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Allegato B
Seduta n. 260 del 18/12/2007
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PUBBLICA ISTRUZIONE
Interrogazioni a risposta immediata:
VOLONTÈ, CAPITANIO SANTOLINI, CIOCCHETTI, BARBIERI, RONCONI, MEREU, D'AGRÒ, DRAGO, COMPAGNON, PERETTI, LUCCHESE e FORMISANO. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
secondo il rapporto Ocse-Pisa i quindicenni italiani sono al trentaseiesimo posto fra i 57 Paesi analizzati dall'Ocse in quanto a conoscenze scientifiche;
per il Ministro interrogato «su un milione e 50 mila studenti che vengono promossi con debiti, solo 250 mila li recuperano»; una situazione che, secondo il Ministro interrogato, «danneggia soltanto gli studenti»;
la strada da percorrere, secondo il Ministro interrogato, è quella di premiare il merito e le eccellenze perché «una società che non premia l'impegno e il merito non aiuta la scuola a produrre un'istruzione di qualità per tutti»;
l'attuale emergenza educativa nel nostro Paese è confermata anche dai continui episodi di bullismo, perversione e vandalismo che vedono protagonisti studenti e insegnanti;
in Italia, a differenza degli altri Paesi dell'Unione europea e nonostante il richiamo costituzionale e le leggi vigenti in materia, si registra ancora l'assoluta mancanza di concorrenza tra scuole statali e non statali;
secondo uno studio dell'Associazione genitori scuole cattoliche, al contrario, proprio grazie alla presenza di questi istituti le casse statali registrano un risparmio di oltre 6 miliardi di euro;
infatti, lo Stato spende rispettivamente 6.116 euro per ogni bambino alle materne, 7.366 euro per ogni alunno delle primarie, 7.688 per ogni alunno delle medie e 8.108 euro per ogni studente delle superiori, mentre per gli studenti che frequentano le scuole paritarie spende 584 euro per le materne, 866 euro per le primarie, 106 per le medie e 51 euro per le superiori;
è paradossale che tra i settori interessati dalle liberalizzazioni tanto evocate dal Governo venga esclusa proprio la scuola;
considerate queste cifre, uno Stato che non vede la convenienza a mantenere un efficiente canale paritario è uno Stato, ad avviso degli interroganti, «incosciente» -:
se non ritenga necessario e opportuno, al fine di rivitalizzare una scuola italiana che arranca nelle classifiche mondiali e che fa retrocedere nel passato il nostro Paese, adottare iniziative volte a introdurre finalmente in Italia un effettivo pluralismo educativo che consenta alle famiglie quale tipo di educazione scegliere per i propri figli, prevedendo, in particolare, l'istituzione di un voucher per le famiglie.
(3-01502)
PORFIDIA. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
il mantenimento del giusto livello di sicurezza, sia di quella prettamente statica che più in generale di quella legata alle strutture interne, agli arredi degli istituti scolastici, è una questione particolarmente complessa, che non può essere affatto sottovalutata;
altrettanto complessa ed articolata, quanto però necessaria, risulta essere una corretta «valutazione dei rischi» collegata allo status dei nostri edifici scolastici, una
stima che, a meno di dati oggettivi evidenti, risulta tutt'altro che banale e immediata;
attualmente, da quanto emerge dall'ultimo rapporto sulla sicurezza scolastica dell'associazione Cittadinanzattiva, la situazione non appare incoraggiante: più di una scuola su dieci, infatti, è poco sicura e più di un quarto degli edifici non raggiunge un livello di sicurezza complessiva sufficiente;
secondo tale rapporto la maglia nera è «indossata» dagli istituti del Sud e delle isole, ma la mappa dell'insicurezza scolastica non risparmia nessuna regione della penisola;
una situazione altrettanto preoccupante, di forte inerzia, emerge anche dal rapporto 2005 di Legambiente sull'edilizia scolastica nel nostro Paese. Secondo il dossier «Ecosistema scuola 2005» è stato fatto poco o nulla in materia di sicurezza; il documento denuncia una flessione sia degli interventi di manutenzione urgente (33,12 per cento) che degli interventi di manutenzione straordinaria (53,14 per cento) negli ultimi cinque anni;
