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Allegato B
Seduta n. 184 del 5/7/2007
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INTERNO
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
gli organici del Corpo dei Vigili del fuoco sono sottoposti ad una crescente pressione, come risultato dei 1.200 pensionamenti perfezionatisi nel 2006, cui seguiranno i 1.500 programmati per il 2007 ed i 2.000 previsti per il 2008, ai quali va aggiunta la perdita del gettito di 4.000 reclute ausiliarie conseguente alla sospensione della leva in tempo di pace;
le gravi lacune a Monza si traducono in una disponibilità di cinquantadue Vigili del fuoco su quattro turni, cioè di sole dodici persone a turno, di cui una parte necessariamente adibita a mansioni burocratiche;
lo scorso 15 giugno è scoppiato a Monza un gravissimo incendio, che è costato la vita ad un uomo di 54 anni e l'intossicazione di numerose altre persone, inclusi i due figli e la moglie della vittima, ricoverati in prognosi riservata;
il parco mezzi e materiali a disposizione è vecchio, obsoleto e soggetto a continui interventi di manutenzione, al punto che in occasione del citato incendio occorso a Monza i Vigili del fuoco sono stati costretti ad attendere l'arrivo di rinforzi da Milano, come documentato dalla stampa e dalle principali televisioni locali e regionali della Lombardia;
in particolare, i Vigili del fuoco di Monza risultano disporre di un'autobotte vecchia di venti anni, un'autopompa di ventiquattro ed un cono fiamma di ventotto. A fronte della penuria di materiali, hanno ottenuto di recente soltanto un mezzo ulteriore, ma usato;
i Vigili del fuoco di Monza non ricevono mezzi nuovi in ragione del fatto che il Ministero dell'interno ha classificato il comune monzese al livello di priorità più basso nell'assegnazione degli equipaggiamenti da distribuire, il cosiddetto livello S1, malgrado si tratti della terza città della Lombardia per numero di abitanti;
quali siano le ragioni per le quali, ai fini della fornitura ai Vigili del fuoco di uomini e mezzi adeguati allo svolgimento dei compiti d'istituto, il Ministero dell'interno abbia classificato il comune di Monza al più basso livello di priorità e se il Governo intenda confermare o rivedere questa scelta anche alla luce dei più recenti avvenimenti.
(2-00652) «Grimoldi, Maroni».
Interrogazioni a risposta scritta:
OSVALDO NAPOLI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il 2 ottobre del 1996 il Posto Fisso Carabinieri di Sauze d'Oulx (Torino) ripiegava sullo stabile del Comando Stazione Carabinieri di Oulx per la mancanza di una sede;
con nota del 12 maggio 2007 n. 266/13-301-1979 il Comando Provinciale dei Carabinieri di Torino comunicava alla Prefettura l'intenzione di sopprimere definitivamente il presidio di Sauze d'Oulx;
conseguentemente a tale nota la Prefettura-Ufficio territoriale del Governo di Torino con lettera del 4 giugno 2007 protocollo n. 4991 comunicava al Ministero dell'interno e per conoscenza al Comando provinciale dei Carabinieri di Torino che, vista l'intenzione di sopprimere definitivamente il suddetto presidio, non avrebbe proceduto ulteriormente alle trattative finalizzate all'assunzione in locazione di una nuova sede;
con lettera del 28 giugno 2007 protocollo n. 395/139-165-1965 il Comando Regionale Carabinieri Piemonte e Valle d'Aosta comunicava al Sindaco di Sauze d'Oulx che, vista l'assenza di novità sullo stato di avanzamento delle trattative inerenti la nuova sede per il Posto Fisso Carabinieri, avrebbe avviato la procedura per la definitiva soppressione del presidio e allegava la nota suddetta della Prefettura;
tale soppressione causerà notevoli disagi per la popolazione locale che dovrà rivolgersi ad altre caserme più lontane e renderà più difficoltoso il mantenimento dell'ordine pubblico e della sicurezza nel territorio che per la sua conformazione, essendo una zona montana, risulta già di per sé di difficile gestione sotto tale aspetto -:
se non ritengano opportuno valutare nuovamente tale situazione e nel caso assumere decisioni per ovviare alla soppressione della Caserma.
