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Allegato A
Seduta n. 187 dell'11/7/2007
DISEGNO DI LEGGE: S. 1214 - DELEGA AL GOVERNO IN MATERIA DI RIORDINO DEGLI ENTI DI RICERCA (APPROVATO DAL SENATO) (A.C. 2599)
(A.C. 2599 - Sezione 1)
ORDINI DEL GIORNO
La Camera,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte a garantire una stretta collaborazione tra gli enti e le università al fine di conseguire un'efficace sinergia nella promozione e sviluppo della ricerca scientifica nazionale potenziandone di conseguenza la diffusione ed applicazione.
9/2599/1. Tessitore, Sasso.
La Camera,
impegna il Governo
a valutare attentamente i ruoli, le competenze e le attività del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), dell'Istituto nazionale di astrofisica e dell'Istituto nazionale di fisica nucleare prima di procedere agli scorpori di enti e strutture attive nel settore della fisica della materia, di cui all'articolo 2, comma 1, lettera a) del testo.
9/2599/2. Mellano.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame reca una delega al Governo per il riordino degli enti di ricerca vigilati dal Ministero dell'università e della ricerca;
esiste altresì l'esigenza di un analogo intervento sul complesso degli enti, inclusi quelli da altri Ministeri,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative normative volte ad estendere l'efficacia del presente provvedimento agli enti di ricerca non vigilati dal Ministero dell'università e della ricerca, nel rispetto della loro autonomia e della libertà della ricerca scientifica.
9/2599/3. Folena, De Simone.
La Camera,
premesso che:
nel dibattito sul provvedimento in esame il tema dell'incremento della ricerca nel nostro Paese è stato largamente condiviso, al pari del giudizio negativo sul maggior peso delle spese di mantenimento degli enti in relazione al personale rispetto agli obiettivi di ricerca veri e propri,
impegna il Governo
ad invertire la tendenza della spesa, che in questo momento è sbilanciata più verso la gestione degli apparati che verso l'attività di ricerca, valorizzando e stimolando in tale quadro, anche dal punto di vista
economico, i ricercatori più brillanti e capaci, secondo il principio della meritocrazia.
9/2599/4. Baldelli, Pellegrino.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge in esame evidenzia come tra i suoi obiettivi ci siano quelli del rilancio e della promozione della ricerca;
in un'ottica centralista ed anacronistica la realizzazione di tali obiettivi viene ricondotta prioritariamente,se non esclusivamente, ad una questione di nomine più o meno pilotate;
meglio sarebbe puntare su di un incremento dei fondi per la ricerca da destinare prioritariamente a riequilibrare la percentuale di risorse umane, attualmente molto al di sotto dei livelli europei, attraverso il completamento delle assunzioni del personale destinato alla ricerca, così come auspicato recentemente dalla Conferenza dei presidenti degli enti di ricerca,
impegna il Governo
ad adottare le iniziative di propria competenza al fine di imprimere una svolta veramente moderna ed europea alla ricerca attraverso la valorizzazione dei precari presso gli enti di ricerca e coinvolgendo le imprese private in progetti di ricerca utili ad accrescere la competitività del nostro sistema produttivo. e il definitivo superamento del precariato nella ricerca entro il 2008.
9/2599/5. Pelino, Colucci, Fabbri.
La Camera,
premesso che:
l'Istituto Italiano di tecnologia, creato con lo scopo di promuovere la ricerca scientifica fondamentale e l'innovazione tecnologica di punta, per contribuire al progresso scientifico e tecnologico del Paese, accelerandone la crescita di produttività, rappresenta, nel panorama della ricerca italiana, una coraggiosa novità, sia per le modalità di finanziamento (finora pubblico, ma strutturalmente aperto al privato), sia per l'elevato livello dei ricercatori, per il livello di internazionalizzazione e per il settore in cui opera;
l'Istituto italiano di tecnologia svolge un'attività di ricerca (cosiddetta technology drivern), in tre ambiti (neuroscienze, robotica e nanobiotecnologie), con lo scopo di utilizzare tali discipline per sviluppare i settori: manifatturiero, medico/chirurgico, sicurezza, esplorazione dello spazio, etc.;
il provvedimento in esame mira al riordino dell'Istituto italiano di tecnologia, secondo quanto disposto dalla lettera b), comma 2 dell'articolo 1,
impegna il Governo
ad effettuare un monitoraggio delle disposizioni contenute nei decreti delegati relative al riordino dell'Istituto italiano di tecnologia, anche in relazione all'adozione delle disposizioni correttive, al fine di valutare l'opportunità di ripristinare la preesistente organizzazione dell'Istituto medesimo, fiore all'occhiello della ricerca tecnologica del nostro Paese, la cui attività di ricerca è apprezzata in tutti gli altri Paesi d'Europa.
