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Allegato B
Seduta n. 24 del 12/7/2006
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UNIVERSITÀ E RICERCA
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
con recente decreto il Ministro dell'università e della ricerca Fabio Mussi su un totale di 7.849 iscrizioni concesse in tutta Italia per gli aspiranti studenti in Medicina ha assegnato solo 50 posti alla Facoltà di Medicina della Università di Salerno;
l'assegnazione dei posti è valutata tenendo conto del bacino d'utenza regionale, delle strutture disponibili e dell'anagrafe degli studenti e che il Rettore dell'Università di Salerno aveva già, a suo tempo, documentato le esigenze dell'Ateneo salernitano (sulla base di inoppugnabili criteri oggettivi) nell'ordine di almeno 160 posti;
l'Università di Salerno ha documentato di essere in grado di ospitare ben più di 160 iscritti essendo dotata di laboratori di chimica, di fisica, di genetica medica, e di istologia già operanti, oltre a 17 aule disponibili nel plesso di Baronissi, una biblioteca, la mensa e tutte quelle attività indispensabili per avviare la Facoltà;
appare in tutta evidenza che il Ministro, pur richiamandosi al rispetto dei criteri e affermando di averne tenuto conto in realtà, secondo gli interpellanti, li ha clamorosamente disattesi avvalorando così la tesi che Salerno e la sua Provincia vengono considerati dal Governo territorio di Serie B nel contesto regionale e meridionale;
in tal modo viene disattesa la scelta operata dal precedente Governo che dopo lunghi anni di legittime aspettative da parte delle istituzioni e dei cittadini salernitani aveva deliberato l'istituzione della Facoltà di Medicina a Salerno e promosso, con il Ministro Moratti la firma del relativo protocollo d'intesa;
la Facoltà di Medicina riporta, in terra salernitana, l'antichissimo magistero esercitato dalla Scuola Medica Salernitana;
preso atto con disappunto delle determinazioni di codesto Ministero e del Governo che secondo gli interpellanti appaiono altamente lesive della dignità del popolo salernitano e frustranti rispetto all'impegno del Governo Berlusconi e del Ministro Moratti di darne una scuola medica alla terra salernitana -:
i sottoscritti interpellanti chiedono che venga rapidamente modificata la precedente decisione e i posti per le iscrizioni del corrente anno vengano portati al numero di 160 così come richiesto dal Rettore dell'Università di Salerno.
(2-00060) «Fasolino, Brusco, Romagnoli, Giudice, Giacomoni, Cicu, Paroli, Picchi, Gioacchino Alfano, Barani, Del Bue, Francesco De Luca, Catone, Boniver, Ponzo, Giuseppe Fini, Paoletti Tangheroni, Fratta Pasini, Pelino, Fabbri, Alfredo Vito, Marras, Gregorio Fontana, Cossiga, Mario Pepe, Della Vedova, Sanza, Testoni, Uggè, Pizzolante, Floresta, Simeoni, Tortoli, Cesaro, Azzolini».
Interrogazione a risposta orale:
TRANFAGLIA. - Al Ministro dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il decreto ministeriale n. 509 del 1999, e successive modificazioni poi sostituito dal decreto ministeriale n. 270 del 2004, ha istituito la durata normale dei corsi universitari in tre anni, mentre per la laurea magistrale sono necessari ulteriori due anni dopo la laurea;
le commissioni ministeriali successivamente istituite avevano lavorato sulla laurea triennale e sull'impostazione dell'intero sistema, mentre scarsa elaborazione c'era stata sul successivo biennio, sicché gli ulteriori due anni previsti per la laurea magistrale si traducono spesso in una mera ripetizione di quanto acquisito nel corso dei tre anni precedenti;
negli ultimi anni, inoltre, si è assistito alla nascita di numerose università di tipo privato, alcune delle quali, in effetti non paiono possedere i requisiti minimi richiesti per offrire agli studenti una formazione e preparazione universitaria adeguata;
quali iniziative intenda intraprendere per il completamento della riforma del 1999 basata sul cosiddetto «3+2» al fine di differenziare gli ulteriori due anni previsti per il conseguimento della laurea magistrale prevedendo ad esempio una dissertazione finale che disponga di un numero sufficiente di crediti e, nell'ambito di un adeguato rilancio della riforma universitaria prevista dal decreto n. 509 del 1999, e successive modificazioni, cosa il ministro intenda fare nei confronti del crescente aumento di nuove università private che spesso si dimostrano assolutamente carenti, se non del tutto mancanti, sul piano della formazione e delle effettive competenze proposte agli studenti iscritti.