(4-04257)
CASSOLA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'Italia non ha partecipato all'audizione pubblica al Parlamento Europeo di Bruxelles, indetta il 3 luglio dalla Commissione libertà civili giustizia ed affari interni sulle recenti tragedie nel mare mediterraneo, che riguardano gli immigranti provenienti dalla Libia con delle imbarcazioni di fortuna;
secondo il presidente della Commissione, Jean-Marie Cavada, sebbene invitata, l'Italia non ha inviato nessun rappresentante al meeting e la Libia ha rifiutato di prendere la parola, nonostante fosse presente;
in una tematica così importante per il mediterraneo, l'assenza italiana è apparsa anomala;
poche settimane fa il Ministro dell'interno Giuliano Amato ha dichiarato che l'Italia non desiderava partecipare alla missione EU prevista contro l'immigrazione illegale nel Mediterraneo, se la Libia non avesse fatto altrettanto, anche se, in seguito alle pressioni esercitate dal Commissario Frattini, l'Italia ha deciso di dare un contributo all'operazione Nautilus II -:
se non ritenga una grave mancanza il fatto che l'Italia non abbia partecipato all'audizione del 3 luglio e se non ritenga utile che l'Italia prenda parte attiva ai futuri dibattiti sull'importante tema dell'immigrazione illegale, viste le continue tragedie umanitarie che si stanno verificando regolarmente e se non ritenga utile istituire un tavolo di trattative con la Libia sulla questione.
(4-04259)
TOMASELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
si è tenuta nelle scorse settimane una importante tornata elettorale amministrativa, con la convocazione di comizi elettorali nelle giornate del 27 e 28 maggio e, relativamente al turno di ballottaggio, nelle giornate del 10 e 11 giugno;
si è votato, tra le altre, nella città di Mesagne, provincia di Brindisi, dove per la elezione del Sindaco si è fatto ricorso al turno di ballottaggio;
in tale città, in occasione di detto turno di ballottaggio, si è verificato un episodio alquanto insolito e, a parere dell'interrogante, in palese violazione della vigente normativa in materia di propaganda elettorale;
nella giornata precedente il voto, infatti, ovvero il 9 giugno, a seguito di rimostranze di una parte politica che aveva lamentato l'alterazione di alcuni manifesti elettorali affissi, la stessa richiedeva di poter procedere ad ulteriori affissioni;
la locale Prefettura di Brindisi, interessata all'uopo dal Comune di Mesagne, con nota prot. 20073303 trasmetteva via fax alle ore 17,12 al Sindaco di Mesagne, in relazione a quanto sopra richiesto, una nota con cui richiamava «l'esigenza della stretta osservanza della norma di cui all'articolo 9 della legge 4 aprile 1956 n. 212, che vieta nel giorno precedente e in quelli stabiliti per la elezione la nuova affissione di stampati, giornali murali o altri e manifesti di propaganda»;
a ciò faceva seguito una nota, inviata via fax alle ore 19,53 del 9 giugno, del Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali - Direzione Centrale dei servizi elettorali - a firma del Direttore Centrale Fabbretti - di codesto Ministero dell'Interno con cui, a seguito di quesito posto dalla Prefettura di Brindisi, si rispondeva che «le affissioni oggetto del quesito negli stessi spazi e per lo stesso numero possano essere consentite tenuto conto che in tale caso non si tratterebbe di nuove affissioni ma di ripristino della situazione precedente» -:
quale sia la valutazione di codesto Ministero circa la palese discordanza di orientamenti ed interpretazioni nel caso in questione tra organi ed uffici dello stesso Ministero in materia così delicata;
sulla base di quali valutazioni e/o eventuali precedenti la richiamata Direzione Centrale dei servizi elettorali abbia potuto dare la sopra riportata interpretazione della norma in questione, il citato articolo 9 della legge n. 212 del 1956;
quali orientamenti intenda adottare codesto Ministero per dare in tale materia un quadro normativo più certo e non suscettibile di interpretazioni così discordanti, come nel caso di specie.
