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Allegato B
Seduta n. 260 del 18/12/2007
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INTERNO
Interrogazione a risposta immediata:
MARONI, COTA, DOZZO, GIBELLI, ALESSANDRI, ALLASIA, BODEGA, BRICOLO, BRIGANDÌ, CAPARINI, DUSSIN, FAVA, FILIPPI, FUGATTI, GARAVAGLIA, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LUSSANA, MONTANI, PINI e STUCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
da informazioni diffuse dal ministero dell'interno il 15 dicembre 2007, circa i dati relativi alle domande di assunzione di cittadini extracomunitari presentate nel primo giorno previsto dal recente «decreto flussi» per la presentazione delle medesime, si apprende che il sistema informatico del ministero dell'interno ha ricevuto 352.995 domande, di cui 162.572 inviate dai singoli cittadini e 190.423 da patronati e associazioni, a fronte dei 47.100 posti in palio per i cittadini provenienti da Paesi con cui l'Italia ha sottoscritto accordi di cooperazione in materia migratoria;
risulta, quindi, che nel primo giorno utile per la presentazione delle domande sono già pervenute richieste in numero doppio rispetto alla quota complessiva di 170.000 ingressi prevista dal citato «decreto flussi», mentre il 18 e il 21 dicembre 2007 potranno essere presentate rispettivamente le domande per le assunzioni di collaboratrici domestiche e badanti e per gli altri lavoratori provenienti dai Paesi che non hanno sottoscritto accordi di cooperazione in materia migratoria con l'Italia;
deve essere, altresì, evidenziato che il numero delle domande è molto probabilmente gonfiato da una pratica sostanzialmente elusiva della legge, messa in luce dal vero e proprio assalto agli uffici dei sindacati ai centri di assistenza fiscale da parte di extracomunitari in possesso di regolare permesso di soggiorno, che si rendono disponibili ad inoltrare la domanda per il rilascio del nullaosta al lavoro in favore di loro connazionali amici e/o parenti, al solo fine di far ottenere loro un regolare permesso di soggiorno, per poi procedere al licenziamento nel momento in cui il lavoratore extracomunitario abbia ottenuto il permesso medesimo;
a fronte di queste cifre, alimentate dalla sostanziale sanatoria che l'attuale Governo adottò con il decreto flussi aggiuntivo del 2006 (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 25 ottobre 2006), si registrano le dichiarazioni del Ministro della solidarietà sociale Ferrero, che ha ventilato l'ipotesi di un'ulteriore sanatoria, affermando, a margine della giornata nazionale del servizio civile tenutasi a Napoli il 15 dicembre 2007, che «il decreto flussi è un provvedimento tampone che non serve a cambiare la situazione dell'immigrazione in Italia»;
il Ministro Ferrero ha, inoltre, aggiunto: «Speriamo che si riesca nei prossimi mesi a cambiare la legge sull'immigrazione in modo da poter garantire a chi ha un posto di lavoro di essere regolarizzato e non di rimanere in questa assurda situazione per cui anche con un lavoro si resta clandestini»;
le dichiarazioni citate lasciano evidentemente trapelare l'intenzione di una nuova sanatoria e sono tanto più irresponsabili perché pronunciate mentre la procedura di presentazione delle domande di assunzione è ancora in corso, con l'evidente effetto di alimentare aspettative in quanti sono già presenti sul territorio italiano clandestinamente o lavorano in Italia irregolarmente -:
quale sia la reale posizione del Governo e se, in particolare, vi sia l'intenzione
di varare nuovi decreti flussi aggiuntivi o altri provvedimenti di sanatoria per i clandestini presenti in Italia.
