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Allegato B
Seduta n. 163 del 4/6/2007
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INTERNO
Interrogazione a risposta in Commissione:
BOATO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Fondo di solidarietà per le vittime delle richieste estorsive e dell'usura, istituito presso il Ministero dell'interno dalla legge 23 febbraio 1999, n. 44, costituisce un fondamentale strumento attraverso il quale le vittime che hanno scelto di collaborare
con le istituzioni possono contare per ripianare i danni subiti e trovare il reinserimento nell'economia legale;
il Fondo è alimentato, oltre che da un contributo annuale da parte dello Stato, per la maggior parte da contributi relativi alla quota dei premi versati dalle Compagnie assicurative, ai sensi dell'articolo 18 della legge n. 44 del 1999;
l'alimentazione certa e costante del Fondo rappresenta un presupposto indispensabile per assicurare la tempestiva erogazione delle risorse alle vittime dell'estorsione;
il Ministro dell'interno, nel corso dell'audizione alla Commissione Affari costituzionali della Camera tenutasi il 30 maggio 2007, ha posto il problema della mancata riassegnazione al Viminale di 220 milioni di euro da parte del Ministero dell'economia e delle finanze, che determina una situazione di grave difficoltà gestionale che va oltre le esigenze di funzionamento delle strutture e che impatta su fondamentali interessi di carattere generale;
il problema della mancata riassegnazione, come ricordato dallo stesso Ministro, riguarda anche le entrate relative alle quote dei premi assicurativi destinate al Fondo;
tale circostanza appare particolarmente pregiudizievole dell'esigenza primaria di tutela delle vittime, in quanto rischia di compromettere la capacità di risposta dello Stato in favore di chi coraggiosamente ha deciso di opporsi al racket e all'usura;
la mancata riassegnazione delle somme, benché derivante da una disposizione legislativa volta al contenimento della spesa, appare del tutto incoerente con il quadro normativo consolidatosi ormai da oltre un decennio per contrastare i fenomeni dell'estorsione e dell'usura -:
quale sia l'entità delle somme non riassegnate al Fondo di solidarietà e in quale misura le mancate riassegnazioni incidano negativamente sull'erogazione dei benefici alle vittime.
(5-01094)
Interrogazioni a risposta scritta:
HOLZMANN. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
Bolzano è sede, da sempre, del Comando Truppe Alpine ed è la città più titolata ad ospitare l'adunata nazionale degli Alpini;
da cinquant'anni non vi si svolge un'adunata nazionale, per la strisciante ostilità posta in essere da una parte del mondo politico locale;
la popolazione, soprattutto quella di lingua italiana, ma anche parte di quella di lingua tedesca, vorrebbe finalmente porre fine a questo ostracismo assolutamente ingiustificato;
il Sindaco di Bolzano ha perorato la candidatura della sua città per ospitare l'adunata nazionale degli Alpini nel 2009 ed il Vicesindaco, di lingua tedesca, hanno sostanzialmente avallato tale proposta;
sono state avanzate perplessità, invece, da parte della Giunta Provinciale, per la contemporaneità delle celebrazioni del bicentenario delle battaglie di Andreas Hofer -:
se esistano problemi di ordine pubblico per fare svolgere l'adunata nazionale degli Alpini nel mese di maggio 2009 a Bolzano, così come velatamente paventato dalla Giunta Provinciale.
(4-03852)
GRIMOLDI. - Al Ministro dell'interno, Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
l'emergenza rifiuti in Campania è all'origine di manifestazioni e disordini che hanno attirato l'interesse dell'intero sistema mediatico nazionale;
esiste in diverse Regioni settentrionali il timore che la soluzione della situazione di emergenza venutasi a creare in Campania possa comportare lo smaltimento dei rifiuti campani in impianti situati al Nord;
tale timore è stato alla base, anche negli scorsi anni, di manifestazioni svoltesi in diverse località del Nord del nostro Paese;
in conseguenza di una di queste manifestazioni, svoltasi in Lombardia nel 2004, otto cittadini residenti nei Comuni di Trezzo sull'Adda, Trezzano Rosa, Brembate, Brembate Sopra, Monza e Milano, si sono recentemente visti recapitare degli avvisi di garanzia;
non risulta peraltro all'interrogante di provvedimenti analoghi spiccati dalla magistratura per le manifestazioni verificatesi in Campania -:
se risultino avviate indagini con riferimento alle vicende verificatesi in Campania;
se il Ministro intenda fornire le opportune rassicurazioni sul fatto che la soluzione dell'emergenza rifiuti non comporterà il trasferimento dei rifiuti della Campania nelle regioni del centro-nord, anche al fine di superare l'attuale situazione di incertezza che genera comprensibili tensioni nelle regioni del centro-nord.
