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Allegato A
Seduta n. 238 dell'8/11/2007
...
(Sezione 10 - Trasmissione di notizie riguardanti Thomas Kram, in relazione al suo presunto coinvolgimento nella strage di Bologna, ed eventuali iniziative ispettive)
L)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
in data 11 ottobre 2007, il Sottosegretario per la giustizia Luigi Scotti, nel rispondere all'interpellanza urgente n. 2-00766, relativa all'entrata in Italia - la mattina del 1o agosto 1980 - dell'ormai noto terrorista tedesco Thomas Kram e al suo arrivo a Bologna nelle ore precedenti la strage, ovvero nella notte tra il 1o e il 2 agosto 1980, introduceva nel dibattito ulteriori elementi sui quali si è sentita la necessità di avere un ampio ed esaustivo chiarimento, posto che tali «nuovi elementi» introdotti dal delegato del Governo non sembrano avere, al momento, riscontro oggettivo;
il Sottosegretario Scotti, in un passo della sua risposta fornita alla Camera dei deputati, così come da resoconto stenografico 222 relativo alla citata seduta dell'11 ottobre 2007, aveva modo di dichiarare testualmente, facendo riferimento, a sua volta, ad una precedente risposta (così come da lui stesso resa nella seduta 98 di giovedì 25 gennaio 2007, in risposta ad un'altra interpellanza urgente, presentata dall'onorevole La Russa, la n. 2-00324, riguardante sempre l'estremista tedesco Kram): «Premetto che nella risposta del 25 gennaio 2007, l'informativa resa era in parte diversa da quella riportata come testuale dall'onorevole interrogante, in quanto il passo indicato era il seguente: "In una nota trasmessa dalla polizia di frontiera di Chiasso si segnalava - o si segnala - che Kram, partito da Karlsruhe alle ore 10,30
del 1o agosto 1980 con il treno 201, risulta essere entrato in Italia alle ore 12,08 con il treno 307"»;
la verifica effettuata sul testo del resoconto stenografico della seduta 98 del 25 gennaio 2007 ha permesso di appurare che il passo della risposta fornita dal Sottosegretario Scotti, in quella circostanza, è esattamente quello riportato, testualmente, nella precedente interpellanza presentata dai sottoscritti interpellanti, e non così come sostenuto dal rappresentante del Governo nella sua risposta dell'11 ottobre 2007. Il passo, così come riportato nel citato resoconto stenografico della Camera, e fedelmente trascritto nell'interpellanza n. 2-00766 del 2 ottobre 2007,
seduta n. 215, è il seguente: «In una nota trasmessa dalla polizia di frontiera di Chiasso, si segnala che Kram, partito da Karlsruhe alle 10,30 del 1o agosto 1980, con il treno n. 201, risulta essere entrato in Italia alle 12,08, diretto a Milano, dal valico di frontiera di Chiasso». In altre e più semplici parole, la difformità del brano della risposta fornita dal Governo è stata operata dallo stesso rappresentante del Governo, e non dall'interpellante. Pertanto, va ascritta alla responsabilità del Governo la sottolineatura concernente il punto in cui il Sottosegretario Scotti asserisce che l'informativa resa era in parte diversa da quella riportata come testuale nell'interpellanza del primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo del 2 ottobre 2007. Era sì diversa, ma a cagione dell'esposizione da parte di chi era stato chiamato, in rappresentanza del Governo, a rispondere in aula su fatti connessi al più grave attentato subito dall'Italia repubblicana;
