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Allegato B
Seduta n. 260 del 18/12/2007
GIUSTIZIA
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
nel dicembre 2003, nel nostro Paese si è verificato uno scandalo economico senza precedenti che ha visto coinvolto la Parmalat, gigante italiano di latticini e alimentari a proprietà familiare con affari commerciali e manifatturieri che nel 2002 si estendevano in oltre cento paesi;
la vicenda ha rivelato come la rapida ascesa della Parmalat fu facilitata da prestiti enormi concessi da banche e istituzioni finanziarie, da una complessa struttura organizzativa internazionale e da trucchi finanziari messi in atto per coprire evasioni fiscali e perdite economiche ingenti;
il collasso della Parmalat è stato il più grande scandalo finanziario in Europa, provocato da oscure e spregiudicate transazioni finanziarie finalizzate alla appropriazione indebita di fondi, tramite l'utilizzo di complessi strumenti finanziari e la deviazione di fondi tramite consociate, il tutto con il benestare di revisori dei conti, banche, istituzioni finanziarie e società di valutazione;
è noto come la Parmalt sia stata travolta alla fine da oltre 14 miliardi di euro di debiti e che tale scandalo finanziario sia stato provocato da ben quindici anni di bilanci falsi approvati con il silenzio colpevole di chi doveva controllarli;
lo scorso mese di luglio sono stati rinviati a giudizio 56 imputati e il dibattimento per la storica bancarotta del dicembre 2003 dovrebbe aprirsi il 14 marzo 2008, con oltre trentacinquemila parti civili ammesse in aula e ben duecentocinquanta testate giornalistiche accreditate a conferma che l'attenzione sul processo raggiunge i massimi livelli;
il dibattimento unificato raccoglie i cinque tronconi principali dell'inchiesta, quello sul crack di 14 miliardi di euro dell'azienda alimentare, con imputati principali l'ex patron Callisto Tanzi e il direttore finanziario Fausto Tonna accusati di bancarotta fraudolenta, il fallimento di Parmatour, e infine il cosiddetto filone Ciappazzi, ovvero la controversa vendita dell'omonima azienda di acque minerali per cui è rinviato a giudizio l'ex presidente di Capitalia Cesare Geronzi;
tanto per non dimenticare che siamo in un Paese dove il ritardo della giustizia rappresenta un problema insoluto da decenni e dove il rischio prescrizione incombe sulla conclusione dei processi, un noto quotidiano (Corriere della Sera del 6 dicembre 2007) ha richiamato l'attenzione su «una carenza di giudici che affligge il palazzo di giustizia parmigiano in vista del processo del secolo», tanto che a meno di quattro mesi dall'inizio del processo non risulta ancora costituito il collegio giudicante che dovrà studiare una mole di 6 milioni di pagine;
secondo quanto riportato dal quotidiano le cause dello stallo sono molteplici, legate al fatto che la maggior parte dei magistrati giudicanti del tribunale penale di Parma risulta incompatibile con il processo per aver già trattato il caso in sede di indagini o udienza preliminari, che molti magistrati civili si rifiutano di passare alla sezione penale e che fino ad ora è mancata una applicazione delle tabelle;
in data 25 ottobre anche il Consiglio superiore della magistratura ha sottolineato come «gli uffici giudiziari di Parma siano sottoposti ad impegni e tensioni incompatibili con le dimensioni e le risorse degli Uffici stessi» come il processo Parmalat costituisca una «straordinaria emergenza»;
sembrerebbe tuttavia prossima una decisione per la copertura di dueposti vacanti scoperti organico come richiesto tempestivamente dal presidente del tribunale di Parma dottor Stellario Bruno, affinché siano destinati in applicazione tre magistrati esperti nel settore penale di cui al richiesta dello stesso presidente dottor Bruno;
va tuttavia considerato che il tempo che intercorre tra il bando per il trasferimento temporaneo l'arrivo del magistrato nella sede prescelta può arrivare a diciotto mesi risulta inoltre che manchino i magistrati necessari a comporre il Collegio penale dell'udienza fissata il 14 marzo 2008 e che il presidente della sezione penale si rifiuterebbe di presiedere l'udienza del 14 marzo, vanificando così ogni sforzo per comporre il Collegio ancora mancante;
infine il presidente della sezione penale avrebbe chiesto la composizione del Collegio penale prelevando gli stessi magistrati dal settore civile, con ciò vanificando l'attività delle sezioni civili ed influendo negativamente sulle qualità professionali dei componenti del collegio di estrazione diversa da quella per la quale verrebbero ora destinati -:
se il Ministro sia a conoscenza delle recenti notizie di stampa riguardanti la grave situazione creatasi presso il tribunale di Parma e quali iniziative di sua competenza, ferma restando l'autonomia del Consiglio superiore della magistratura, intenda adottare per garantire lo svolgimento di un processo che interessa ben trentacinquemila parti civili.
(2-00902)
«Alessandri, Fava, Barbieri, Fugatti, Fabbri, Gibelli, Filippi, Marcazzan, Pini, Bernardo, Brigandì, Goisis, Bezzi, Buontempo, Allasia, Bricolo, Dussin, Bodega, Pottino, Cota, Caparini, Grimoldi, Garavaglia, Costa, Poretti, Paroli, Lussana, Montani, Beltrandi, Misiti».
