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Allegato B
Seduta n. 251 del 28/11/2007
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SVILUPPO ECONOMICO
Interrogazioni a risposta scritta:
LEONE, FITTO, BRUNO, CARLUCCI, DI CAGNO ABBRESCIA, FRANZOSO, LAZZARI, LICASTRO SCARDINO, MAZZARACCHIO, SANZA e VITALI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
Elettroambiente, una società del gruppo ENEL, ha acquistato nei primi mesi del 2001 Powerco, società operante
nel campo della produzione di energia elettrica da rifiuti; attraverso questa operazione Elettroambiente ha acquisito l'esclusiva per l'utilizzo in Italia del processo PPV, tecnologia che prevede l'impiego della torcia al plasma per il trattamento ad altissima temperatura dei rifiuti;
nel provvedimento autorizzatorio dell'operazione (n. 9775 del 29 luglio 2001), l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha chiarito che Powerco era controllata da una persona fisica e che la medesima persona deteneva il 75 per cento di Italgest Energia società che aveva sottoscritto l'aumento del capitale sociale di Elettroambiente fino a detenerne il 29,51 per cento inoltre si legge che il valore della tassazione è di 35 miliardi di lire a fronte di un valore della produzione di 108 miliardi di lire;
i pareri scientifici in relazione all'applicazione della torcia al plasma per il recupero energetico, alcuni dei quali espressi proprio in coincidenza, della operazione Elettroambiente-Powerco nella migliore ipotesi sostengono che questa tecnologia non sia applicabile al trattamento dei rifiuti urbani, che presenta rilevanti criticità ambientali meritevoli di successive sperimentazioni e che comunque non sia utile al fine della produzione di energia da fonti rinnovabili poiché questi impianti sono energivori, nella buona sostanza consumano una quantità di energia pari a circa 10 volte quella prodotta;
non si comprende quindi quali approfondimenti tecnici e quali valutazioni tecnico-economiche abbia compiuto il Gruppo ENEL con riferimento alla validità ed all'efficacia delle tecnologie di cui Powerco dichiarava l'esclusiva; peraltro nessun impianto è stato realizzato da Powerco in Italia nonostante le diverse proposte fatte ad enti locali italiani né si conoscono quali costi ulteriori abbia sopportato Elettroambiente per lo sviluppo tecnologico del processo PPV e quali benefici industriali e/o tecnologici siano derivati al Gruppo ENEL a seguito dell'operazione;
all'epoca dei fatti esposti amministratore delegato di Powerco era il sig. Giulio Bensaja che ricopriva uguale carica nella società Celtica Ambiente, del quale nel documento sugli assetti societari degli operatori del ciclo dei rifiuti approvato il 29 marzo 2000 in Commissione, si legge: «...la società e la persona in questione vengono citate più volte per mettere in evidenza loro collegamenti davvero poco rassicuranti con altre società e persone, coinvolte in vicende e traffici inquietanti, quali la lunga e tragica storia (tuttora in fase di esame da parte della magistratura) della discarica di Pitelli in Liguria». Nello stesso documento emergono interrogativi su partecipazioni estere e meccanismi di «scatole cinesi» che rendono impossibile comprendere la reale titolarità delle imprese;
successivamente Elettroambiente è passata sotto il controllo totalitario di Italgest e nel 2005 di Actelios, società del Gruppo Falk, ma ha conservato stretti rapporti d'affari con Italgest -:
nell'ambito dell'acquisizione di Powerco da parte di Enel/Elettroambiente quale valore sia stato attribuito alla tecnologia PPV e quale valore ai singoli beni aziendali materiali ed immateriali e sulla base di quali pareri e accertamenti tecnici;
a quali valori ed eventualmente nell'ambito di quale operazione con ENEL Italgest abbia acquisito il controllo di Elettroambiente;
quali fossero i patti e le condizioni attestanti la complessa operazione tra i proprietari di Powerco ed Enel/Elettroambiente;
sulla scorta di quali valutazioni il monopolista dell'epoca nel settore dell'energia elettrica abbia riservato l'aumento di capitale a partner esterni;
quali siano state le iniziative realizzate nel periodo in cui Elettroambiente ha operato nell'ambito del gruppo Enel in particolare quale sinergia abbiano avuto la tecnologia PPV e quale valutazione effettiva gli altri assett aziendali di Powerco;
quali rapporti le parti venditrici avessero con la galassia Celtica Ambiente di cui si è occupata la Commissione parlamentare d'inchiesta;
quali siano i rapporti che l'Italgest ha direttamente o tramite società controllate intrattenuto con la galassia Celtica Ambiente ed i suoi amministratori;
quali siano i patti e le condizioni che ha avuto la cessione di Elettroambiente ad Italgest;
se non ritenga opportuno, a tutela dei risparmiatori e dello Stato principale azionista ENEL approfondire quali benefici tecnici ed economici abbia realizzato l'ente di Stato nell'acquisizione di Powerco e nella cessione di Elettroambiente ad Italgest.