9/2599/6. Garagnani, Aprea, Adornato, Carlucci, Lainati, Martusciello, Palmieri, Pescante.
La Camera,
premesso che:
la ricerca è un settore strategico fondamentale per il nostro Paese, necessario per il suo sviluppo economico e socio-culturale, che però è caratterizzato dalla carenza dei fondi necessari;
i Consigli Europei degli ultimi anni (Lisbona 2000, Barcellona 2002 e Bruxelles 2003) hanno evidenziato l'importanza di investimenti in ricerca e innovazione per la maggiore competitività, la crescita economica e lo sviluppo dell'occupazione di un Paese;
al vertice di Lisbona nel marzo 2000, i capi di Stato e di governo dell'UE hanno concordato un nuovo obiettivo strategico per l'Unione Europea: trasformarla entro il 2010 nell'economia più competitiva del mondo;
in considerazione di questi orientamenti anche in Italia, dove gli investimenti sono al di sotto della media europea, dovranno essere definite misure che consentano il raggiungimento degli obiettivi di Lisbona, attraverso una definizione ed un rafforzamento della politica nazionale per la ricerca e la competitività,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative normative volte a stanziare maggiori fondi, già a partire dalla prossima manovra di bilancio, per incrementare le risorse in favore della ricerca italiana, collegando una quota significativa di esse, sulla base della valutazione dei risultati conseguiti dagli enti di ricerca.
9/2599/7. Bertolini, Carfagna.
La Camera,
premesso che:
nell'ottica del riordino degli enti di ricerca è indispensabile riferirsi anche ad una categoria di lavoratori direttamente interessata e, cioè, i ricercatori che, purtroppo, sono penalizzati dalla continua mancanza di fondi necessari alla ricerca e, molto spesso, costretti a lavorare all'estero, determinando così una «fuga di cervelli», con una grave perdita per un settore che dovrebbe costituire un fiore all'occhiello per il nostro Paese;
i ricercatori ancora non hanno avuto il giusto riconoscimento del proprio status, che rimane piuttosto indeterminato e vago, a differenza del panorama scientifico internazionale,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte a definire lo status di ricercatore attraverso norme di legge che ne regolino tutti gli aspetti, anche in termini di inquadramento e di retribuzione.
9/2599/8. Mistrello Destro, Paroli, Fratta Pasini, D'Ippolito Vitale.
La Camera,
premesso che:
nell'ambito del riordino degli enti di ricerca risulta di fondamentale importanza il confronto diretto tra università, enti di ricerca, mondo imprenditoriale e sistema politico;
la ricerca scientifica di base efficiente è fondamentale ed è altrettanto importante il collegamento tra enti di ricerca e mondo imprenditoriale, ed in particolare con le piccole e medie imprese, in considerazione del panorama produttivo italiano, al fine di creare un valido collegamento tra ricerca e struttura economica del Paese,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di consultare, in vista dell'emanazione dei decreti legislativi relativi al riordino degli enti di ricerca, esponenti del mondo industriale e produttivo.
9/2599/9. Boscetto, Aprea, Garagnani.
La Camera,
premesso che:
la riforma Moratti nell'ambito degli enti di ricerca ha avuto, tra gli altri, i seguenti obiettivi: creare condizioni per
l'inserimento delle reti di ricerca italiane nelle reti di ricerca europee, garantire maggiori opportunità per i giovani, sburocratizzare gli enti, introdurre più efficienza nella loro gestione e porre i ricercatori al centro del sistema, sviluppare la cultura manageriale e di progetto dei ricercatori, rafforzare i collegamenti tra enti di ricerca, università e mondo produttivo, creare le condizioni per una migliore mobilità dei ricercatori con le università e con le imprese ed attrarre i migliori ricercatori e i migliori giovani dalla comunità scientifica internazionale;
il provvedimento in esame, invece, rappresenta una controriforma decisamente involutiva, che stravolge la riforma Moratti, provocando conseguenze negative in quanto la ricerca scientifica, per potere operare efficacemente, ha necessità di un quadro di riferimento normativo certo e stabile,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di effettuare un costante monitoraggio degli effetti applicativi dei decreti legislativi al fine di adottare ulteriori iniziative normative, anche in sede di adozione delle disposizioni correttive, finalizzate eventualmente a confermare il quadro normativo prodotto dalla riforma Moratti, evitando così un anacronistico ritorno ad un sistema ormai superato, che produrrebbe un grave danno ad un Paese come il nostro, in cui il progresso scientifico e tecnologico risulta essenziale, anche per contrastare la concorrenza commerciale dei Paesi di nuova industrializzazione.
9/2599/10. Aprea, Adornato, Carlucci, Garagnani, Lainati, Martusciello, Palmieri, Pescante.