Interrogazione a risposta orale:
GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
un mese fa Cristian S. transessuale, è stato tratto in arresto presso il carcere di Ancona. Nel corso di questa detenzione, come avviene per molte altre persone che si trovano nella condizione di FTM, Cristian S. è stato trattenuto per oltre un mese in cella di isolamento negandogli ogni possibilità di contatto con l'esterno, privato delle cure indispensabili per il mantenimento del suo equilibrio ormonale e sottoposto ad assunzione forzata di sonniferi e tranquillanti;
la ex moglie ha fatto in modo che a Cristian S. pervenissero le punture di testosterone che deve assumere con regolarità per non compromettere il suo stato psicofisico ma anche questo è stato negato poiché gli ormoni sono medicinali che il presidio sanitario del carcere non riconosce come necessari ai fini delle condizioni di salute;
nel frattempo sono stati richiesti e negati per ben due volte gli arresti domiciliari malgrado sia stata presentata alla magistratura di competenza la documentazione medica dell'endocrinologo che attesta la cura ormonale a cui lo stesso è sottoposto, sia la certificazione del SAIFIP nella quale si attesta che Cristian S. è in lista d'attesa presso la Struttura Complessa di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva della Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma per le complicanze di cui tuttora soffre per un precedente intervento chirurgico di plastica ricostruttiva;
attualmente Cristian S. è stato trasferito nel carcere di Belluno a molti chilometri di distanza dai suoi familiari e dai medici e dalle strutture presso le quali è in cura, con il rischio di vedere ancora di più aggravato il suo già compromesso equilibrio psicofisico -:
cosa abbia da comunicare in merito il Ministro e se non ritenga necessario e urgente porre fine alle condizioni discriminatorie attualmente vigenti nelle carceri italiane disponendo, per le persone transgenere come il caso di Cristian S., la sistemazione con le modalità più adeguate a evitarne la discriminazione, nel reparto di genere più consono, assicurando al contempo un pari trattamento con gli altri
detenuti e garantendo all'interno dei presidi medici carcerari l'assistenza medica e le cure ormonali necessarie.
(3-01498)
Interrogazione a risposta scritta:
FUGATTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
con l'interrogazione n. 5-00102 del 18 luglio 2006 il sottoscritto interrogante chiedeva al Ministro della giustizia se erano fondate alcune notizie di stampa che parlavano della possibile soppressione del Tribunale di Rovereto;
in quella sede l'allarme derivava direttamente da quanto enunciato dal Ministro della giustizia Clemente Mastella, nella relazione sulle linee programmatiche del suo Dicastero, depositata presso la Commissione giustizia della Camera dei deputati il 28 giugno 2006;
il Ministro, infatti, in merito alla revisione della geografia giudiziaria, precisava che «la strategia di riorganizzazione comporta l'impegno di evitare che l'attuale assetto di alcuni uffici giudiziari ne renda impossibile o molto difficoltoso il funzionamento», ricordando che l'istituzione del giudice unico di primo grado, a regime dal 2000, abbia tentato di realizzare una maggiore funzionalità che, sempre secondo il Ministro, portava a ritenere come più vicina alla piena efficienza una previsione per il tribunale di un organico minimo di 14 magistrati;
nella risposta alla suddetta interrogazione il Ministro riferiva che «effettivamente nel programma del Governo, in particolare del Dicastero della giustizia, c'è la revisione della geografia giudiziaria in modo da rivederne il reticolo sia per renderlo più attuale sia per una necessaria coerenza con il rapporto costi-benefici». «Secondo la relazione già fatta alle Commissioni parlamentari - continuava la risposta del Ministro - la funzionalità ordinaria di un tribunale richiede almeno 14 magistrati, così da costituire una sezione civile e una penale dibattimentale, destinando inoltre un giudice per la funzione gip ed altro per la funzione gup. E ciò ad evitare sezioni promiscue poco efficienti per difetto di specializzazione, incompatibilità nell'ufficio gip-gup ed eccessivo impiego di giudici onorari. Questo non significa che di colpo si aboliranno tutti gli uffici con meno di 14 magistrati - specificava la risposta in questione - né che già si abbia un elenco di uffici da abolire». Con riferimento al Tribunale di Rovereto la risposta del Ministro terminava affermando che «nella suddetta attività di monitoraggio si terrà certamente conto delle peculiarità particolari del Tribunale di Rovereto, vale a dire della collocazione geografica, della particolare composizione del plesso di utenza, della efficiente produttività, in una valutazione complessiva che, non produrrà soltanto soppressioni ma anche accorpamenti circondariali e/o rafforzamenti di determinate sedi»;
tale risposta dava in qualche modo rassicurazioni sulla volontà del Ministro competente di tenere conto, nel processo di razionalizzazione dei tribunali, delle specificità e particolarità del Tribunale di Rovereto, della sua collocazione geografica, della sua produttività ed efficienza, considerando anche il fatto che sarebbe necessario mantenere quantomeno l'attuale assetto di tutti gli uffici giudiziari che hanno dato esempio di efficienza, operosità e laboriosità, e tra questi rientra indubbiamente il Tribunale di Rovereto;
in questi giorni sulla stampa locale si è tornato a parlare del Tribunale di Rovereto e della sua possibile cancellazione;
tale possibilità si ritroverebbe questa volta in una decisione del Ministro dell'economia e delle finanze Tommaso Padoa Schioppa, che avrebbe messo nella lista dei tribunali da sopprimere proprio quello di Rovereto in quanto i magistrati presenti sono solo nove e quindi meno di quattordici, livello quest'ultimo al di sotto del quale si rischia la cancellazione;
il piano di accorpamento dei tribunali previsto dal Ministro Padoa Schioppa
pare verrà presentato nel prossimo mese di aprile -:
quali siano i reali intendimenti del Ministro in indirizzo sulla sorte del Tribunale di Rovereto.
(4-05925)