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Allegato B
Seduta n. 201 del 10/9/2007
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GIUSTIZIA
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
con le interpellanze del 15 e 29 maggio 2007, ancora senza risposta, l'interrogante sollevava il caso dell'arresto, avvenuto il 14 maggio, del colonnello comandante dei Carabinieri di Campobasso Maurizio Coppola;
in tali interpellanze definiva pittoreschi e stravaganti i metodi di lavoro presso quella Procura;
il colonnello Coppola è stato tenuto in custodia cautelare, prima in carcere, poi agli arresti domiciliari, poi ancora in carcere sino alla scadenza dei termini il 13 agosto 2007;
la Corte suprema di cassazione in data 2 agosto annullava l'ordinanza di custodia cautelare, contestando pesantemente sia l'esistenza in punto di diritto del concorso esterno a reato associativo sia i fatti posti alla base della custodia cautelare;
malgrado il demolitorio giudizio della Cassazione, non soltanto il colonnello Coppola è stato trattenuto in carcere fino al 13 agosto, ma gli è stata applicata successivamente la misura interdittiva del divieto di residenza a Termoli e Campobasso -:
se non ritenga che questo caso, che l'interrogante considera di accanimento giudiziario contro un cittadino incensurato, le cui motivazioni sono apparse inconsistenti sin dal momento dell'arresto, non renda indispensabile l'attivazione di un'ispezione presso la Procura Larino.
(2-00701) «Giovanardi».
Interrogazione a risposta orale:
PEDRIZZI, ZACCHERA, ULIVI, DI VIRGILIO, CRAXI, BARANI e TURCI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
come riportato da numerosi organi di stampa di mercoledì 8 agosto 2007, un gommone, con a bordo quarantaquattro migranti, tra cui due donne in stato di gravidanza e due bambini, di cui uno in gravi condizioni di salute, è stato soccorso
da due motopescherecci tunisini, a circa trentasei miglia marine a sud di Lampedusa;
i due motopescherecci hanno tempestivamente contattato la Marina militare tunisina per comunicare l'operazione di salvataggio del suddetto gommone che versava in uno stato di oggettiva difficoltà;
la Marina militare tunisina ha provveduto, conseguentemente, ad informare dell'accaduto le competenti autorità italiane, le quali non avrebbero né imposto alle due imbarcazioni tunisine il divieto di attracco nel porto di Lampedusa, né intimato alle stesse di dirigersi verso le coste del nord Africa;
i motopescherecci tunisini, in conformità alle convenzioni internazionali e agli usi marittimi, dopo aver imbarcato i migranti, si sono diretti verso il porto di Lampedusa, essendo, questo, il porto più vicino;
al porto di Lampedusa, le competenti autorità italiane, dopo aver trasportato in ospedale i naufraghi in pericolo di vita, hanno provveduto sia ad arrestare l'equipaggio dei motopescherecci con l'accusa di «favoreggiamento dell'immigrazione clandestina con finalità di profitto», sia a sequestrare le imbarcazioni tunisine;
in questi giorni, presso il Tribunale ordinario di Agrigento, si sta celebrando il processo per direttissima nei confronti dei pescatori tunisini imputati e, stando a quanto riportato dagli organi di stampa, si sarebbero verificate alcune anomalie: alla prima udienza, infatti, il giudice, avrebbe deciso di ascoltare un numero molto limitato di testimoni, come dimostra il fatto che i medici che operano per l'associazione internazionale dei Medici Senza Frontiere e tutto il personale sanitario lampedusano e palermitano, che hanno prestato il primo soccorso e verificato la gravità delle condizioni di alcuni naufraghi, non sarebbero stati ascoltati;
a dimostrazione della buona fede degli equipaggi dei motopescherecci tunisini, va evidenziato come non sarebbero stati presi in considerazione dall'autorità giudiziaria, fatti oggettivi, come la destinazione d'uso delle imbarcazioni, peraltro regolarmente iscritte al compartimento marittimo di Monastir (Tunisia), le attività di pesca alle quali i suddetti equipaggi sono dediti e la tempestività con cui hanno informato dell'accaduto la Marina Militare tunisina -:
se il Ministro della giustizia, con riferimento a quanto esposto, non ritenga opportuno assumere, nell'ambito dei propri poteri ispettivi, urgenti iniziative, al fine di accertare la regolarità delle iniziative assunte in sede processuale nei confronti dei sette pescatori tunisini, iniziative che, ad avviso degli interroganti, appaiono di dubbia legittimità;
se il Ministro degli affari esteri non intenda assumere opportune iniziative politiche, al fine di scongiurare che da questo assurdo episodio possano scaturire tensioni tali da ripercuotersi sul piano dei rapporti bilaterali tra l'Italia e la Tunisia.
