Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 163 del 4/6/2007
...
AFFARI ESTERI
Interrogazione a risposta in Commissione:
MANCUSO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il Governo ha stanziato 3,5 milioni di euro dei fondi delle missioni all'estero per assoldare dei «rambo» privati;
la società scelta dal Governo è la britannica Aegis, già finita sotto inchiesta negli Stati Uniti per i suoi metodi duri e sbrigativi, denunciati dal parlamentare democratico Marty Meehan;
sono passati solo 3 anni dal giugno 2004, quando Fabrizio Quattrocchi fu ucciso dai terroristi iracheni ed i suoi compagni Cupertino, Stefio ed Agliana furono liberati dopo un lungo periodo di sequestro;
Quattrocchi, Cupertino, Stefio ed Agliana erano quattro private contractors dipendenti della Dynacorp Technical Services, una delle maggiori multinazionali del supporto logistico privato delle forze armate di diversi paesi impegnati in teatri di guerra;
tra le cose che capitano quando dalla comoda opposizione si va al governo, succede anche di dovere rivedere il più incrollabile tra i pregiudizi;
importanti esponenti del Governo sul tema dei cosiddetti private contractors definirono «mercenari» nel giugno 2004 sbrigativamente e sprezzantemente i nostri quattro concittadini soprarichiamati;
il Governo, appena arrivato, ha provveduto a ritirare i militari dalla zona degli sciiti dove erano stati acquartierati, dopo averli - secondo l'interrogante - delegittimati spiegando che si trattava di forze di occupazione -:
se il Governo non ritenga di rivedere il proprio atteggiamento schizofrenico consistente nel fatto che si mandano soldati in Afghanistan, a curare progetti anche di contenuto poco militare e, in più, si pagano i private contractors, armati fino ai denti e senza regole d'ingaggio, per difendere i tecnici dell'Eni ed altri civili.
(5-01095)
Interrogazione a risposta scritta:
GALANTE. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il 21 maggio scorso il Parlamento afgano ha votato a maggioranza la sospensione di Malalai Joya dal suo incarico di membro del Parlamento nazionale;
con lo stesso provvedimento, il Parlamento ha chiesto alla Corte Suprema afgana di aprire un'inchiesta nei confronti della parlamentare e al Ministro degli interni di limitarne gli spostamenti;
Malalai Joya è stata punita in conseguenza di un suo intervento critico nei confronti dello stesso Parlamento;
la giovane parlamentare è, da sempre, impegnata a difesa della democrazia e dei diritti umani, soprattutto delle donne e dei bambini afgani -:
se non ritenga di inoltrare al Governo afgano una protesta del Governo italiano per il provvedimento contro Malalai Joya
e per l'impedimento dell'espressione di una dialettica democratica nel Parlamento;
se non ritenga allarmante che il Parlamento afgano possa impedire al suo interno il diritto alla libera manifestazione di opinione, prerogativa fondamentale dei parlamentari eletti dal popolo, e se non giudichi che le norme locali, che proibiscono la critica nei confronti dei parlamentari, siano lesive del principio di libertà sancito dal diritto internazionale, e dunque se non ritenga di dover adoperarsi perché il Parlamento afgano reintegri immediatamente Malalai Joya e riveda le norme che limitano in qualche modo la libertà di parola;
se non ritenga di dover esprimere la preoccupazione del popolo e del parlamento italiano per la sicurezza di Malalai Joya e per il suo diritto a un giusto processo.
(4-03848)