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Allegato B
Seduta n. 223 del 15/10/2007
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LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE
Interrogazione a risposta in Commissione:
PAGLIARINI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
la società Tele Sistemi Ferroviari - TSF S.p.A., che opera nel settore dei servizi di Information e Communication Technology per il Trasporto e nasce nel 1997 come spin off della divisione ICT del Gruppo Ferrovie dello Stato, gestisce il servizio di call center 892021 per conto di Trenitalia e numerosi servizi tecnici di assistenza telefonica denominati Help Desk e Contact Center, rivolti agli utenti del gruppo, all'interno dei quali trovano occupazione 450 consulenti dei quali il 95 per cento con contratti di tipo co.co.pro;
tale servizio, che è a pagamento e costa all'utente ben 30 centesimi alla risposta e 54 centesimi al minuto, è l'unico punto di accesso per il cittadino per qualsiasi richiesta o esigenza relativa ai servizi legati ai treni: informazioni, prevendita, prenotazione e bigliettazione, assistenza post-vendita e post-fruizione;
gli addetti al servizio, pur prestando la loro attività presso la sede TSF di Via dello Scalo Prenestino 15-Roma sono dipendenti di varie società, affidatarie a loro volta del servizio ad opera di TSF, tramite sub-appalto;
le società in questione sono: Sirio Informatica S.r.l., CmIsitel S.p.A, Exprivia, Elecom. Da vari anni i 450 consulenti lavorano presso la stessa sede TSF di via dello Scalo Prenestino, accedono tramite badge aziendale TSF, molti hanno una postazione di lavoro fissa collegata nella rete aziendale (TSF e FS), che si utilizza con un'utenza di rete nominativa. I lavoratori inoltre hanno una login telefonica per la gestione delle chiamate, strumenti di lavoro e turni in base alle esigenze dei servizi, molti in modalità H24. Sono presenti pro forma in sede dei referenti di queste società in sub-appalto;
il lavoro prestato è, evidentemente, di tipo subordinato ma, come in molti altri casi di call center, originariamente era stato inquadrato come contratto a progetto. In seguito all'emanazione della circolare del Ministro Damiano del giugno 2006, nella quale era previsto il passaggio dal contratto di collaborazione a progetto a quello di tipo subordinato per tutti coloro che all'interno dei call center svolgessero lavori di tipo inbound, i gestori hanno dovuto regolarizzare i propri dipendenti attraverso un atto di conciliazione con i principali sindacati che sanasse il pregresso;
in particolare una delle aziende affidatarie del servizio, la Società Cooperativa Elecom s.c.s.i avrebbe proposto ad ogni lavoratore a progetto la rinuncia a tutti i diritti spettantigli come lavoratore subordinato per il periodo in cui lavorava a progetto, in cambio della stipula di un contratto a tempo determinato di 2 anni inquadrato nel CCLN dei metalmeccanici con la qualifica di 3o livello;
a quanto consta all'interrogante, alcuni operatori del call center non avrebbero accettato la conciliazione per via del mancato riconoscimento dei diritti pregressi;
ciò nondimeno la Elecom avrebbe assunto «d'ufficio» gli operatori prima della sottoscrizione dell'atto di conciliazione come se tale atto avesse valore erga omnes e non solo nei confronti dei lavoratori consenzienti;
risulta, tuttavia, che alcuni dipendenti assunti con co.co.pro scaduto il 30 giugno 2007, pur continuando a svolgere il proprio lavoro normalmente e a ricevere una «regolare» busta paga, non hanno ricevuto nessun tipo di contratto -:
quali siano le iniziative che il Governo abbia intrapreso o intenda intraprendere per tutelare i diritti dei lavoratori e per assicurare la corretta applicazione delle norme in primis nelle società partecipate dallo Stato e nelle aziende che forniscono loro dei servizi.
(5-01606)
Interrogazioni a risposta scritta:
SGOBIO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il 9 ottobre 2007, si è verificata un'esplosione in uno dei depositi sotterranei dell'industria Simmel Difesa di Colleferro, in provincia di Roma, causando la morte di un operaio di 32 anni e il ferimento di altri 14 lavoratori;
la Simmel Difesa, fondata nel 1948, conta duecento dipendenti, divisi negli stabilimenti di Colleferro (Roma) e Anagni (Frosinone), ha un fatturato di 80 milioni di euro, è l'unico produttore in Italia di munizionamento e spolette di medio e grosso calibro, in particolare per cannoni navali e concentra le proprie attività nella progettazione, sviluppo, produzione e vendita di munizionamento convenzionale ed avanzato, propellenti, esplosivi, teste missilistiche, razzi e sistemi d'arma a razzo (Firos 30) alle Forze Armate italiane e del mondo;
la Simmel Difesa è da anni nel mirino di associazioni pacifiste, perché accusata di produrre cluster bombs, ordigni
esplosivi che disseminano centinaia di submunizioni che possono rimanere inesplose nel terreno;
a parere dell'interrogante è giunto il momento di affrontare con nettezza la questione riguardante la promozione di un piano di riconversione dell'industria bellica nel nostro paese, garantendo l'occupazione e una maggiore sicurezza per i lavoratori -:
se e quali atti di loro competenza ritengano opportuno mettere in campo al fine di accertare le cause e le eventuali responsabilità del tragico evento;
se non ritengano opportuno avviare, a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori coinvolti, un'indagine conoscitiva per individuare eventuali siti e depositi industriali, addetti alla produzione di guerra, ad alto rischio e scarsamente tutelati.
(4-05241)
STUCCHI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
da notizie stampa si apprende che in data 10 ottobre 2007 si è svolta una manifestazione di protesta per il ridimensionamento dello stabilimento del Linificio e Canapificio Nazionale di Villa d'Almè (Bergamo);
l'interrogante ha già presentato, in data 3 ottobre 2007, un atto di sindacato ispettivo al fine di denunciare la grave situazione in cui si vengono a trovare le aziende manifatturiere della Bergamasca ed in particolare quella sopra citata;
questo ridimensionamento sarebbe giustificato, secondo i vertici aziendali, dalle difficoltà in cui si trova l'azienda in questione a causa di una pesante contrazione dei consumi ed un cospicuo incremento delle importazioni dalla Cina e dall'Est, comportando quindi un riposizionamento dell'offerta sul mercato con una riduzione dei volumi totali ed una diminuzione della quota prodotta in Italia;
si profilano, così, tagli all'occupazione per 130 dei 200 addetti a Villa D'Almè, dove sarebbero in scadenza i contratti di solidarietà;
si apprende, inoltre, la notizia che la stessa azienda nello stabilimento di Fratta Maggiore (Napoli) ha adottato la strategia di effettuare dei prepensionamenti a lungo termine (5 o più anni) -:
se non si ravvisi la necessità di intervenire sui vertici aziendali al fine di poter estendere anche allo stabilimento di Villa d'Almè ciò che l'azienda ha già predisposto per il sito di Fratta Maggiore;
quali interventi i Ministri intendano assumere, al fine di tutelare i lavoratori e le aziende manifatturiere, che nella bergamasca sono presenti in modo rilevante, che si trovano ogni giorno a dover competere con la concorrenza internazionale.
(4-05247)