarietà europea è un'azione ad alto valore morale e culturale. Per questo è fondamentale promuovere un servizio civile volontario europeo condiviso e omogeneo attraverso, anche, lo scambio di informazioni e l'intreccio di esperienze tra i vari Paesi membri;
ricordare ciò che accadde 40 anni fa a Firenze è fondamentale per accrescere la consapevolezza della funzione primaria della cittadinanza attiva e del volontariato per rendere meno fragile e
più compatibile con l'ambiente il nostro territorio,
impegna il Governo
ad adottare iniziative di carattere politico diplomatico, affinché l'anniversario dell'alluvione che colpì drammaticamente nel novembre 1966 Firenze, diventi la Giornata internazionale del volontariato europeo da tenersi ogni anno nella città di Firenze.
(1-00006) «Realacci, Ventura, Mariani, Tabacci, Migliori, Lupi, Foti, Bonelli, Fundarò, Dussin, Bandoli, Giachetti, De Simone, Zaccaria, Spini, Cacciari, Giacomelli, Lulli».
NUOVA FORMULAZIONE
La Camera,
premesso che:
vi sono eventi nella storia di una comunità che fungono da spartiacque: l'alluvione che colpì drammaticamente la città di Firenze, il 4 novembre 1966 è certamente uno di questi. A 40 anni di distanza è quasi irresistibile il desiderio di soffermarsi a meditare su un evento che ha indiscutibilmente rafforzato l'identità nazionale. Di fronte ad una terribile tragedia la solidarietà nazionale e internazionale rappresenta la risposta più importante a quell'evento drammatico, che rimane ancora oggi inciso nel ricordo e nell'animo dei fiorentini;
emerse in modo sempre più chiaro tra coloro che ogni giorno stavano con le mani immerse nel fango l'idea che non si stava lavorando soltanto per risolvere nell'immediato l'emergenza, ma che si mettevano anche i primi e fondamentali mattoni per costruire la Firenze del futuro, dei nostri figli e dei nostri nipoti. Molto semplicemente, quel che si stava facendo era dettato dal desiderio di riconsegnare alle generazioni future tracce della storia passata che potessero servire alla crescita spirituale di persone, che forse non erano neppure nate. Una presa di coscienza collettiva sulla necessità di mettere in salvo quel patrimonio unico al mondo che il nostro Bel Paese custodisce, una responsabilità di tutela non solo verso l'Italia, ma verso il mondo intero;
fu il cosmopolitismo l'altro aspetto importante e assolutamente innovativo: in quei giorni non c'erano più italiani, francesi, tedeschi o statunitensi, ma solo una comunità internazionale che lavorava fianco a fianco per la riconsegna di quel bene unico, proprietà del mondo, che è Firenze;
oggi, anche grazie all'opera degli «Angeli del Fango», che viene ricordata a Firenze ogni anno con celebrazioni e dibattiti pubblici, esiste in Italia una importante realtà rappresentata da uomini e donne che si impegnano giornalmente per la pace, per la solidarietà, per una migliore qualità della vita. Negli ultimi anni le associazioni di protezione civile stanno svolgendo un opera sempre più importante di controllo e manutenzione del territorio, di informazione e sensibilizzazione rivolta ai cittadini per la mitigazione dei tanti rischi cui l'Italia è sottoposta. Queste qualificate e insostituibili nuove energie messe a disposizione delle regioni, degli enti locali e del sistema nazionale di protezione civile rappresentano un vero e proprio fiore all'occhiello del nostro Paese e nel mondo;
dall'esperienza di Firenze si è sviluppato in Italia una specializzazione nel campo della protezione civile proprio sulla salvaguardia del ricco patrimonio culturale, di quell'immenso museo diffuso che il nostro Paese custodisce. Un'eccellenza tutta italiana che ha permesso di mettere in salvo importanti pezzi della nostra storia e della nostra memoria che altrimenti sarebbero andati persi per sempre, dal terremoto che nel 1997 ha colpito l'Umbria e le Marche sino al sisma che nel 2002 sconvolse il Molise;
