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Allegato B
Seduta n. 199 del 1/8/2007
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ECONOMIA E FINANZE
Interrogazione a risposta orale:
PEDRIZZI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
secondo notizie di stampa, una vasta operazione della Procura di Pescara, denominata Easy Credit, ha svelato come, attraverso un meccanismo di «dividend washing», alcune banche internazionali abbiano posto in essere un raggiro di dimensioni colossali, pari a ben 4 miliardi e 300 milioni di euro, a danno del fisco italiano;
è prassi che sui mercati internazionali si investa in Paesi stranieri usufruendo di modalità che garantiscano i maggiori risparmi di imposta attraverso il cosidetto treaty shopping; tale meccanismo può trasformarsi in una attività illecita con il dividend washing, perché in tal caso le operazioni non sono giustificate da ragioni commerciali, ma da intenti esclusivamente elusivi;
il meccanismo del dividend washing ha lo scopo di monetizzare il credito di imposta su dividendi, avvalendosi di Convenzioni, che evitino la doppia imposizione fiscale, come quelle siglate dall'Italia con Francia e Gran Bretagna fin dai primi anni novanta; la logica delle Convenzioni implica che chi non risiede in Italia e percepisce un utile da una società italiana possa usufruire di uno sconto fiscale, dovendo già pagare, si presume, imposte nel proprio Paese e, quindi, attraverso le Convenzioni, si vuole evitare che, su utili distribuiti da società italiane, gli investitori inglesi o francesi paghino due volte le imposte;
alcune banche d'affari, tra cui quattro gruppi finanziari quali Goldman Sachs International, Citigroup, Lehman Brothers Holding e Jp Morgan, nel periodo compreso tra il 1991 e il 2003, usufruendo della convenzione bilaterale sulla doppia imposizione, secondo notizie di stampa, si sarebbero fatte «prestare temporaneamente» da fondi di investimento e istituti di credito pacchetti azionari in maniera tale che, alla vigilia dello stacco dei dividendi delle società italiane, risultassero di proprietà delle loro filiali inglesi; una volta incassato il dividendo e maturato il credito dal fisco italiano, pari al 56,25 per cento dell'utile, dopo qualche settimana, i titoli azionari venivano restituiti agli effettivi proprietari, cioè a fondi e società che non avrebbero avuto titolo ad ottenere il rimborso del credito;
la Procura di Pescara, che attualmente sta volgendo le indagini avvalendosi della collaborazione della Guardia di finanza, ha ricostruito sofisticate operazioni, facendo emergere come i trasferimenti di titolarità delle azioni delle società italiane in capo a contribuenti inglesi o francesi risulterebbero sostanzialmente fittizie e senza alcuna giustificazione commerciale, in quanto effettuati in pochi giorni a cavallo dello stacco del dividendo e spesso fuori dai mercati;
l'indagine, per l'entità delle somme contestate, starebbe portando ad un «recupero crediti» mai realizzato in Italia e, grazie al decreto legislativo n. 231 del 2001 relativo alla disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni, sarebbe stato già possibile sequestrare, in
via cautelare, oltre 50 milioni di euro a Lehman Brothers, Goldman Sachs e Jp Morgan;
molte banche coinvolte nel procedimento, al fine di alleggerire le proprie posizioni, starebbero rinunciando a riscuotere i crediti d'imposta, proprio per evitare le pesanti sanzioni interdittive previste dalla disciplina sulla responsabilità amministrativa di cui al decreto legislativo n. 231 del 2001, quale il divieto di stipulare contratti con la pubblica amministrazione, in tal modo inibendo l'attività di molti tra gli istituti di credito sotto inchiesta;
in particolare, la Goldman Sachs International, quarta banca d'affari nel mondo, nonostante le pesanti accuse di frode fiscale ai danni dello Stato, sembrerebbe continuare ad essere considerata, in Italia, un istituto di riferimento dal Ministero dell'economia e delle finanze tanto da essere stata scelta, recentemente, come banca capofila in occasione del Global Bond lanciato dal Governo italiano per 3 miliardi di dollari, in qualità di lead manager assieme a Citigroup e Jp Morgan -:
se il Ministro interrogato non ritenga necessario chiarire tale vicenda ed illustrare quali siano le ragioni per le quali gli attuali indagati abbiano potuto porre in essere indisturbati, per un cosi lungo periodo, tali colossali truffe;
quali iniziative anche normative intenda adottare, al fine di impedire che operazioni illecite come quella in oggetto vengano commesse in futuro ai danni dello Stato italiano;
se non ritenga opportuno, al fine di tutelare gli interessi dei contribuenti, valutare se confermare o meno gli incarichi conferiti alle suindicate Goldman Sachs International, Citigroup e Jp Morgan.
