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Allegato B
Seduta n. 254 del 10/12/2007
TESTO AGGIORNATO AL 20 DICEMBRE 2007
...
BENI E ATTIVITÀ CULTURALI
Interrogazione a risposta orale:
FALOMI, CANNAVÒ e CARUSO. - Al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
le coste della Regione Calabria sono oggetto di un vasto fenomeno di abusivismo e conseguente degrado ambientale storicamente noto e contro il quale sono stati previsti numerosi interventi di riqualificazione anche attraverso delle demolizioni di manufatti abusivi;
il litorale e la scogliera di Santa Maria di Bonifati in Provincia di Cosenza sono stati oggetto di un Decreto Ministeriale del 26 marzo 1970 con cui si fanno valere le disposizioni a protezione delle bellezze naturali;
la Commissione VIA della Regione Calabria in un parere del 2003 relativo al nuovo porto turistico di Cittadella del Capo Bonifati ha ritenuto tali vincoli di tutela non superabili;
sul promontorio di Santa Maria di Bonifati (Cosenza), in corrispondenza della Torre Viceregnale che costituisce un opera di grande valore storico sono in corso di realizzazione tre lotti di edificazione immobiliare finalizzati a private residenze;
il sovrintendente territorialmente competente avrebbe rilasciato i nulla osta per l'avvio dei tre cantieri suddetti, di cui uno attiguo alla Torre di interesse storico -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza della situazione sopradescritta;
quali presupposti giuridici abbiano motivato il rilascio dei permessi;
se non si ritenga opportuno approfondire la valutazione di tale situazione e sospendere l'efficacia dei provvedimenti già emessi.
(3-01485)
Interrogazioni a risposta scritta:
BARBIERI, BOATO, CAMPA, PISICCHIO, PORFIDIA, SATTA. - Il Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
la questione della tutela indiretta così come prevista dall'articolo 21 della legge 1089/1939 (ora articoli 45 e seguenti del decreto legislativo 42/2004) della Villa Del Torso Amodio è stata finalmente oggetto di un procedimento amministrativo da parte della Sovrintendenza di Udine, annunciato il 14 settembre 2007 a distanza di sette anni dalla prima richiesta della proprietà di Villa Del Torso Amodio ed iniziato solo a ridosso della discussione in Commissione (seduta del 20 settembre 2007) della interrogazione sullo stesso argomento presentata il 25 luglio 2007 dagli stessi interroganti;
per altro, il vincolo proposto dalla Sovrintendenza di Udine si limita a fabbricati e terreni che sono di stretta pertinenza della Villa stessa e per la sua limitazione disattende la logica stessa del vincolo indiretto che, giova ribadirlo, deve essere rivolto a mantenere la «cornice ambientale», cioè - certamente - l'ambiente circostante e il suo decoro ed assicurare così l'integrità e la conservazione del complesso della Villa ma - anche - anche la sua visibilità ed il pieno godimento da parte del pubblico;
l'obiettivo in parola non si può rinviare, come vorrebbe la Sovrintendenza di Udine, al Piano paesaggistico regionale, che persegue la logica tipica della pianificazione a raggio vasto, ma deve essere oggetto di atti amministrativi propri e tipici delle articolazioni periferiche del Ministero per i beni e le attività culturali;
così pure secondo gli interroganti, non si può sostenere, come scrive testualmente la Sovrintendenza di Udine, che l'allargamento del vincolo indiretto avrebbe prodotto un danno economico ai proprietari delle aree per le quali è stato chiesto un vincolo comportante la inedificabilità, poiché non solo tale argomento non può prevalere sulla logica di tutela che presiede al «vincolo indiretto» ma, ulteriormente, si dovrebbe anche valutare il fatto che i proprietari attuali dei terreni direttamente circostanti non sono gli originari proprietari ma questi hanno acquistato l'area agricola a ridosso della operazione di trasformazione urbanistica (da agricola in edificabile) operata da una variante al PRGC;
al fine di giungere ad una seria valutazione di merito degli esiti obiettivi e concreti che verrebbe a conseguire una idonea «cornice ambientale» sulla base delle iniziative di vincolo indiretto più volte proposte dalla proprietà della Villa Del Torso Amodio, bisogna dunque sgomberare il campo dalle anzidette remore manifestate dalla Sovrintendenza di Udine e sottoporre a verifica tutti i mappali (nn. 603 e 604, ex 352, 601 e 602, ex 495, 496, 497, 353, 488, 308, 309, 224, 289, 226, 225, 236, 237, 110, 265, 510 e 511 del foglio 17 e il mappale n. 257 del foglio 9 del Comune di Moruzzo) già indicati dal parere pro veritate del prof. arch. Augusto Romano Burelli, citato nella precedente interrogazione;
nella relazione, che il sottosegretario on. Andrea Marcuzzi ha svolto nella sopracitata Commissione del 20 settembre 2007 in sede di risposta alla precedente interrogazione degli stessi firmatari e sullo stesso argomento, si afferma che gli
organi centrali del Ministero possono intervenire in presenza di una precisa manifestazione in tal senso delle parti controinteressate -:
quali iniziative il Ministro per i beni e le attività culturali intenda assumere:
a) per far sì che la Sovrintendenza udinese voglia concretamente avviare una verifica degli effetti concreti dell'apposizione del vincolo indiretto su tutti i mappali indicati nella memoria del prof. Augusto Romano Burelli proprio ai fini del conseguimento dell'obbiettivo della più idonea «cornice ambientale» della Villa Del Torso Amodio;
b) affinché dell'avvio di un tale procedimento sia data tempestiva e formale notifica a tutte le parti interessate, ivi compresa l'autorità pianificatoria comunale e regionale;
c) anche al fine di un eventuale intervento diretto del Ministero, nel caso di una ulteriore inerzia o azione dilatoria della Sovrintendenza di Udine.