La Camera,
premesso che:
il comma 6 dell'articolo 1 del provvedimento attribuisce al Governo il potere di procedere, in caso di comprovata difficoltà di funzionamento o di mancato raggiungimento degli obbiettivi indicati dal Governo, al commissariamento di enti di ricerca;
il provvedimento prevede che i decreti di commissariamento siano sottoposti al parere delle Commissioni parlamentari competenti;
è evidente una logica dirigistica e accentratrice del disegno di legge in contrasto con il dettato costituzionale che garantisce la libertà della scienza e che incide sulla funzionalità e sull'efficienza di tutto il comparto di ricerca, essenziale per lo sviluppo economico e produttivo del Paese,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative normative volte a rafforzare l'autonomia degli enti di ricerca al fine di consentire a questi ultimi di operare in piena efficienza e libertà.
9/2599/11. Pescante, Bernardo.
La Camera,
premesso che:
l'ultimo comma dell'articolo 33 della nostra Costituzione attribuisce alle istituzioni di alta cultura, quali sono appunto gli enti di ricerca, il diritto di darsi ordinamenti autonomi;
il provvedimento in esame, ai commi 3 e 4 dell'articolo 1, stabilisce invece che gli statuti degli enti di ricerca siano emanati con decreto del Ministro dell'Università e Ricerca, previo parere delle commissioni parlamentari competenti,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative normative finalizzate a rafforzare l'autonomia degli enti di ricerca con particolare riferimento alla facoltà di organizzare il proprio ordinamento.
9/2599/12. Palmieri.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame stravolge la cosiddetta «riforma Moratti» nel campo degli enti di ricerca sia sotto il profilo sostanziale che metodologico impedendo alla ricerca scientifica di operare efficacemente, vista l'incertezza del quadro di riferimento normativo,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare comportamenti idonei a dare una maggiore stabilità alla disciplina normativa nella materia oggetto del provvedimento.
9/2599/13. Adornato.
La Camera,
premesso che:
il presente provvedimento non è in linea con la disciplina dettata dall'articolo 76 della Costituzione in materia di delegazione legislativa in quanto contiene principi e criteri direttivi eccessivamente generici e indefiniti;
in tal modo si crea una profonda incertezza in una materia fondamentale per il Paese, quale è la ricerca scientifica e tecnologica,
impegna il Governo
in sede di emanazione dei decreti legislativi, ad applicare, con la massima coerenza, i criteri da seguire per il riordino degli enti di ricerca e gli obbiettivi che si intendono perseguire.
9/2599/14. Carlucci.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame, nel conferire delega legislativa al Governo per il riordino degli statuti e degli organi di governo degli enti di ricerca che operano sotto la vigilanza del Ministro dell'università e della ricerca, fa riferimento anche alla riforma di enti operanti nel campo dell'ingegneria navale;
non è tuttavia previsto un intervento sull'articolo 1, comma 1043, della legge finanziaria per l'anno 2007, che demanda a un decreto del Ministro dei trasporti la riforma dell'Istituto nazionale per gli studi e le esperienze di architettura navale (INSEAN);
appare opportuna una maggiore chiarezza nella suddivisione delle competenze in tale ambito,
impegna il Governo
ad assumere le opportune iniziative normative volte a perseguire le finalità indicate in premessa.
9/2599/15. Lainati.
La Camera,
premesso che:
il presente provvedimento prevede che i decreti di commissariamento, emanati dal Governo in caso di comprovata difficoltà di funzionamento o di mancato raggiungimento da parte degli enti di ricerca degli obiettivi governativi, siano sottoposti al parere delle Commissioni parlamentari competenti;
appare improprio chiamare organi parlamentari a valutare e decidere su attività di gestione e sull'opportunità di procedere a commissariamenti, visto che l'articolo 33 della Costituzione garantisce il principio di autonomia statutaria delle istituzioni di alta cultura, tra i quali rientrano senza dubbio gli enti di ricerca;
appare opportuno che il Governo assuma ulteriori iniziative normative nel senso di riaffermare l'autonomia degli enti di ricerca, principio su cui si fonda il loro operato,
impegna il Governo
a dare seguito a quanto citato nell'ultimo capoverso della premessa.
9/2599/16. Bernardo.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge contiene, tra i principi e i criteri direttivi della delega al Governo per il riordino degli enti di ricerca, la dimensione europea e internazionale della ricerca;
in seno all'Unione europea è in corso la procedura per l'emanazione del regolamento che fonda l'Istituto europeo di tecnologia;
l'articolo 1, comma 1, lettera h), prevede, tra i principi e i criteri della delega, l'adozione di misure volte a favorire la dimensione europea ed internazionale della ricerca, incentivando la cooperazione scientifica e tecnica con istituzioni ed enti di altri Paesi,
impegna il Governo
a dare piena attuazione a quanto disposto dall'articolo 1, comma 1, lettera h), con specifico riferimento alla collaborazione con gli istituiti specializzati in seno all'Unione europea ed agli accordi bilaterali di cooperazione scientifica e tecnologica.