(3-01174)
Interrogazioni a risposta scritta:
RAMPELLI e MELONI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi è stata inaugurata una sala scommesse con slot machine a piazza Vittorio, nel rione Esquilino;
il nuovo esercizio prende il posto di un'attività commerciale tradizionale, un negozio sartoriale che vendeva abiti da sposa da più di settant'anni;
la decisione non ha mancato di suscitare polemiche non solo per i tempi rapidissimi di apertura ma anche perché pare che l'agenzia non fosse in possesso del nulla osta dell'amministrazione finanziaria, sebbene la Questura avesse già rilasciato la licenza per l'esercizio;
ad una prima verifica effettuata presso il Ministero dell'economia e delle finanze la licenza risulterebbe priva dei documenti necessari;
l'apertura dell'attività sarebbe avvenuta senza il rispetto del termine dei trenta giorni previsti dalla presentazione della dichiarazione di inizio attività (D.I.A.), motivo ulteriore per applicare un provvedimento di chiusura;
la delibera n. 36/2006 del Consiglio comunale di Roma, avente ad oggetto un «Programma di tutela e riqualificazione del commercio, dell'artigianato e delle altre attività di competenza della città Storica», all'articolo 10, sancisce espressamente il divieto di aprire nel Centro storico sale per videogiochi, biliardi ed altri giochi leciti;
al di là degli omessi controlli, gli interroganti si chiedono come sia possibile autorizzare il rilascio di una licenza per l'esercizio dell'attività di sala scommesse in un rione già caratterizzato da una grave situazione di degrado ambientale -:
se il Ministro dell'economia e delle finanze, per quanto di sua competenza, non intenda esaminare con urgenza i documenti presentati e revocare l'autorizza
zione concessa nel caso in cui non siano stati rispettati i requisiti previsti dalla legge;
se il Ministro dell'interno non intenda valutare l'ipotesi di dichiarare l'incompatibilità di una simile attività con il territorio in questione, considerando l'alta presenza di micro e macrocriminalità nel rione Esquilino.
(4-04607)
BRUSCO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la Finanziaria 2007 dispone che le società regionali di Sviluppo Italia siano dimesse entro il 31 dicembre 2007, mentre la direttiva ministeriale del 27 marzo 2007 invita le Regioni ad acquisirle «salvaguardando i livelli occupazionali»;
per quel che riguarda la Regione Campania Sviluppo Italia Campania, società regionale che gestisce il titolo secondo del decreto legislativo n. 185 del 2000, (prestito d'onore) non sembra aver trovato spazio per i 63 lavoratori atipici e 12 a tempo determinato, che dal 2004 sono utilizzati per l'attuazione del citato decreto; per tali soggetti il contratto scade il 3 agosto 2007 e non vi sono ancora notizie certe sul loro destino;
caso abbastanza rilevante nel panorama delle società di Sviluppo Italia, la consociata campana è in attivo ed efficiente, al punto che il 2 luglio scorso il CIPE ha stanziato ulteriori 300 milioni di euro per l'autoimprenditorialità destinandone il 33 per cento alla sola Campania;
c'è persino il paradossale rischio che, avendo altre regioni stabilizzato il personale anche in eccesso di società di Sviluppo regionale in perdita, questo vada a sostituire il personale della Campania, che ha operato fattivamente e con altissima professionalità -:
quali urgentissime iniziative intenda intraprendere al fine di stabilizzare il personale della società Sviluppo Italia Campania.