nella risposta fornita sempre dal Sottosegretario Scotti alla Camera dei deputati, l'11 ottobre 2007, in ordine ai motivi e alle modalità di arrivo in Italia il 1o agosto 1980 del terrorista tedesco Kram, veniva, altresì, affermato, testuale: «Da tale frase [quella sopra riportata] risulta testualmente che il treno con il quale Kram si stava recando da Chiasso a Milano e sul quale venne identificato e perquisito è il 307, non il 201, come riferito nell'interpellanza, e che di conseguenza non si è mai affermata l'esistenza di un unico treno 201 che avrebbe collegato Chiasso a Milano»;
si ribadisce l'esattezza dell'informazione, così come rassegnata nella precedente interpellanza, secondo la quale - all'epoca dei fatti - il treno espresso internazionale 201, proveniente dall'Olanda, passava da Chiasso una sola volta al giorno ed esattamente alle ore 10,03, e non alle 12,08. Nella stessa località di Chiasso il medesimo treno effettuava una sosta di circa venti minuti, per poi ripartire alla volta di Milano, Bologna, Firenze e infine Roma;
il telex datato 1o agosto 1980 e firmato dal dirigente del posto di polizia internazionale di Ponte Chiasso, dottor Emanuele Marotta, oggi direttore della Scuola di perfezionamento delle forze di polizia, riguardante l'ingresso in Italia di Kram recita testuale: «Con treno 307 delle ore 12.08 legali odierne entrato Italia diretto Milano cittadino tedesco Kram Thomas Michael nato 18 luglio 1948 Berlino et residente Bochum (Germania) Pilgrimstr nr. 44, munito carta identità tedesca NR.G7008331 rilasciata Bochum 25 marzo 1975. Predetto iscritto R.F. [Rubrica Frontiera, ndr] formula 5 et 6/R est stato sottoposto at perquisizione sotto aspetto doganale con esito negativo. Medesimo est qui giunto con treno nr. 201 delle ore 10.30 legali proveniente da Karlsruhe»;
dal citato testo del telex della polizia di frontiera di Chiasso (che si trova in territorio elvetico a ridosso del confine italiano) non vi è alcun elemento dal quale emerga, come afferma invece il Sottosegretario Scotti, che l'identificazione e la perquisizione sotto aspetto doganale di Kram sarebbe avvenuta a bordo del treno 307 Chiasso-Milano delle ore 12,08;
per contro, dall'esame del medesimo telex di polizia, si evince che Kram entra
in territorio italiano con il treno diretto 307 delle 12,08 (e non alle 12,08, come suggerito dal Governo);
il telex della polizia di frontiera di Chiasso del 1o agosto 1980 elenca i fatti, così come realmente accaduti, in una sequenza cronologica, dall'evento più recente al più antico: l'ingresso in Italia del sospetto terrorista tedesco con il treno 307 delle 12,08, la sua identificazione e perquisizione sotto l'aspetto doganale e il suo arrivo a Chiasso con il treno 210 delle ore 10,30;
l'ordine degli eventi, così come rassegnato nel citato telex, risponde ad un'esigenza precisa. Obiettivo del funzionario di frontiera, infatti, era prima di tutto quello di avvisare le competenti articolazioni del ministero dell'interno dell'ingresso in territorio italiano di Kram, spiegando poi a che tipo di trattamento egli era stato sottoposto, sotto l'aspetto doganale, e come lo stesso era giunto in mattinata al posto di frontiera di Chiasso;
al momento di fare ingresso in Italia, a bordo del treno diretto 307 Chiasso-Milano delle ore 12,08, Kram aveva già subito l'identificazione e la perquisizione da parte del personale di polizia. Ovvero, nel momento in cui Kram si trova sul treno 307 delle 12,08 è ormai libero di entrare in Italia, poiché la perquisizione ha dato esito negativo;
ogni riferimento ai numeri dei treni citati (il 201 e il 307), agli orari di partenza e di arrivo e alle varie stazioni di riferimento è disponibile, per eventuali riscontri, sull'orario ufficiale delle Ferrovie dello Stato, in vigore dal 1o giugno al 27 settembre 1980, così come conservato presso la direzione generale delle Ferrovie dello Stato;