questo impegno, che va oltre l'orizzonte del tornaconto personale, si riallaccia alla nostra migliore tradizione culturale e spirituale e, come aveva affermato Giovanni Paolo II, «Seguendo con attenzione il cammino di questa grande Nazione, sono indotto a ritenere che, per meglio esprimere le sue doti caratteristiche, essa abbia bisogno di incrementare la sua solidarietà e coesione interna»;
anche il Presidente emerito della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ebbe modo più volte di tornare sulla necessità di tutelare e incentivare, con politiche adeguate, le forme di assistenza e di tutela a favore dei cittadini: «Unità nelle comunità locali, unità nazionale, non fatta di retorica, ma di solidarietà concreta»;
anche nella Costituzione europea viene affermato con forza l'importante principio per cui «L'Unione incoraggia la cooperazione tra gli Stati membri al fine di rafforzare l'efficacia dei sistemi di prevenzione e di protezione dalle calamità naturali o provocate dall'uomo. L'azione dell'Unione è intesa a: a) sostenere e completare l'azione degli Stati membri a livello nazionale, regionale e locale concernente la prevenzione dei rischi, la preparazione degli attori della protezione civile negli Stati membri e l'intervento in caso di calamità naturali o provocate dall'uomo all'interno dell'Unione; b) promuovere una cooperazione operativa rapida ed efficace all'interno dell'Unione tra i servizi di protezione civile nazionali; c) favorire la coerenza delle azioni intraprese a livello internazionale in materia di protezione civile»;
l'Italia è all'avanguardia per le esperienze di servizio civile volontario e di cittadinanza attiva e altri Paesi membri dell'Unione europea hanno sviluppato forme altrettanto ricche di volontariato. Ma ogni Paese ha la sua storia: in alcuni ci sono condizioni più favorevoli per sviluppare nuove forme di cittadinanza attiva e volontariato (laddove la leva obbligatoria non esiste più), in altri continua il servizio civile alla vecchia maniera (dove permane la leva obbligatoria), in altri ancora non è nato un equivalente del servizio civile, nonostante l'abolizione della leva. Lo sviluppo comune di strumenti di solidarietà europea è un'azione ad alto valore morale e culturale. Per questo è fondamentale promuovere un servizio civile volontario europeo condiviso e omogeneo attraverso, anche, lo scambio di informazioni e l'intreccio di esperienze tra i vari Paesi membri;
ricordare ciò che accadde 40 anni fa a Firenze è fondamentale per accrescere la consapevolezza della funzione primaria della cittadinanza attiva e del volontariato per rendere meno fragile e più compatibile con l'ambiente il nostro territorio,
impegna il Governo
ad adottare iniziative di carattere politico-diplomatico, affinché l'anniversario dell'alluvione che colpì drammaticamente nel novembre 1966 Firenze, diventi la Giornata internazionale del volontariato europeo di protezione civile da tenersi ogni anno nella città di Firenze.
(1-00006) «Realacci, Ventura, Mariani, Tabacci, Migliori, Lupi, Foti, Bonelli, Fundarò, Dussin, Bandoli, Giachetti, De Simone, Zaccaria, Spini, Cacciari, Giacomelli, Lulli, D'Elpidio, Nucara».
Risoluzioni in Commissione:
La VI Commissione;
premesso che:
il sistema bancario italiano costituisce elemento necessario e propulsivo per la crescita economica dell'intero Paese;
tale centralità nel sistema produttivo, non deve essere comunque motivo per gravare sul sistema delle imprese e su quello dei piccoli risparmiatori, con costi ed inefficienze che sono freno alla crescita e disincentivo al risparmio;
diversi strumenti di risparmio, tra cui quello maggiormente utilizzato quale il C/C bancario è gravato da eccessivi costi sia di funzionamento che di chiusura del rapporto. Tutto ciò costituisce una anomalia nel metodo di raccolta del risparmio che in tal modo viene penalizzato;
molti istituti, ad esempio, anche per sottoscrivere atti dovuti come quelli di assenso a cancellazione di ipoteca iscritta a garanzia di mutui estinti chiedono compensi di diverse decine o centinaia di euro, contro ogni logica contrattuale e convenienza per i mutuatari,
impegna il Governo,
a porre in essere tutti gli strumenti necessari, al fine di garantire un monitoraggio dei costi degli strumenti finanziari.
