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Allegato B
Seduta n. 237 del 7/11/2007
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INTERNO
Interrogazione a risposta in Commissione:
FOTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella risposta resa dal Sottosegretario di Stato per l'interno Alessandro Pajno alle interrogazioni nn. 4-04988 e 4-04989 è detto che il giudice di pace di Borgonovo ha «accertato l'insussistenza di una servitù di uso pubblico» sulla via alla chiesa parrocchiale di Vicobarone di Ziano Piacentino, mentre la sentenza in questione nulla ha invece «accertato», essendosi il giudice limitato a dichiarare che il comune non aveva «provato» (nonostante la facilità della cosa!) la sussistenza della servitù di cui trattasi;
anche il Tribunale di Piacenza non ha dichiarato l'insussistenza in parola, limitandosi a stabilire che la sentenza del giudice di pace precitata impediva ad esso Tribunale di entrare nel merito della vicenda e quindi di stabilire alcunché;
lo «stradello carrabile» di cui alla precitata risposta è in realtà una striscia di terreno non coltivata che si stacca dalla strada comunale che risale il colle sul quale si trova la chiesa, striscia di terreno impercorribile tant'è che - non potendo essere percorsa dai carri funebri - le bare dei defunti vengono in atto portate in chiesa a braccia, salendo la ripida scalinata prospiciente la chiesa parrocchiale;
la già citata risposta ai precedenti atti di sindacato ispettivo dell'interrogante non chiarisce se le opere definitive ingiunte con l'ordinanza del sindaco del comune di Ziano Piacentino del 7 agosto 2006 siano state eseguite o meno, parendo anzi di capire il contrario;
non si capisce come abbia potuto non essere irrogata la sanzione di cui all'ultimo comma dell'articolo 30 del Codice della strada, la cui irrogazione discende dal solo fatto dello stato di pericolo creato (come fa chiaro il primo comma della stessa norma), a nulla rilevando che siano fatti salvi (anzi, proprio per questo) altri provvedimenti per la tutela della pubblica incolumità;
la strada per la chiesa è stata chiusa dai proprietari del castello prospiciente la stessa dopo la (e in conseguenza della) citata sentenza del Tribunale di Piacenza, i cui effetti sono stati peraltro sospesi con ordinanza 18 settembre 2007 della Corte d'appello di Bologna -:
se alla luce di quanto sopra in proposito considerato, il Prefetto di Piacenza non intenda rivedere la propria decisione ed irrogare la sanzione di cui all'articolo 30 del codice della strada, prima che la stessa si prescriva;
se la stessa Autorità, essendo accertato - per quanto emerge dalla stessa risposta alle precitate interrogazioni - che l'ordinanza del sindaco di Ziano Piacentino del 7 agosto 2006 non è stata osservata né revocata, nella sua parte relativa ai provvedimenti definitivi ingiunti per la messa in sicurezza del fabbricato in questione, non ritenga di assumere i provvedimenti surrogatori di competenza, anziché mantenere il suo attuale e da tempo perdurante atteggiamento;
se la stessa Autorità non intenda intervenire, nelle forme consentite, presso il sindaco di Ziano Piacentino perché venga ordinata la riapertura della strada in questione a seguito del provvedimento della Corte d'appello citato e, comunque, perché la strada in parola venga reiscritta nell'elenco delle strade ad uso pubblico, dalla quale è stata cancellata dopo la
sentenza del Tribunale di Piacenza ora sospesa - come detto - nei suoi effetti;
se il comune di Ziano Piacentino abbia ripetuto (e, in caso, in che data) dalla proprietà del castello di cui trattasi le spese sostenute per spese ed onorari in favore del tecnico abilitato citato nella più volte richiamata risposta ministeriale e, in caso negativo, cosa intenda fare al proposito il Prefetto di Piacenza, in via surrogatoria o di segnalazione alle competenti autorità anche contabili;
quali iniziative si intendano assumere per assicurare il transito dei parrocchiani sulla strada per secoli dagli stessi percorsa, dovendo la situazione di fatto da secoli esistente, essere comunque ripristinata atteso che nessuna Autorità giudiziaria ha ad oggi affrontato nel merito il problema dell'esistenza o meno della servitù di uso pubblico della strada di cui trattasi;
se l'ordinamento giuridico non offra proprio alcun rimedio definitivo ad una situazione come quella attualmente esistente e se il Prefetto di Piacenza non intenda promuoverlo.