9/2599/17. Verdini, D'Ippolito Vitale.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento prevede una delega al Governo che investe anche profili finanziari,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di dare piena e completa attuazione alla disposizione introdotta nel corso dell'esame del provvedimento in Assemblea concernente la necessità della presentazione di una relazione tecnica sugli effetti finanziari, nonché la trasmissione degli schemi dei decreti alle Commissioni parlamentari competenti a valutare le conseguenze di carattere finanziarie.
9/2599/18. Carfagna.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge in esame, recante delega al Governo per il riordino degli enti di ricerca, prevede la razionalizzazione delle attività di tali enti;
tale processo non deve essere realizzato a scapito del personale tecnico ed amministrativo di tali enti, il cui patrimonio professionale non deve essere disperso,
impegna il Governo
a procedere al riordino degli enti di ricerca salvaguardando il patrimonio di esperienze acquisito dal personale in servizio presso tali enti.
9/2599/19. Galli, Mistrello Destro, Pelino.
La Camera,
premesso che:
i primi dati diffusi dall'Agenzia delle entrate dimostrano che i cittadini, attraverso le dichiarazioni dei redditi per il 2006, hanno promosso a pieni voti la norma sul 5 per mille;
sono circa 16 milioni (il 60 per cento del totale) i contribuenti che hanno aderito al 5 per mille della dichiarazione dei redditi a sostegno anche degli enti di ricerca scientifica;
è necessario però che gli enti di ricerca che hanno visto destinarsi quelle cifre possano fruirne a breve, per poter
così promuovere e ampliare tutte quelle iniziative virtuose esplicitamente sostenute dai contribuenti;
purtroppo l'attuale meccanismo previsto nella legge finanziaria per l'anno 2007, prevedendo il cosiddetto «tetto», dimezza la quota al 3 per mille in quanto esso limita le risorse assegnabili ai destinatari scelti dai contribuenti a 250 milioni di euro,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative normative volte a prevedere, anche nell'ambito della prossima manovra finanziaria, l'abolizione del «tetto», rendendo fruibili da parte degli effettivi destinatari, inclusi gli enti di ricerca, le risorse assegnate liberamente dai contribuenti.
9/2599/20. Palumbo, Ceccacci Rubino, Mazzaracchio, D'Ippolito Vitale.
La Camera,
premesso che:
la promozione ed il rilancio della ricerca in Italia deve passare principalmente attraverso l'attribuzione in misura sempre maggiore di risorse finanziarie;
la stessa Conferenza dei presidenti degli enti di ricerca ha rivolto di recente un appello al Governo affinché nella prossima manovra di bilancio venga promosso un significativo rilancio degli investimenti, sia nella ricerca di base sia per il suo trasferimento tecnologico,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di accogliere le istanze sopra indicate che giungono dal mondo della ricerca.
9/2599/21. (Testo modificato nel corso della seduta) Baiamonte, Bocciardo, Palumbo.
La Camera,
impegna il Governo
ad adottare eventuali ulteriori iniziative normative di propria competenza volte a rafforzare l'autonomia e l'efficienza della ricerca, coinvolgendo nella massima misura possibile le imprese private.
9/2599/22. (Testo modificato nel corso della seduta) Lazzari, Milanato, Bernardo.
La Camera,
premesso che:
in Italia i finanziamenti pubblici per la ricerca scientifica sono pari all'1,1 per cento del Pil rispetto ad una media dei Paesi Ocse dell'1,5 per cento;
secondo una ricerca dell'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori), otto piccole università private degli Stati Uniti spendono più di tutti gli atenei pubblici italiani; sempre secondo questa indagine, la spesa per ogni studente nelle otto università americane è di oltre 157 mila euro, a fronte degli 8 mila euro spesi per gli studenti italiani. Il risultato è che queste otto piccole università private hanno più volumi nelle loro biblioteche di tutte le biblioteche universitarie pubbliche italiane; mentre le università pubbliche italiane sono state premiate con 6 premi Nobel, le otto piccole università statunitensi ne hanno ricevuti ben 105;
le migliori università statunitensi sono in gran parte private: solo le tre università di Princeton, Yale e Harvard spendono praticamente un terzo dell'intera somma spesa in Italia per le università pubbliche;
negli Stati Uniti ogni elargizione per la ricerca scientifica viene dedotta dalle tasse,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di elaborare strategie per attrarre capitali italiani e stranieri per il potenziamento dei nostri atenei italiani, per la creazione di nuovi centri universitari privati, anche attraverso agevolazioni fiscali per coloro che investono nell'università e nella ricerca.
9/2599/23. Poretti, Mellano, D'Ippolito Vitale.