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Allegato B
Seduta n. 210 del 25/9/2007
TESTO AGGIORNATO ALL'11 OTTOBRE 2007
ATTI DI INDIRIZZO
Risoluzione in Commissione:
La VIII Commissione,
premesso che:
le problematiche economico-ambientali relative alla movimentazione dei sedimenti marini e salmastri, come il dragaggio nelle aree portuali o entro terra (per manutenzioni ordinarie, per approfondimenti dei fondali dovuti alle nuove esigenze dei traffici marittimi o per attività di bonifica dei fondali), la nuova realizzazione di strutture portuali (dighe, scogliere, moli, eccetera e gli interventi di lotta all'erosione costiera (ripascimenti, pennelli, barriere, eccetera), possono essere causa di forti tensioni e preoccupazioni da parte dell'opinione pubblica locale e dei portatori di interesse per le attività turistiche e l'economia costiera;
l'Italia è firmataria di convezioni internazionali (London Convention, Barcellona) e deve sottostare a indicazioni comunitarie (Direttiva quadro sulle acque 2000/60/CE) che individuano approcci e procedure tecniche volte ad accertare, attraverso indagini mirate, lo stato degli ecosistemi marini, la qualità delle acque, la loro tutela, la lotta all'inquinamento, il ripristino di un elevato grado di naturalità delle risorse idriche;
in tutta la normativa ambientale più recente è insito il concetto di sviluppo sostenibile che deve conciliare il mantenimento delle risorse naturali (e il loro miglioramento) per le generazioni future con un sufficiente livello socio-economico per tutti gli abitanti di una comunità: a questa necessità si deve richiamare l'uso ottimale delle risorse e, nel caso specifico, la priorità al riutilizzo per usi pubblici e benefici dei materiali derivanti dalle differenti attività di dragaggio dei sedimenti marini, attestata la loro idoneità e compatibilità;
in analogia a quanto previsto in tema di raccolta differenziata e recupero dei rifiuti (secondo quanto ribadito agli articoli 179 e 181 del decreto legislativo n. 152 del 2006 sulle priorità di gestione), anche per i sedimenti è indispensabile prevedere una serie ampia di opzioni di riutilizzo quali il ripascimento dei litorali, la ricostruzione di strutture naturali in ambito costiero, il riempimento di banchine e vasche di colmata destinate ad usi portuali, il riutilizzo a terra, a seconda della qualità dei materiali all'origine o dopo trattamenti specifici, riducendo il più possibile i casi di immersione in mare e la deposizione nei bacini conterminati, che, oltre al consumo di territorio ed al probabile impatto sulle dinamiche costiere, configurano il rischio di essere una sorta di discariche marine nella quali far refluire materiali anche molto inquinati;
l'articolo 109 del decreto legislativo n. 152 del 2006 (ex articolo 35 del decreto legislativo n. 152 del 1999) prevede (entro 120 giorni) la stesura di un decreto ministeriale con allegati tecnici relativi alle procedure e ai criteri da seguire per una gestione ecocompatibile delle attività inerenti tutte le movimentazioni di materiali in ambito marino che, a tutt'oggi, non è stato emanato;
l'articolo 21 della legge n. 179 del 2002 trasferisce alle regioni alcune competenze in materia di gestione della fascia costiera (fatta salva l'emissione del decreto che sostituisca il decreto ministeriale del 24 gennaio 1996 del Ministero dell'ambiente);
su richiesta del Ministero dell'ambiente, ICRAM e APAT, istituti tecnico-scientifici nazionali di riferimento, hanno redatto un «Manuale per la movimentazione di sedimenti marini» (pubblicato sul sito del Ministero e dei rispettivi istituti), che ha avuto anche il sostegno di ambiti di ricerca nazionale ed internazionale e di alcune ARPA regionali, al fine di dare risposte tecniche chiare e coerenti dal punto di vista della salvaguardia ambientale ai vari quesiti che vengono posti dai
soggetti interessati alla realizzazione degli interventi di dragaggio e/o deposizione dei sedimenti;
il contenuto del Manuale affronta tutte le problematiche relative ai dragaggi portuali, ai prelievi di sabbie costiere e del largo, al ripascimento di aree soggette ad erosione, al riempimento delle vasche di colmata, all'immersione in mare di materiale di escavo, cercando di sintetizzare le azioni da intraprendere per garantire la tutela ambientale attraverso una gestione ecosostenibile della materia, indicando le attività da svolgere a partire dalla caratterizzazione fisico-chimico-biologica dei sedimenti, alla definizione e classificazione della qualità ambientale degli stessi, fino alle differenti gestioni e le conseguenti attività di monitoraggio, nonché la possibilità di effettuare trattamenti per ridurre la contaminazione e poter riutilizzare le differenti frazioni di materiale così recuperato, attività non contemplate dalla normativa vigente;
tale manuale è attualmente oggetto di una proposta di accordo formulata dal Ministero dell'ambiente alla conferenza Stato-regioni, la cui prima seduta è prevista per il prossimo 8 maggio, nella quale, in relazione alla vastità e complessità delle tematiche affrontate e considerato il carattere innovativo dei differenti criteri e procedure contenute nel testo, si propone la costituzione di un tavolo tecnico nazionale permanente, con la partecipazione dei soggetti centrali e periferici interessati, per monitorare e assistere l'attuazione delle indicazioni contenute nel manuale, raccogliendo al tempo stesso suggerimenti utili per successive revisioni e aggiornamenti;
la recente legge finanziaria n. 296 del 27 dicembre 2006 è intervenuta in questo settore modificando (con il comma 996) la legge n. 84 del 1994 circa le competenze delle autorità portuali in materia di dragaggi dei fondali ricadenti nei Siti di bonifica di interesse nazionale (SIN) e dando mandato (al nuovo comma 11-quinquies dell'articolo 5) ad un successivo (entro 45 giorni) decreto del Ministero dell'ambiente per la specifica di metodologie e criteri, con inevitabili riflessi sull'intera tematica della movimentazione dei sedimenti,
impegna il Governo:
a pervenire in tempi rapidi ad un quadro normativo e regolamentare nell'ambito della movimentazione dei materiali e dei sedimenti in ambiente marino e costiero, che disciplini tutte le diverse attività e competenze, coordinando le diverse norme esistenti o in corso di definizione in materia, superando le incoerenze, la frammentarietà e la difficoltà interpretativa, e confermando come base tecnico-scientifica il manuale del Ministero dell'ambiente redatto da ICRAM-APAT;
ad assumere adeguate iniziative volte alla concertazione e alla verifica permanente con l'ambito regionale e con i soggetti tecnico-scientifici nazionali riguardo ai differenti provvedimenti concernenti la movimentazione dei sedimenti marini, rendendo pubblico e chiaro il quadro delle indicazioni tecniche da seguire sulla materia, riguardo non solo ai criteri di indagine ma anche di valutazione ai fini delle differenti opzioni di gestione dei materiali, in un ottica di uso sostenibile e razionale delle risorse ambientali, dando efficacia normativa alle indicazioni già definite a livello statale e parzialmente in essere in diversi contesti locali;
a incoraggiare progetti di ricerca applicata, con il contributo delle migliori professionalità tecniche e scientifiche nazionali, pubbliche e private, per lo sviluppo e la sperimentazione di tecnologie di trattamento che valorizzino la risorsa sedimento marino e le opzioni ecologicamente ed economicamente compatibili, in analogia alle esperienze e alle collaborazioni esistenti a livello internazionale, in particolare nell'ambito della CE, che vanno adeguatamente valorizzate.
(7-00276) «Realacci, Mariani, Francescato».