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Allegato B
Seduta n. 184 del 5/7/2007
ATTI DI INDIRIZZO
Mozioni:
La Camera,
premesso che:
gli indicatori di normalità economica introdotti dal comma 14 dell'articolo 1 dalla legge finanziaria 2007, hanno spinto numerose piccole e medie imprese, finora in regola con gli studi di settore, fuori dai parametri di congruità e hanno creato serie difficoltà ai professionisti sulla corretta applicazione della nuova normativa, tanto che sono state necessarie due circolari (n. 31 e n. 38) per chiarire alcuni degli aspetti più controversi;
il 18 giugno era la scadenza per effettuare i versamenti risultanti dalle dichiarazioni, sia quelli a saldo relativi al 2006, sia l'eventuale primo acconto per il 2007 per tutti i contribuenti;
l'Agenzia delle entrate, con due comunicati stampa, il primo del 9 giugno, il secondo del 15 giugno, ha concesso una proroga ai contribuenti ai quali si applicano gli studi di settore, portando la scadenza dei versamenti al 9 luglio senza maggiorazione e all'8 agosto con la maggiorazione dello 0,4 per cento;
tale rinvio aggiunge incertezza ad uno scadenzario fiscale ormai assolutamente senza logica, nato da provvedimenti spot assolutamente slegati tra loro, che creano disagio tra i contribuenti ed i professionisti;
il Governo, addirittura, non riesce ad emanare in tempo utile i decreti che stabiliscono le scadenze fiscali e affida a semplici comunicati stampa la fissazione dei termini;
a seguito della discussione sugli studi di settore avvenuta in Senato il 26 giugno 2007 e dell'approvazione della mozione della maggioranza di centrosinistra, è stato istituito un tavolo di confronto con le categorie produttive che ha cominciato i propri lavori e, ancora in questi giorni, si legge sulla stampa specializzata che sono in corso aggiustamenti alla disciplina degli studi stessi,
impegna il Governo:
a valutare con urgenza l'opportunità di rinviare al 9 agosto 2007 la scadenza per effettuare i versamenti a saldo per il 2006 e in acconto per il 2007 per i contribuenti a cui si applicano gli studi di settore, attualmente fissata al 9 luglio 2007, senza l'applicazione della maggiorazione dello 0,4 per cento;
a non prevedere l'applicazione degli indici di normalità economica nel calcolo delle imposte da pagare per l'anno di imposta 2006, così come previsto dal comma 14 dell'articolo 1 dalla legge finanziaria 2007;
a non emanare in futuro provvedimenti normativi che abbiano valenza retroattiva nel calcolo della base imponibile così come stabilito dallo Statuto del contribuente.
(1-00201)
«Fugatti, Alessandri, Allasia, Bodega, Bricolo, Brigandì, Caparini, Cota, Dozzo, Dussin, Fava, Filippi, Garavaglia, Gibelli, Giancarlo Giorgetti, Goisis, Grimoldi, Lussana, Maroni, Montani, Pini, Stucchi».
La Camera,
premesso che:
il giorno 9 luglio 2007 dovrebbe scadere la proroga del termine di versamento delle imposte per i contribuenti soggetti agli studi di settore;
a tutt'oggi non esiste un provvedimento legislativo che preveda espressamente detto termine ma è stato esclusivamente diramato un comunicato stampa del viceministro dell'economia e delle finanze
che afferma che il pagamento delle imposte deve avvenire entro tale data;
non è corretto che un fondamentale adempimento tributario venga sancito in un comunicato stampa e non, invece, come dovrebbe, in una norma di legge;
vi sono stati rilevanti ritardi accumulati dal Ministero dell'economia e delle finanze nella predisposizione dei modelli di dichiarazione dei redditi e delle disposizioni per assolvere in modo corretto gli obblighi fiscali,
impegna il Governo
a prorogare il termine di versamento delle imposte al 9 agosto senza applicazione di interessi.
(1-00202)
«Leo, Galletti, Volontè, Gioacchino Alfano, Zorzato, Alberto Giorgetti, Maroni, Fugatti, La Russa, Leone».