la metà degli edifici scolastici ha più di quarant'anni, la percentuale di scuole ospitate in edifici nati con altre destinazioni d'uso è dell'11 per cento circa, mentre è in leggera crescita la percentuale degli edifici in affitto (8,30 per cento);
in maggioranza si tratta di palazzine per abitazione, impropriamente adibite a scuole e del tutto incompatibili con i criteri di sicurezza che richiederebbero una struttura destinata ad ospitare centinaia di persone in poche ore. Inoltre, il 33,71 per cento degli edifici scolastici è in zona a rischio sismico e solo il 57,54 per cento possiede la certificazione completa di agibilità statica;
sempre secondo il rapporto di Legambiente aumentano le scuole troppo vicine ad aree industriali: sono il 9,74 per cento a fronte dell'8,85 per cento nel rapporto 2004 e città più a rischio sotto questo punto di vista sembrano essere Parma, Modena e Prato; il 13,39 per cento degli edifici scolastici sono troppo vicini ad antenne ed emittenti radio (erano il 6,91 per cento nel rapporto 2004); infine, raddoppiano i casi di scuole vicine a fonti di grave inquinamento acustico: sono il 4,29 per cento (erano il 2,37 per cento nel rapporto 2004);
recentemente l'intero Paese è stato scosso dalla tragedia avvenuta a Torino: come quello del lavoro, anche il mondo della scuola appare a rischio sicurezza -:
come intenda il Governo intervenire per fronteggiare tale emergenza e per sostenere l'azione messa in campo dagli enti locali tesa ad eliminare ogni rischio di sicurezza negli edifici scolastici ed espressione di un dovere che non può essere basato esclusivamente sulle limitate risorse finanziarie degli enti locali stessi.
(3-01503)
Interrogazioni a risposta scritta:
DE SIMONE. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
esiste una disparità di trattamento tra docenti di sostegno e docenti curricolari e tra gli stessi docenti di sostegno dei vari ordini scolastici, titolari di cattedra, rispetto a quelli delle superiori che non sono titolari ma che hanno solo una sede di servizio;
la condizione giuridica dei docenti di sostegno delle scuole materne, elementari e medie, prevede che la loro posizione occupazionale sia garantita da una titolarità di sede, ovvero essi sono titolari di una cattedra all'interno di una scuola scelta in base alle loro esigenze, e possono essere spostati da questa sede solo se risultino perdenti posto o se fanno volontaria domanda di trasferimento mentre i docenti di sostegno alle scuole superiori non hanno titolarità di sede, per essi la normativa prevede solo l'esistenza di una sede di servizio che può cambiare ogni anno. Infatti i docenti di sostegno alle scuole
superiori (DOS: dotazione organica sostegno) sono obbligati a fare domanda di utilizzazione ogni anno indicando in quali sede vorrebbero lavorare, senza sapere se in quelle sedi vi sono cattedre disponibili e quindi facendo un elenco di scuole puramente indicativo;
i DOS nelle superiori sono divisi in 4 aree (umanistica, scientifica, tecnica, motoria) in base alla laurea e alle abilitazioni del docente di sostegno, il che complica ulteriormente la definizione delle cattedre disponibili per l'area di competenza, così non si sa né dove sono le cattedre né in che tipo di area rientrino;
la legge consente ad ogni provveditorato (ora centro servizi amministrativi) di decidere autonomamente dove assegnare i DOS (anche al di là delle loro indicazioni) attribuendo la sede di servizio d'ufficio all'interno dell'intera provincia, senza tener conto delle loro esigenze familiari e delle loro preferenze, la quali non possono essere necessariamente attendibili se il docente non è in grado di sapere in quali istituti sono presenti i portatori di handicap ed in quali aree sono collocate le cattedre di sostegno. Pertanto la condizione giuridica dei docenti di sostegno alle superiori è peggiore di quella dei supplenti, i quali possono rifiutare una proposta di lavoro ed attenderne un'altra più favorevole, ben conoscendo le cattedre disponibili e la loro posizione in graduatoria, mentre i DOS sono obbligati ad accettare una cattedra stabilita d'ufficio dal provveditorato in un luogo qualsiasi dell'intera provincia;