(4-04263)
FILIPPESCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in questi giorni si rincorrono con insistenza le voci di uno spostamento della Polizia stradale di Volterra;
tali voci stanno originando incertezze e preoccupazioni nei cittadini e nelle istituzioni e preoccupazioni all'interno dell'organizzazione del distaccamento di Volterra;
la presenza della Polizia stradale, assieme alle altre forze dell'ordine, contribuisce a garantire la sicurezza e la tutela di un vasto territorio come la Val di Cecina;
l'impegno a suo tempo portato avanti dall'Amministrazione comunale assieme al Ministero per individuare una nuova sede atta ad offrire una soluzione organizzativa idonea ed efficiente si è quasi completata;
sussistono ancora da realizzare dei lavori di completamento degli impianti per rendere la nuova struttura più sicura e rispondente alle normative in materia;
la comunità di Volterra e dell'intero territorio non può assistere silente a possibili colpi di mano che vedano la realtà privata di un servizio importante e fondamentale per il territorio -:
quali iniziative si intendano assumere per garantire alla comunità di Volterra e del territorio della Val di Cecina il mantenimento e consolidamento del presidio della Polizia stradale di Volterra, da impegnare sulla rete viaria delle strade regionali
n. 68 per l'intero tratto, della 439 fino al congiungimento nell'Aurelia e della 329, la loro configurazione geografica rende più facilmente controllabile la viabilità essendo la città di Volterra centrale rispetto al territorio da controllare.
(4-04264)
ZACCHERA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. - Per sapere - premesso che:
in data 12 ottobre 2006 l'onorevole Luigi Vitali, primo firmatario, con altri colleghi parlamentari, in un'interrogazione a risposta orale indirizzata al Ministro dell'Interno, segnalava alcuni inquietanti episodi collegati al progetto della Carta di identità elettronica (CIE) italiana, in particolare riferiti all'emissione di circolari potenzialmente illegittime da parte del Direttore dei Servizi Demografici del Ministero dell'Interno, in contrasto con il decreto legislativo 19 luglio 2000 firmato dallo stesso Ministro Amato. Più in generale venivano segnalate procedure ritenute anomale e illegittime del Ministero dell'Interno, confermate come illegittime dallo stesso Ministro dell'Economia e delle Finanze. Nella stessa interrogazione veniva segnalato il grave rischio, sotto il profilo della sicurezza dei dati sensibili dei cittadini, del trasferimento del Sistema di Sicurezza del Circuito di Emissione (SSCE) della Polizia Scientifica alla stessa Direzione dei Servizi Demografici, assistita da una consulenza apparente dell'Università di Tor Vergata, che in realtà poteva ritenersi controllata da una società privata denominata «Nestor Scarl». Veniva inoltre chiesto il motivo della presenza di tale società privata che interviene su aspetti molto delicati dello Stato italiano, influenzando pesantemente il mercato di riferimento e imponendo scelte tecnologiche sotto l'egida del Ministero dell'Interno. A quanto risulta all'interrogante questa interrogazione non ha ancora avuto risposta;
successivamente è stato però operato l'allontanamento del Direttore dei Servizi Demografici che, di fatto, con una serie di decreti aveva esautorato il Ministro dell'Interno. Nonostante il cambio della guardia alla Direzione dei servizi Demografici la sostituzione non ha prodotto effetti però positivi per il progetto CIE e al contrario, l'interrogante ritiene che i rischi di una gestione privata dell'interesse nazionale si siano ulteriormente aggravati per alcune circostanze maturate nei mesi successivi -:
se sia a conoscenza del fatto ed in questo caso se confermi che la società consortile «Nestor» abbia un capitale sociale di 40.000,00 euro sia posseduta dall'Università di Tor Vergata per il 51 per cento, da Ancitel Spa per il 30 per cento, e da due società private: ATS srl per il 12 per cento e Unicem servizi per il 7 per cento;
se risulta vero che la stessa «Nestor» abbia, diramazioni in numerose società sottostanti fino a costituirsi in società anonima fiduciaria di diritto lussemburghese;
se sia conforme al vero che risulti in corso la scrittura delle «nuove» Regole tecniche della CIE, che di fatto confermano il passaggio del sistema di emissione della CIE dalla Polizia Scientifica alla Direzione dei Servizi Demografici attribuendo al Presidente di Nestor il coordinamento scientifico e progettuale del CNSD (ex SSCE) e della CIE, mettendo di fatto in mano a società privata, con una storia che all'interrogante appare opaca, i dati sensibili degli italiani;
se vi sia riscontro nel fatto che nelle stesse «Regole tecniche» viene imposto un ulteriore aggravio di costo, voluto da Tor Vergata, alias Nestor, che ne possiede il software proprietario per la presenza di sonde denominate Backbon, molto costose che tra l'altro impediscono l'utilizzo all'estero della CIE in quanto dotato di un sistema proprietario mancante del requisito di interoperabilità;
se sia opinione del Ministro che le «nuove» Regole tecniche non tengano
conto delle direttive europee in tema di «European citizen card» e di mobilità europea che fissano i nuovi standard europei (WG15) allineandoli a quelli internazionali elaborati da ICAO per i passaporti elettronici;
se si sia considerato che in materia di tecnologia di sicurezza esistono in Italia centri universitari di eccellenza sia al Nord che al Sud e quindi stupisce il ricorso del Ministero dell'Interno a collaborazioni esterne il cui requisito appare all'interrogante di carattere esclusivamente politico-ambientale.