Risoluzioni in Commissione:
La X Commissione,
premesso che:
il settore dell'energia ha assunto negli ultimi anni un'importanza cruciale e strategica per lo sviluppo economico, sociale e ambientale di ogni Paese;
in Italia la cosiddetta «crisi del gas» verificatasi ad inizio 2006 ha evidenziato l'emergenza dell'approvvigionamento del gas e delle carenze strutturali del nostro Paese in questo settore, dove, peraltro, il gas è cruciale nella produzione di energia elettrica;
negli ultimi anni la produzione nazionale si è ridotta, mentre la dipendenza dell'Italia dalle importazioni di petrolio e gas è aumentata sensibilmente, superando l'80 per cento dei consumi;
l'approvvigionamento si basa prevalentemente su fonti extracomunitarie (37 per cento dall'Algeria, 32 per cento dalla Russia, 6 per cento dalla Libia) ed avviene attraverso infrastrutture di adduzione (quattro gasdotti e un rigassificatore) che attualmente si trovano in una situazione critica, in quanto la capacità disponibile per l'importazione è praticamente saturata per la crescita della domanda, che dal 1995 al 2005 è aumentata ad un tasso medio dell'1,4 per cento;
l'attuale coalizione di Governo già nel proprio programma elettorale aveva dichiarato che «lo sviluppo della capacità di approvvigionamento deve essere perseguito anche con una pluralità di provenienze per il gas e una pluralità di fonti primarie per la generazione di elettricità. È per questo che puntiamo alla costruzione di nuovi gasdotti e terminali di rigassificazione del gas naturale liquefatto (GNL)»;
il Governo in carica ha confermato il proprio impegno in questa direzione inserendo il «Programma per l'efficienza e la diversificazione delle fonti energetiche: fonti rinnovabili e localizzazione e realizzazione rigassificatori» tra i dodici punti «prioritari e non negoziabili» della propria azione individuati a seguito della «crisi di Governo» dello scorso marzo;
anche nel primo DPEF per gli anni 2007-2011, nel campo della politica dell'energia vengono riconosciuti il potenziamento delle reti e la realizzazione di nuove infrastrutture di produzione e di importazione e stoccaggio, quali elementi indispensabili per garantire la sicurezza del sistema;
il solo potenziamento delle infrastrutture esistenti, come più volte dichiarato e confermato dal Ministro Bersani, non sarà in grado di fare fronte all'aumento della domanda già dal 2010, mentre la situazione potrebbe migliorare esclusivamente con l'entrata in esercizio terminali di rigassificazione già autorizzati (quelli di Brindisi, di Rovigo e di Livorno);
la realizzazione dei terminali di rigassificazione di gas naturale liquefatto (GNL) risponderebbe al duplice obiettivo di soddisfare il fabbisogno energetico interno,
sviluppando concorrenza, e di migliorare la sicurezza del «sistema del gas», attraverso la diversificazione delle fonti di approvvigionamento;
per quanto concerne i rigassificatori autorizzati, un caso eclatante è rappresentato dal terminale di Brindisi per il quale, con istanza datata 9 novembre 2001, la British Gas Italia S.p.A. (oggi Brindisi LNG S.p.A.) ha chiesto all'allora Ministero delle attività produttive l'autorizzazione alla costruzione e all'esercizio dell'impianto nell'area «Capo Bianco» del Porto di Brindisi;
l'istanza, corredata dal progetto preliminare e da uno studio di impatto ambientale, è stata presentata ai sensi dell'articolo 8 della legge 24 novembre 2000, n. 340, che prevede che l'uso o il riutilizzo di siti industriali per la realizzazione di impianti di rigassificazione di GNL è soggetto ad autorizzazione da parte del Ministero delle attività produttive, di concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, d'intesa con la Regione interessata;
l'istruttoria si è regolarmente svolta nelle conferenze di servizi del 16 gennaio e 15 novembre 2002, nel corso delle quali le amministrazioni interessate hanno rilasciato parere favorevole e il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio ha accordato il nulla osta di propria competenza (ai sensi del citato articolo 8, legge 340 del 2000);
il Ministero delle attività produttive ha concesso la richiesta autorizzazione con proprio decreto n. 17032 del 21 gennaio 2003, emanato di concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e in accordo con la Regione Puglia;
