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Allegato B
Seduta n. 210 del 25/9/2007
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INFRASTRUTTURE
Interpellanze urgenti (ex articolo 138-bis del regolamento):
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle infrastrutture, per sapere - premesso che:
l'Unione europea ha identificato tra le priorità infrastrutturali e quale strumento fondamentale per lo sviluppo economico e l'integrazione degli stati membri il progetto del «Corridoio 5» che, unitamente al completamento dei collegamenti infrastrutturali internazionali quali il «raddoppio della linea ferroviaria Pontremolese» ed il «terzo valico», assegna un ruolo centrale all'Italia e qualifica la nostra penisola quale «piattaforma logistica europea protesa verso il bacino del Mediterraneo e verso l'Est»;
la linea Pontremolese costituisce l'estremità sud del corridoio Tirreno-Brennero (da La Spezia a Parma), collegando il Tirreno settentrionale con il bacino padano e proprio questa caratterizzazione di infrastruttura di collegamento di una delle zone più produttive del paese e del Sud-Europa con una delle zone del Mediterraneo a più alta densità di traffico commerciale, conferisce alla linea Pontremolese valenza particolarmente strategica per i traffici ferroviari merci;
sono già stati completati ed attivati all'esercizio il raddoppio della tratta La
Spezia-Aulla-Chiesaccia ed il raddoppio della tratta Berceto-Solignano; ad oggi risulta in corso di realizzazione il raddoppio della tratta Solignano-Osteriazza. Con il raddoppio di quest'ultimo tratto il raddoppio dell'intera linea risulterebbe quindi realizzato dalla stazione di Berceto fino ad Osteriazza per il tratto emiliano e dalla Stazione di La Spezia-Aulla-Chiesaccia per tratto ligure toscano. Con completamento Pontremolese si intende il raddoppio delle rimanenti tratte, Chiesaccia-Pontremoli (circa 17 km) e Osteriazza-Parma (circa 25 km) e della galleria di valico Pontremoli-Berceto (circa 21 km);
con la legge 27 dicembre 2006, n. 296, «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato» (legge finanziaria 2007), al comma 965 dell'articolo 1, sono stati previsti per la progettazione definitiva dell'intero tracciato della linea Parma-La Spezia (Pontremolese), funzionale al rafforzamento del corridoio plurimodale Tirreno-Brennero, la spesa di 24 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007 e 2008. Ad oggi, di questo finanziamento, non è stata ancora resa disponibile alcuna quota;
attualmente il cantiere è fermo e si hanno notizie circa la volontà dell'impresa appaltatrice a non voler proseguire i lavori e circa l'apparente disinteresse della committente FS al proseguimento dell'intera opera Pontremolese che appare intenzionata all'eventuale storno dell'importo contrattuale impegnato per dirottarlo verso altri progetti di maggiore interesse -:
quali iniziative il Ministro delle Infrastrutture intenda assumere per ovviare allo stallo totale dei lavori nel cantiere Solignano-Osteriazza e per conoscere le risoluzioni tecniche che garantiscano il proseguimento dei lavori per il completamento dell'opera appaltata, al fine di evitare ulteriori ritardi ovvero danni irreversibili al completamento di opere già finanziate e parzialmente realizzate di primaria importanza per lo sviluppo del nostro paese.
(2-00738) «Barani».