l'orario di arrivo a Milano del treno espresso internazionale 201 (preso da Thomas Kram il 1o agosto 1980 per recarsi da Karlsruhe a Milano) era stimato alle ore 12,10. Mentre l'orario di arrivo, sempre a Milano, del treno diretto 307 (delle 12,08 da Chiasso) era stimato per le ore 14,00. Pertanto, il divario tra l'orario di arrivo a Milano dei due treni (il 201 e il 307) è pari ad un'ora e 50 minuti. Un ritardo del tutto trascurabile nell'arco di una giornata e di certo non sufficiente per giustificare un arrivo, nel cuore della notte, del tedesco a Bologna (dove prenderà alloggio all'Albergo centrale di via della Zecca dopo la mezzanotte del 1o agosto 1980);
all'esito della perquisizione subita da Kram, la polizia di frontiera di Chiasso ebbe modo di fare copia del titolo di viaggio in possesso del Kram al momento della sua identificazione e di due lettere manoscritte (una presumibilmente scritta da egli stesso e l'altra, di una giovane donna austriaca, spedita da Varese in data 18 luglio 1980);
in particolare, il titolo di viaggio in possesso di Kram risulta essere stato emesso il 31 luglio 1980, con numero seriale 4166, ed era riferito alla tratta Karlsruhe-Milano. Pertanto Kram, con il biglietto acquistato giovedì 31 luglio 1980 in Germania, non aveva nessun motivo di scendere a Chiasso, se non perché obbligato dagli agenti della polizia di frontiera che operavano (e operano) in territorio svizzero nel contesto di un trattato bilaterale Italia-Confederazione elvetica, che risale addirittura al 1885 (nel tempo riconfermato, esteso e aggiornato);
il treno espresso internazionale 201 Amsterdam-Roma, preso da Kram a Karlsruhe alle ore 3,31 del 1o agosto 1980, fermava a Chiasso alle ore 10,03 e ripartiva dalla medesima stazione alle ore 10,21. In questo arco di tempo, così come prevede la prassi, vengono effettuati i controlli di frontiera da parte del personale di polizia;
il 1o agosto 1980, così come emerge dal telex del dottor Marotta, il treno 201 con a bordo Thomas Kram risulta essere arrivato a Chiasso alle ore 10,30: con un ritardo, quindi, di 27 minuti rispetto all'orario previsto;
nella sua intervista concessa al quotidiano Il Manifesto, pubblicata il 1o agosto 2007, Thomas Kram ha affermato testuale: «Arrivato a Chiasso il primo agosto "alle ore 12,08 legali", secondo le note di polizia riportate dalla relazione di minoranza della Commissione d'inchiesta concernente il "dossier Mitrokhin" e l'attività d'intelligence italiana, mi fecero scendere dal treno»;
dalle parole del terrorista tedesco, si apprende che il medesimo venne fatto scendere dal treno al suo arrivo a Chiasso. Ne consegue che Kram venne fatto scendere dal treno espresso internazionale 201, delle ore 10,03, e non quindi dal treno 307 Chiasso-Milano delle 12,08;
il dirigente del posto di polizia internazionale di Chiasso, dottor Marotta, informava - col telex del 1o agosto 1980 - le competenti articolazioni del ministero dell'interno, così come le questure di Milano, Como e la Polzona di Como (in copia) che il cittadino tedesco Thomas Kram, sospetto appartenente all'organizzazione terroristica Cellule rivoluzionarie, con treno 307 delle ore 12,08 era entrato in territorio italiano. Quella era la notizia rilevante, posto che il medesimo Kram era stato identificato e perquisito (con esito negativo) al suo arrivo a Chiasso, con il treno 201 delle 10,30;
