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Allegato B
Seduta n. 246 del 20/11/2007
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LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE
Interrogazioni a risposta orale:
AMORUSO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
la Corte costituzionale con sentenza n. 268 del 2007 del 4 luglio 2007 ha dichiarato l'illegittimità della legge della Regione Puglia 9 febbraio 2006, n. 4;
la legge regionale de quo ha inteso regolamentare le ipotesi nelle quali il lavoratore, pur temporaneamente occupato, poteva mantenere i benefici dello status di disoccupato;
l'applicazione della legge regionale 9 febbraio 2006, n. 4 ha avuto effetto retroattivo al primo gennaio 2003 e ha condizionato in maniera rilevante la redazione delle graduatorie stilate dai trentasei Centri per l'Impiego della Regione Puglia;
appare evidente che le conseguenze della citata sentenza della Corte costituzionale si rifletteranno unicamente sui disoccupati che, dal 2003 ad oggi, pur lavorando per periodi non superiori a
quelli fissati dalla legge in questione, si ritroveranno ad essere penalizzati dalla rimodulazione delle graduatorie dei rispettivi Centri per l'Impiego -:
quanti sono i lavoratori pugliesi che hanno perso lo status di disoccupato e i relativi diritti, ovvero che hanno subito un danno a causa dell'iniziativa rilevatasi incostituzionale assunta dalla Regione Puglia, se e quali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato per mitigare gli effetti di una sentenza che ricadrà unicamente su quei disoccupati che dal 2003 ad oggi hanno avuto delle parentesi lavorative.
(3-01442)
CARUSO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel numero 44 del settimanale Panorama, uscito in edicola il 1o novembre 2007, il giornalista Giacomo Amadori afferma di aver preso visione in esclusiva di due informative della Digos in merito ad indagini sulle attività di alcune sigle sindacali operanti nei grandi stabilimenti industriali italiani;
in particolare il giornalista segnala un'attenzione degli inquirenti nei confronti dell'attività all'interno dello stabilimento Fiat di Pomigliano del gruppo definito erroneamente «Potere operaio», in verità semplice slogan abbinato alla denominazione ufficiale della «Confederazione Cobas», organizzazione sindacale di base operante da oltre un decennio nei luoghi di lavoro di tutt'Italia e da alcuni mesi costituitosi anche all'interno dello stabilimento Fiat di Pomigliano;
inoltre il quotidiano Il Mattino di venerdì 27 ottobre 2007 riporta la notizia di un atto di sabotaggio all'interno dello stabilimento Fiat di Pomigliano, dove «qualcuno ha strisciato con un punteruolo le fiancate di una quarantina di auto Alfa 159 nuove di zecca»;
il giornalista, riportando fonti della direzione aziendale, mette in connessione quest'atto di vandalismo con le difficili relazioni sindacali, «soprattutto tra Cobas e Azienda», dove finanche il risultato democratico della consultazione sindacale, con il 92 per cento di no all'accordo sul Welfare, viene visto come un campanello d'allarme, così come «la presenza di forti frange politicizzate che si riconoscono in sigle dell'estrema sinistra»;
è evidente che le parole del manager del gruppo Fiat, Sergio Marchionne, che venerdì 5 ottobre 2007 a Cassino ha dichiarato che «per logica e razionalità la nuova Alfa dovrebbe essere costruita a Cassino», non contribuiscono certo a migliorare le relazioni tra sindacati, soprattutto alla luce degli impegni sottoscritti in data 24 aprile 2003 sul ruolo strategico dell'area industriale di Pomigliano d'Arco, nell'ambito della business unit Alfa Romeo di Fiat auto, impegni costati tra l'altro 3 miliardi di denaro pubblico secondo l'interrogante di fatto regalati all'azienda Fiat;
tuttavia far ricadere le responsabilità, anche indirettamente, del sabotaggio delle auto alla sigla Cobas è, ad avviso dell'interrogante, un atto di criminalizzazione assurdo ai danni di coloro i quali hanno l'unica colpa di aver scelto di autorganizzarsi in modo autonomo per la tutela dei propri diritti;
questo tentativo di criminalizzazione si inserisce dentro un contesto più generale di criminalizzazione delle lotte operaie all'interno degli stabilimenti Fiat che in queste settimane ha raggiunto livelli allarmanti;