(4-05782)
LEONE, FITTO, BRUNO, CARLUCCI, LAZZARI, LICASTRO SCARDINO, SANTELLI, VALDUCCI, VITALI, GIUDICE, TESTONI, PIZZOLANTE, GALLI, LUCIANO ROSSI, FASOLINO, AZZOLINI, SANZA, FRANZOSO, BERRUTI, STRADELLA, VERRO, GIOACCHINO ALFANO, JANNONE, COSSIGA, MARTINO, PRESTIGIACOMO, RIVOLTA, MORONI, DI CAGNO ABBRESCIA, RAVETTO, FERRIGNO, PONZO, PAROLI, PAOLETTI TANGHERONI, TORTOLI, SIMEONI, BOSCETTO, ROMANI, DELL'ELCE, ARMOSINO, MAZZARACCHIO e MILANATO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
con precedente interpellanza del 19 giugno 2007, in conseguenza della Delibera CIPE n. 179 del 22 dicembre 2006, «Applicazione del punto 6.4 della Delibera Cipe n. 17/2003 - Decurtazione delle risorse», con cui veniva monitorato lo stato di attuazione degli Accordi di Programma Quadro per gli interventi realizzati dalle Amministrazioni centrali e regionali e vengono applicate sanzioni alle Amministrazioni che non hanno impegnato le risorse entro le scadenze previste, Delibera che decurtava totalmente alla Regione Puglia una somma pari a 57,6 milioni di euro, i sottoscritti chiedevano al ministero se vi fosse la possibilità, mediante il meccanismo delle proroghe già attuato in passato ma che stavolta la Regione Puglia non aveva chiesto, di scongiurare la perdita di queste risorse;
in data 13 settembre 2007, il viceministro allo Sviluppo Economico, Sergio D'Antoni, rispondeva con dovizia di particolari a quella interpellanza consegnando ai sottoscritti un documento del ministero dal quale si evinceva che, alla somma di 57,6 milioni di euro, oggetto di decurtazione totale da parte del Cipe nei confronti della Regione Puglia per sua incapacità a rispettare le scadenze del 31 dicembre 2005 e del 31 marzo 2006, entro le quali gli Accordi di Programma Quadro finanziati con la Delibera Cipe 17/2003, avrebbero dovuto generare obbligazioni giuridicamente vincolanti, si aggiungevano purtroppo ulteriori decurtazioni;
nel documento del ministero, infatti, si faceva riferimento anche alle quote assegnate dal Cipe alle Amministrazioni centrali di settore e da queste destinate alla Regione Puglia, in riferimento alle quali il Cipe ha decurtato un totale di 26,5 milioni di euro; nonché alla situazione dell'accantonamento per le Amministrazioni centrali, in riferimento alle quali il Cipe ha decurtato 31,7 milioni di euro;
ne deriva che il totale dei finanziamenti che la Puglia viene a perdere è di 115,8 milioni di euro;
nel corso di una audizione presso la Commissione Bilancio della Regione Puglia, l'assessore al Bilancio Saponaro, ha prodotto le risultanze delle verifiche effettuate dalla Regione Puglia sui dati relativi alle obbligazioni giuridicamente vincolanti maturate alle scadenze del 31 dicembre 2005 e del 31 marzo 2006, e inviate dalla Regione al ministero dello Sviluppo Economico in data 6 settembre 2007, dalle quali emerge che l'importo del disimpegno totale a carico della Regione Puglia dovrebbe essere di 28,6 milioni di euro e non di 57,6;