(7-00013) «Antonio Pepe, Gioacchino Alfano»
La XIII Commissione,
premesso che:
la legge n. 30 del 15 gennaio 1991 disciplina l'identificazione e la registrazione delle specie animali ovina e caprina. Attraverso i Libri Genealogici ed i registri anagrafici si possono attuare controlli funzionali e valutazioni genetiche di ogni singolo soggetto presente in allevamento;
ogni informazione inerente i singoli soggetti consente di avere un quadro preciso e veritiero circa la qualità della vita dell'animale in allevamento, incluso l'aspetto sanitario ed alimentare;
conseguentemente è indispensabile poter usufruire di un corretto sistema di identificazione dei capi allevati anche in considerazione della valorizzazione economica funzionale e genetica delle razze e delle popolazioni ovine e caprine;
un nuovo sistema di identificazione e registrazione dei capi ovini e caprini previsto dal regolamento CE n. 21/2004 è stato reso operativo anche in Italia dalla circolare del 28 luglio 2005 emanata dal Ministero della salute e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 4 agosto 2005;
tale sistema prevede che tutti gli animali, nati dopo il 9 luglio 2005, siano identificati e registrati entro sei mesi dalla nascita e comunque prima che lascino l'azienda in cui sono nati;
il regolamento CE n. 21/2004 prevede due sistemi di identificazione: il primo consiste in un marchio auricolare di materiale inalterabile non manomissibile con scritte indelebili e non nocivo per l'animale; il secondo può consistere in un marchio auricolare come sopra, in un tatuaggio che esclude gli animali oggetto di scambi intracomunitari, in un marchio sul pastorale solo per i caprini, in un transponder elettronico che rispetti le caratteristiche dettate dalla normativa e che venga sostituito quando illeggibile;
per gli animali macellati con età inferiore all'anno è previsto un marchio
semplificato sull'orecchio sinistro che riporti almeno il codice dell'azienda di nascita;
considerato che:
attualmente l'identificazione degli animali avviene mediante l'applicazione di due placche auricolari una per orecchio;
l'applicazione di tali placche avviene per perforazione del lobo auricolare e tale foro causa per il movimento continuo degli animali, l'apertura di ferite che diventano sede di infezioni, di deposito di larve (soprattutto nel periodo primavera-estate), di allocazione di parassiti esterni (zecche);
a causa di tali marchi il bestiame presenta una evidente sintomatologia locale a carico delle orecchie soprattutto nella parte interna del padiglione auricolare fino alla guancia (arrossamenti, gonfiori, fistole e necrosi tessutali), con conseguenti febbri e debilitazione generale con inevitabile blocco dello sviluppo morfologico e funzionale;
circa il 60 per cento degli ovini e dei caprini registrati in febbraio-marzo 2006 è interessato da tale patologia e tale percentuale sale all'85 per cento per quelli identificati più recentemente;
stante tale situazione, i costi per l'allevatore subiscono un incremento che va a gravare sul bilancio aziendale già compromesso dalla sfavorevole congiuntura del mercato delle carni, del latte e dei derivati;
la patologia suddetta compromettendo sensibilmente le condizioni di salute e di benessere degli animali, interferisce col prosieguo della catena alimentare con possibili conseguenze;
la Direttiva CE 98/58 del Consiglio del 20 luglio 1998 riguardante la protezione degli animali negli allevamenti che all'articolo 3 dice: «Gli Stati membri provvedono affinché i proprietari o i custodi adottino le misure adeguate per garantire il benessere dei propri animali e per far sì che a detti animali non vengano provocati dolori, sofferenze o lesioni inutili»;
gli allevatori che non rispettano tale norma si vedranno ridotto o annullato l'aiuto comunitario previsto dalla nuova Politica Agricola Comunitaria in materia dì miglioramento del benessere animale;
in ogni caso è opportuno tenere in considerazione anche il contesto territoriale in cui l'allevatore opera e le conseguenti caratteristiche e problematiche non presenti in altre aree zootecniche o altre razze;
impegna il Governo
a voler adottare immediatamente un'iniziativa normativa che preveda un unico mezzo di identificazione dei capi ovini e caprini ricorrendo all'identificazione elettronica tramite microchip inglobato in un bolo alimentare, di tipo ceramico, così come già avviene per la specie canina ed equina e come già i Servizi Veterinari usano fare, ad integrazione di quello attualmente vigente, nei casi di animali affetti da brucellosi.
(7-00014) «Marinello, Misuraca, Licastro Scardino, Giuseppe Fini».