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Allegato B
Seduta n. 199 del 1/8/2007
TESTO AGGIORNATO AL 2 AGOSTO 2007
...
GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta immediata in Commissione:
II Commissione:
CONTENTO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
con una recente nota, il Ministero della giustizia ha fatto sapere che, con riferimento alla grave situazione in cui versa il carcere di Pordenone, si è fatta strada l'idea di utilizzare una caserma dimessa, sita in quel di San Vito al Tagliamento, da destinare allo scopo;
detto immobile, proprio perché inutilizzato da lungo tempo, richiederebbe un consistente intervento di ristrutturazione volto a renderlo idoneo alla nuova destinazione;
per la circostanza, quindi, verrebbero stanziate le necessarie risorse finanziarie attraverso il programma di investimenti per l'edilizia penitenziaria;
resterebbe da acclarare, inoltre, se l'immobile in questione rientri tra quelli oggetto di trasferimento alla regione Friuli-Venezia Giulia sulla base dell'intesa prevista, attraverso la commissione paritetica, tra lo Stato e la regione medesima -:
quali siano i precisi contorni della questione con riferimento a tutti gli aspetti attinenti l'individuazione, l'idoneità, le opere di trasformazione necessarie, i finanziamenti indicati, i tempi di realizzazione ed il trasferimento alla regione dell'immobile dimesso sito in San Vito al Tagliamento e suscettibile di essere destinato a nuovo carcere di Pordenone.
(5-01404)
Interrogazioni a risposta scritta:
MANCINI, VILLETTI e BUEMI. - Al ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 26 luglio 2007 su mandato della Dottoressa Annunziata Cazzetta sostituto della Procura della Repubblica di Matera, sono state perquisite case, uffici e autovetture di cinque giornalisti (Carlo Vulpio
del Corriere della Sera, Gianloreto Carbone di Chi l'ha visto?, Nicola Piccenna, Emanuele Grilli e Nino Grilli del settimanale lucano il Resto) e l'ufficio e l'abitazione del capitano della compagnia dei Carabinieri di Policoro, e sono stati sequestrati personal computer, floppy disc, cd, video dvd, taccuini, agende telefoniche, documenti vari;
ingiustificatamente ad avviso degli interroganti sono stati sequestrati anche i pc di persone estranee a ogni accusa, e cioè dei figli (di cui uno minorenne) e della moglie del giornalista Carlo Vulpio; un atto questo, violento e scioccante, anche in considerazione del fatto che moglie e figli di Vulpio hanno aperto i rispettivi pc in presenza dei poliziotti e dell'esperto informatico che li accompagnava mostrandone tutto il contenuto;
a scongiurare l'ingiustificato sequestro non è bastato neppure l'aver dimostrato che i tre pc erano essenziali al lavoro e alla vita studentesca dei tre congiunti di Vulpio; e cioè, della moglie, che insegna Storia e Filosofia al Liceo classico e nel pc ha grafici e documenti relativi alla propria professione; del figlio maggiorenne, che studia Architettura all'Università e nel proprio pc ha disegni e programmi di disegno indispensabili agli studi e, urgentemente in questo periodo, indispensabili ai suoi esami universitari; dell'altro figlio di Vulpio, minorenne, che nel pc ha spartiti musicali e quant'altro occorra a uno studente di musica al Conservatorio (pezzi musicali, eccetera);
nei confronti dei giornalisti è stato ipotizzato il reato di associazione a delinquere finalizzata alla diffamazione, accusa «perfezionata» con l'attribuzione del «concorso morale» a uno degli indagati (Vulpio);
i professionisti da più tempo stanno occupandosi con passione e professionalità di riferire attraverso le loro testate all'opinione pubblica nazionale le vicende legate alle inchieste che hanno toccato anche il mondo della magistratura lucana e in modo particolare di quella cosiddetta «Toghe lucane»;
in data 30 luglio su mandato della Procura della Repubblica di Catanzaro sono state perquisite l'abitazione, e la casa di vacanza della giornalista del Quotidiano della Calabria, Chiara Spagnolo, e la redazione di Catanzaro del giornale stesso e sono stati sequestrati i computer della professionista;
le operazioni sono durate diverse ore e non hanno risparmiato gli oggetti personali come le agende dell'adolescenza, le foto, i biglietti di auguri, i cd musicali le poesie copiate dai libri che sono stati tutti minuziosamente setacciati;
su tali fatti è stata espressa una dura protesta da parte degli Ordini nazionali e regionali dei giornalisti, della Federazione nazionale della stampa e delle testate giornalistiche interessate;
in tali atti e nelle modalità di esecuzione gli interroganti ravvisano il tentativo di condizionare e di limitare il diritto di libera informazione esercitato dai suddetti giornalisti e dalle loro rispettive testate;
a giudizio degli interroganti sarebbe inoltre opportuno verificare se sussistono collegamenti tra le due perquisizioni disposte nei confronti di giornalisti, considerato che tra l'altro si occupavano tutti delle indagini condotte dal dottor Luigi De Magistris della Procura della Repubblica di Catanzaro -:
se, alla luce della gravità della vicenda descritta in premessa, non ritenga di attivare i propri poteri ispettivi per verificare la corretta condotta degli uffici di procura che hanno proceduto alla perquisizione nei confronti dei suddetti giornalisti.