(4-05837)
MARIO RICCI, EVANGELISTI, CARDANO, D'ANTONA, DE ZULUETA, FRIAS, LONGHI, MARINO, MELLANO, RAITI, RAZZI, ROMAGNOLI, TRANFAGLIA, ANDREA ORLANDO, MORRONE e CANCRINI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il 12 agosto 1944, nella città di Sant'Anna di Stazzema (Lucca) un comando delle Waffen-SS ha condotto una violenta azione a danno della comunità locale, culminata con la morte di 560 civili innocenti;
è stato accertato, tanto in termini storici, quanto addirittura in termini giudiziari, che nessun partigiano si trovava nella zona sin dal 30 luglio 1944, per ordine del comando militare alleato, e che per questo motivo l'azione intrapresa dal comando nazista non può essere riconducibile all'azione di rappresaglia ma ad un atto di terrorismo freddamente preparato dal comando generale germanico;
il Tribunale militare di La Spezia, ha fatto propria, confermandola, questa lettura con sentenza del 22 giugno 2005, prevedendo la condanna all'ergastolo per gli ufficiali nazisti e per i militari che hanno eseguito l'eccidio;
la Cassazione ha confermato la condanna all'ergastolo pronunciata dal Tribunale di La Spezia nel 2005, affermando che si trattò di una strage pianificata contro la popolazione civile;
il regista americano Spike Lee sta realizzando una pellicola cinematografica in merito alla strage provocata dalle SS tedesche a Sant'Anna di Stazzema,
a quanto risulta da segnalazioni dell'Associazione Nazionale Partigiani Italiani di Pietrasanta (Lucca), nella sceneggiatura sarebbe inserito un episodio, ripreso dal romanzo di James Mc Bride, che stravolgerebbe dunque i fatti storici, offrendo una versione distorta e recando grave offesa alla Resistenza e alla verità emersa dal processo di La Spezia;
la produzione, anche in seguito alle proteste dell'ANPI, ha fatto sapere che il film è tratto da un romanzo, quindi privo di valore documentaristico e pertanto vincolato solo dalla necessità di raccontare i fatti secondo l'ispirazione letteraria dello scrittore del libro;
nonostante questa posizione, le riprese della strage sono avvenute proprio sulla piazza della chiesa, uno dei principali teatri della strage, evidentemente con la decisione di rappresentare in maniera realistica i drammatici fatti dell'estate del '44;
senza mettere in discussione le libere scelte artistiche degli autori, occorre tuttavia tenere conto del vulnus che questa ricostruzione arreca alla coscienza nazionale e gli oggettivi, e secondo gli interroganti, pericolosi effetti mediatici della diffusione di tale produzione;
risulta che, nonostante quanto sopra riportato, sia stato richiesto al Ministero dei beni culturali, da parte della produzione,
di poter accedere agli speciali finanziamenti quale pellicola di interesse culturale;
tuttavia, secondo gli interroganti, l'eccidio di Sant'Anna di Stazzema, anche se da un punto di vista meramente cinematografico, non può essere affidato a un racconto di fantasia, che, secondo quanto riconosciuto dalla medesima produzione, non ha pretese di ricostruzione storica e che men che meno si può accettare che tale sconvolgimento possa essere finanziato dallo Stato italiano -:
se e come valuti l'opportunità o meno di concedere il proprio finanziamento ed il proprio patrocinio ad un'opera che, senza mettere in discussione la libertà artistica degli autori, si pone in oggettivo contrasto con verità storiche accertate e costitutive della nostra identità nazionale e che pertanto non dovrebbe trovare, secondo gli interroganti, avallo in decisioni di organi dello Stato che potrebbero essere interpretati come una sorta di vaglio di meritevolezza storica dell'opera;
se non sia opportuno che, nella concessione dei finanziamenti, il Ministro interrogato privilegi la produzione e la diffusione di opere artistiche che diano conto verosimilmente delle vicende e del clima esistente nell'epoca valutando anche l'eventualità di precisare i requisiti di accesso a tali finanziamenti.