a tale comunicazione il ministero ha risposto alla Regione Puglia, in data 18 settembre, sostenendo che «la ridefinizione del disimpegno sarebbe da imputare al mancato aggiornamento della banca dati applicativo intese da parte della regione nei tempi definiti per l'estrazione dei dati da comunicare al CIPE. La richiesta - scriveva il Direttore Generale del ministero, ingegner Aldo Mancarti - è al vaglio del competente ufficio del Dipartimento e sarà oggetto di proposta al CIPE per una prossima adunanza»;
in data 3 agosto 2007 la Giunta Regionale della Puglia, con Delibera N. 1363 avente ad oggetto: «Delibera Cipe 20/04 - Risorse per interventi nelle Aree sottoutilizzate - Rifinanziamento legge n. 208 del 1998 Periodo 2004-2007 - Disposizioni per rimodulazione risorse», prendeva atto delle risultanze del monitoraggio compiuto il 30 giugno 2007 relativo all'avanzamento degli Accordi di Programma Quadro finanziati con delibera CIPE N. 20/04. Nella Delibera della Regione si legge che ci sono euro 170.050.683,64 definiti «Importi con criticità alta» e euro 70.454.585,32 definiti dalla stessa Regione Puglia «Importi a rischio di definanziamento da rimodulare». La Giunta quindi deliberava di attivare le procedure finalizzate alla rimodulazione delle risorse già programmate; deliberava inoltre di assicurare ai settori di intervento eventualmente interessati dal definanziamento, il riequilibrio degli impegni programmatici attraverso le risorse rinvenienti della programmazione FAS 2007-2013;
per quanto ad oggi è dato sapere, stando ai dati del ministero la Puglia, a valere sulla Delibera CIPE 17/2003, perde 115,8 milioni di euro e, in base a quanto dichiarato dalla stessa Regione Puglia con la Delibera di Giunta 1363, rischia di perderne altri 240 a valere sulla Delibera CIPE 20/2004;
la Giunta Regionale sostiene che le decurtazioni riguarderanno future assegnazioni e che comunque gli interventi programmati saranno finanziati con risorse rinvenienti dalla programmazione FAS 2007-2013;
con la delibera CIPE 17/2003, con competenza finanziaria distribuita sugli anni 2003, 2004 e 2005 alla Puglia sono stati assegnati 389,3 milioni di euro; con la Delibera Cipe 20/2004, con competenza finanziaria distribuita sugli anni dal 2004 al 2007, alla Puglia sono stati assegnati 393,3 milioni di euro -:
a quanto ammonti esattamente la quota di disimpegno a carico della Regione Puglia a valere sulla Delibera Cipe 17/2003;
a quanto ammonti in base ai dati in possesso del ministero, la quota a rischio di disimpegno a carico della Regione Puglia a valere sulla Delibera Cipe 20/2004 e se il ministero interpellato abbia valutato, di concerto con la Regione Puglia, l'impatto negativo e positivo degli Accordi di Programma Quadro che si vanno a definanziare e a rimodulare;
a quanto ammonti la quota relativa alla prossima programmazione FAS 2007-2013 per la Regione Puglia considerato che la Legge Finanziaria 2007 ha ridotto di quasi il 50 per cento il FAS rispetto al 2006;
se il ministero ritenga che la quota di FAS spettante alla Regione Puglia sia sufficiente a garantire copertura finanziaria degli interventi interessati a definanziamento e precedentemente finanziati con le Delibere CIPE 17/2003 e 20/2004.
(4-05783)