(5-01718)
Interrogazioni a risposta scritta:
GRIMOLDI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato un decreto-legge che attribuisce ai Prefetti la possibilità di espellere gli immigrati;
a dispetto delle previsioni del decreto, risulta comunque difficile realizzare gli allontanamenti, a causa della mancanza di uomini e mezzi in dotazione alle forze di polizia;
tale situazione è particolarmente evidente a Como, dove le forze di polizia sono state chiamate ad eseguire lo scorso anno ben settecento espulsioni disposte in base alla legge Bossi-Fini, ma hanno potuto accompagnare alla frontiera soltanto ventisette clandestini e condurne altri cinquanta ai centri di permanenza temporanea sparsi per il Paese;
risulterebbe dagli stessi verbali redatti presso i presidi comaschi delle forze dell'ordine che molti decreti di allontanamento sono rimasti lettera morta per «mancanza di personale»;
interpellato al riguardo, anche il Questore di Como, Massimo Maria Mazza, ha ammesso che nell'ultimo anno sono state eseguite «tutte le espulsioni relative a soggetti pericolosi», cioè con precedenti per reati contro le persone od il patrimonio, ammettendo implicitamente che gli altri soggetti destinatari di provvedimenti simili sono stati lasciati alla loro sorte, non essendo pensabile eseguire tre accompagnamenti al giorno che richiederebbero l'impiego a ciclo continuo di decine di agenti -:
l'opinione del Governo circa i fatti generalizzati nella premessa ed in particolare in merito alle modalità con le quali si conta di rendere effettive le espulsioni di clandestini nella Provincia di Como, data la carenza degli organici in dotazione alle forze di polizia chiamate ad eseguirle.
(4-05523)
ZANELLA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
nei mesi di dicembre 2006 e gennaio 2007 il Ministero della salute del governo thailandese ha autorizzato la produzione di copie generiche di due farmaci utili nella lotta contro il virus dell'AIDS e, novità ancora più eclatante, di un medicinale impiegato per la cura delle malattie cardiache;
per non violare il diritto internazionale Bangkok ha impugnato gli accordi sui diritti di proprietà intellettuale sanciti dall'Organizzazione mondiale del commercio (Wto), i cosiddetti Trips, che prevedono la possibilità dei governi di utilizzare «licenze obbligatorie» quando si verifichino
«gravi crisi sanitarie» per produrre a basso costo i farmaci necessari a debellarle, come hanno fatto in passato alcuni Paesi;
secondo le regole del Wto, infatti, qualsiasi governo può dichiarare un'«emergenza nazionale» e autorizzare la produzione e la vendita di un medicinale brevettato catalogabile come «essenziale», senza necessità di chiedere il permesso al titolare del brevetto;
con il rilascio di queste «Licenze obbligatorie» le aziende nazionali sono state autorizzate a produrre o importare generici farmaci salvavita con i quali il servizio sanitario sta curando gratuitamente oltre 80.000 malati di aids;
secondo quanto riferito dal ministro della salute Mongkol na Songkhla, i medicinali sono per ora importati dall'India, con una relativa riduzione del 50 per cento del costo, e in un secondo momento saranno prodotti direttamente da una fabbrica statale thailandese, che si sta attrezzando, arrivando alla riduzione del prezzo di circa il 90 per cento;
oggi in Thailandia vive circa mezzo milione di persone infette dal virus HIV e, secondo il ministro, il paese può permettersi di acquistare medicinali anti-HIV solo per un quinto dei malati;
la decisione ha immediatamente suscitato le critiche delle aziende farmaceutiche, ma ha al contempo avuto gli elogi dei sostenitori delle campagne a favore della lotta all'Aids; Paul Cawthorne, di Médécins Sans Frontières, ha voluto ricordare che «le grandi compagnie farmaceutiche fanno un sacco di soldi su farmaci meno essenziali come il Viagra, e comunque spendono molto più in pubblicità che non nella ricerca»;