(3-00118)
Interrogazione a risposta scritta:
LICANDRO. - Al Ministro dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
con precedente interrogazione Pistone n. 4/17178 del 6 ottobre 2005 veniva interrogato il ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, sulle ragioni per le quali «si fosse costituito a favore dell'Ateneo "La Sapienza" di Roma, cadendo in evidente contraddizione rispetto ai pareri emessi dagli organi tecnici del dicastero che rappresenta»;
in esito ad un ultradecennale contenzioso giuslavoristico l'Ateneo «La Sapienza» con decreto rettorale 1o giugno 2000 dispensava dal servizio il ricercatore
confermato Romano Di Salvo per «scarso rendimento» ex articolo 129 decreto del Presidente della Repubblica 3 del 1957;
in riforma dei giudizio in sede cautelare il TAR respingeva il ricorso dell'interessato esprimendosi nel merito del provvedimento ma dichiaratamente non sulla sua legittimità in assenza di specifica censura da parte del ricorrente;
il MIUR - facendo proprio il giudizio di illegittimità dell'atto espresso all'esito di una indagine ispettiva - interveniva c/o «La Sapienza» a proporre il reintegro in servizio del Di Salvo, senza successo;
analogamente il CUN - verificato che il dottor Di Salvo era stato licenziato senza il conforme parere della Corte di disciplina - rivendicava al Ministro il proprio ruolo in tema di procedimenti disciplinari nei confronti dei docenti/ricercatori universitari senza risposta da parte del Ministro;
il ministero vigilante sulla vicenda Di Salvo ha avviato in un decennio ben cinque indagini ispettive, l'ultima ancora in corso dal 1997;
da ultimo «d'ordine del Ministro» il MIUR avviava una ulteriore indagine ispettiva volta a verificare la legittimità del provvedimento di dispensa dal servizio comminato motu proprio dal rettore pro tempore de «La Sapienza»;
i risultati dell'indagine confermavano quanto già stabilito dalla precedente verifica riguardo la non applicabilità ai ricercatori universitari della normativa prevista per gli impiegati civili dello Stato;
nonostante i concordanti pareri degli organi tecnici del Ministero - pendente il giudizio di appello al Consiglio di Stato - risulta il ministero essersi costituito in giudizio a favore dell'Ateneo «La Sapienza»;
eccependo una evidente contraddittorietà di comportamento il ricorrente diffidava il Ministro a costituirsi invece contro l'Ateneo, ad adiuvandum alle tesi del ricorrente;
in occasione dell'ultima udienza davanti al Consiglio di Stato il ricorrente chiedeva/otteneva un ulteriore rinvio del giudizio a data da destinarsi proprio in attesa della risposta del Ministro;
in pendenza di giudizio a tutt'oggi nessuna risposta è pervenuta da parte del Ministro, in danno alle attese di giustizia del ricorrente;
con precedente interrogazione Pistone n. 17178 del 6 ottobre 2005 veniva interrogato il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, sulle ragioni per le quali «si fosse costituito a favore dell'Ateneo "La Sapienza" di Roma, cadendo in evidente contraddizione rispetto ai pareri emessi dagli organi tecnici del dicastero che rappresenta»;
nel corso di un decennio (cfr. nota MURST 7 novembre 1988 n. 9588) il Ministero ha avviato ben sei indagini ispettive sulla «Questione Di Salvo», essendo in ogni caso le indicazioni degli ispettori rimaste senza adempimento da parte de «La Sapienza»;
in particolare la sesta ed ultima indagine ispettiva affidata al dottor Veneroso (cfr. nota MURST 23 giugno 1997 n. 224) - invitati gli organi universitari «ad attivare ogni necessaria ed utile iniziativa al fine di ricondurre nell'alveo di una positiva funzionalità il rapporto tra le istituzioni ed il Dottor. Di Salvo» (cfr. nota MURST del 162 del 29 aprile 1998) - è rimasta senza seguito ed inconclusa;
in occasione del richiesto/accolto rinvio a nuovo ruolo dell'udienza di Consiglio di Stato, il ricorrente evidenziava la necessità che il ministero portasse a termine l'indagine ispettiva dottor Veneroso, ritenuto indispensabile ai fini del favorevole esito del giudizio l'accertamento da parte del ministero vigilante degli elementi di fatto che hanno indotto l'Amministrazione a decretare il provvedimento impugnato;
in esito a reiterate proteste ed istanze, il responsabile dell'Ufficio Ispettivo dottor Masia escludeva ogni ulteriore indagine, ritenuta ormai la questione «di
esclusiva competenza degli organi giurisdizionali» (cfr. nota MIUR 16 marzo 2005 n. 407);
l'Ordine dei Medici di Roma su richiesta del ricorrente (cfr. nota 10 dicembre 2004, n. 3925), è formalmente intervenuto presso il MIUR, specificamente presso il dottor Masia, a chiedere i motivi per i quali la VI ispezione affidata al dottor Veneroso a tutt'oggi non si è conclusa con una relazione finale - anche per quanto attiene la denunciata/connessa ipotesi di danno all'erario ex articolo 31 del decreto del Presidente della Repubblica n. 761 del 1979 - in danno alle aspettative di giustizia del ricorrente;
nonostante numerosi solleciti (ultimo 3 ottobre 2005 n. 14332) a tutt'oggi nessun riscontro è pervenuto da parte del MIUR; pertanto l'Ordine dei Medici è impossibilitato ad esprimere il parere di competenza sulla questione a tutela dell'iscritto -:
quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato perché la VI indagine ispettiva affidata al dottor Veneroso abbia a concludersi con un provvedimento motivato secondo legge, accertati dal Ministero vigilante gli elementi di fatto e di diritto che hanno indotto «La Sapienza» a disporre - è il primo caso in Italia - la dispensa dal servizio di un ricercatore medico universitario per «scarso rendimento» ex articolo 129 del decreto del Presidente della Repubblica n. 3 del 1957.
(4-00521)