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Allegato B
Seduta n. 260 del 18/12/2007
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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazione a risposta scritta:
CAMILLO PIAZZA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro degli affari regionali e le autonomie locali. - Per sapere - premesso che:
come indicato tra le finalità del decreto legislativo n. 152 del 2006, fatte proprie dal Piano di Tutela delle Acque della Regione Emilia-Romagna, «gli usi delle acque sono indirizzati al risparmio e al rinnovo delle risorse per non pregiudicare il patrimonio idrico, la vivibilità dell'ambiente, l'agricoltura, la fauna e la flora acquatiche, i processi geomorfologici e gli equilibri idrologici»;
uno degli scopi della direttiva 2000/60/CE è istituire un quadro per la protezione delle acque che «impedisca un ulteriore deterioramento, protegga e migliori lo stato degli ecosistemi acquatici e degli ecosistemi terrestri e delle zone umide direttamente dipendenti dagli ecosistemi acquatici sotto il profilo del fabbisogno idrico»;
si assiste da anni ad una molteplicità di interventi di sfruttamento della risorsa acqua non supportati da una corretta analisi e valutazione di area vasta del contesto territoriale (a livello di bacino idrografico e dell'intera asta fluviale). Questo ha portato, nella regione Emilia Romagna, anche alla realizzazione, non pianificata e irrazionale, di numerose centraline idroelettriche con impatti ambientali puntuali e cumulativi in aperto contrasto con le finalità del decreto legislativo n. 152 del 2006 e della direttiva 2000/60/CE;
negli ultimi mesi anche in provincia di Piacenza sono state presentate numerose domande di concessione di derivazione di acqua pubblica superficiale ad uso idroelettrico lungo le aste dei corsi d'acqua principali Trebbia, Aveto e Nure;
in particolare, è stato presentato lo studio d'impatto ambientale del progetto di centrale idroelettrica di Confiente nei Comuni di Cerignale, Ferriere, Ottone e Zerba che prevede la costruzione di opere di presa sul fiume Trebbia e sul torrente Aveto e la realizzazione di due gallerie di derivazione lunghe complessivamente circa 10 chilometri;
il bacino del fiume Trebbia e dei suoi affluenti è sicuramente uno dei più puliti e meglio conservati della regione Emilia Romagna e sul suo corso insistono ben 6 siti di rete Natura 2000 (tra SIC e ZPS) uno dei quali, il SIC «Monte Dego, Monte Deri, Monte delle Tane» (codice IT4010013), verrà investito direttamente dai lavori di costruzione -:
se il Governo sia a conoscenza, anche tramite le competenti autorità distrettuali di bacino della grave situazione di sfruttamento dei corsi d'acqua nell'Emilia Romagna e se, nell'ambito delle sue competenze, non ritenga necessario intervenire affinché le competenti autorità di bacino nell'ambito dei pareri resi ai sensi dell'articolo 63, comma 7, lettera b), del decreto
legislativo 3 aprile 2006 n. 152, ed in generale nell'ambito della propria attività di controllo dei distretti idrici, segnalino, ove ne rilevino le opportunità, le seguenti esigenze:
a) introduzione di nuovi criteri di calcolo del deflusso minimo vitale considerando la portata non solo di singoli tratti omogenei del fiume ma anche dell'intero bacino per garantire il mantenimento delle condizioni naturali ed evitare il fenomeno della scomparsa dei fiumi nei periodi di scarsa piovosità, fenomeno che si sta aggravando di anno in anno;
b) promozione, nel breve periodo, di accordi volontari tra l'assessorato alle attività produttive, le istituzioni preposte al rilascio delle autorizzazioni ed i proponenti degli impianti, per una valutazione degli impatti cumulativi nell'area vasta (esempio asta del fiume sul territorio provinciale) e quindi per una loro razionalizzazione;
c) stipula con l'esecutore dell'intervento che risultasse alla fine autorizzato, di una convenzione che preveda anche ampie garanzie fideiussorie in relazione al puntuale adempimento delle prescrizioni, al puntuale rispetto degli accorgimenti per mitigare fenomeni di inquinamento, al puntuale dovere di rispondere economicamente per ipotesi di danno ambientale cagionato in conseguenza dell'esercizio dell'impianto e al puntuale intervento di rimessione in pristino nella ipotesi di dismissione dell'impianto stesso per qualsivoglia ragione.
(4-05931)