le ritorsioni delle case farmaceutiche non si sono fatte attendere: l'Abbott per esempio ha immediatamente ritirato tutti i prodotti destinati al mercato thailandese, fra cui le nuove versioni di un anti-retrovirale resistente al caldo e quindi essenziale per la cura dei pazienti nelle zone tropicali; e, allo stesso tempo, hanno iniziato ad offrire sconti avvicinandosi ai prezzi dei farmaci indiani;
le case farmaceutiche hanno messo in campo pressioni fortissime sul governo thailandese anche attraverso l'intervento del Commissario europeo al commercio estero che ha spedito due lettere (10 luglio e 10 settembre) a Bangkok in esplicito sostegno della multinazionale del farmaco Sanofi-Aventis;
in realtà il vero oggetto del contendere non sono tanto le royalties che Big Pharma potrebbe ricavare dai paesi come la Thailandia quanto tenere fuori più a lungo possibile dal mercato internazionale industrie emergenti come quelle indiane, che possono fare concorrenza ai colossi occidentali;
ma il più grande rischio per le case farmaceutiche è che i governi dei paesi sviluppati, che hanno le risorse per garantire l'assistenza pubblica ai propri cittadini, decidano di acquistare generici a basso costo per i propri pazienti invece di tagliare i posti-letto negli ospedali, visto lo stato disastroso della sanità pubblica;
da otto mesi il Parlamento europeo è impegnato in un braccio di ferro con la Commissione e il Consiglio Ue per spingere gli organismi del governo europeo a sostenere i paesi poveri e in via di sviluppo nell'applicazione delle clausole di salvaguardia dell'Accordo Trips per l'accesso ai farmaci «essenziali» -:
se il Governo non ritenga giusto iniziare a raccogliere i suggerimenti del ministro thailandese, e applicare i Trips, portando avanti il processo già innescato dalle coraggiose decisioni del governo thailandese, di una radicale revisione dei prezzi di tutta una serie di farmaci essenziali, in modo che diventino accessibili anche per i cittadini dei paesi in via di sviluppo.
(4-05528)
GRIMOLDI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
è in corso di implementazione un ambizioso piano di distribuzione sul territorio brianzolo di personale volontario dei Vigili del Fuoco, con il quale si conta di rendere più capillare la presenza dei distaccamenti del Corpo e di assicurare conseguentemente un servizio più tempestivo all'utenza;
in Brianza vi sono soltanto tre distaccamenti permanenti dei Vigili del Fuoco - a Monza, Seregno e Gorgonzola - contro i quattro volontari già funzionanti a Lissone, Carate Brianza, Seregno e Vimercate, che oltretutto dispongono di numeroso personale a differenza di quelli permanenti che ogni estate si riducono «all'osso» per le ferie, tanto che in alcuni casi ne è stata disposta la temporanea chiusura;
i distaccamenti volontari risultano disporre anche di un maggior numero di mezzi e comunque non possono operare al di là dell'area di assegnazione territoriale;
in base alle disposizioni vigenti, il contributo dei distaccamenti volontari al Soccorso Tecnico Urgente è comunque complementare rispetto a quello dei distaccamenti permanenti e risponde alle determinazioni della sala operativa provinciale dei Vigili del Fuoco;
da quanto precede si trae l'impressione che il mezzo prescelto - il potenziamento dei distaccamenti volontari - non sia congruo rispetto al fine perseguito - fornire un Soccorso Tecnico Urgente più rapido all'utenza brianzola -:
quale sia l'opinione del Governo circa i fatti generalizzati nella premessa ed in particolare in merito all'idoneità del potenziamento dei distaccamenti volontari dei Vigili del Fuoco in rapporto all'obiettivo di accelerare i tempi di erogazione del Soccorso Tecnico Urgente in Brianza.