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture, per sapere - premesso che:
la Quadrilatero spa, Società a totale capitale pubblico detenuta a maggioranza da ANAS spa, è una costosa sovrastruttura come più volte segnalato dai deputati del centrosinistra, tanto da chiederne lo scioglimento durante la scorsa legislatura;
le modifiche dell'assetto societario, con l'uscita di Sviluppo Italia dalla compagine azionaria, non hanno mutato la natura sociale, permanendo il costo degli interventi a totale carico dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali. Le Regioni Marche e Umbria, uniche in Italia, devono pagare un contributo a carico dei cittadini, per la realizzazione di strade statali;
il meccanismo della cosiddetta «cattura di valore» sulle aree Pav, e sulle aree di implementazione viciniori agli assi stradali, altro non è che l'esproprio dei diritti costituzionali degli Enti locali sulla gestione del territorio, gli espropri, e la riscossione dell'ICI e degli oneri di costruzione e di ubanizzazione devono essere «devoluti» alla Quadrilatero spa;
emblematico è il caso del comune di Falconara Marittima, provincia di Ancona, che versando in gravi situazioni di sbilancio, si vede privato, per trenta anni, del 70 per cento dei cespiti derivanti dalla realizzazione di strutture produttive, direzionali e fieristiche nel territorio da parte della Quadrilatero spa;
grazie alla mobilitazione del movimento Sinistra Democratica PSE, dei Verdi, di Associazioni dei cittadini e di Comitati, Quadrilatero spa ha deciso di lasciare il 30 per cento dei predetti oneri ai Comuni interessati obbligando gli stessi a versare il 70 per cento alla Quadrilatero spa per pagare le spese della sovrastruttura - si ripete - a totale capitale pubblico;
il comune di Falconara Marittima in crisi di bilancio avrebbe bisogno di aiuto, invece ha dovuto subire quello che gli interpellanti reputano un accordo capestro,
imposto dalle Regione Marche e da Quadrilatero spa, il quale prevede che qualora il Governo Prodi e il Parlamento aboliscano, o riducano o trasformino l'ICI, il Comune debba comunque versare l'equivalente a Quadrilatero spa per trenta anni;
in sostanza «la cattura di valore» si trasforma in una «cattura di entrate preziose dei Comuni» in quanto non un solo euro viene versato dalle imprese private costringendo, sempre restando al comune di Falconara Marittima, a ridurre i servizi e aumentare le tariffe, pena il dissesto finanziario;
la Quadrilatero spa inoltre, nel realizzare l'asse viario Marche Umbria Maxi lotto 2 lotto 1.1 B-sub lotto 1.1-SS76 tratto Albacina-Serra San Quirico (Ancona), ha progettato una serie di opere stradali che interessano, intersecano e invadono pesantemente, la zona dell'acquedotto del Consorzio Gorgovivo, un acquedotto che serve gran parte della popolazione dei comuni della provincia di Ancona e tra questi i comuni di Ancona, Falconara Marittima, Jesi, Senigallia, Castelfidardo;
la società Quadrilatero spa ancora oggi non risulta avere attuato quanto prescritto dalla delibera CIPE 13/04, la quale prevede che, in fase di redazione del progetto esecutivo, venga effettuato un accurato studio idrogeologico e venga elaborato il conseguente programma di monitoraggio, il quale ovviamente, deve essere successivo e conseguente allo studio preliminare;
le raccomandazioni espresse nella citata delibera: «dare corso al censimento e al monitoraggio delle sorgenti senza attendere l'esito della gara», riguardano la necessità di acquisire dati protratti nel tempo e non la definizione - come fatto dalla Quadrilatero spa - di un piano di monitoraggio ambientale antecedente gli studi idrogeologici prescritti;
il consorzio Gorgovivo avrebbe più volte segnalato alla Quadrilatero spa e alla Regione Marche valutazioni critiche e preoccupate sui procedimenti adottati dalla Società stessa senza alcun riscontro;
a quanto risulta agli interpellanti, né la provincia di Ancona né il comune di Serra San Quirico, sede della sorgente Gorgovivo, né il comune di Genga, sede delle sorgenti di Falcioni e Valtreara, né il comune di Fabriano, sede della sorgente di Valgiubola, hanno ricevuto comunicazioni in tal senso;