(4-04609)
VILLARI e CECCUZZI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
come diffuso dai dati del quattordicesimo rapporto Kpmg Advisory, che effettua indagini nel settore della finanza on-line, risulta che in Italia si è registrata una crescita delle operazioni via Internet e dei conti on-line;
gli italiani usano sempre più i servizi della banca in rete soprattutto per il pagamento di tasse e imposte, anche se rispetto agli altri Paesi europei l'utilizzo dell'e-banking qui da noi è ancora basso;
chi sceglie di usufruire di un servizio on-line dovrebbe essere invogliato dai bassi costi di gestione e dalla facilità di accesso, ed invece risulta che in Italia i costi di questo tipo di servizi sono i più alti d'Europa, così come già accaduto nel caso dei tassi sui mutui che nel nostro Paese pare siano ben al di sopra della media europea;
si prevede che nel corso dei prossimi mesi la diffusione dei conti on-line possa ulteriormente aumentare, grazie anche ad operazioni messe in campo dalle principali banche italiane, ma l'altro grande ostacolo da superare per il pieno sviluppo dell'e-banking è quello della sicurezza -:
se sia a conoscenza delle notizie diffuse dagli organi di stampa, dalle denunce dei consumatori e dai rapporti internazionali, sugli alti costi che il sistema bancario italiano applica sulle operazioni finanziarie rispetto a quelle applicate nel resto dell'Europa, e quali iniziative, anche normative, intenda assumere affinché siano garantiti gli interessi e la sicurezza del cittadino-consumatore.
(4-04623)
CAMPA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la situazione di Francesco Cinquemani, residente a Spenea, è emblematica di un Paese che non rispetta il sacrificio
dei cittadini che hanno dovuto lasciare la propria casa e gli affetti familiari, per andare in cerca di lavoro lontano dall'Italia. Dopo una vita dedicata al lavoro in Germania, Cinquemani ha voluto godersi gli anni della pensione e del riposo nel suo paese natale, ma la Patria ha speculato sull'assegno di pensionamento dell'ex emigrante, tassandolo di 401 euro;
si tratta di una iniziativa dello Stato italiano che all'interrogante appare odiosa e che ha imposto a Francesco Cinquemani una tassa di 401 euro, su una pensione di circa 2 mila euro. Un prelievo, dunque, moralmente del tutto ingiustificato, dal momento che le strutture sociali del Paese non hanno mai dovuto retribuire il Cinquemani che ha raggiunto l'assegno di quiescenza maturando un rapporto tra il suo datore di lavoro e lo Stato della Germania;
la tassa imposta in Italia diventa, quindi, secondo l'interrogante, un odioso balzello che non danneggia soltanto economicamente l'ex emigrante, ma lo umilio al ruolo di un soggetto verso il quale lo Stato si rivolge soltanto come soggetto tassabile. La Patria, che non è stata capace di dargli un legittimo lavoro, ora specula sul sacrificio di una vita spesa lontano dai luoghi di nascita. Un atteggiamento che all'interrogante appare inaccettabile e reso ancora più paradossale se si considera l'impegno che il Governo Prodi sta dimostrando per concedere sempre nuovi diritti e benefici ai cittadini stranieri che oltrepassano i nostri confini anche da clandestini -:
quali adeguate iniziative intenda assumere per garantire ai lavoratori italiani che percepiscono assegni pensionistici da parte di Governi stranieri, l'integrità della loro pensione già tassata dai Paesi in cui hanno svolto la loro attività lavorativa.
(4-04624)