(4-04268)
TAGLIALATELA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
all'ARPAC (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania) sono demandati compiti per lo sviluppo delle attività di monitoraggio, prevenzione e controllo orientate a tutelare la qualità del territorio e favorire il superamento delle molteplici criticità ambientali della Campania;
l'ARPAC si occupa anche del controllo delle acque e del loro inquinamento ambientale;
domenica 1o luglio 2007 alle ore 13,30 circa, nelle acque dell'isola di Capri antistanti la Torre Saracena, si trovava una imbarcazione della lunghezza di 9-10 metri circa, in uso all'ARPAC (l'Agenzia Regionale Protezione Ambientale della Campania) viste le scritte riportate sullo scafo tra le quali la dicitura «Base di rilevamento»;
l'imbarcazione era ormeggiata a pochi metri dalla linea di costa e contravveniva alle più elementari disposizioni vigenti in materia e previste nel codice della navigazione. Per questo motivo sul posto sono intervenuti i Carabinieri;
sull'imbarcazione, dove si sarebbero dovuti trovare solo tecnici dell'ARPAC intenti a svolgere le funzioni istituzionali loro preposte, si notava la presenza di numerose altre persone il cui abbigliamento non lasciava alcun dubbio sulla finalità esclusivamente balneare delle stesse;
è stato notato che molte delle numerose persone presenti sull'imbarcazione usavano la stessa in modo tale da trasformarla in una barca di bagnanti e turisti;
sul posto i Carabinieri intervenuti hanno proceduto ad effettuare accurati controlli sull'imbarcazione. Le attività dei militari dell'Arma si sono protratte a lungo per procedere all'identificazione di tutte le persone presenti -:
fermo restando le eventuali competenze dell'autorità giudiziaria, quali siano stati gli esiti degli accertamenti svolti dai carabinieri.
(4-04271)
COTA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
da notizie pubblicate dal giornale Tribuna Novarese del 22 giugno 2007 si apprende che un agente della Polizia municipale di Novara è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Novara ad una pena di un anno e otto mesi di reclusione con l'interdizione per cinque anni dai pubblici uffici per le lesioni cagionate nel corso di una colluttazione ad una passeggera di un bus che non aveva pagato il biglietto;
la sentenza citata suscita sconcerto ancor prima che per il suo contenuto per i tempi della sua adozione; sui medesimi fatti oggetto della decisione furono presentate due denunce, una della presunta vittima, l'altra da parte dei vigili di Novara: mentre la prima è già approdata ad una sentenza di primo grado, la seconda non ha per ora sortito alcun esito;
tale circostanza appare ancor più incomprensibile se si considera che a fronte delle dichiarazioni rese dal pubblico ufficiale condannato è stato acquisito al processo un certificato medico che attesta una prognosi di tre giorni per la presunta vittima a chiara dimostrazione
dell'incompatibilità di tali lesioni, assai lievi, con un pestaggio da parte dell'agente della polizia municipale;
nella situazione di grave allarme per l'ordine pubblico in Piemonte ed in città come Novara che è stata di recente crocevia di fatti particolarmente gravi sotto questo profilo, e dove il lavoro della polizia municipale si è rivelato efficace e perfettamente integrato con l'azione della altre forze di polizia, si può immaginare che una sentenza come quella in oggetto rischi di essere considerata assurda da parte dell'opinione pubblica ed ingeneri una notevole demotivazione tra quanti, ed in primo luogo le forze dell'ordine e la polizia municipale, compiono quotidianamente il proprio dovere per garantire la sicurezza dei cittadini ed in particolare, in relazione ai fatti in oggetto, per combattere la piaga dell'abusivismo sui bus -:
se non intenda adottare iniziative, anche normative, al fine di migliorare le condizioni nelle quali le forze di polizia e la stessa polizia municipale svolgano le loro funzioni a garanzia della sicurezza dei cittadini, nelle diverse realtà territoriali.