eppure le valutazioni espresse dal consorzio Gorgovivo sono dettagliate, come ad esempio:
1) «la supposizione che il livello di falda sia pressoché orizzontale, e non vada quindi ad interessare la galleria in progetto, è tutto da verificare e trova, anzi, una risposta non positiva nei primi rilievi piezometrici fatti nel nuovo piezometro realizzato dalla Quadrilatero spa, a tubo aperto, nel quale risulta un livello statico a - 104,75 m dal p.c., pertanto con quote a + 236 m s.l.m. che interferirebbero con l'asse in progetto;
2) sulla sorgente di Gorgovivo è stata ribadita la necessità «visto che nel documento della Quadrilatero spa non si fa alcuna menzione alle problematiche sollevate dal Consorzio Gorgovivo», di realizzare perforazioni esplorative in avanzamento, con piezometri interni che permettono il monitoraggio dell'opera a tempi lunghi, e nel tratto in viadotto, piezometri atti a valutare i criteri di intervento costruttivo, che escludano l'interferenza delle opere fondali con l'acquifero di Gorgovivo. «Tali operazioni si ribadisce essere essenziali alla tutela dell'acquifero»;
il Consorzio Gorgovivo non possiede né il SIA né i dati di natura geologica e idrogeologica derivanti dalle indagini della Quadrilatero spa. La mancanza di tali dati rende difficoltosa la verifica del PMA prodotto;
«La progettazione delle opere fondali dovrà, pertanto, tenere in debito conto tale situazione, di estrema vulnerabilità per l'acquifero»;
sulle sorgenti minori il Consorzio Gorgovivo afferma che «nei casi specifici delle sorgenti Valtreara e Falcioni il rischio di produrre gravi interferenze con l'acquifero di alimentazione delle stesse è elevato. L'ipotesi progettuale fornita dalla Quadrilatero spa, per la sorgente di Valtreara, appare assai problematica per la sopravvivenza della stessa». Si ricorda a tal proposito che l'acquedotto della frazione di Valtreara è alimentato esclusivamente da tale sorgente;
fino ad ora la Quadrilatero spa non ha dato alcuna risposta e l'acquedotto di Gorgovivo distribuisce mediamente 33 milioni di metri cubi di acqua potabile l'anno a centinaia di migliaia di cittadini, imprese commerciali, artigianali, agricole e industriali delle Marche -:
se e quali misure di competenza intenda attuare per giungere al superamento della sovrastruttura Quadrilatero spa;
se e come intenda modificare il meccanismo della «cattura di valore» che si sta rivelando «cattura delle risorse dei Comuni», come il caso di Falconara Marittima, depredato di risorse essenziali per la sopravvivenza dei servizi ai cittadini e del bilancio comunale;
se e come intenda intervenire sulla Quadrilatero spa per scongiurare i rischi che possono derivare all'acquedotto Gorgovivo, il quale garantisce l'acqua potabile a centinaia di migliaia di cittadini della provincia di Ancona, bene che non può essere sacrificato alla «cattura di valore» di una Società a totale partecipazione pubblica.
(2-00739)
«Maderloni, Di Salvo, Pettinari, Lomaglio».
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture, il Ministro dei trasporti, per sapere - premesso che:
con decreto del Presidente della Repubblica 2 aprile 2003, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 115 del 20 maggio 2008, è stata istituita l'Autorità portuale di Trapani, ai sensi dell'articolo 6, comma 8 della legge 28 gennaio 1994, n. 84;
l'istituzione dell'Autorità portuale rappresenta non solo per Trapani ma per tutta la provincia e per la Sicilia una grande opportunità di sviluppo e di crescita non solo economica ma anche culturale;
la presenza dell'Autorità portuale ha determinato un grande sviluppo del territorio sia attraverso l'attività propria del porto sia come ritorno d'immagine, di prestigio e di decoro, che ha avuto il suo apice con l'America's Cup dello scorso anno;
la gestione dell'Autorità portuale si è dimostrata pertanto un valore aggiunto alle potenzialità del territorio, come supporto tecnico-logistico sia in termini di attività commerciale, sia anche per la realizzazione di importanti opere strutturali per la sicurezza, il potenziamento e l'operatività del porto di Trapani;