(3-01511)
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
I Commissione:
MASCIA, FRANCO RUSSO e ZIPPONI. - Al Ministro dell'interno, - Per sapere - premesso che:
premesso che l'interrogante ha visitato l'Aeroporto di Fiumicino, incontrando le rappresentanze sindacali e i lavoratori addetti alla sicurezza raccogliendo elementi testimoniali e documentazioni;
nell'aeroporto di Fiumicino gli operatori della locale Sala Operativa prestano il loro servizio giornaliero in una struttura inidonea alle esigenze operative dello scalo, avendo inoltre attrezzature e strutture non conformi della normativa di sicurezza sul lavoro (decreto legislativo n. 626 del 1994, come schermature dei numerosi monitor presenti, esposizione massima ai campi magnetici (Cavi e condotti sotto il pavimento ed esposti alla luce), esalazioni di veleni tossici usati per disinfestazioni mensili dal sottostante, locale bar-ristorante in quanto le prese di aerazione dei locali della sala operativa assumono tali sostanze dalle condotte di dimissione aerea dei locali sottostanti. Illuminazione fatiscente, ed uscite di sicurezza non idonee a casi di evacuazione;
il nuovo ingresso delle partenze internazionali ha prodotto una serie di disagi al servizio giornaliero degli operatori di polizia, in quanto oltre all'esiguo numero (problematica affrontata al punto seguente sulla Sicurezza), i poliziotti sono costretti ad affrontare giornalieri problemi di ordine e sicurezza pubblica derivanti dalla conformazione ad imbuto di tale ingresso, che a causa degli spazi esigui, crea ingorghi interminabili di passeggeri poco gestibili in normali file, il tutto a causa del volere di ADR la quale al solo fine commerciale ha spostato l'ingresso nell'area sterile senza prima costruire una struttura idonea al continuo, ed in aumento (flusso dei passeggeri. Tale spostamento ha provocato inoltre il disagio causato dalla scarsa disponibilità di spazi di lavoro destinati agli uffici di Polizia;
gli uffici della locale Polizia Giudiziaria non sono idonei per lo svolgimento del delicato lavoro che gli agenti sono chiamati a svolgere quotidianamente, a causa della attigua vicinanza di bagni aperti al pubblico che confinano con la sala fermati (in attesa di accertamenti, arrestati, estradati, collaboratori di giustizia eccetera), che mette a repentaglio la sicurezza dei fermati e dei colleghi operanti;
da circa sei anni è stata progettata la costruzione della nuova caserma. Tale progetto è stato iniziato nel 2001 ma a causa del mancato finanziamento i lavori sono stati interrotti da circa cinque anni con il rischio evidente di sperpero dei quasi quattro milioni di euro gia spesi per la costruzione del solo scheletro che attualmente rischia il decadimento;
attualmente presso la Caserma Iavarone vi sono numerose strutture con copertura in eternit costruite da più di venti anni, quindi con probabile presenza di amianto, ove giornalmente vivono e lavorano gli ottocento poliziotti della Polaria di Fiumicino (locale mensa, alloggi ed uffici della polizia e della Guardia di Finanza). Altri studi dell'Istituto Superiore di Sanità hanno accertato che presso l'aeroporto di Fiumicino si tarda ad operare il totale smantellamento delle strutture con presenza di amianto, come previsto dall'apposita legge, accertando che sia nei locali interni a causa dei condotti di aerazione e sia nel sedime delle piste vi è una massiccia presenza di polveri sottili di amianto (innumerevoli i casi di melanomi accertati presso i lavoratori aeroportuali);
nella zona destinata all'imbarco dei voli a rischio (compagnie americane inglesi ed israeliane soggette a probabili attentati), operazioni di check-in vengono effettuate in una zona denominata «isola F»
che attualmente viene messa in sicurezza esclusivamente con il controllo manuale e visivo da parte degli operatori di pubblica sicurezza senza alcun supporto meccanico e logistico (assenza di metal detector per l'ingresso nell'area);
il perimetro aeroportuale si estende per circa trentasei chilometri, e attualmente è delimitato da una rete metallica costruita nel 1961 e di facile penetrazione. A seguito dell'attentato alle torri gemelle furono inviati circa cento militari dell'Esercito italiano per il suo controllo. Dal 2001 ad oggi nonostante il continuo rischio terroristico e l'aumento del 16 per cento del traffico aereo, oltre ad aver perso i suddetti militari, la Polaria di Fiumicino si è vista diminuire l'organico di circa 140 unita passando dai circa 920 uomini all'indomani dell'11 settembre agli attuali 780, dovendo inoltre assumere nuove competenze operative come anche la vigilanza perimetrale. Tale vigilanza potrebbe essere sopperita da un adeguato sistema di sorveglianza passiva ed anti-intrusione. Attualmente a causa delle scarse risorse umane a disposizione la Polizia si è vista costretta a devolvere tale incarico a servizi di vigilanza privata, composta da una sola macchina con il conseguente abbassamento dei livelli di sicurezza;