l'obbligatorietà della frequenza scolastica estesa alle scuole superiori valida ovviamente anche per i portatori di handicap, rende a questo punto urgentissime alcune modifiche alle disposizioni attuali -:
se e come ritenga intervenire al fine di equiparare i docenti DOS per titolarità ai colleghi di sostegno degli altri ordini di scuola, cioè che siano titolari di una cattedra di sostegno entro una sede scelta da loro e comunque concordata con loro e non imposta d'ufficio, che facciano parte dell'organico d'istituto della sede in cui sono titolari, con relativo punteggio di anzianità di servizio e dei titoli culturali, in modo da sapere con certezza ogni anno se risultano perdenti posto o meno e - infine - che in caso risultino sovrannumerari, siano sottoposti alle medesime tutele giuridiche dei colleghi, cioè possibilità di utilizzo su una qualsiasi disciplina in cui sono abilitati, precedenza nelle utilizzazioni e criteri di vicinanza nella scelta della sede.
(4-05923)
DE SIMONE e BURGIO. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
la riorganizzazione della rete scolastica della città di Voghera sul fronte delle scuole dell'obbligo ha prodotto ricadute e conseguenze di cui stanno pagando il prezzo allievi famiglie e docenti;
in particolare la situazione più critica riguarda la scuola Media statale Plana, che a fronte di un aumento di 290 neoiscritti nell'anno scolastico 2007/2008 raggiungendo così una popolazione studentesca in totale di circa 803 alunni, non ha avuto però da parte degli enti locali la possibilità di usufruire di nuovi spazi con particolare riferimento anche alla sicurezza degli ambienti di lavoro in merito all'applicazione del decreto legislativo 626, nonostante la presenza degli spazi nella vicina media statale Pascoli che risulta essere invece sottodimensionata;
al fine di risolvere la situazione, la scuola media Plana è in stato di agitazione da mesi, come risulta anche da numerosi articoli di giornale di stampa locale che stanno seguendo da vicino tutte le vicende: petizioni, richieste di incontro in comune, presidi in consiglio comunale e persino uno sciopero generale indetto dall'Rsu a tutela della didattica messa in discussione dalla carenza di aule e laboratori;
la risposta degli enti locali invece è stata quella di inviare un'ispezione, risultante all'interrogante incomprensibile, presso la scuola di primo grado Plana di
Voghera per verificare se esista compatibilità tra il dirigente scolastico e l'ambiente in particolare con gli enti locali;
la scuola media statale di cui il dottor Rubiconto è il dirigente, ha fatto subito quadrato attorno alla sua persona, emanando in data 28 novembre 2007 una nota Prot. N. 3688/A20;
il dirigente scolastico è ritenuto dal corpo docente, dai genitori e dalle rappresentanze sindacali una persona che lavora con impegno ed entusiasmo per assicurare alla scuola la massima qualità dal punto di vista educativo e didattico, come confermano i numerosi riconoscimenti ottenuti e il crescente numero di genitori che ha scelto questa scuola per l'educazione dei propri figli -:
se sia a conoscenza dei fatti;
se ritenga che il giudizio dell'attività di un dirigente debba essere espresso in considerazione dei risultati ottenuti e delle capacità professionali dimostrate e non sulla base di una valutazione soggettiva poiché essa è fuorviante rispetto agli annosi problemi irrisolti della scuola media statale Plana e non giova alla loro soluzione;
se ritenga di intervenire con gli strumenti che ritenga necessari al fine di ripristinare il diritto alla libera scelta della scuola da parte dei genitori.
(4-05927)