lo sviluppo dei porto di Trapani, non solo commerciale, ma anche turistico, garantisce notevoli prospettive occupazionali ed importanti elementi per la crescita economica e culturale della provincia di Trapani;
l'Autorità portuale di Trapani assieme alle altre quattro Autorità portuali della Sicilia (Palermo, Messina, Catania, Augusta) faranno parte in futuro di una Autorità portuale di Sistema (Sistema Sud o Sicilia), così come già al Senato è in discussione una proposta di legge in materia;
con la realizzazione del corridoio ferroviario Berlino-Palermo, i porti di Trapani e provincia saranno la porta d'ingresso del Mediterraneo, in relazione anche all'avvio nel 2010 dell'area di libero scambio dei Mediterraneo;
attorno al porto di Trapani veda riuniti i porti di Marsala, Mazara del Vallo, Egadi e Castellammare del Golfo per una reciproca sinergia e surrogazione;
con nota del Ministero dei trasporti - direzione generale per le infrastrutture della navigazione marittima e interna - del 6 agosto 2007 viene comunicato l'avvio del procedimento per la soppressione dell'Autorità portuale di Trapani, riferito al triennio 2003-2004-2005, a norma dell'articolo 6, comma 10, della legge 28 gennaio 1994, n. 84;
con nota dell'Autorità portuale di Trapani del 10 agosto 2007 il presidente chiede l'annullamento in autotutela del procedimento avviato;
l'Autorità portuale di Trapani ha a suo tempo trasmesso una dettagliata relazione che riporta i dati dell'anno 2005 completi e attendibili perché tutti documentabili e non desunti da acquisizioni estemporanee a titolo puramente statistico, non impegnativo, che spesso vengono da più parti forniti;
il volume di traffico di merci per l'anno 2005 nel porto di Trapani supera i tre milioni di tonnellate annue al netto del 90 per cento delle rinfuse liquide o a 200 mila Twenty-Feet Equivalent Unit (TEU), dimostrando la insussistenza dei presupposti per una ipotesi di procedimento di soppressione, tanto più che essendo il dato fornito relativo all'ultima annualità del triennio, si registrerebbe, anche in caso di ipotetici valori inferiori anomali per i primi due anni, una progressione favorevole, indice dell'inequivocabile ritorno alla normalità e conseguentemente del valore più consono attribuibile al reale movimento delle merci;
infine considerato che il comma 989, articolo 1, della legge 27 dicembre 2006 n. 296 (Finanziaria 2007) autorizza il Governo ad adottare per le Autorità portuali entro 90 giorni dall'entrata in vigore della legge, un Regolamento volto a rivedere i criteri per la istituzione delle Autorità portuali e la verifica del possesso dei requisiti previsti per la conferma o la loro eventuale soppressione, tenendo conto della rilevanza nazionale e internazionale dei porti, del collegamento con le reti strategiche nazionali e internazionali, del volume dei traffici e della capacità di autofinanziamento -:
se non ritengano opportuno porre fine alla vertenza instaurata, in quanto la stessa, in riferimento alle considerazioni sopra esposte, non ha motivo di essere perseguita, tenuto conto del volume di traffico di merci, considerato che il Governo non ha ancora emanato il Regolamento di cui al comma 989, articolo 1, della legge 296 del 2006 e che in regime di vacatio legis derivante da responsabilità del Governo sarebbe quantomeno opportuna una moratoria che consenta di avere punti di riferimento legislativi certi, in presenza di eventuali dubbiose interpretazioni di cui all'articolo 6, comma 8, della legge 28 gennaio 1994, n. 84, poiché con l'assenza dell'Autorità portuale lo sviluppo del territorio subirebbe un grave danno e verrebbe preclusa ogni possibilità di crescita economica, sociale e culturale.
(2-00748)
«Lucchese, D'Alia, Drago, Romano, Ruvolo, Adolfo, Ciro Alfano, Barbieri, Bosi, Capitanio Santolini, Ciocchetti, Compagnon, D'Agrò, De Laurentiis, Delfino, Dionisi, Forlani, Formisano, Galletti, Greco, Martinello, Mazzoni, Mereu, Oppi, Peretti, Pisacane, Ronconi, Tassone, Tucci, Volontè, Zinzi».