da allora, ed in particolare a partire dall'ottobre 2005, Brindisi LGN ha avviato i lavori per la costruzione del rigassificatore, incontrando, con il rinnovo dei vertici delle amministrazioni locali, sempre maggiori ostacoli, sfociati anche in azioni legali, finalizzate alla revisione della procedura autorizzatoria, ritenuta illegittima per vizi originari dell'atto e, tra l'altro, per la mancata attuazione di tutte le procedure previste (in particolare la VIA, con annessa «consultazione della popolazione»);
nonostante i giudici amministrativi abbiano in più occasioni riconosciuto la validità dell'iter dell'autorizzazione e la relativa definitività del procedimento, ad oggi la costruzione del terminale di Brindisi è di fatto paralizzata dalla mancata adozione di misure risolutive;
a margine del Consiglio dei ministri del 27 dicembre 2006, il Governo, dopo quasi quattro anni, ha deciso (su pressione degli enti locali coinvolti) la riapertura della conferenza dei servizi per la conseguente revisione dell'autorizzazione rilasciata dal Ministero delle attività produttive, nonostante il Consiglio di Stato, in data 16 gennaio 2006, abbia sancito che non vi sia alcun obbligo di riesame della decisione, anche se richiesto da un'amministrazione (la provincia di Brindisi) che ha partecipato al procedimento amministrativo;
sono trascorsi oltre sei mesi dalla riapertura della conferenza dei servizi che, dopo tre sedute, non si è ancora pronunciata sulla validità dell'autorizzazione;
durante l'ultima riunione della conferenza dei servizi, tenutasi lo scorso 28 maggio, il Ministero dello sviluppo economico ha presentato ai partecipanti un proprio studio sull'approvvigionamento energetico italiano, evidenziando come sia necessario, per far fronte alla crescente domanda, completare la realizzazione dei tre terminali di rigassificazione già autorizzati, tra cui quello di Brindisi, al fine di garantire la sicurezza energetica e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento;
la Brindisi LGN è una società del gruppo BG (con sede principale nel Regno Unito) che è leader internazionale nel settore del gas naturale, attivo nell'intera filiera del gas, dalla prospezione fino alla trasmissione e distribuzione;
la costruzione del terminale di Brindisi rappresenta il maggiore investimento diretto inglese in Italia (oltre 500 milioni di euro di cui 200 milioni già spesi);
tale terminale, con una capacità di rigassificazione di 8 miliardi di metri cubi annui, pari al 10 per cento dell'import italiano, sarebbe in grado non solo di contribuire all'incremento dell'offerta di gas, ma soprattutto di favorire la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, trattandosi di uno dei pochi progetti con un'esistente fornitura associata, capace quindi di fornire e rendere disponibile energia pulita proveniente da diversi Paesi;
nell'ultimo DPEF (anni 2008-2011), nella sezione dedicata all'energia, si legge che «Aumentare la sicurezza dell'approvvigionamento, garantire la competitività delle imprese comunitarie e contemporaneamente realizzare vantaggi per i consumatori sono sfide importanti che potranno essere realizzate in un mercato più interconnesso, in cui le decisioni in materia di investimenti nelle reti siano maggiormente incoraggiate grazie alla separazione proprietaria delle reti e al passaggio a sistemi indipendenti di gestione»;
il testo dell'attuale DPEF sottolinea inoltre che «rimane cruciale il problema del rafforzamento delle infrastrutture energetiche, in particolare nel settore del gas naturale, dove la continua crescita della domanda interna si accompagna ad una sostanziale invarianza della capacità dei canali di importazione. La realizzazione di nuovi terminali di rigassificazione di GNL e di gasdotti di importazione dall'estero, il potenziamento dei gasdotti esistenti e la rapida attivazione di nuovi stoccaggi di gas in sotterraneo per riserva strategica e per le esigenze di mercato costituiscono condizioni indispensabili per evitare continue e pericolose crisi di fornitura e per ridurre i prezzi del gas, e rispondono ad esigenze di primario interesse nazionale sia nel breve sia nel lungo periodo»;
impegna il Governo
ad intervenire perché si concludano rapidamente i lavori della Conferenza dei servizi con la conferma della validità dell'autorizzazione rilasciata, al fine di consentire il completamento del terminale di rigassificazione di GNL di Brindisi, opera fondamentale nel settore energetico del nostro Paese;
ad accelerare l'espletamento delle procedure autorizzative per la realizzazione degli altri terminali di rigassificazione programmati, per favorire migliore disponibilità di gas reperito in una pluralità di mercati.
(7-00239)
«D'Agrò, Saglia, Lazzari, Fava, Mele».
