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Allegato A
Seduta n. 187 dell'11/7/2007
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(Sezione 7 - Problemi interpretativi relativi all'applicazione della normativa riguardante il cosiddetto bonus bebè agli stranieri residenti in Italia)
DANIELE FARINA, MIGLIORE e FRIAS. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la concessione di un assegno di mille euro per figlio nato o adottato, prevista dalla legge 23 dicembre 2005, n. 266 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato; legge finanziaria 2006), ha dato luogo a rilevanti problemi interpretativi per i numerosi casi di cittadini stranieri regolarmente residenti in Italia, i quali, avendo ricevuto una lettera «personale» dal precedente Presidente del Consiglio dei ministri e un modulo precompilato con l'indicazione dell'ufficio postale dove ritirare il cosiddetto bonus bebé, seguendo le istruzioni avevano ritirato la somma, che invece i
commi 330-333 dell'articolo 1 della legge finanziaria sembravano riservare ai cittadini italiani;
che non si trattasse di norme chiare è stato successivamente attestato dalla discussione sorta in sede di approvazione della legge finanziaria per il 2007, nella quale si è, infine, previsto che le somme di cui all'articolo 1, comma 333, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, erogate in favore di soggetti sprovvisti del requisito di cittadinanza italiana o comunitaria, non debbano essere restituite e che nessuna sanzione amministrativa debba essere irrogata ai beneficiari: con ciò riconoscendo l'incongruità dell'esclusione dei cittadini stranieri regolarmente dimoranti in Italia da benefici dichiaratamente rivolti «al sostegno delle famiglie e della solidarietà per lo sviluppo socio-economico» e le difficoltà applicative che avevano portato ad errori, sia da parte dei cittadini che da parte degli uffici incaricati dell'erogazione e del controllo;
ciononostante alcune procure della Repubblica hanno esercitato l'azione penale nei confronti degli stessi cittadini, ritenuti in buona fede dal legislatore, ipotizzando i gravi reati di falso e addirittura truffa aggravata ai danni dello Stato; nella maggior parte dei casi, invece, le notizie di reato sono state archiviate;
in particolare, risulta che in Lombardia la procura della Repubblica di Varese ha chiesto decine di processi, mentre le altre procure della Repubblica hanno chiesto l'archiviazione dei casi;
i giudici di Varese, peraltro, investiti della questione, hanno assolto i beneficiari del bonus bebé, con sentenze rese note dagli organi di stampa, approvate dalla generalità dei cittadini, pubblicate e commentate positivamente su fonti di informazione giuridica (così come analoghe sentenze di assoluzione rese a Perugia), dalle quali risultano una pluralità di motivi di assoluzione e l'impossibilità di celebrare un processo penale a carico di queste persone;
risulta ora che la procura generale di Milano abbia impugnato in appello le assoluzioni di queste persone (che non hanno commesso alcun reato, in sostanza adeguandosi ad una comunicazione del precedente Presidente del Consiglio dei ministri e ricevendo lo specifico e convinto avallo del nuovo Parlamento con una specifica disposizione della legge finanziaria per il 2007);
ferma restando l'autonomia della magistratura nell'esercizio delle proprie funzioni, non pare certamente congruo tormentare, con disparità di trattamento, in un'unica sede giudiziaria, con la prosecuzione di un processo penale che agli interroganti risulta evidentemente infondato, come tale riconosciuto da numerosi giudici ed anche da pubblici ministeri, dei cittadini che non hanno commesso alcun reato, tra l'altro con uno spreco di risorse pubbliche nell'ambito della giustizia, provocato dalla stessa magistratura, per la celebrazione di decine di processi inutili, che contraddice quanto la stessa magistratura - e quella milanese in particolare - lamenta da tempo -:
se abbia conoscenza di questi fatti, dell'entità del fenomeno, nonché se intenda valutare in termini anche economici il peso delle iniziative descritte in premessa e se non ritenga di dover intervenire con un'immediata iniziativa legislativa, allo scopo di chiarire definitivamente l'applicazione della disciplina in questione.
(3-01077)