(4-03854)
LEOLUCA ORLANDO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il giorno 24 marzo 2007 il quotidiano il Giornale di Sicilia ha pubblicato un articolo su presunti furti di carte di identità avvenuti negli uffici del Comune di Palermo nello stesso mese di marzo;
nello stesso articolo viene riportata una intervista al dottor Renato Di Matteo, tanto all'epoca quanto attualmente dirigente dell'Ufficio anagrafe e dell'Ufficio elettorale dello stesso Comune;
il dottor Di Matteo ha riferito che «dall'inizio dell'anno sono stati sottratti dalle casseforti circa 50 mila euro, oltre ad un migliaio abbondante di carte d'identità. L'impressione è che proprio queste ultime siano l'obiettivo principale dei ladri»;
a parere del giornalista estensore dell'articolo appare evidente dalle affermazioni del Di Matteo che «le carte d'identità ancora non compilate potrebbero far gola alla malavita, magari per modificare senza troppa difficoltà l'identità di qualcuno»;
secondo quanto riportato nell'articolo in oggetto, si sarebbe determinata «una vera e propria emergenza, se si considera che in tutto il 2006 i furti, o i tentati furti, nelle sedi periferiche del Comune sono stati "appena" otto. Nel 2007 sono bastati dunque meno di tre mesi per superare questo poco invidiabile record»;
nella citata intervista, il dottor Di Matteo ha affermato che sono state fatte «tutte le denunce del caso alle Forze dell'ordine» -:
se a seguito delle asserite denunce, i numeri seriali delle carte d'identità di cui è stato segnalato il furto presso il Comune di Palermo siano stati inseriti nei database in dotazione alle forze dell'ordine onde permettere di intercettare in tempo reale un eventuale uso illecito per falsificare l'identità di persone sottoposte a controlli di polizia; in caso negativo, perché ciò non sia stato fatto e quando sia previsto che ciò avverrà;
se gli stessi numeri seriali siano stati comunicati ai seggi elettorali presso cui si sono recati gli elettori palermitani nei giorni 13 e 14 maggio, onde evitare che le stesse carte potessero essere usate per permettere a malintenzionati di votare al posto di elettori regolarmente iscritti nelle liste elettorali; in caso negativo, perché ciò non sia stato fatto;
su quali elementi il dottor Renato Di Matteo abbia basato la propria impressione che obiettivo dei furti fossero proprio le mille carte d'identità e non già gli
oltre 50 mila euro contenuti nelle diverse casseforti comunali.
(4-03858)
BOSCETTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
le elezioni amministrative di Genova hanno visto le operazioni di scrutinio prolungarsi in molte sezioni fino alle ore 8 del mattino successivo;
la Prefettura ha dovuto persino inviare i propri ispettori;
gli organi di informazione hanno registrato moltissime proteste di candidati che hanno evidenziato l'attribuzione o meno di voti secondo criteri arbitrari, l'erroneità dell'annullamento di schede, l'attribuzione dei voti di lista al capolista, lo scambio di preferenze fra candidati omonimi ed altre distonie;
particolarmente significative le doglianze di molti candidati che, al loro seggio, non hanno visto registrato alcun voto di preferenza, pur avendo sicuramente espresso il proprio;
le circostanze suddette - che potrebbero perfino aver condizionato il computo finale, stante l'esiguo divario fra i due candidati a Sindaco delle principali coalizioni - sono dovute, per espressa ammissione della Prefettura e del candidato Sindaco del centrosinistra, alla confusione creatasi per l'inesperienza di molti presidenti di seggio e di molti scrutatori;
riferisce il Prefetto che ai corsi di formazione indetti dal Comune di Genova ha partecipato soltanto il 50 per cento dei presidenti;
riferisce un presidente di seggio che i corsi di formazione hanno avuto breve durata ed era impossibile rivolgere domande;
sempre il Prefetto evidenzia che, all'ultimo momento, il Comune di Genova ha dovuto sostituire circa 170 presidenti di seggio (il 25 per cento) e circa 1.000 scrutatori (il 40 per cento);
non vi è stata verifica delle autocertificazioni, rese da presidenti e scrutatori, ove si allegavano inverosimili ragioni per giustificare la propria non presenza;
le sostituzioni non si sono dimostrate all'altezza, portando, spesso, alla presidenza di seggio persone poco o nulla informate delle procedure;
il compendio di queste circostanze ha fatto sì che il candidato Sindaco, Marta Vincenzi, dichiarasse al Secolo XIX: «Il Comune di Genova ha dimostrato una totale incapacità di formare i presidenti di seggio e gli scrutatori»;
il dottor Clavio Romani, dirigente dell'ufficio elettorale del Comune ha dovuto ammettere che «ci sono stati errori di digitazione e verbali non completati»;
a tutto ciò aggiungasi che molti originali dei fonogrammi di trasmissione dei dati dei seggi al Comune dopo lo scrutinio sono stati ritrovati sui marciapiedi, essendo stati buttati via da alcuni presidenti di seggio;
in estrema sintesi, dunque, per carenze organizzative del Comune di Genova, il procedimento elettorale non ha avuto le doti di competenza, rapidità, trasparenza e correttezza che la legge impone;
i ricorsi ammessi dalla legge non potranno porre radicali rimedi a quanto accaduto come solo permetterebbe un riconteggio totale;
per quanto, riguarda il prossimo turno di ballottaggio per le elezioni provinciali si stanno ripetendo - come riferiscono gli organi di stampa - plurime defezioni di presidenti di seggio e scrutatori;
si teme che - pur nella ovvia maggiore facilità del compito - possano verificarsi ulteriori episodi di confusione -:
se della situazione verificatasi sia a conoscenza;
se nell'ambito dei compiti di vigilanza della Prefettura si sia preso qualche provvedimento per evitare il ripetersi dei gravi
inconvenienti denunciati, con riguardo al prossimo ballottaggio per la provincia di Genova;
se siano previste misure affinché il Comune di Genova, almeno per il futuro, eviti di causare disdoro al procedimento elettorale.
(4-03860)