(4-04629)
TURCO, BELTRANDI, D'ELIA e PORETTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
da notizie di stampa si è appreso che il PM di Matera dottoressa Annunziata Cazzetta, in data 26 luglio 2007, ha disposto perquisizioni a carico di cinque giornalisti: Carlo Vulpio (Corriere della Sera), Nicola Piccenna, Nino ed Emanuele
Grilli tutti del settimanale Il Resto, Gianloreto Carbone della trasmissione Rai Chi L'ha visto? e del Capitano dei Carabinieri della Stazione di Policoro (Matera), Pasquale Zacheo;
l'ipotesi di reato formulata dalla Procura materana va a sostanziarsi in un inedito reato associativo, laddove si parla di «associazione a delinquere finalizzata alla diffamazione a mezzo stampa e alla rivelazione del segreto istruttorio»;
da notare che il Capitano Pasquale Zacheo indaga in Basilicata per conto del sostituto Procuratore di Catanzaro Luigi De Magistris;
insomma, il Capitano Zacheo è indagato da un magistrato in servizio presso quella Procura della Repubblica di Matera, il cui Procuratore capo è indagato nell'inchiesta «Toghe lucane», condotta proprio dalla Procura della Repubblica di Catanzaro;
sulla Nuova Basilicata del 28 luglio il Capitano Zacheo dichiara: «Ho voluto comunicare al Pm procedente la dottoressa Cazzetta, che le indagini da lei condotte per questa vicenda, di fatto, si erano sovrapposte con quelle della Procura di Catanzaro. Dalle intercettazioni da loro svolte, era chiaramente emerso che: stavo svolgendo delle delicate indagini a carico di magistrati della Procura, e non si tratta solo del Procuratore Chieco, e dell'ufficio del Gip di Matera... Un'attività da cui emergono gravi presunte responsabilità a carico dei magistrati di quegli uffici. Pertanto sarebbe stato opportuno che il Pm Cazzetta si astenesse. Gli indagati a Catanzaro, potrebbero risultare avvantaggiati dall'inchiesta di Matera e c'è il rischio che venga compromesso il quadro probatorio...»;
in data 30 luglio, la giornalista de Il Quotidiano della Calabria Chiara Spagnolo viene anch'essa sottoposta a perquisizione domiciliare su disposizione del sostituto procuratore di Catanzaro, Salvatore Curcio, per presunta violazione del segreto istruttorio;
sullo stesso Quotidiano calabrese, nell'edizione del 31 luglio leggiamo: «Le perquisizioni e i sequestri effettuati dai Ros e dalla sezioni Pg della Procura hanno riguardato la casa di Catanzaro, quella al mare di Sellia Marina e la redazione cittadina de il Quotidiano della Calabria»;
in data 1o agosto si apprende, sempre da organi di stampa, che il giornalista de Il Quotidiano della Basilicata Fabio Amendolara risulta indagato dalla Procura della Repubblica di Cosenza, la quale in data 31 luglio ha fatto pervenire presso la sede di Cosenza de Il Quotidiano della Calabria una nota della sezione di Polizia di Stato, con la seguente richiesta: «Pregasi voler comunicare con urgenza come l'autore dell'articolo Fabio Amendolara sia venuto a conoscenza del decreto di perquisizione e sequestro avvenuto presso il villaggio «Marinagri»;
lo stesso Amendolara, con la sua collega de Il Quotidiano della Basilicata, Alessia Giammaria, risulta di già indagato dal Procuratore Capo di Catanzaro, dottor Mariano Lombardi, sempre per una «fuga di notizie»;
da quanto scritto, risulta evidente all'interrogante che le Procure di Matera, Catanzaro e Cosenza si occupano di atti prodotti dal sostituto procuratore di Catanzaro Luigi De Magistris: in tutte e tre le indagini c'è un riferimento all'inchiesta «Toghe lucane» -:
se sia a conoscenza dei fatti narrati;
se e quali iniziative intenda adottare, nell'ambito delle sue competenze.
(4-04630)