il 2 agosto 1980, giorno dell'attentato alla stazione ferroviaria di Bologna, il citato dirigente di polizia dottor Marotta trasmetteva a Roma, alle competenti articolazioni del ministero dell'interno, nonché per conoscenza alla questura di Varese e all'ufficio 2a zona polizia di frontiera di Como, un rapporto (prot. 1095/R.F.) con oggetto Kram Thomas, iscritto alla rubrica di frontiera formula 5/R e 6/R (dal 12 maggio 1980), sospetto appartenente all'organizzazione terroristica denominata Cellule rivoluzionarie, con allegate le copie fotostatiche del titolo di viaggio trovato in possesso di Kram al momento della perquisizione, nonché due lettere manoscritte, di cui una (espresso) spedita da Varese il 18 luglio 1980 da una giovane cittadina austriaca, insegnante di una scuola di lingue di Varese, sita in via Fiume 46;
nella citata intervista concessa a Il Manifesto, Kram ha così motivato il suo arrivo in Italia e la sua successiva presenza a Bologna, il 2 agosto 1980, giorno della strage: «A Milano mi aveva invitato un'austriaca, che lì insegnava tedesco. Avrei pernottato da lei e il giorno dopo avrei proseguito per Firenze». Poi aggiunge, in riferimento al suo fermo da parte della polizia di frontiera a Chiasso: «Mi trattennero per ore. Mi sequestrarono una lettera dell'amica, che spiega il motivo del viaggio. L'appuntamento con lei a Milano saltò. Non riuscii a rintracciarla. Ripresi il treno per Firenze, ma sarei arrivato troppo tardi per trovare un albergo. Decisi di fermarmi a Bologna»;
risulta evidente, secondo gli interpellanti, che Kram, addossando la responsabilità del suo grave ritardo alla polizia di frontiera di Chiasso («mi trattennero per ore»), giustifica il suo arrivo a Bologna come un evento del tutto imprevisto e casuale. E come riscontro alle sue affermazioni, cita proprio l'orario (falso) riguardante il suo arrivo a Chiasso «alle ore 12,08 legali» (come riportato alla pagina 230 del documento conclusivo dei commissari di minoranza della Commissione d'inchiesta concernente il «dossier Mitrokhin» e l'attività d'intelligence italiana), e non alle ore 10,30, così come in realtà avvenne secondo quanto riferito nel telex del 1o agosto 1980 del dirigente di polizia dottor Marotta;
Kram, nella medesima intervista pubblicata da Il Manifesto il 1o agosto 2007, motiva il suo arrivo in Italia il 1o agosto 1980, poiché invitato a Milano da «un'austriaca, che lì insegnava tedesco». A Milano Kram - come egli asserisce - avrebbe dovuto pernottare a casa di questa donna austriaca, per poi proseguire il giorno dopo (il 2 agosto 1980) per Firenze;
secondo le ultime informazioni fornite al Parlamento da parte del rappresentante
del Governo in data 11 ottobre 2007, Kram sarebbe stato identificato e avrebbe subito la perquisizione da parte degli agenti della polizia di frontiera a bordo del treno 307 delle ore 12,08. Pertanto, questa attività - se fosse confermata la versione del Governo - andrebbe in parte a vantaggio della versione di Kram, il quale afferma di essere stato trattenuto per ore dopo il suo arrivo a Chiasso «alle ore 12,08 legali» del 1o agosto 1980;
dagli elementi rassegnati dal Governo nella seduta dell'11 ottobre 2007, l'alibi di Kram potrebbe trovare, invece che evidenti e gravi elementi di smentita, utili spunti di riscontro, poiché se egli - come afferma il Sottosegretario Scotti - venne identificato e perquisito sul treno diretto 307 delle ore 12,08, trattenuto per ore (come afferma il diretto interessato) e poi rilasciato a seguito dell'esito negativo dell'attività perquisitiva, potrà agilmente dimostrare che - proprio a causa di tali, imprevedibili e prolungati ritardi - arrivò a Bologna per puro caso, essendo ormai notte ed avendo necessità di trovare un luogo dove pernottare;
