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Allegato B
Seduta n. 246 del 20/11/2007
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INTERNO
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
Il 2 novembre 2007 una delegazione del gruppo PRC-SE, composta dai deputati Mercedes Frias, Francesco Caruso e Gino
Sperandio ha visitato il centro di permanenza temporanea di Lamezia Tenne;
Al momento dell'ingresso dei deputati nessun rappresentante della Cooperativa che gestisce il cpt era presente. La visita è stata possibile perché un funzionario di Polizia si è reso disponibile ad accompagnare i deputati all'interno del centro;
all'interno del cpt vi erano: cittadini che hanno fatto richiesta di riconoscimento di status di rifugiati; cittadini in attesa di presentazione della domanda per il riconoscimento dello status di rifugiato; diciassette ragazzi che hanno dichiarato di essere minorenni; immigrati appena scarcerati che dopo aver scontato la pena, o addirittura aver usufruito di sconti di pena, già identificati in carcere, e portati direttamente dal carcere al cpt; altri che hanno dichiarato di essere in attesa del permesso di soggiorno per motivo di lavoro, in fase di rinnovo, finiti al cpt perché sprovvisti della ricevuta di richiesta al momento del fermo;
i settantacinque trattenuti, tra cui anche alcuni superstiti di recenti naufragi, erano sistemati in grandi stanzoni sporchi su letti sgangherati con materassi con delle coperte di tipo militare spesso lacere. In uno di questi stanzoni dormivano 14 persone, alcune senza branda con i materassi appoggiati per terra, tra cui due ammalati che non erano stati visitati da alcun medico;
i servizi igienici degli stanzoni sono stati murati e all'interno del centro sono utilizzabili esclusivamente i servizi situati al piano inferiore, dove ci sono dei gabinetti, detti «turche» (complessivamente 6) sporchi e un gruppo di docce di cui solo tre funzionanti e da cui usciva esclusivamente acqua fredda;
all'uscita dal cpt, i deputati incrociavano il medico addetto al centro, il quale affermava di non conoscere detta situazione, poiché non è autorizzato ad entrare all'interno del centro e che di conseguenza non può intervenire sui casi di eventuali patologie. Il suo ingresso è subordinato alla segnalazione da parte degli operatori del centro e solo ed esclusivamente nell'area del cortile;
nel corso della visita i trattenuti lamentavano un vitto del tutto insoddisfacente nonché l'impossibilità a comunicare, dovuta alle carenze del servizio di traduzione, interpretariato e assistenza legale. Inoltre i cittadini in attesa della concessione dello stato di rifugiato dimostravano di non avere contezza del procedimento a cui erano sottoposti né dei diritti di cui godono e degli obblighi a cui sono tenuti dal momento dell'ingresso nel nostro paese e nel centro di accoglienza. Questo nonostante risulti presente nel centro un mediatore culturale;
davano atto che dopo la visita del deputato Caruso, avvenuta il giorno prima, il vitto era parzialmente migliorato e che finalmente erano stati forniti dei cuscini che il giorno prima erano assenti -:
se alla luce di quanto esposto non ritenga di sospendere l'attività del cpt e aprire un'indagine sull'ente gestore del centro per le ripetute mancanze sopra esposte;
se non ritenga di dover dare attuazione al programma di governo, che prevedeva il superamento dei cpt, anche in riferimento al rapporto della commissione De Mistura che gli è stato consegnato a fine gennaio di questo anno, il quale afferma chiaramente che il sistema non funziona, auspicando uno svuotamento dei CPTA nell'ambito di una revisione del sistema.
(2-00853)
«Sperandio, Frias, Caruso, Migliore».