in particolare già a luglio di quest'anno la direzione di Termoli Fiat Powertrain disponeva il licenziamento di Luigi Cravero, componente del coordinamento provinciale Slai-cobas di Campobasso, particolarmente attivo sul terreno sindacale, con l'accusa di lavorare troppo lentamente: lo stesso Cravero aveva già ripetutamente segnalato i propri comprovati e documentati problemi fisici che gli rendevano impossibile mantenere i ritmi di produzione della nuova mansione assegnatagli da alcune settimane dalla direzione aziendale;
inoltre il 16 ottobre su indicazione della Procura della Repubblica di Potenza, Direzione Distrettuale Antimafia, pubblico ministero Dottor Francesco Casentini, è stato notificato un avviso di garanzia per i reati di cui agli articoli 270-bis e 272 del codice di procedura penale, «accertati in Potenza con nota della Questura di Potenza, Digos, del 20 marzo 2006 e consumati in Lavello, Melfi e altrove dall'ottobre 2005 fino a oggi» e sono state disposte le perquisizioni di alcune sedi dello «Slai-Cobas per il sindacato di classe», insieme alle abitazioni di 25 sindacalisti, al termine delle quali sono stati sequestrati computer, materiale informatico, volanti, documenti, lettere aventi per oggetto l'attività politico-sociale in senso generale;
a tali ipotesi di reato non corrisponde tuttavia alcun riscontro oggettivo, in quanto le lotte operaie di Melfi, anche durante i momenti più accesi di mobilitazione, non hanno mai registrato alcun atto di violenza, se non quella esercitata dalle forze dell'ordine in data 26 aprile 2004;
in particolare agenti della Digos hanno perquisito le abitazioni di due operai della Sata di Melfi, sindacalisti della Confederazione Unitaria di Base, Donantonio Auria e Michele Passannante;
la Sata ha subito «sospeso» Auria e Passannante non facendoli entrare nello stabilimento già il giorno dopo l'intervento della magistratura, motivando tale scelta con la rottura del «vincolo fiduciario posto a base del rapporto di lavoro»;
infine la mattina del 13 novembre alcuni agenti della Digos assieme ai dirigenti della Fiat di Pomigliano D'Arco, notificavano a Domenico Mignano, RSU ex Slai Cobas, già illegalmente estromesso dall'azienda dall'incarico assegnatogli con voto della maggioranza dei lavoratori dello stabilimento, attualmente esponente della Confederazione Cobas) una lettera di licenziamento;
Domenico Mignano, sindacalista della Confederazione COBAS, è stato privato del posto di lavoro dalla direzione aziendale per la sua partecipazione, nei giorni precedenti lo sciopero generale dello scorso 9 novembre, ad una iniziativa di propaganda dei temi dello sciopero, effettuata nei locali della sede centrale della concessionaria Fiat di Napoli;
in verità non è la prima volta che i dirigenti della Fiat cercano di liberarsi di Mignano: l'anno scorso, infatti, era stato licenziato insieme ad altri 3 operai sindacalisti dello Slai Cobas dopo alcuni scioperi e contestazioni agli accordi aziendali, licenziamenti poi riconosciuti illegittimi dalla magistratura e rientrati. Il suo non è neanche un caso isolato, basti pensare al licenziamento politico, sempre a Pomigliano d'Arco, alla Fiat/Avio, di Giovanni Santarelli, noto sindacalista della Fiom;
l'interrogante, peraltro, esprime il proprio disappunto nei confronti di un'azienda che mentre da una parte sospende due operai per un'ipotesi di reato ancora tutta da verificare, dall'altra a fronte di una condanna definitiva del suo amministratore delegato, Cesare Romiti, per il reato di falso in bilancio (condanna poi revocata dalla Cassazione) non solo nulla ha fatto nei suoi confronti, né durante l'inchiesta, né dopo la condanna, ma, quando, anni dopo, è andato in pensione, gli ha dato una liquidazione ragguardevole -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti sopraelencati e in particolare dei licenziamenti politici avvenuti in queste settimane negli stabilimenti Fiat;
quali provvedimenti intenda porre in essere per fermare o frenare questa che l'interrogante giudica una inquietante campagna di criminalizzazione e intimidazione nei confronti delle sigle dell'autorganizzazione sindacale all'interno degli stabilimenti Fiat, in particolare a Pomigliano d'Arco nei confronti degli operai della «confederazione Cobas per il potere operaio», e dei lavoratori di Termoli e Melfi;
se il Ministro non ritenga opportuno avviare un verifica sul reale utilizzo dei
miliardi di denaro pubblico elargiti all'azienda Fiat per lo sviluppo dello stabilimento Fiat di Pomigliano, dal momento che a soli 4 anni dalla firma dell'accordo l'azienda prospetta lo spostamento della produzione dell'Alfa 147 da Pomigliano a Cassino.