la società ADR attualmente gode di una licenza interministeriale ottenuta nel 2002 che le permette di svolgere i servizi di Sicurezza bagaglio al posto della Polizia di Stato, tale licenza soggetta a verifiche e vincoli prevede come vincolante il reinvestimento del 20 per cento degli introiti prodotti da tale servizio in aggiornamento del personale ed interventi strutturali atti a mantenere i livelli di sicurezza aeroportuali richiesti. La società ADR percepisce circa 1,80 per cento per ogni passeggero in transito presso questo scalo (circa 5 milioni l'anno) con i quali dovrebbero assolvere alle spese di assunzione di un organico idoneo nonché alla creazione di strutture idonee ai livelli di sicurezza richiesti per uno scalo intercontinentale. Sino ad oggi la società di gestione non ha mantenuto tali vincoli avendo nello scalo circa 13,000 precari di cui circa 450 su 800 nel solo settore della sicurezza, non ha investito in infrastrutture per la sicurezza (sala operativa, perimetro, zona imbarchi, area check-in di compagnie a rischio), bensì ha fatto prevalere solo la politica del business ad ogni costo, anche a discapito della sicurezza dei passeggeri (vedasi problematica dei bagagli nei mesi di luglio-agosto) -;
le principali esigenze sono le seguenti:
a) la creazione di un tavolo di confronto sulle problematiche aeroportuali che permetta di avere un contatto diretto con l'ente di gestione;
b) l'instaurazione di un rapporto tra le organizzazioni sindacali e le rappresentanze delle forze di polizia, da una parte, e l'ENAC e la società Aeroporti di Roma, dall'altra, al fine di avere una visione complessiva delle questioni riguardanti l'intero distretto di Fiumicino e di cercare così risposte coerenti ed efficaci per migliorare la condizione di lavoro di migliaia di lavoratori;
c) una redistribuzione degli utili derivanti dal transito dei passeggeri, con la destinazione di una piccola parte di essi alle forze di polizia, in modo da incrementare gli investimenti attraverso un fondo da amministrare autonomamente, nonché con la introduzione di una indennità per gli operatori -:
se non ritenga che le succitate problematiche potrebbero trovare soluzione attraverso un sistema di relazioni diretto tra le parti e con la costruzione della caserma progettata nel 2001 e mai ultimata, nonché di una nuova sala operativa, promessa da anni dall'ente di gestione ADR.
(5-01868)
ADENTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in una precedente interrogazione (A.C. 4-01990 del 14 dicembre 2006), l'interrogante ha avuto modo di sottoporre al Ministro dell'interno la grave carenza di mezzi
per l'espletamento delle funzioni di Polizia Stradale presso la Sezione di Pavia, evidenziando in particolare la carenza di automezzi per poter garantire le funzioni relative al controllo del territorio provinciale;
il numero e la tipologia dei servizi richiesti è in costante aumento e tali carenze da tempo stanno pregiudicando l'efficienza e la qualità del servizio;
da sempre la dirigenza della struttura si sta adoperando con disponibilità e impegno per la risoluzione di questo problema e il personale in servizio, con grande professionalità si è sempre impegnato perché tali carenze non pregiudichino i servizi essenziali e la loro qualità;
la situazione della dotazione di automezzi della Sezione di Polizia Stradale di Pavia è ormai ridotta ai minimi termini rispetto alla dotazione prevista;
la risposta seguita all'interrogazione sopra citata riferiva che nel primo trimestre del 2007 sarebbero state assegnate alla Questura di Pavia otto nuove autovetture Alfa Romeo 159, allestite per il controllo del territorio;
l'attuale dotazione è di un totale di 6 autovetture - di cui molte hanno superato i 200.000 km - contro le 23 previste nel parco automezzi per i servizi di pattugliamento;
dai dati citati si evince una carenza di 17 autovetture -:
quali siano gli intendimenti del Ministro interrogato al fine di superare la criticità che si registra in termini di dotazioni di automezzi presso la Sezione di Polizia Stradale di Pavia nella consapevolezza che, senza porre rimedio a questa situazione, con sempre maggiore difficoltà potranno essere garantiti i servizi di sicurezza stradale sul territorio.