Interrogazioni a risposta immediata:
LA RUSSA, DE CORATO, MENIA, GASPARRI, LAMORTE, ANTONIO PEPE, PROIETTI COSIMI, BELLOTTI, RONCHI, PERINA, BOCCHINO, PEDRIZZI, CONSOLO, LEO, CONTENTO, FILIPPONIO TATARELLA, GERMONTANI, MELONI,
MAZZOCCHI, MIGLIORI, RAISI, ALBERTO GIORGETTI e SAGLIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 18 novembre 2007 il Ministro interrogato, nel corso di un convegno a Benevento, ha affermato che, in Italia, «ci sono bambini che giocano a dadi e che pagano i loro debiti organizzando la baby prostituzione»;
il fenomeno della prostituzione minorile e quello dello sfruttamento a danno di minorenni, sebbene siano sempre di più all'attenzione delle forze dell'ordine e della magistratura - insieme a quello della devianza di gruppo (le cosiddette baby gang) -, sono una piaga intollerabile per la nostra società;
una tragica manifestazione del suddetto fenomeno è rappresentata, ad esempio, da quanto accaduto a Parma, nel mese di settembre 2007, dove alcune ragazzine di quattordici anni sono cadute in un giro di prostituzione in cambio di ricariche per il telefono cellulare;
non esistono dati sicuri sull'entità del fenomeno denunciato dal Ministro interrogato: secondo recenti stime fornite dall'Interpol, in Italia il numero di minorenni sfruttati oscilla tra i 18 mila e i 23 mila;
come ha più volte affermato Ernesto Caffo, fondatore di Telefono azzurro, il fenomeno dello sfruttamento della prostituzione minorile è «un fenomeno che assomiglia al pizzo, dal momento che i ragazzini, indotti a consumare droga, alcool, ma anche a sperperare soldi al videopoker, sono costretti, per ripianare i debiti, a pagare il pizzo loro imposto da adulti, ma anche da coetanei»;
a prostituirsi non sono unicamente le ragazzine, giacché il fenomeno riguarda anche i ragazzi e non coinvolge più soltanto italiani ma, ormai, principalmente minori stranieri arruolati, trasferiti e controllati in Italia da potenti organizzazioni criminali;
il 10 ottobre 2007, il gruppo parlamentare di Alleanza nazionale ha presentato, alla Camera dei deputati, una proposta di legge (Atto Camera n. 3136), recante «Modifiche al codice penale e alla legge 20 febbraio 1958, n. 75, e altre disposizioni in materia di prostituzione», con cui, al fine di combattere la prostituzione e il male che l'accompagna, vale a dire la tratta degli esseri umani ai fini della prostituzione, si intende passare da una politica della «tolleranza» ad un'autentica politica della «sanzione»;
il Governo di centrosinistra continua a non assumere alcuna iniziativa concreta e di immediata applicazione, al fine di contrastare il dilagante fenomeno del coinvolgimento della criminalità organizzata nell'attività di sfruttamento e di induzione alla prostituzione -:
quali urgenti ed adeguate politiche di prevenzione e repressione il Governo intenda adottare per debellare il drammatico fenomeno esposto in premessa e per garantire la sicurezza dei cittadini italiani.
(3-01448)
MARONI, COTA, DOZZO, GIBELLI, ALESSANDRI, ALLASIA, BODEGA, BRICOLO, BRIGANDÌ, CAPARINI, DUSSIN, FAVA, FILIPPI, FUGATTI, GARAVAGLIA, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LUSSANA, MONTANI, PINI e STUCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a poche settimane di distanza dai gravissimi fatti che hanno portato alla morte di Giovanna Reggiani e di Marzio Colturani, il medico milanese morto a seguito di un'aggressione a scopo di rapina da parte di malviventi dell'Est Europa durante la notte tra il 12 ed il 13 novembre 2007 nella sua abitazione in zona Fiera a Milano, e dopo gli annunci da parte del Governo di severe misure dirette a ristabilire la sicurezza nelle nostre città, il bilancio delle iniziative assunte dall'Esecutivo è quanto mai deludente;
mentre, infatti, nell'altro ramo del Parlamento si annunciano modifiche al decreto-legge 1o novembre 2007, n. 181, che svuoteranno di contenuto le già deboli misure adottate dal Governo per agevolare l'allontanamento per motivi di sicurezza e di ordine pubblico di cittadini comunitari, i dati provvisori sull'attuazione del decreto denunciano la sostanziale inefficacia delle misure adottate;
secondo i dati del ministero dell'interno, aggiornati al 15 novembre 2007, sono solo 177 in tutta Italia i provvedimenti di allontanamento sinora adottati in 20 giorni di vigenza del decreto;
tutte le ricerche sulla percezione della sicurezza nel nostro Paese ci dicono che 3 italiani su 4 sono preoccupati dalla crescente criminalità ed avvertono il problema della sicurezza come la principale priorità che il Governo dovrebbe affrontare;
i dati sugli allontanamenti eseguiti in attuazione del citato decreto-legge stridono non solo con le aspettative della maggioranza degli italiani, ma anche con le stesse dichiarazioni di intenti di autorevoli esponenti del Governo, che accompagnarono l'adozione del decreto-legge citato;
è appena il caso di ricordare che il Ministro interrogato, in occasione dell'audizione svoltasi presso la I Commissione del Senato della Repubblica il 25 settembre 2007, aveva, di fatto, riconosciuto espressamente che il Governo aveva commesso degli errori nel recepimento della direttiva 2004/38/CE, relativa al diritto dei cittadini dell'Unione europea e dei loro familiari di circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati;
in relazione a tali aspetti, è stato previsto, in particolare, lo spostamento della competenza ad adottare i provvedimenti di allontanamento dal Ministro interrogato al prefetto, al fine di trasformare tali misure da provvedimenti eccezionali a strumenti di più ampia ed efficace applicazione -:
quali siano le reali intenzioni del Governo in ordine all'applicazione del citato decreto-legge, che si sta rivelando l'ennesima misura di facciata sul fronte della sicurezza, dopo gli altisonanti annunci che si sono tradotti in un decreto-legge inefficace ed inapplicato e in cinque disegni di legge, il cui percorso parlamentare appare tutt'altro che agevole e che, se mai arriveranno a superare l'esame parlamentare, giungeranno ad approvazione in drammatico ritardo rispetto alle risposte che gli italiani si attendono.
(3-01451)