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Allegato B
Seduta n. 237 del 7/11/2007
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SVILUPPO ECONOMICO
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
secondo un recente studio della Confartigianato la tassazione italiana sui consumi di energia risulterebbe, superiore del 30 per cento rispetto alla media europea, del 19,3 per cento rispetto alla Germania, del 36,2 per cento rispetto alla Francia e addirittura del 63,9 per cento rispetto alla Spagna;
in particolare, il prezzo del gasolio per autotrazione risultava al 15 ottobre scorso il più alto d'Europa, per l'incidenza delle imposte che risultano del 22 per cento superiori alla media europea nel caso specifico;
la situazione peggiora se prendiamo il gasolio per riscaldamento, il cui prezzo risulta superiore di 40 centesimi/litro rispetto alla media europea a causa dell'incidenza del 51,9 per cento delle tasse sul prezzo;
le imposte sul gas gravano, invece, per il 35,7 per cento contro il 21,9 per cento della media europea;
la situazione peggiore si registra, tuttavia, sul fronte dei consumi di energia elettrica per i quali le imprese italiane subiscono la tassazione più alta in Europa, cui si aggiunge un distorto sistema di doppia tassazione in rapporto ai consumi ed in base al quale, paradossalmente, una piccola azienda finisce per pagare un imposta di gran lunga superiore a quella pagata da un'impresa energivora;
da segnalare altresì che una delle voci della tariffa elettrica è data dall'onere per finanziare le fonti rinnovabili, voce che spesso finisce per finanziare anche le fonti «assimilate» inquinanti gravando ulteriormente sul prezzo finale -:
se non ritenga che il citato quadro sulla tassazione dell'energia in Italia non risulti altamente penalizzante per le nostre imprese rispetto alla loro competitività sui mercati e non introduca forti elementi distorsivi sotto l'aspetto della concorrenza e danneggi i cittadini-consumatori finali;
quali iniziative intenda mettere in atto visto che allo stato le misure adottate si sono dimostrate insufficienti.
(2-00831) «D'Agrò».
Interrogazione a risposta orale:
TASSONE. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il 31 ottobre 2007 è stato avviato il processo di liquidazione di Sviluppo Italia Calabria deciso all'unanimità dall'assemblea della società regionale, controllata per oltre il 75 per cento dall'Agenzia per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa (già Sviluppo Italia);
la liquidazione di Sviluppo Italia Calabria, oltre a determinare una problematica enorme sul piano occupazionale, creerebbe una dispersione immotivata di risorse sulla base degli ampi risultati acquisiti, come ad esempio le 6.482 iniziative imprenditoriali finanziate tra il 2003 ed il 2006, gli 8.498 nuovi occupati, i 223.496.083,83 euro di contributi erogati e tanti altri successi che sono evidenziati in documenti ufficiali;
quella di Sviluppo Italia Calabria è l'ultima operazione di liquidazione in ordine di tempo delle agenzie regionali realizzate dal nuovo management dell'Agenzia per l'attrazione degli investimenti e segue quella di Sviluppo Italia Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Marche;
in un comunicato congiunto diramato dalla Regione Calabria e da Sviluppo Italia si legge che «nell'ambito del percorso di liquidazione della società sarà perseguito, con particolare attenzione l'obiettivo della salvaguardia dei livelli occupazionali, mentre nel contesto del processo di liquidazione, dovranno essere individuate le possibili opportunità per assicurare livelli di occupazione stabile fondati su criteri di economicità ed efficienza e cogliendo le occasioni offerte dalle norme vigenti» -:
se siano state valutate soluzioni adeguate e idonee a tutelare ed assicurare i livelli occupazionali secondo quanto evidenziato in premessa.
(3-01409)
Interrogazione a risposta scritta:
BOATO. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
negli anni precedenti la privatizzazione della società «Grandi Stazioni S.p.a.», attualmente controllata al 60 per cento da Ferrovie dello Stato e al 40 per cento da Eurostazioni SpA, nelle maggiori stazioni ferroviarie tutte le rivendite di giornali e riviste erano affidate in gestione ad una cooperativa, la «Co.Ve.S», Cooperativa Vendita Stampa, fallita nel novembre 1998 dopo aver lasciato a carico delle Ferrovie dello Stato un ammanco di alcune decine di miliardi di vecchie lire per canoni concessori non pagati;
successivamente al fallimento della «Co.Ve.S.», gli edicolanti si sono autonomamente organizzati al fine di trattare con «Grandi Stazioni S.p.a.» - che controlla il 100 per cento di «Grandi stazioni edicole Srl» creata per la gestione diretta e creazione di un network di edicole nelle principali stazioni - un nuovo contratto che consenta loro di proseguire l'attività;
il contenzioso dovuto al fallimento non ha pregiudicato e condizionato le possibilità di un accordo tra edicolanti e «Grandi Stazioni S.p.a.», pur se tale intesa ad oggi non è stata raggiunta;
dal gennaio del 1999 «Grandi Stazioni S.p.a.» ha iniziato a richiedere, in via trimestrale anticipata, un canone a titolo di «indennità di occupazione temporanea» sottoscritto dalla quasi totalità degli edicolanti;
nel 2006, con la costituzione di «Grandi Stazioni Edicole srl», è stato proposto agli edicolanti un contratto di «associazione in partecipazione»;
gli edicolanti si oppongono a questa soluzione sostenendo, nelle loro rivendicazioni, come il contratto di «associazione in partecipazione» che «Grandi Stazioni» propone agli attuali gestori, sostanzialmente e in forme non trasparenti, prefiguri un rapporto di lavoro subordinato;
gli edicolanti sostengono di avere dato vita in questi anni a dei regolari contratti di locazione, avendo corrisposto per oltre sette anni i canoni indicati da «Grandi Stazioni»;
esiste un rischio concreto che si ponga in essere un regime di monopolio delle rivendite di stazione, nonché una anomala concentrazione delle rivendite in mano ad un unico soggetto;
appare forte il pericolo di un vero e proprio attacco al pluralismo dell'informazione in ragione delle rigidissime disposizioni impartite dall'associante (Grandi Stazioni) all'associato (edicolante) anche relativamente alla organizzazione ed esposizione della merce (giornali e riviste);
attraverso le edicole del circuito di «Grandi Stazioni» viene venduto e/o diffuso circa il 6 per cento di tutto il prodotto editoriale nazionale -:
quali siano le informazioni del Governo in ordine alla situazione ed ai problemi posti in premessa;
quali iniziative il Governo intenda promuovere affinché siano salvaguardate queste piccole attività di gestione e, nel contempo, siano assicurate le condizioni di
effettivo pluralismo e corretta concorrenzialità a garanzia dei soggetti economici associati e dei cittadini utenti.
(4-05534)