(5-01869)
ZELLER, BRUGGER e WIDMANN. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
negli anni Sessanta diversi cittadini comunitari nati in Provincia di Bolzano, coinvolti in attentati nella medesima Provincia sono stati condannati a lunghe pene detentive;
ad oggi, dopo il decorso di trenta anni dalla condanne definitive, le pene sono prescritte, a norma dell'articolo 172 del codice penale; i soggetti interessati sono in parte stati graziati dal Capo dello Stato e in parte è stata dichiarata l'estinzione della pena, a norma dell'articolo 676 del codice di procedura penale;
si tratta di persone ultra settantenni che non possono certo essere considerate pericolose o essere considerate ancora oggi una minaccia per l'ordine pubblico e la sicurezza pubblica e che da ormai quaranta anni non rientrano nella loro heimat per i quali, anche per motivi umanitari, la questione dovrebbe essere affrontata e conclusa in uno spirito europeo;
recentemente l'Italia ha recepito una direttiva europea sulla libera circolazione dei cittadini europei nel territorio degli Stati membri, con la sola eccezione per coloro che rappresentano una minaccia per motivi di ordine pubblico e di pubblica sicurezza, chiarendo che non possa considerarsi una causa ostativa alla libera circolazione l'esistenza di condanne penali;
il decreto legislativo 6 febbraio 2007, n. 30, che ha sancito il principio della libera circolazione dei cittadini europei anche in Italia, prevede che il Ministro dell'interno possa disporre un provvedimento di allontanamento dallo Stato italiano, per al massimo tre anni, qualora ricorrano i presupposti di cui sopra -:
se il Ministro interrogato ritenga che i cittadini comunitari ultrasettantenni che negli anni Sessanta sono stati puniti con pene detentive orinai prescritte, dettate anche dalla situazione storico-politica dell'epoca, ad oggi liberi a tutti gli effetti, peraltro in un contesto storico-politico totalmente cambiato rispetto a quegli anni, possano rientrare in Italia, oppure se ricorrano gli estremi per essere raggiunti da un provvedimento di espulsione ai sensi
dell'articolo 20 del decreto legislativo 6 febbraio 2007, n. 30 o se sussistano altre ragioni impeditive alla libera circolazione delle persone graziate nel territorio italiano.
(5-01870)
COTA e FUGATTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nei mesi scorsi i giovani trentini che si rifanno al centro sociale «Bruno» hanno occupato l'ex collegio Mayer in via Lampi;
in precedenza avevano occupato un altro edificio sito nell'area denominata «Zuffo» all'altezza dell'uscita autostradale di Trento;
nei giorni scorsi tali giovani hanno liberato l'ex collegio Mayer e si sono trasferiti in un altro edificio denominato «ex Dogana» sito in pieno centro a Trento;
i fatti sono accaduti alla «luce del sole», nel senso che le autorità comunali probabilmente erano già a conoscenza del trasferimento messo in atto dai giovani no-global;
tali azioni hanno allarmato non poco i cittadini trentini che vedono le normali leggi civili messe in un angolo di fronte alle azioni di occupazione illegale compiute da questo gruppo di giovani;
da notizie rilanciate dalla stampa locale si apprende che oggi, 18 dicembre 2007, si terrà, presso la struttura occupata abusivamente, una lezione universitaria tenuta dal docente Charlie Barnao, all'interno del corso di istituzioni di sociologia, autorizzata sia dal Professore titolare del corso, Davide La Valle, sia dal Preside della facoltà di sociologia dell'Università di Trento, Mario Diani -:
se il Ministro competente sia al corrente dei fatti spiegati in premessa e se il Ministro intenda, in collaborazione con le autorità locali, attivare le forze dell'ordine per ripristinare al più presto la legalità infranta dai giovani no-global trentini.