(4-05532)
JANNONE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il problema della carenza di personale nella Caserma dei Vigili del Fuoco di Dalmine sta diventando ogni giorno più serio;
dall'inizio di settembre le mille ore di straordinario che il ministero aveva concesso per permetterne l'operatività si sono esaurite;
la nuova caserma di via Vailetta, inaugurata a maggio, si trova a dover nuovamente fronteggiare i problemi derivanti dalla mancanza di personale: attualmente il servizio è garantito solo grazie al distaccamento di sei uomini per turno dal comando provinciale. Un numero insufficiente, che non permette di garantire il pronto intervento: che dovrebbe essere costituita da sette uomini per ogni turno;
mancano ancora parte degli arredi, e anche la sede della scuola per la formazione del personale è interessata da problemi di organico;
della situazione si è parlato in una tavola rotonda in cui istituzioni, rappresentanti sindacali, Confindustria e Vigili del Fuoco sono concordi nel riconoscere il ruolo strategico della nuova caserma, che si trova nei pressi dell'autostrada, della ex statale 525 e in un territorio con un'elevata concentrazione di industrie ad alto rischio;
da marzo ad oggi sono stati realizzati centinaia di interventi, a testimonianza di quanto questa sede sia importante -:
quali misure il Ministro intenda adottare per potenziare l'organico dei Vigili del Fuoco della caserma di Dalmine in modo da assicurare la necessaria ed importante efficienza della struttura.
(4-05535)
STUCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
si apprende da organi di stampa locali che nel 2006, secondo i recenti dati forniti dal ministero dell'interno, si è verificato
un aumento del 44 per cento, rispetto all'anno precedente, dei furti in appartamento denunciati nella provincia di Bergamo, ponendola così al 20o posto sulle 103 province italiane e al 6o di quelle lombarde;
a livello assoluto l'aumento è stato nettamente superiore alla media nazionale (+ 18 per cento) e a quello registrato nelle città di Milano, Roma e Napoli;
risultano in aumento anche scippi e borseggi (+ 16 per cento) e rapine (+ 14 per cento);
sempre secondo la stampa locale, questi aumenti potrebbero essere riconducibili allo stato di benessere della popolazione: a Bergamo il Pil è pari a 28 miliardi e 700 milioni di euro, al pari delle città italiane come Firenze e Bari, e di Budapest a livello europeo;
la situazione è aggravata da una cronica carenza di organico delle forze di polizia nella provincia di Bergamo oltre che dalla fatiscenza dei mezzi a disposizione;
nella legge finanziaria 2008 oggi in discussione al Senato, non è previsto alcun stanziamento per il rinnovo del contratto di lavoro per le forze di polizia che ogni giorno mettono a repentaglio la propria incolumità in cambio di uno stipendio sempre più consumato da tasse e inflazione -:
se a fronte dei preoccupanti dati summenzionati non si ravveda la possibilità e l'opportunità di riequilibrare e potenziare l'organico delle forze di polizia per far fronte all'esponenziale aumento di fatti criminosi che colpiscono l'intero territorio nazionale ed in particolare la provincia di Bergamo.