La XIII Commissione,
premesso che:
le condizioni climatiche eccezionali che si verificano sempre più spesso nel corso degli anni, ed in particolare il grande caldo degli ultimi giorni, stanno determinando ingenti danni sia alle attività produttive, in particolare alle coltivazioni agricole prossime alla raccolta, a causa degli incendi, molte volte dolosi, sia alla salute stessa dei cittadini;
a causa di quanto sopra il Corpo forestale dello Stato sta svolgendo un intenso lavoro di soccorso per lo spegnimento dei frequenti incendi, non solo di boscaglie o sterpaglie, ma anche di colture agricole;
i tagli imposti dall'ultima legge finanziaria creano gravi situazioni di disagio, come ad esempio quella di limitare al massimo le uscite per carenza di carburante;
la situazione finanziaria del Corpo forestale dello Stato è stata recentemente affrontata dalle Commissioni riunite Bilancio e Agricoltura della Camera dei deputati in particolare nella risoluzione 8-00067 Lion e altri, nella quale si è impegnato il Governo ad adottare con
urgenza ogni utile iniziativa per garantire la piena funzionalità del Corpo forestale dello Stato, provvedendo a dare tempestiva attuazione alle disposizioni recate dal comma 1 dell'articolo 4 del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81 e ad assumere iniziative rivolte a sbloccare il Fondo unico per gli investimenti del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, rendendo di conseguenza utilizzabili i finanziamenti relativi alla legge n. 118 del 2002 in materia di lotta agli incendi boschivi;
si ritiene altresì quanto mai opportuno un impegno formale sugli stanziamenti destinati al Corpo forestale dello Stato, per permettere un'adeguata e razionale programmazione dell'attività del Corpo medesimo, giustificato peraltro sia dall'importanza delle attività svolte dal Corpo, sia dalla frequenza con cui si presentano situazioni di emergenza, difficilmente affrontabili in carenza di dotazioni finanziarie che intralciano lo svolgimento di tali attività;
impegna il Governo
nell'ambito della manovra per il 2008, a valutare la possibilità di reperire risorse aggiuntive da destinare in modo permanente al finanziamento delle attività del Corpo forestale dello Stato, in modo da superare le difficoltà derivanti da carenze di risorse finanziarie e permettere così una adeguata programmazione alle attività del Corpo medesimo.
(7-00238)
«Misuraca, Bellotti, Giuseppe Fini, Grimaldi, Iannarilli, Licastro Scardino, Marinello, Minardo, Romele, Paolo Russo».
La XIII Commissione,
premesso che:
la legge finanziaria 2004 (legge n. 350 del 2003) ha stanziato risorse per 1.100 milioni di euro per il finanziamento delle opere previste nel programma nazionale idrico;
la ripartizione di tali risorse, operata con la delibera CIPE n. 74 del 2005, ha assegnato alle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna) solo il 30 per cento circa delle risorse complessive, per un totale di 352 milioni di euro, a causa della mancanza di progetti;
a seguito della rimodulazione delle risorse disponibili per l'attuazione del programma idrico nazionale, operata dalla finanziaria 2007 (legge n. 296 del 2006), gli uffici ministeriali hanno operato un'ulteriore riduzione di oltre 100 milioni di euro delle risorse assegnate alle regioni meridionali, che si riducono così a soli 247 milioni di euro;
nel corso di una audizione svoltasi presso la XIII Commissione della Camera, gli assessori all'agricoltura delle regioni Abruzzo, Calabria, Puglia e Sicilia hanno evidenziato come tale riduzione comporterebbe gravi ritardi nell'avvio di interventi ormai effettivamente cantierabili, vanificando in tal modo gli sforzi compiuti dagli enti irrigui, dalle regioni e dalla apposita struttura commissariale ex Agensud per dotare i territori meridionali di infrastrutture indispensabili per la vita civile e per le attività agricole ed industriali;
nel corso della predetta audizione è altresì emerso che dalle gare sinora espletate per l'affidamento dei lavori inseriti nel programma sono derivate, a seguito di aggiudicazioni con consistenti ribassi d'asta, rilevanti economie di spesa;
la legge n. 350 del 2003 (articolo 4, comma 32) espressamente prevede che le economie d'asta conseguite con riferimento alle opere inserite nel programma nazionale idrico siano utilizzate per la prosecuzione di ulteriori lotti di impianti previsti dal piano stesso,
impegna il Governo
a dare immediata attuazione alle disposizioni di cui all'articolo 4, comma 32, della legge n. 350 del 2003, utilizzando i ribassi d'asta sinora conseguiti per tutti i progetti
del Programma nazionale idrico prioritariamente per la copertura finanziaria degli interventi localizzati nel Mezzogiorno, in modo da reintegrare l'intera copertura finanziaria disponibile per tali interventi ai sensi della delibera CIPE n. 74/2005.
(7-00240)
«Servodio, Misuraca, D'Ulizia, Cesini, Lombardi, Zucchi, Satta, Brandolini, Fiorio, Franci, Fogliardi, Pertoldi, Ruvolo, Maderloni, Vico».