(5-01871)
Interrogazioni a risposta scritta:
ALESSANDRI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi otto immigrati clandestini sono stati sorpresi da agenti del posto di polizia integrato all'interno di due casolari abbandonati situati a Strada Albereto, nella città di Modena;
i controlli effettuati dalla polizia hanno rivelato che gli otto fermati, di cui quattro marocchini, due tunisini e uno palestinese, sono tutti pregiudicati rimessi in libertà per vari motivi;
si tratterebbe di una banda di spacciatori di droga attivi da tempo nella zona di Tempio e in via Attiraglio, ma che sono stati rilasciati dopo dodici ore di fermo;
gli accertamenti di polizia hanno messo in luce che tutti i fermati avevano precedenti penali per reati di vario genere, dallo spaccio di droga al possesso non autorizzato di armi, dalla rapina al furto o alla resistenza a pubblico ufficiale;
i riscontri di polizia hanno rivelato anche che quattro dei fermati erano appena stati scarcerati o erano usciti dal Cpt, che uno di essi aveva l'obbligo di firma, che un altro era uscito dal carcere sei mesi prima e che altri erano stati raggiunti da un decreto di espulsione dal Paese;
dopo il fermo di dodici ore, non è stato possibile trattenere nessuno degli immigrati in quanto l'occupazione abusiva non è reato tanto grave da giustificare la carcerazione;
ad avviso dell'interrogante, in ragione dei precedenti penali di ciascuno degli immigrati, non è da escludere che entro breve tempo essi possano nuovamente delinquere con le note ripercussioni in tema di sicurezza dei cittadini -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti descritti in premessa;
per quali motivi non sia stata esecuzione ai decreti di espulsione e quali
provvedimenti intendano adottare per ripristinare la legalità.
(4-05930)
VICO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro per le politiche giovanili e le attività sportive. - Per sapere - premesso che:
i recenti fatti di cronaca, verificatisi la scorsa settimana, che dopo la morte del giovane tifoso laziale, Gabriele Sandri, hanno visto come protagonisti alcuni gruppi di ultras in tutta Italia, impongono da parte delle istituzioni nazionali una maggiore attenzione rispetto alle dinamiche psico-sociali che condizionano sia le modalità di fruizione dello spettacolo del calcio, sia le decisioni ad esso connesse;
le piazze più calde, dopo Roma, del manifesto disappunto dei tifosi sono state, come si ricorderà quelle di Bergamo, dove si sarebbe dovuto disputare il match tra Atalanta e Milan, e quella di Taranto, in serie C1 girone B, dove la squadra di casa conduceva la gara in vantaggio contro la Massese. Gara poi sospesa per le intemperanze di un gruppo di facinorosi poi prontamente individuati dalle forze dell'ordine presenti allo stadio Erasmo Iacovone;
seguito dei disordini a Bergamo come a Taranto le forze dell'ordine hanno provveduto ai fermi di polizia per gli ultrà resisi protagonisti di fatti violenti e accusati di atti di violenza in occasione di manifestazioni sportive, devastazione, lancio pericoloso di oggetti, danneggiamento, resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale e altri reati;
le conseguenze di quella giornata hanno prodotto, però, un risultato disomogeneo anche con riferimento allo svolgimento o al mancato svolgimento delle partite in corso, così come riferito in prima pagina dalla Gazzetta dello Sport di martedì 20 novembre -:
quali iniziative il Governo intenda assumere per evitare che in futuro possano verificarsi situazioni analoghe a quelle descritte in premessa;
se non sia opportuno realizzare iniziative di carattere educativo volte a promuovere lo sviluppo di una sana cultura sportiva che consenta di vivere gli eventi e le competizioni sportive come momenti di aggregazione e non come una «guerra».
(4-05932)