in data 23 novembre 2005, in un'intervista concessa a Paolo Biondani de Il Corriere della Sera, il noto terrorista internazionale Il'ich Ramìrez Sànchez, detto Carlos, ebbe modo di dichiarare: «Poco tempo dopo la strage ho ricevuto dalla Germania ovest un rapporto scritto, che è molto importante e dovrebbe essere ancora negli archivi della nostra Organizzazione dei rivoluzionari internazionalisti (Ori). Il rapporto dice che un compagno tedesco era uscito dalla stazione pochi istanti prima dell'esplosione. Ho ricordato il suo nome leggendo Il Corriere della Sera: Thomas Kram. Era un insegnante comunista di Bochum, rifugiato a Perugia. Il giorno prima della strage era a Roma, pedinato da agenti segreti che lo seguirono anche sul treno per Bologna»;
non risulta neppure:
a) se, a seguito delle attività di indagine delegate dalla procura della Repubblica alla digos di Bologna, siano state ascoltate come persone informate sui fatti tutti coloro che, direttamente o indirettamente, risultavano in contatto con Kram in Italia;
b) in particolare, se sia stata identificata, rintracciata e sentita, come persona informata sui fatti, la cittadina austriaca con la quale Kram si sarebbe dovuto incontrare a Milano il 1o agosto 1980, così come da lui stesso dichiarato nella intervista a Il Manifesto del 1o agosto 2007;
c) se tale cittadina austriaca sia stata, precedentemente all'uscita della citata intervista di Kram, già sentita come persona informata dei fatti, in relazione ai suoi contatti (epistolari) con il terrorista tedesco;
d) se, alla luce delle affermazioni di Kram a Il Manifesto, la polizia giudiziaria abbia svolto ulteriori attività di indagine finalizzate, in particolar modo, al riscontro dell'alibi del tedesco il giorno della strage di Bologna e quello precedente;
e) se, nel contesto di tali attività di indagine da parte della procura di Bologna, sia stato ascoltato Guido Ambrosino, il giornalista de Il Manifesto che ha firmato l'intervista a Kram, così come pubblicata il 1o agosto 2007 -:
da quali atti, documenti o testimonianze ufficiali risulti - in modo netto, chiaro e inequivocabile - che il cittadino tedesco Thomas Kram, così come affermato dal Sottosegretario Scotti l'11 ottobre 2007, sarebbe stato identificato e perquisito il 1o agosto 1980 a bordo del treno 307 Chiasso-Milano;
se il Governo intenda spiegare le modalità con cui la perquisizione a carico di Kram sarebbe potuta avvenire a bordo del treno 307;
se al Governo risulti se, rispetto alle ultime informazioni in merito fornite dal Governo stesso al Parlamento, la posizione giudiziaria di Thomas Kram sia mutata (da persona informata sui fatti a iscritto sul registro degli indagati), anche alla luce
delle più recenti acquisizioni e delle attività investigative eventualmente poste in essere, in particolare alla luce delle dichiarazioni rese alla stampa da parte del terrorista tedesco;
se il Governo disponga di ulteriori elementi in ordine ai fatti descritti in premessa e se non intenda promuovere un'ispezione ministeriale presso gli uffici giudiziari bolognesi, al fine di verificare il corretto e legittimo svolgimento dell'azione penale.
(2-00830)
«Raisi, Perina, Contento, Lo Presti, Moffa, Angela Napoli, Leo, Patarino, Rositani, Briguglio, Scalia, Giorgio Conte, Lisi, Porcu, Castellani, Germontani, Airaghi, Cirielli, Lamorte, Alberto Giorgetti, Consolo, Cosenza, Ulivi, Urso, Holzmann, Benedetti Valentini, Giulio Conti, Armani, Tremaglia, Cossiga, Gioacchino Alfano, Zorzato, Fallica, Paoletti Tangheroni, Alemanno, Amoruso, Frassinetti, Catanoso, Foti, Mancuso, Mazzocchi, Minasso, Saglia, Proietti Cosimi».
(6 novembre 2007)