(4-04277)
PISCITELLO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 26 giugno 2006 il dottor Giuseppe Campisi è stato eletto Sindaco del Comune di Pachino, comune di oltre 20.000 abitanti in provincia di Siracusa; dopo dieci mesi di governo della città, contrassegnato da vicissitudini e incomprensioni, si è consumato fra le forze della coalizione e il Sindaco un lungo braccio di ferro, culminato il 13 aprile 2007 con le dimissioni di tutti gli assessori da egli stesso nominati;
gli assessori dimissionari, con una lunga lettera aperta alla città, hanno motivato le proprie ragioni, contestando al Sindaco di Pachino non solo incapacità e incompetenze ma gravi responsabilità e inadempienze, circostanziando la mancanza di condizioni per proseguire il governo della città, in seguito ad atti e decisioni contrassegnati dal mancato rispetto di regole improntate alla trasparenza amministrativa. Tra questi rilevano: il blocco dei lavori di alcune opere pubbliche, per le quali esistono già finanziamenti statali non utilizzati (2.000.000 di euro per la piscina comunale, 900.000 di euro per la strada a monte di Marzamemi, 2.000.000 di euro per l'area di attendamenti della protezione civile), opere che rischiano di essere annullate, in taluni casi, per ragioni di situazioni di conflitto di interessi non sanate che vedono coinvolti alcuni funzionari dell'Ufficio Tecnico Comunale; la revoca ingiustificata di un finanziamento da parte del P.I.T. «Ecomuseo del Mediterraneo» destinato a Marzamemi (2.650.000 di euro); blocco del piano spiagge e del piano regolatore della città; previsione di un piano di lottizzazione in zone in cui è vietata l'edificabilità, le cui procedure sono sotto osservazione della magistratura, a seguito di un blitz dei carabinieri con funzioni di polizia giudiziaria, avvenuto nel marzo scorso, autorizzato dalla Procura di Siracusa, che ha portato all'acquisizione di documenti e pratiche in corso di istruzione dell'Ufficio Tecnico Comunale; previsione di un piano fognario, per circa 19.000.000 di euro, che vede un rilevato conflitto di interessi tra progettista e funzionario comunale (così come risulta dal Programma Triennale delle Opere pubbliche per gli anni 2007-2009);
la crisi dell'intera struttura amministrativa comunale di Pachino è contrassegnata dal coinvolgimento di alcuni funzionari in conflitto di interesse, dal compimento di atti che hanno danneggiato gli uffici e le attività del comune, dalle incompetenze dell'Ufficio Tecnico Comunale e dalla paralisi dell'Ufficio Tributi e Finanze. I comportamenti e gli atti segnalati, secondo l'interrogante, contrastano profondamente non solo con le regole democratiche della buona amministrazione e i criteri di trasparenza amministrativa, ma si configurano come palese violazione di legge e come mancato rispetto degli stessi principi indicati nello Statuto del Comune di Pachino, con particolare riferimento «ai
principi di legalità, equità, imparzialità, di trasparenza e pubblicità, di efficacia ed efficienza», di cui all'articolo 3 dello Statuto, cui deve uniformarsi l'azione degli organi amministrativi;
i fatti su esposti evidenziano la profonda crisi che si è aperta nel comune di Pachino e la rilevanza di scelte che, mettendo in atto gravi e persistenti violazioni di legge tali da non assicurare il normale funzionamento degli organi, ha condotto anche ad un intervento della Procura della Repubblica di Siracusa per l'accertamento di gravi responsabilità sia amministrative che penali -:
se ferme restando le competenze regionali, non intenda esercitare taluno dei poteri di propria competenza previsti dagli articoli 141 e seguenti del decreto legislativo n. 267 del 2000, in relazione al controllo sugli organi degli enti locali.
(4-04280)