(3-01459)
Interrogazioni a risposta scritta:
CARUSO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
in data 17 ottobre 2007 il quotidiano La provincia cosentina ha pubblicato un articolo dal titolo «Disabili, il lavoro solo dai privati»;
il giornalista denuncia come, secondo i dati raccolti dal Centro per l'impiego provinciale di Cosenza, nell'anno 2006/2007, il settore produttivo privato nella provincia cosentina ha effettuato 77 avviamenti di disabili con 19 convenzioni approvate per l'assunzione, mentre nel pubblico se ne contano solo 8 e nessuna convenzione;
se il ministro sia a conoscenza dei dati statistici qui riportati -:
quali misure il Ministro intenda adottare e come intende sollecitare gli enti locali e le amministrazioni pubbliche della provincia di Cosenza affinché attivino politiche di inserimento lavorativo per i 10.894 disabili cosentini, almeno in misura uguale a quanto avviene oggigiorno nelle altre province d'Italia.
(4-05702)
VANNUCCI e ANDREA RICCI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
nel mese di ottobre, i dirigenti della multinazionale Ahlstrom Corporation hanno comunicato che intendono chiudere dal 15 gennaio 2008 la Cartiera (ex Mondadori) di Ascoli Piceno;
tra pochi giorni cesserà la produzione con il completamento degli ultimi ordini, mentre il confronto tra i sindacati e la proprietà per l'avviamento della procedura di mobilità durerà, secondo la legge vigente 75 giorni;
la multinazionale Ahlstrom ha confermato ai rappresentanti dei sindacati di aver messo in vendita il sito produttivo di Ascoli, avendo orientato la produzione specifica in Brasile;
i motivi addotti dalla multinazionale per giustificare la chiusura della cartiera sono riconducibili essenzialmente agli elevati costi energetici e delle materie prime che avrebbero generato negli ultimi tre anni l'azienda la chiusura in negativo degli esercizi accompagnate anche da minor quantità di carta venduta;
proprio nei giorni scorsi i vertici della provincia di Ascoli Piceno avevano incontrato i referenti di una società italiana a capitale prevalentemente svizzero che hanno presentato un progetto per realizzare una centrale elettrica a cogenerazione da ubicare nelle vicinanze dello stabilimento Ahlstrom. Il progetto, che è già in fase di istruttoria per ottenere la valutazione di impatto ambientale, risponde a quei requisiti di economicità e limitato dimensionamento previsti dal Piano energetico regionale;
nelle Marche è presente un importante polo cartario quale quello di Fabriano;
la storica cartiera Ahlstrom (già Mondadori) ha avuto un ruolo fondamentale e decisivo nello sviluppo industriale locale. È stata la prima azienda a collocarsi in quella che poi è diventata l'area industriale di Ascoli, e che contava uno dei migliori contratti collettivi ed integrativi di lavoro;
la chiusura della cartiera comporterà il licenziamento o la messa in mobilità di 195 addetti dello stabilimento di Ascoli divisi in 148 operai 44 impiegati e tre dirigenti;
la prospettiva della cassa integrazione per i duecento dipendenti darebbe un ulteriore grave colpo alla difficile situazione occupazionale del Piceno -:
quali urgenti iniziative intenda intraprendere per scongiurare l'ipotesi di chiusura della cartiera Ahlstrom, per sostenere la ripresa industriale della vallata del Tronto e per risolvere la crisi occupazionale e produttiva in atto;
se non ritenga opportuno l'immediata apertura di un confronto con le forze produttive locali e gli enti territoriali.
(4-05705)