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Allegato B
Seduta n. 163 del 4/6/2007
TESTO AGGIORNATO AL 6 GIUGNO 2007
ATTI DI INDIRIZZO
Mozione:
La Camera,
premesso che:
sin dalla fase di discussione della legge finanziaria 2007 si è evidenziato il drastico taglio delle risorse sul settore della Sicurezza e gli eccessivi tagli imposti al Ministero dell'interno;
lo stesso Ministro dell'interno, onorevole Giuliano Amato, durante l'iter legislativo della finanziaria aveva più volte denunciato l'esiguità delle risorse destinate alle Forze dell'Ordine ed al dicastero dell'interno;
medesima preoccupazione, in sede di discussione in Commissione Affari Costituzionali, era stata espressa dal viceministro onorevole Marco Minniti;
nonostante le protese e le proposte espresse in sede parlamentare le risorse destinate al settore sono decisamente insufficienti, soprattutto relativamente a quelle destinate al personale ed ai consumi intermedi, da cui sono stati tagliati 200 milioni di euro;
dinanzi ai tagli previsti, tutti i sindacati di polizia ed i Cocer di Carabinieri e Guardia di finanza hanno protestato alcuni addirittura scendendo in piazza per manifestare il dissenso;
lo stesso Ministro dell'interno, in questi mesi, tanto su organi di stampa, quanto in sede parlamentare ha lanciato l'allarme di una carenza di fondi tale da non porlo in grado di assicurare la sicurezza del Paese;
in sede di indagine conoscitiva sulla sicurezza in Commissione Affari Costituzionali, tanto il Ministro dell'interno, quanto il viceministro con delega alla Pubblica Sicurezza, hanno dichiarato che il Ministero dell'interno ha oggi 480 milioni di euro di carenza di risorse finanziarie per poter far fronte alle proprie funzioni e che non ci sono i soldi per pagare le bollette, i canoni di locazione e la benzina delle automobili, e che, infine, il parco macchine ha un 45 per cento di auto usurate, tanto che nei Patti sulla Sicurezza, alcuni Enti Locali si sono assunti l'onere di acquistare gli automezzi per le Forze dell'Ordine;
la sicurezza è una esigenza primaria dei cittadini, e un dovere principale dello Stato;
oggi più che mai la sicurezza è uno dei primari problemi avvertiti dai cittadini;
impegna il Governo:
a reperire, in sede di assestamento di bilancio, la somma di 400 milioni da destinare alle Forze di Polizia, somma minima richiesta dalle Amministrazioni interessate per garantire l'efficienza minima del sistema;
a inserire nel DPEF stanziamenti aggiuntivi per le nuove assunzioni necessarie per assicurare la copertura integrale e tempestiva del turn over.
(1-00172)
«Leone, Santelli».
Risoluzioni in Commissione:
La VI Commissione,
premesso che:
l'articolo 8-bis, comma 1, lettera c), del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, prevede che le cessioni di aeromobili destinati a imprese di navigazione aerea che effettuano prevalentemente trasporti internazionali siano considerate non imponibili ai fini IVA;
tale previsione non tiene tuttavia conto della pratica, sempre più diffusa nel settore del trasporto aereo, secondo la quale i principali vettori aerei non acquistano direttamente gli aeromobili, che vengono invece acquisiti, attraverso operazioni
di leasing, da altri operatori, i quali successivamente li concedono in locazione ai medesimi vettori aerei;
la non chiara formulazione della citata norma del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972 comporta la conseguenza che gli operatori i quali acquistano in leasing gli aeromobili per concederli successivamente in locazione ai vettori, sono tenuti a versare l'IVA su tali acquisti, maturando un credito d'imposta che non può essere compensato sui servizi di locazione fatturati nei confronti dei vettori, i quali sono esenti da tale tributo;
in tale situazione gli acquirenti degli aeromobili, di fronte all'estrema difficoltà di recuperare i propri crediti IVA, trasferiscono sostanzialmente il loro maggior onere tributario sui vettori aerei, incrementando le tariffe di locazione degli aerei stessi;
appare di tutta evidenza come l'intero meccanismo impositivo risulti assolutamente inefficiente ed improduttivo, comportando sostanzialmente un incremento delle tariffe del trasporto aereo ed una disparità di trattamento in danno degli operatori aerei nazionali, i quali già versano in una situazione di pesante crisi;
inoltre, la normativa vigente non sembra determinare alcun reale vantaggio in termini di gettito per l'Erario, incrementando solo l'ammontare dei crediti tributari che lo Stato sarà chiamato a rimborsare;
occorre inoltre rilevare come in altri Paesi europei l'esclusione dall'ambito di applicazione IVA per le cessioni di aeromobili si applichi a prescindere dal fatto che esse siano destinate direttamente ad imprese di navigazione aerea, ma sulla sola base del requisito della destinazione degli aeromobili medesimi all'attività di trasporto internazionale;
la normativa comunitaria in materia di IVA non oppone del resto alcun ostacolo a tale soluzione, nella misura in cui prevede che gli Stati membri esentino, tra le altre, le operazioni di cessione e locazione degli aeromobili utilizzati da compagnie di navigazione aerea che praticano essenzialmente il trasporto internazionale a pagamento;
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare misure di carattere normativo volte a modificare l'articolo 8-bis, comma 1, lettera c), del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, al fine di sancire che le cessioni di aeromobili utilizzati, anche in forme diverse dalla proprietà, da imprese di navigazione che effettuano prevalentemente trasporti internazionali, non siano imponibili ai fini IVA, allineando in tal modo l'ordinamento tributario nazionale a quello degli altri Paesi europei.
