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Allegato B
Seduta n. 163 del 4/6/2007
BENI E ATTIVITÀ CULTURALI
Interrogazione a risposta orale:
CECCACCI RUBINO e CARLUCCI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
in una recente intervista su Box Office, del 30 marzo 2007, dal titolo «Le nuove linee di Cinecittà Holding», l'amministratore delegato di Cinecittà Holding, Francesco Carducci Artenisio, ha dichiarato espressamente: «con Cinecittà Studios abbiamo due contratti, uno sulla parte immobiliare e uno relativo al ramo d'azienda (personale, know how). Ci ha chiesto il presidente degli Studios, Luigi Abete, di conferire il ramo d'azienda ai privati. Noi siamo pronti a questo passo che potrebbe far crescere la capitalizzazione degli Studios ma ci vuole un piano industriale che ci convinca e che porti a uno sviluppo delle strutture per un rilancio degli studios. Per questo stiamo facendo valutare a un advisor il valore del nostro ramo d'azienda.»;
tali affermazioni hanno generato una diffusa inquietudine fra gli operatori del settore cinematografico, in quanto se questa ipotesi venisse confermata si verrebbe a configurare una alienazione del patrimonio pubblico in favore di una ristretta schiera di imprenditori non del settore (Merloni, Della Valle, Abete...) e una ulteriore ferita al settore cinematografico che ha già dovuto subire la finta privatizzazione che ha dato luogo a Cinecittà Studios;
Luigi Abete, attuale Presidente di Cinecittà Studios, che è una azienda privata, e della Banca Nazionale del Lavoro, in una successiva intervista su Il Sole 24 Ore, del 03 Maggio 2007, dal titolo «Cosi Cinecittà diventa competitiva», aveva delineato questa ipotesi di sviluppo della partership con Cinecittà Holding dichiarando: «Vogliamo rendere più stabile nel tempo l'utilizzo degli Studios. La concessione scade nel 2015. Abbiamo delle prelazioni, ma se queste decisioni possiamo prenderle prima, sarà più facile investire.»;
infatti, Cinecittà Holding vanta gli stabilimenti cinematografici più grandi d'Europa - si estendono su una superficie di 40 ettari sulla quale trovano collocazione 22 teatri di posa, 2 strutture tensostatiche, 300 tra camerini ed uffici, 21 sale trucco ed una piscina di 7.000 mq, il tutto inserito in una posizione strategica all'interno della città di Roma - e attualmente sono in concessione a Cinecittà Studios, con un contratto che sembra scada quest'anno, e tali dichiarazioni dei vertici di Cinecittà Holding e Studios palesano chiaramente il tentativo di privatizzare un patrimonio che oggi è controllato al 100% dal Ministero per i beni e le attività culturali;
queste preoccupazioni sono giustificate anche dalle polemiche che hanno accompagnato la nomina degli attuali vertici (presidenti e consigli di amministrazione) di Cinecittà Holding e sue controllate (Istituto Luce e Filmitalia), adottate da questo Governo a giudizio delle interroganti senza un minimo criterio meritocratico (due dei tre Presidenti non provengono dal mondo del cinema ma sono espressione del ceto politico) e in palese violazione della legge Frattini sullo spoil system;
l'atto di indirizzo di Cinecittà Holding emanato, il 27 giugno 2006, dal Ministero per i beni e le attività culturali, in qualità di azionista unico, non fa cenno a nessuna operazione di privatizzazione del suo patrimonio ma si limita oltre che a sospendere i vertici della struttura, a confermare le azioni di ristrutturazione gestionale già avviate dalla amministrazione precedente, come la liquidazione di Cinecittà Sud e Cinefund e la vendita del circuito Meadiaport;
gli stabilimenti di Cinecittà rappresentano una risorsa strategica per il nostro Paese, perché il cinema, oltre ad essere una industria e un mercato, rappresenta anche un territorio, con la sua cultura e la
sua storia, svolgendo una importante funzione di promozione dell'immagine del Paese a livello internazionale -:
se il Ministro di indirizzo sia informato delle indiscrezioni, chiarendo se tali informazioni corrispondano al vero e quali azioni intenda intraprendere per salvaguardare il patrimonio immobiliare e di competenze di Cinecittà, che ha fatto la storia, e quindi il costume, del nostro paese.
(3-00932)