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Allegato B
Seduta n. 199 del 1/8/2007
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AFFARI ESTERI
Interrogazione a risposta orale:
CATONE. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
in Kenya, nel mese di giugno, sono stati ingaggiati nel cast del film in lavorazione Play Hard, un poliziesco ambientato sulla costa e in un parco kenioti, il produttore esecutivo Francesco Papa e l'organizzatore degli effetti speciali Silvano Scasseddu dalla Dania film, una società che produce film da oltre 40 anni;
grazie ad un inviato del Corriere della Sera, si è appreso che, qualche giorno prima dell'arrivo di Papa e Scasseddu, precisamente il 19 giugno, erano arrivate per essere utilizzate nella lavorazione del film suddetto, delle armi vere, ma modificate per sparare a salve, con tutti i regolari permessi, oltre a quelle di plastica, queste però senza nessun documento di importazione;
la Dania film aveva incaricato di organizzare il set, e quindi di provvedere anche alle pratiche di importazione temporanea, una società locale, la Waas (World Airport Assistant Service) di Nairobi;
la Waas aveva infatti chiesto alle autorità tutti i permessi necessari per far entrare nel Paese le armi vere modificate, mentre per le riproduzioni in plastica,
anch'esse importate per la lavorazione del film, non era stato chiesto alcun permesso;
la Swiftlink Freight Services, delegata materialmente a ritirare all'aeroporto di Nairobi il materiale, era riuscita a far passare alla dogana le armi giocattolo senza documenti;
il 6 luglio la polizia kenyota si presenta al Coral Key, villaggio turistico dove alloggia la troupe, con un mandato d'arresto per Francesco Papa e Silvano Scasseddu, con l'accusa di traffico d'armi, ma le armi in questione erano però quelle di plastica, usate appunto per girare il film Play Hard -:
quali sono le eventuali azioni che il Governo intende intraprendere verso una vicenda sconcertante e allo stesso tempo drammatica per i nostri due connazionali e se il Ministro non ritenga doveroso per questa vicenda convocare l'Ambasciatore del Kenya in Italia e prendere contatti con quello italiano in Kenya.
(3-01171)
Interrogazione a risposta scritta:
ULIVI e MIGLIORI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
alcune delle nostre Ambasciate si sono dotate, presumibilmente per carenza di personale, di call centers per la prenotazione di appuntamenti da parte dei cittadini stranieri che devono presentare i documenti richiesti per ottenere il visto di ingresso in Italia;
i suddetti call centers vengono affidati a società esterne che, a fronte di un esiguo stipendio agli operatori, addebitano ai chiamanti tariffe molto alte, spesso lasciando l'interlocutore in attesa per molti minuti e a volte costringendo a richiamare, il tutto per un costo che può anche arrivare a 30 euro per telefonata, per esempio nei mesi estivi quando l'afflusso delle telefonate si incrementa per una maggiore richiesta di visti -:
se il ministro interrogato sia a conoscenza di quanto premesso e, in caso affermativo, quali siano le società in questione e con quali criteri siano state scelte, se la scelta da parte delle Ambasciate venga fatta per contrattazione privata o bando pubblico, che tipo di contratto venga stipulato e con quali accordi economici.
(4-04606)