(7-00191) (Ulteriore pubblicazione) «Gianfranco Conte».
La VII Commissione,
premesso che:
nel Comune di Spoleto sono in corso i lavori di realizzazione di una struttura edilizia sita in via Interna delle Mura, prospiciente le antiche mura urbiche e insistente su zona soggetta a vincolo ambientale che, per volumetria e posizione, costituisce un'impatto devastante nel contesto paesaggistico ed ambientale, tanto da essere correntemente definita «ecomostro»;
dieci anni orsono il Consiglio comunale approvò - a maggioranza - il progetto planovolumetrico inserito nel piano particolareggiato di realizzazione di detta struttura edilizia, piano che in seguito, ottenne il nulla-osta della Sovraintendenza ai fini della tutela dei beni paesaggistici, il nulla-osta per la competenza idrogeologica e, di conseguenza, la relativa autorizzazione edilizia, tant'è che attualmente si nota un proliferare indiscriminato di cementificazione nelle aree a vincolo paesaggistico;
la realizzazione del cosiddetto «ecomostro», rappresenta una scelta discutibile, isolata dal contesto ambientale e monumentale della città di Spoleto, tant'è che, all'epoca, i Gruppi di minoranza del centrodestra non ne condivisero l'approvazione, adducendo vari e consistenti motivi ostativi e di contrarietà ed anche nella maggioranza si espressero riserve volte a condizionare il successivo iter deliberativo;
ove vi sia la regolarità formale in ordine alle delibere, alle autorizzazioni e nulla-osta ai fini della tutela paesaggistica ed altri atti che abbiano rilevanza ai fini dell'esecuzione dei lavori di detta struttura edilizia, da parte degli Organi periferici dello Stato, la strada percorribile sarebbe quella del contenimento dell'ingombro volumetrico di detta struttura in fase di costruzione, nonché della struttura contigua i cui lavori di esecuzione non sono ancora iniziati;
peraltro la società proprietaria della struttura ha intrapreso azioni penali nei confronti di politici, associazioni ambientaliste e comitati (Italia Nostra; Legambiente; WWF; «Salviamo Spoleto», «Colli Spoletini», «Contro lo svincolo sud» eccetera) che sono stati, seppure tardivamente, promotori della polemica insorta in merito alla iniziativa edilizia in questione della quale si ribadisce l'inopportunità paesaggistica e il consistente negativo impatto ambientale;
per la difesa del patrimonio artistico e paesaggistico della città di Spoleto si è mobilitata anche la cittadinanza, organizzando sit-in e presidi davanti al cantiere di costruzione dell'opera di che trattasi,
impegna il Governo
ad assumere, nell'ambito delle proprie competenze, in attuazione della normativa vigente e dello stesso Statuto del Comune di Spoleto, le iniziative più opportune per risolvere la descritta situazione, tra cui la sospensione e il blocco dei lavori di costruzione e, laddove non esistessero irregolarità e illegittimità nelle procedure autorizzative, ad intraprendere un serrato confronto con gli imprenditori interessati, finalizzato ad un consensuale ripensamento in ordine alla completa realizzazione dell'iniziativa edilizia ed al ridimensionamento dell'entità volumetrica dell'opera.
(7-00190)
«Folena, Luciano Rossi, Garagnani, Pescante».