Interrogazioni a risposta immediata:
TREPICCIONE. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
secondo i dati forniti dallo studio effettuato dalla Nomisma sulla condizione abitativa in Italia, presentato a Roma nel corso della conferenza nazionale sulle politiche abitative del 20 settembre 2007, sono circa 3,6 milioni i nuclei familiari che faticano a pagare il mutuo e affrontano serie difficoltà economiche per il peso dell'affitto nel bilancio familiare;
l'analisi, commissionata dal ministero delle infrastrutture evidenzia come - dal 1991 al 2007 - l'incremento dei canoni di mercato nelle aree urbane sia stato del 66,7 per cento, con una spesa che varia di città in città e che comunque impegna quasi la metà di uno stipendio medio di un lavoratore;
l'aumento dei canoni di locazione, che perdura ormai da circa 10 anni, è accompagnato da un «cambiamento significativo delle caratteristiche sociali e reddituali degli inquilini»;
infatti, lo studio in oggetto evidenzia un aumento della presenza di giovani, studenti, anziani e immigrati nella categoria dei locatari;
recentemente il Governo spagnolo guidato dal Primo Ministro Zapatero ha annunciato una serie di aiuti economici per i giovani che prendono in affitto la loro prima casa, favorendone così l'emancipazione e l'affrancamento dalla famiglia di origine -:
quali misure il Governo intenda adottare, in vista della manovra economica per il 2008, al fine di ridurre i disagi determinati ai cittadini da questi aumenti, attuando un'efficace politica abitativa che preveda un effettivo rilancio dell'edilizia residenziale pubblica, un reale sostegno alle fasce sociali più deboli e, in particolar modo, ai giovani, che con gravi difficoltà riescono a far fronte alle spese legate al pagamento di un mutuo o di un affitto.
(3-01255)
MARIANI, IANNUZZI, SERENI, BRESSA, QUARTIANI, GIACHETTI, BENVENUTO, BOCCI, CHIANALE, FASCIANI, GALEAZZI, GENTILI, MARANTELLI, MARGIOTTA, PEDULLI, VICHI e VIOLA. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
così come ricordato dal Presidente del Consiglio dei ministri, insieme al diritto alla salute e all'istruzione e al lavoro, il diritto ad un alloggio adeguato rappresenta uno dei presupposti essenziali per poter costruire una vita dignitosa;
dopo anni di sostanziale inerzia e rinvii, il tema del disagio abitativo è tornato al centro dell'azione di Governo, attraverso la definizione di un'azione concertata che veda la partecipazione propositiva delle regioni, degli enti locali e delle forze sociali;
il disagio abitativo assume diverse forme afferenti a differenti categorie sociali che si trovano nell'impossibilità di accedere al bene casa (giovani coppie, giovani soli, lavoratori, migranti, famiglie numerose, anziani, sfrattati, studenti universitari fuori sede), ma anche situazioni per le quali cresce sempre più il costo della casa in rapporto al reddito e alla ricchezza: si pensi alla crescente onerosità dei mutui casa e degli importi dei canoni di affitto, specie nelle grandi città;
a fronte di tale situazione, le politiche tradizionali per l'edilizia residenziale pubblica si sono progressivamente dimostrate inadeguate - si consideri che l'ultimo vero e proprio intervento organico per la casa risale al cosiddetto «piano Fanfani» - sia in termini di impegni finanziari che di corretta gestione del patrimonio pubblico. Negli anni la produzione di alloggi a totale carico dello Stato, che negli anni '80 era stata di circa 34.000 per anno, si è andata progressivamente riducendo. Nel 2004 le abitazioni ultimate in tutta Italia sono state solo 1.900;
l'importanza del tema è stata opportunamente al centro della recente conferenza nazionale sulle politiche abitative organizzata dal Governo -:
quali siano le linee strategiche di azione che il Governo intende intraprendere, in collaborazione con le regioni e gli enti locali, al fine di avviare il superamento dell'emergenza abitativa e di incrementare l'offerta di alloggi, con particolare riguardo alle categorie sociali più deboli.