(4-05851)
PICCHI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il comune di Firenze sta realizzando alcune linee tranviarie finanziate in parte dalla legge obiettivo e una di queste linee, la n. 2, passerebbe anche dal tratto stazione Santa Maria Novella-via Panzani- piazza del Duomo-via Cavour-piazza San Marco (in questo tratto senza il pantografo), attraversando una delle aree che, costituendo il cuore del centro storico di Firenze, è inserita nei siti Unesco considerati «patrimonio dell'umanità»;
risulta evidente che non si tratta di una tramvia ma di una metropolitana di superficie, in cui viaggeranno nei due sensi due con una lunghezza pari a trentadue metri, la cui larghezza sarebbe di 2,40 metri l'uno e l'altezza di 3,30 (questo senza il pantografo), con un ingombro a terra di circa 8 metri su un percorso protetto non valicabile;
nei giorni scorsi da fonte stampa si è appreso che esattamente lungo l'asse prescelto per il passaggio della metropolitana di superficie ovvero via Cerretani su cui si affaccia il Battistero di San Giovanni, e precisamente nella zona tergale di questo, è documentata la presenza di manufatti di età romana tra cui la pavimentazione originale dell'antico cardo maximus, la porta della città denominata contra aquilonem, con i resti di una delle due torri, tratti di mure urbane e di abitazioni, scoperte che risalgono alla campagna di scavo del 1893-1895 come riportato dal sito web del Comune di Firenze;
i manufatti identificati durante la campagna di scavo del 1893-1895 si troverebbero in ottime condizioni - anche l'antico selciato delle strade romane sarebbe intatto - e occupano una piccolissima parte del tracciato della metropolitana di superficie e lasciano intendere che altri importanti reperti possano affiorare nel corso dei lavori nella zona nord e nord-est del Battistero;
i manufatti romani documentati si trovano a bassissima profondità e sarebbero quindi distrutti per sempre dalla colata di cemento armato della massicciata del treno;
inoltre il Battistero di San Giovanni, opera millenaria in quanto se ne ha notizia a partire dall'897 d.C., e la porta nord scolpita da Lorenzo Ghiberti si troverebbero a tre metri dal punto di passaggio del treno dal peso di diverse decine di tonnellate le cui vibrazioni minerebbero irrimediabilmente la solidità delle strutture;
per di più la colonna di San Zanobi, posta di fronte alla porta del Ghiberti ed
eretta nel 1384, nel luogo in cui sarebbe avvenuto un miracolo legato al culto di San Zanobi, dovrebbe molto probabilmente essere spostata modificando una tradizione molto cara ai fiorentini e risalente al 26 gennaio 429 quando al passaggio delle reliquie del santo, che venivano traslate dalla vecchia cattedrale di San Lorenzo a quella nuova di Santa Reparata 429, un olmo secco, in pieno inverno, al solo contatto accidentale con il sarcofago, sarebbe miracolosamente rinverdito facendo spuntare delle tenere foglioline;
infine il Palazzo Medici Riccardi (col suo cortile monumentale, il Museo, la Cappella di Benozzo Gozzoli, la sede della provincia e la stessa prefettura) costruito da Michelozzo per Cosimo il Vecchio (1444-1464) potrebbe avere la propria stabilità e accessibilità molto compromesse -:
se sia nota alla sovrintendenza di Firenze e al Ministero la presenza dei manufatti romani descritti in premessa e se è confermato che si trovino in ottime condizioni come documentato dal sito web del Comune di Firenze;
se sia vero che tali manufatti sarebbero perduti per sempre sotto il cemento della massicciata del treno;
se siano stati effettuati studi tecnici, e quali siano le relative conclusioni, sull'impatto che le vibrazioni prodotte dal passaggio del treno avrebbero nei confronti del Battistero di San Giovanni, della Colonna di San Zanobi e di Palazzo Medici Riccardi;
se sia vero che il passaggio del treno comporta lo spostamento della Colonna di San Zanobi;
se quindi non ritenga opportuno di intervenire con i propri tecnici ai fini di vagliare nuovamente l'opportunità del passaggio del treno metropolitano nel tratto vicino al Duomo alla luce dei manufatti romani che in precedenza non erano stati valutati e che sarebbero irrimediabilmente coperti dal cemento.
(4-05853)