(3-01187)
Interrogazioni a risposta scritta:
GASPARRI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
è da tempo lamentata dal Personale di Polizia Penitenziaria in servizio sul territorio e in particolare dal Personale di Polizia Penitenziaria in servizio presso gli istituti del Piemonte-Valle d'Aosta, l'assenza presso i magazzini vestiario degli istituti e regionali delle mostrine e delle insegne relative alle qualifiche del Corpo, tanto da costringere il personale stesso all'acquisto delle medesime, presso negozi specializzati, a proprie spese -:
se al ministro interrogato risulti una situazione che, se corrispondente alla realtà, non appare né congrua né confacente ad un Corpo di Polizia dello Stato;
quali iniziative intenda disporre, per il tramite delle competenti Direzioni Generali, sull'accertamento della consistenza
delle dotazioni di detto materiale sul territorio e, in particolare, se sussistano disfunzioni organizzative o riguardanti le attuali modalità di distribuzione.
(4-04716)
GASPARRI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
sono da tempo lamentati difficoltà e disagi dal Personale di Polizia Penitenziaria impiegato con mansioni di autista presso i Nuclei Operativi Traduzioni e, in maniera particolare, dal Personale di Polizia Penitenziaria in servizio presso le sedi del Piemonte-Valle d'Aosta;
tali problemi riguardano il fatto che il personale, in ragione dei compiti disimpegnati e delle continue emergenze che richiedono di accelerare i tempi del servizio è in alcuni casi «costretto» a seppur lievi trasgressioni al vigente Codice della Strada con diretti effetti riguardanti la decurtazione di punti sulla propria patente ovvero il diretto pagamento dei relativi verbali di contravvenzione. Inoltre, problemi pressoché analoghi risulterebbero riguardare il Personale di Polizia Penitenziaria che svolge mansioni di autista presso le Direzioni degli istituti penitenziari;
peraltro, a causa degli effetti di tale situazione in cui non sussiste alcuna forma di «garanzia» o «tutela» da parte degli enti della amministrazione, laddove le citate infrazioni sono direttamente o indirettamente connesse all'espletamento del servizio, ovvero e spesso alle disposizioni ricevute, alcune delle unità in questione hanno già richiesto di riconsegnare la propria patente ministeriale;
in tale prospettiva, tenuto conto che non appare giustificato che il Personale di un Corpo di Polizia «paghi» in prima persona le conseguenze di un servizio espletato nell'interesse delle Istituzioni, appare quanto mai opportuno ed urgente che vengano adottati opportuni e solleciti correttivi, quali il rilascio di apposite «liberatorie» da parte dei responsabili dei vari servizi sul territorio che attestino che l'infrazione al Codice della Strada ha avuto luogo nell'adempimento di un dovere o nell'osservanza di uno specifico ordine, ovvero che abbia luogo in via preventiva ed in sede territoriale la comunicazione agli organi di Polizia stradale dell'elenco degli automezzi in servizio di Polizia penitenziaria sulla rete autostradale -:
se non ritenga di voler disporre affinchè i competenti Uffici del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria individuino opportune e sollecite soluzioni ed impartiscano le necessarie disposizioni del caso.
(4-04717)