(3-01256)
OLIVA, LO MONTE, MINARDO, NERI, RAO e REINA. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
la situazione delle infrastrutture del Mezzogiorno e, in particolare, della Sicilia presenta elementi di grande arretratezza e rappresenta uno dei principali freni allo sviluppo economico;
lo Stato e le società da esso controllate hanno la grave responsabilità di aver destinato al Sud solo un'esigua parte delle risorse disponibili, privilegiando per gli investimenti infrastrutturali le regioni del Centro-Nord;
tale politica ha, negli anni, prodotto un circolo vizioso al Sud, dove a poche infrastrutture è corrisposto un limitato sviluppo economico, e un circolo virtuoso nelle regioni del Nord, dove la crescita economica è stata fortemente favorita dagli investimenti infrastrutturali;
il grande divario della rete ferroviaria italiana tra Centro-Nord e Sud è il risultato più evidente di una politica che in termini di infrastrutture ha penalizzato il Sud;
nel rapporto 2006 del dipartimento per le politiche di sviluppo e di coesione del ministero dello sviluppo economico viene evidenziato che le Ferrovie dello Stato hanno destinato alle regioni centro-settentrionali 7.347 milioni di euro a fronte dei 1.196 milioni di euro riservati alle altre regioni;
la tendenza di Ferrovie dello Stato a non investire nella rete del Mezzogiorno sembra pienamente confermata dal piano industriale 2007-2011, che, se pur in termini generici, lascia intendere che le scelte strategiche aziendali favoriranno ulteriormente la rete del Centro-Nord;
la politica di disimpegno nel Sud portata avanti dalle Ferrovie dello Stato ha prodotto di recente, con la soppressione di numerosi treni a lunga percorrenza, un ulteriore danno alle regioni meridionali e, in particolare alla Sicilia, che, come è noto, non è dotata di collegamento terrestre con il resto d'Italia;
in questo desolante quadro si è perfino paventata la soppressione del servizio di traghettamento dei treni da e per la Sicilia, che, se realizzata, determinerebbe il definitivo isolamento dell'isola -:
in quali termini e in che tempi il Governo intenda attuare una politica di investimenti infrastrutturali nelle regioni meridionali atta a compensare il forte dualismo tra Centro-Nord e Sud, generato anche dalle scelte aziendali del gruppo Ferrovie dello Stato.
(3-01257)
LEONE, LA LOGGIA, ANGELINO ALFANO, UGGÈ, BAIAMONTE, FALLICA, FLORESTA, GERMANÀ, GIUDICE, GRIMALDI, MARINELLO, MARTINO, MISURACA, MORMINO, PALUMBO, PRESTIGIACOMO, STAGNO D'ALCONTRES, CALIGIURI, D'IPPOLITO VITALE e FEDELE. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
uno degli elementi fondamentali per rendere competitiva l'economia di un Paese è costituito dalla disponibilità di infrastrutture per il trasporto efficienti e, proprio per questo motivo, nella XIV legislatura il Governo Berlusconi aveva posto al centro delle proprie scelte di politica economica il miglioramento sostanziale della rete infrastrutturale;
tra queste infrastrutture ha un ruolo fondamentale il corridoio 1, che deve collegare Berlino con Palermo, che include anche il ponte sullo Stretto, opera indispensabile per lo sviluppo economico della regione Sicilia, individuata come piattaforma logistica europea più avanzata;
è buona norma che gli interventi infrastrutturali siano realizzati, evitando interruzioni o gravi strozzature delle comunicazioni, onde evitare paralisi o congestionamenti del traffico;
risulta che, nell'ambito dei lavori di ammodernamento dell'autostrada Salerno
- Reggio Calabria, nel tratto Bagnara Calabra - Scilla, si preveda la chiusura per almeno 4-5 anni della carreggiata lato monte, instradando tutto il traffico, da e per la Sicilia, oltre il traffico locale, su una sola carreggiata a doppio senso di marcia, del tutto inadeguata a sostenere il volume di traffico, specie pesante;
il ministero competente e l'Anas non hanno ancora elaborato un piano adeguato di percorsi alternativi sufficienti ad evitare che tale lunga restrizione del traffico autostradale penalizzi pesantemente i cittadini e l'economia della Sicilia e della Calabria -:
quali iniziative concrete il Governo intenda assumere per evitare che l'economia della Sicilia e della Calabria siano pesantemente penalizzate da una sottovalutazione di questa lunga strozzatura del traffico autostradale, individuando per tempo percorsi alternativi adeguati che evitino prolungate difficoltà del traffico in Calabria e da e per la Sicilia.
(3-01258)