(4-05542)
COSTANTINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nell'ottobre 2002, la Direzione distrettuale antimafia di Roma, in persona del dottor Adriano Iasillo, conferiva specifica e congiunta delega di indagine alla squadra mobile di Roma e alla squadra di polizia giudiziaria della polaria di Fiumicino in merito all'omicidio di Paolo Frau avvenuto ad Ostia Lido e dei connessi e collegati fatti delittuosi;
personale della polizia di Fiumicino, tra cui due agenti, veniva aggregato alla squadra mobile di Roma per l'espletamento delle attività di polizia giudiziaria;
nel marzo 2003, in conseguenza degli esiti delle indagini, l'Autorità giudiziaria conferiva una specifica delega nominativa agli operatori di polizia, tra cui uno dei due agenti, per indagini in Sud America;
essendo rimasta inevasa l'indicata delega, nel giugno 2003 il predetto pubblico ministero, richiamando la precedente delega di indagini, reiterava la richiesta di inviare il personale di polizia nominativamente indicato in Brasile e Costa Rica per l'espletamento, in loco, delle attività investigative necessarie;
consta all'interrogante che anche questa seconda delega sia rimasta inevasa;
nell'ottobre 2003, inspiegabilmente, il personale della squadra di polizia giudiziaria della polaria di Fiumicino veniva estromesso dalle indagini;
nel novembre 2004 le indagini si concludevano con l'emissione e conseguente esecuzione di 18 ordini di custodia cautelare, inoltre le perquisizioni al riguardo disposte hanno consentito il sequestro di un rilevante quantitativo di sostanza stupefacene (Kg 75) e di armi;
per tale operazione di polizia, il 15 marzo 2005, agli operatori di polizia sopra indicati il Capo della Polizia invierà una nota di compiacimento che - a quanto consta all'interrogante - non verrà comunicata agli interessati;
in data 31 marzo 2005 vengono notificate ai due agenti in questione due riservate amministrative con le quali la Questura di Roma - Ufficio Amministrativo contabile - contestava che gli stessi avevano, indebitamente, nell'ambito dell'attività
di polizia giudiziaria sopra detta, percepito euro 26.000,00 per missioni ed invitava gli stessi a corrispondere la somma entro trenta giorni;
tale richiesta, palesemente illegittima, provocava negli operatori un grave stato patologico che comportava una assenza dal servizio sino a gennaio 2006 quando, rientrati in Ufficio, venivano assegnati a compiti burocratici;
nel frattempo, ed esattamente nell'agosto 2005, veniva avviata, sulla base di un esposto anonimo, una inchiesta amministrativa per verificare la regolarità della missione connessa alle indagini delegate e sopra riferite;
nel dicembre 2005 gli esiti dell'inchiesta venivano trasmessi, per competenza, alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Civitavecchia, che ad oggi non ha assunto alcuna decisione in merito;
nel successivo periodo uno dei due agenti, a causa delle riferite evenienze amministrative e giudiziarie che lo vedevano, suo malgrado, ingiustamente coinvolto, accusava un aggravarsi del suo stato patologico tanto che i sanitari gli prescrivevano circa 100 giorni di riposo;
per far fronte ad imprescindibili impegni economici lo stesso agente avanzava una richiesta per un prestito all'INPDAP che non veniva concesso per la presunta precarietà della posizione lavorativa, stanti i procedimenti cui lo stesso era sottoposto (decreto del Presidente della Repubblica n. 895 del 1950);
in data 15 maggio 2007, perveniva, all'Ufficio della polaria di Fiumicino, un nuovo esposto anonimo contro il medesimo agente, del tutto analogo a quello già trattato nell'agosto 2005, che veniva, dall'Amministrazione, trasmesso alla stessa Autorità giudiziaria;
in data 9 agosto 2007, l'Amministrazione dell'interno a seguito di ulteriori e puntuali accertamenti sospendeva la richiesta di restituzione della somma sopra riportata;
alla luce, della sintetica esposizione, emergono dubbi circa la legittimità e la correttezza dell'attività e dei comportamenti amministrativi adottata dall'Amministrazione dell'interno nei confronti degli agenti in questione;
vanno altresì considerate le allarmanti notizie riportate da tutti gli organi di stampa circa lo stato di gravissimo pregiudizio alla pubblica sicurezza lamentato dalla cittadinanza di Ostia culminato con la recente protesta dei commercianti;
sempre dagli organi di stampa, si è appreso dello stato di grave inefficienza dello scalo aeroportuale di Fiumicino sotto il profilo della sicurezza dell'intera area, come obiettivamente dimostrato dalla recente trasmissione televisiva «Le Iene» -:
se il Ministro non ritenga opportuno assumere tutte quelle iniziative informative indispensabili e necessarie per ricostruire esattamente i fatti descritti e conseguentemente adottare tutti quei provvedimenti imprescindibili per ristabilire la dovuta efficienza e sicurezza dell'importante e fondamentale area di transito, riconoscendo, al contempo, agli operatori di polizia ingiustamente coinvolti nella vicenda, la dovuta professionalità ed onorabilità.
(4-05544)