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Allegato B
Seduta n. 22 del 10/7/2006
LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE
Interrogazioni a risposta scritta:
SGOBIO e SOFFRITTI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il 7 luglio scorso ha avuto inizio un pacchetto di scioperi alla Italtractor di Castelvetro (Modena), a seguito dell'incontro infruttuoso avvenuto il 29 giugno scorso nella sede di Confindustria di Modena, dove si è riunito il Coordinamento nazionale dei delegati del gruppo Italtractor, alla presenza delle Rsu e delle organizzazioni sindacali di tutti gli stabilimenti (Castelvetro, Ceprano, Fanano, Potenza e Varese);
nel corso dell'incontro fra le parti, la direzione aziendale Italtractor/Titan ha presentato un piano industriale che prevede, tra l'altro, il trasferimento della produzione oggi fatta a Castelvetro in altri stabilimenti, riaffermando implicitamente la fine del sito produttivo di Settecani;
il Coordinamento sindacale Italtractor giudica «inaccettabile l'impostazione della direzione aziendale, volta più a giustificare la chiusura dello stabilimento di Castelvetro che ad analizzare nel merito la strategia industriale determinata dall'acquisizione del gruppo Italtractor da parte della multinazionale inglese Titan Europe»;
stante così le cose, i 148 lavoratori dello stabilimento di Castelvetro rischiano di perdere il posto di lavoro;
a parere dell'interrogante, il recupero della competitività non può passare attraverso la riduzione di personale o la chiusura di stabilimenti, ma investendo invece in tecnologia e qualità del prodotto -:
se non ritengano opportuno intervenire, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, presso i soggetti interessati, a tutela dei diritti e della dignità dei lavoratori, nell'intento di convocare un tavolo di trattativa tra le parti, utile a scongiurare quanto deciso dall'azienda e capace di garantire gli attuali livelli occupazionali.
(4-00502)
GALANTE e CESINI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi i lavoratori della Casa Editrice Edumond Le Monnier di Grassina, i cui uffici sono siti in una zona industriale in stato di abbandono, hanno deciso di contattare la Asl locale, per lamentare l'insostenibilità delle condizioni di lavoro in palese violazione di alcuni disposti della legge n. 626;
secondo quanto riportato da organi di stampa e ambienti sindacali, i lavoratori avevano segnalato alla dirigenza aziendale la necessità di riparare un impianto di climatizzazione in data 4 aprile, ma è stato loro risposto che per avere il pezzo serviva più di un mese. Nonostante le loro insistenze la spesa è stata approvata solo 10 giorni fa;
la Mondadori, socia proprietaria della casa Editrice, ha di recente ristrutturato la sede di Milano e il timore dei lavoratori della sede di Grassina, secondo quanto si apprende da fonti RSU, è che al disinteresse per la manutenzione dell'edificio si accompagni una strategia, magari a lungo termine, che miri a ridimensionare drasticamente l'autonomia e il peso delle sedi periferiche -:
come il Ministro intenda operare per dare piena applicazione alla legislazione in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro.
(4-00505)
CAMILLO PIAZZA e PELLEGRINO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
lo scorso 5 luglio è stato denunciato, il grave caso di una lavoratrice di Misterbianco
(Catania), Ivana Maugeri, licenziata dalla società «Incoming» di Catania perché incinta;
la giovane donna ha reso nota la sua storia attraverso gli organi di stampa, con una lettera aperta diretta alle parlamentari del Governo, in cui ha dichiarato di essere stata licenziata anche per la mancanza di tutele in cui versano le donne impiegate come precarie nei call-center;
secondo un'indagine dell'Istituto di Ricerche economiche e Sociali, sui lavori atipici, infatti, i processi di precarizzazione del lavoro riguardano soprattutto le donne, che costituiscono il 60 per cento del totale impiegato in varie forme di precariato;
alla vicenda sono seguiti scioperi di solidarietà e sostegno da parte dei lavoratori del call-center di Catania e richieste di sostegno e di iniziative rivolte al Governo da parte degli organismi sindacali, che hanno evidenziato quanto il mancato rispetto dei diritti sia pratica consueta nei call-center, fino ad arrivare a quello elementare alla maternità -:
come il Governo intenda far luce sull'episodio denunciato mediante i propri poteri ispettivi e sulla situazione di mancanza di tutele della categoria dei lavoratori impiegati nei call-center;
se non ritenga fondamentale attivarsi affinché, in tutte le varie forme di precariato, i diritti, come quello alla maternità siano rispettati e tutelati.
(4-00507)